Istanza ex artt. 351 e 283 c.p.c. per la sospensione, prima dell'udienza di comparizione, dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza impugnata

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

L'appellante può chiedere al Giudice del gravame di disporre la sospensione dell'esecuzione o dell'esecutività della sentenza impugnata.

La materia è disciplinata dagli artt. 283 e 351 c.p.c., entrambi modificati dal d.lgs. n. 149/2022, il secondo ulteriormente modificato dal d.lgs. n. 164/2024.

L'istanza di inibitoria, che va adeguatamente motivata, deve essere esposta nell'atto introduttivo del giudizio di appello.

Ai sensi dell'art. 351, comma 1, la trattazione delle relative questioni deve avvenire, di norma, in sede di prima udienza. I provvedimenti sono adottati con ordinanza (non impugnabile) collegiale.

Ai sensi dell'art. 351, comma 2, la parte interessata può proporre al presidente del collegio istanza di anticipazione della decisione. Il presidente ordina, con decreto, la comparizione delle parti in camera di consiglio e, ove ricorrano motivi di urgenza, può disporre provvisoriamente l'immediata sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza gravata. All'udienza in camera di consiglio, il collegio può, con ordinanza non impugnabile, confermare, modificare o revocare il decreto.

Ai sensi dell'art. 35 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le disposizioni del d.lgs. medesimo, salvo che sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, mentre ai procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.

In particolare, le norme in materia di appello (capi I e II del titolo III del libro secondo del codice di rito), come modificate dal d.lgs. citato, si applicano alle impugnazioni proposte successivamente al 28 febbraio 2023.

Qualora il gravame sia proposto con atto di citazione, occorrerà fare riferimento al momento in cui la notifica si sia perfezionata per il destinatario.

Qualora il gravame sia proposto con ricorso, occorrerà fare riferimento al momento di deposito del ricorso medesimo.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula riporta esemplificazione di atto di appello proposto a decorrere dal 26 novembre 2024 ed è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti.

Formula

AL SIG. PRESIDENTE DEL COLLEGIO – CORTE DI APPELLO DI ... [1]

ISTANZA EXARTT. 351 E 283 C.P.C. PER LA SOSPENSIONE, PRIMA DELL'UDIENZA DI COMPARIZIONE, DELL'EFFICACIA ESECUTIVA O DELL'ESECUZIONE DELLA SENTENZA IMPUGNATA [2]

Il Sig./la Sig.ra ..., nato/a a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., (nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società o della ditta ..., con sede in ..., via/ piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ), elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato ... [4], C.F. ... [5][6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti apposta in calce/a margine dell'atto di citazione in appello ... [7].

-appellante-

CONTRO

Il Sig./la Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ... [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società o della ditta ..., con sede in ..., via/piazza ... n. ... ], elettivamente domiciliato/a nel giudizio di primo grado in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ... [8].

-appellato/a-

ESPONE

Con sentenza n. ... pronunciata dal Tribunale di ... il ... e depositata in pari data, l'istante, convenuto nel relativo giudizio ( ... R.G.), è stato/a condannato/a al pagamento, in favore della controparte, della rilevante somma di Euro ..., oltre al dovuto per interessi e rivalutazione monetaria ed a suo carico è stato altresì posto l'onere delle spese di lite del grado.

Con atto di citazione in data ..., notificato il ..., l'istante ha proposto appello avverso la suddetta sentenza, chiedendone integrale riforma ( ... ) [9] per i motivi ivi specificati (in sintesi: erroneità della ricostruzione dei fatti ed erroneità della motivazione in diritto).

Con lo stesso atto è stata proposta istanza di sospensione dell'esecuzione/dell'efficacia esecutiva della sentenza impugnata, deducendo, da un lato, che debbono ritenersi sussistenti fondate ragioni per ritenere l'appello meritevole di accoglimento ( ... ) [10], e, dall'altro, che l'esecuzione del provvedimento, già iniziata mediante pignoramento presso terzi, comporterebbe, ove proseguita, conseguenze gravemente pregiudizievoli ed irreparabili a carico dell'istante, per molteplici aspetti ( ... ) [11].

Ed invero, per ciò che concerne la gravità, è da evidenziare che, tenuto conto delle condizioni soggettive delle parti ( ... ) [12], si prospetterebbe eccezionale sproporzione tra il vantaggio ricavabile dall'esecuzione da parte del creditore rispetto al pregiudizio patito dal debitore, mentre, per ciò che concerne l'irreparabilità, da valutare in termini oggettivi, dalla mancata sospensiva deriverebbe o potrebbe derivare un pregiudizio insuscettibile di reintegrazione per equivalente in caso di accoglimento dell'appello ( ... ) [13]. L'udienza di comparizione è stata fissata per il giorno ....

