Controricorso con ricorso incidentale (art. 371 c.p.c.)InquadramentoIl controricorso è l'atto con cui la parte resistente rispetto al ricorso per cassazione effettua le sue controdeduzioni e, di conseguenza, anche rispetto ad esso, nei limiti di compatibilità, trovano applicazione gli artt. 365 e 366 c.p.c. Con la notificazione del controricorso la parte resistente si costituisce in modo rituale e pertanto può validamente effettuare tutti i successivi atti processuali come il deposito di memorie scritte e di documenti. In esso la parte resistente deve esporre le proprie difese e indicare le motivazioni di diritto alla base della richiesta di rigetto dell'avverso ricorso. La giurisprudenza di legittimità ha affermato che alla parte che abbia depositato il controricorso privo di motivi di diritto – che sono il requisito essenziale, a pena di inammissibilità, di questo atto, ai sensi dell'art. 366, n. 4 c.p.c., richiamato dall'art. 370, comma 2 c.p.c., è preclusa la produzione di documenti e memorie ex artt. 372 e 378 c.p.c. fino alla data della discussione (Cass. III, n. 9983/2019). Il controricorso è diretto sempre alla Corte di Cassazione e deve essere sottoscritto da un procuratore iscritto nell'apposito albo dei patrocinanti innanzi alla Suprema Corte, sulla base di una procura speciale che sia conferita in calce o a margine del controricorso in data anteriore alla sua notificazione Cass. III, n. 2125/2006; Cass. III, n. 7926/2004). Le Sezioni Unite hanno specificato che nel giudizio di legittimità, la procura rilasciata dal controricorrente in calce o a margine della copia notificata del ricorso, anziché in calce al controricorso medesimo, non è idonea per la valida proposizione di quest'ultimo, né per la formulazione di memorie, in quanto non dimostra l'avvenuto conferimento del mandato anteriormente o contemporaneamente alla notificazione dell'atto di resistenza, ma è idonea ai soli fini della costituzione in giudizio del controricorrente e della partecipazione del difensore alla discussione orale, non potendo a tali fini configurarsi incertezza circa l'anteriorità del conferimento del mandato stesso (Cass. S.U., n. 13431/2014). Se il controricorrente è rimasto del tutto vittorioso nel processo che ha dato luogo alla sentenza impugnata, o presta acquiescenza a quella decisione, il suo controricorso si limiterà a contestare il ricorso, in rito o in merito, chiedendo la conferma della sentenza. Se, invece, il controricorrente è rimasto in parte soccombente e non ha fatto acquiescenza alla sentenza, potrà contestare la decisione chiedendone a sua volta la riforma e ciò farà presentando, insieme al controricorso, il ricorso incidentale (art. 371 c.p.c.). In particolare, ai sensi dell'art. 371 c.p.c., comma 1, il resistente, ossia colui al quale è stato notificato il ricorso principale a norma dell'art. 370 c.p.c., se intende a sua volta impugnare il provvedimento, lo deve fare con l'atto che contiene il controricorso, inserendo in esso il proprio ricorso incidentale contro la stessa sentenza. È stato precisato che un controricorso ben può valere come ricorso incidentale, ma, a tal fine, per il principio della strumentalità delle forme – secondo cui ciascun atto deve avere quel contenuto minimo sufficiente al raggiungimento dello scopo – occorre che esso contenga i requisiti prescritti dall'art. 371 c.p.c. in relazione ai precedenti artt. 365,366 e 369 c.p.c. e, in particolare, la richiesta, anche implicita, di cassazione della sentenza, specificamente prevista dal n. 4 dell'art. 366 c.p.c. (Cass. n. 8873/2020). Secondo la giurisprudenza è inammissibile, per consumazione del diritto di impugnazione, un secondo ricorso incidentale nei confronti della stessa sentenza contro la quale sia già stato proposto dallo stesso soggetto un primo ricorso incidentale (così Cass. S.U., n. 1052/2000). Si tenga presente che il nostro diritto processuale prevede non solo la forma del ricorso incidentale tempestivo ma anche di quello tardivo; infatti l'art. 334 c.p.c. stabilisce che le parti contro le quali è proposta un'impugnazione e quelle chiamate all'integrazione del contraddittorio ai sensi dell'art. 331 c.p.c. possono proporre impugnazione anche quando per esse sono decorsi i termini o hanno fatto acquiescenza al provvedimento. Tuttavia qualora venga dichiarata inammissibile l'impugnazione principale anche la tardiva perde efficacia. Le Sezioni Unite hanno però precisato che in tema di ricorso per cassazione, la norma dell'art. 334, comma 2 c.p.c. non trova applicazione nell'ipotesi di rinuncia all'impugnazione principale; poiché, infatti, la parte destinataria della rinuncia non ha alcun potere di opporsi all'iniziativa dell'avversario, l'ipotetica assimilazione di tale ipotesi a quelle dell'inammissibilità e dell'improcedibilità dell'impugnazione principale finirebbe per rimettere l'esito dell'impugnazione incidentale tardiva all'esclusiva volontà dell'impugnante principale (Cass. S.U., n. 8925/2011). Nell'attuazione del principio della legge delega n. 206/2021 (art. 1, comma 16, lett. a) che prevedeva, anche nei procedimenti innanzi alla Corte di Cassazione, che «il deposito dei documenti e di tutti gli atti di parte che sono in giudizio con il ministero di un difensore abbia luogo esclusivamente con modalità telematiche, o anche mediante altri mezzi tecnologici» il legislatore delegato (d.lgs. n. 149/2022) ha eliminato le previsioni di cui all'art. 366, comma 2 (elezione di domicilio fisico in Roma) e 4 (comunicazioni di cancelleria e notificazioni tra avvocati); di conseguenza il ricorso introduttivo – e così anche il controricorso – non deve più contenere