Tutto questo premesso, il Sig./la Sig.ra ... [nella qualità di ... ], come in epigrafe rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a,

PROPONE ISTANZA

affinché

1) Codesta Presidenza, in via principale, stante il ricorrere di eccezionale urgenza, voglia, nell'immediato, sospendere provvisoriamente l'esecuzione della sentenza in questione, fissando, a seguire – dando termine per la notifica del relativo decreto –, udienza di comparizione delle parti in camera di consiglio per la discussione e la definitiva delibera, che sin d'ora si auspica che sia di inibitoria dell'esecuzione della suddetta sentenza sino all'esito del giudizio di appello;

2) Codesta Presidenza, in via subordinata, voglia fissare a scadenza brevissima – dando termine per la notifica del relativo decreto – udienza di comparizione delle parti in camera di consiglio per la discussione sull'istanza di sospensione dell'esecuzione della sentenza in questione la definitiva delibera, che sin d'ora si auspica che sia di inibitoria dell'esecuzione della suddetta sentenza fino all'esito del giudizio di appello.

Si offrono in comunicazione, mediante deposito con modalità telematiche [14], i seguenti documenti:

1) copia conforme atto di citazione in appello con relata di notifica;

2) atto di pignoramento presso terzi;

3) ... [15].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. L'appello si deve proporre alla Corte nel cui distretto ha sede il Tribunale che ha pronunciato la sentenza impugnata. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

2. Ai fini dell'ammissibilità dell'istanza di anticipazione della decisione sull'inibitoria, l'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza appellata deve essere proposta con l'atto di impugnazione (principale o incidentale).

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014.

5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE.

L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 164/2024.

7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura.

La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia.

A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

8. I luoghi di notifica delle impugnazioni sono indicati nell'art. 330 c.p.c. (norma modificata dal d.lgs. n. 164/2024).

9. Appare opportuno precisare la domanda proposta in sede di gravame.

10. Appare opportuno esporre, in sintesi, gli argomenti di supporto all'assunto.

11. Specificare le ragioni del pregiudizio asserito.

12. Occorre specificare.

13. Dare supporto motivazionale all'assunto contenuto nel testo.

14. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

15. Eventuale altra documentazione utile al bisogno.

COMMENTO

i) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica.

ii) La materia è disciplinata dagli artt. 283 e 351. Entrambe tali disposizioni sono state modificate dal d.lgs. n. 149/2022; il comma 3 dell'art. 351 è stato ulteriormente modificato dal d.lgs. n. 164/2024.

iii) Ai sensi dell'art. 283, nel proporre appello (principale od incidentale), la parte impugnante può chiedere la sospensione dell'esecuzione o dell'esecutività della sentenza gravata.

L'istanza di inibitoria deve essere esposta nell'atto di appello.

L'istanza può avere ad oggetto la sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione, a seconda che il processo esecutivo sia o meno iniziato.

L'istanza può essere proposta o riproposta nel corso del giudizio di appello se si verificano mutamenti nelle circostanze, che devono essere specificamente indicati nel ricorso, a pena di inammissibilità.

iv) Ai sensi dell'art. 351, comma 1, la trattazione delle questioni deve avvenire, di norma, in sede di prima udienza. I provvedimenti sono adottati con ordinanza (non impugnabile) collegiale.

Ai sensi dell'art. 351, comma 2, la parte interessata può proporre al presidente del collegio istanza di anticipazione della decisione. Il presidente ordina, con decreto, la comparizione delle parti in camera di consiglio e, ove ricorrano motivi di urgenza, può disporre provvisoriamente l'immediata sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza gravata.

Il provvedimento «definitivo», di conferma o di modifica o di revoca di tale decreto verrà pronunciato, con ordinanza collegiale non impugnabile, all'esito della successiva udienza in camera di consiglio.

v) La sospensione deve essere concessa, con o senza cauzione, se l'impugnazione appare manifestamente fondata o se dall'esecuzione della sentenza possa derivare un pregiudizio grave e irreparabile, pur quando la condanna ha ad oggetto il pagamento di una somma di denaro, anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle parti.

Ai sensi dell'art. 283, comma 3, qualora l'istanza di sospensione sia ritenuta inammissibile (perché sprovvista di motivazione) o manifestamente infondata, il Giudice di appello, con ordinanza non impugnabile, può condannare la parte che l'ha proposta al pagamento in favore della cassa delle ammende di una pena pecuniaria non inferiore a Euro 250,00 e non superiore a Euro 10.000,00. L'ordinanza è, peraltro, revocabile con la sentenza che definisce il giudizio. È stato chiarito che, poiché la predetta sanzione ha natura di pena, così esulando dalla responsabilità processuale ex art. 96, il relativo ammontare, in caso di sua revoca all'esito del giudizio, non può essere restituito dalla controparte appellata (Cass. II, ord., n, 27234/2023).

vi) Ad avviso della giurisprudenza formatasi prima delle modifiche introdotte nel codice di rito dal d.lgs. n. 149/2022, l'ordinanza doveva ritenersi non ricorribile per cassazione, nemmeno ai sensi dell'art. 111 Cost., trattandosi di provvedimento che non riveste simultaneamente i caratteri della decisorietà e della definitività e, pertanto, non idoneo ad acquistare autorità di giudicato, essendo revocabile con la sentenza che definisce il giudizio d'impugnazione (Cass. VI, ord., n. 19247/2019).

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