l'elezione del domicilio presso un luogo fisico, essendo previsto soltanto quello digitale risultante dai pubblici elenchi di cui all'art. 16-sexies d.l. n. 179/2012. È stato peraltro eliminato l'obbligo della notifica del controricorso, della notifica del ricorso incidentale in caso di notifica del ricorso per integrazione del contraddittorio ex artt. 331 e 332 c.p.c. e della notifica del controricorso al ricorso incidentale; infatti questi incombenti non risultano più necessari dato che tali atti sono depositati telematicamente ed inseriti nel fascicolo informatico e, di conseguenza, da esso consultabili ad opera delle altre parti. Parallelamente, nell'ambito delle disposizioni di attuazione, la riforma 2022 ha abrogato gli artt. 134 (deposito del ricorso e del controricorso a mezzo posta), l'art. 134-bis (residenza o sede fisica delle parti), l'art. 135 (invio di copie in formato analogico alle parti) e 137 (deposito di copie in formato analogico del ricorso e del controricorso) perché contengono disposizioni incompatibili con la disciplina del processo civile telematico in cassazione. Il termine per il deposito del controricorso, del ricorso incidentale e del controricorso al ricorso incidentale è fissato in 40 giorni dalla notificazione del ricorso, termine che somma i due termini di 20 giorni prima previsti dall'art. 370 c.p.c. per la notifica e poi per il deposito del controricorso. Nella stessa logica è stato eliminato l'obbligo di notificare alla controparte l'elenco dei documenti depositati ai fini dell'ammissibilità del ricorso e del controricorso, ex art. 372 c.p.c. Tuttavia, a fini di garanzia del contraddittorio e per l'adeguata conoscenza da parte del collegio dei documenti è stato previsto che questo deposito vada effettuato 15 giorni prima dell'udienza o dell'adunanza in camera di consiglio. Poiché l'art. 370 c.p.c., come visto, rinvia espressamente alle norme degli artt. 365 e 366 c.p.c. è necessario rendere conto delle modifiche che a tali norme la riforma 2022 ha apportato. In particolare è stato modificato l'art. 366, comma 1, n. 3 che adesso prevede che il ricorso (e di conseguenza il controricorso) debba riportare la “chiara esposizione dei fatti della causa essenziali alla illustrazione dei motivi del ricorso”; l'art. 366, comma 1, n. 4 c.p.c. che ora prevede che il ricorso – e il controricorso – debbano contenere “la chiara e sintetica esposizione dei motivi per i quali si chiede la cassazione, con l'indicazione delle norme di diritto su cui si fondano” e, infine l'art. 366, comma 1, n. 6 c.p.c. che ora prevede che il ricorso e il controricorso debbano contenere “la specifica indicazione, per ciascuno dei motivi, degli atti processuali, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi sui quali il motivo si fonda, illustrando il contenuto rilevante degli stessi”. Ricordo altresì che la riforma 2022 ha codificato nel processo civile il principio di sinteticità degli atti in attuazione di uno specifico criterio di delega; l'art. 121 c.p.c. è stato modificato con la codificazione dei principi di chiarezza e sinteticità degli atti del giudice e delle parti. Principi che, come ricorda la Relazione Illustrativa della riforma 2022, sono immanenti nel processo civile alla luce della giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione che, a partire dal 2014, ha più volte ribadito che il principio in questione, introdotto nell'ordinamento processuale con l'art. 3, comma 2 c.p.a., esprime un principio generale del diritto processuale destinato ad operare anche nel processo civile, in quanto funzionale a garantire il principio della ragionevole durata del processo (costituzionalizzato con la modifica dell'art. 111 Cost.) e il principio della leale collaborazione tra le parti processuali e tra queste e il giudice (si veda, a partire dal 2014, Cass. sez. lav., n. 17698/2014; Cass. II, n. 21297/2016; Cass. S.U., n. 964/2017; Cass. V, n. 8009/2019; Cass. V, n. 8425/2020). Il d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. FormulaECC.MA CORTE DI CASSAZIONE CONTRORICORSO [1] CON RICORSO INCIDENTALE [2] Nell'interesse del Sig. ... nato a ... residente in ... via ..., C.F. ..., (se trattasi di società indicare anche la denominazione sociale, il legale rappresentante e la sede sociale) [3] rappresentato e difeso, in forza di procura speciale in calce/allegata al presente atto [4] dal l'Avv. ... (C.F. ... [5] ..., [fax ... ] [6], indirizzo PEC ... [7] ) del Foro di ..., ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ..., alla via ... [8] -resistente- CONTRO il Sig. ..., nato a ..., C.F. ..., (se trattasi di società indicare anche la denominazione sociale, il legale rappresentante e la sede sociale), rappresentato e difeso dall'Avv. ... ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in ... alla via ... [9]. -ricorrente- nel procedimento promosso con ricorso notificato al Sig. ... in data ..., rivolto ad ottenere la cassazione della sentenza pronunciata inter partes in data ... [indicare sia la data della decisione che della pubblicazione], n. ..., notificata in data ... [ovvero non notificata] Par. 1. SINTESI DEI MOTIVI DI INAMMISSIBILITÀ E INFONDATEZZA DEL RICORSO: (ai sensi del Protocollo 1° marzo 2023, è opportuna una sintesi degli argomenti difensivi correlati ai singoli motivi di ricorso, i c.d. contromotivi ed è opportuno indicare, in relazione a ciascun motivo del ricorso avversario, gli eventuali atti, documenti o contratti collettivi su cui si fonda la difesa; ove il controricorso contenga anche un ricorso incidentale ad esso si applicano integralmente le previsioni dettate per i ricorsi). Par. 2. SINTESI DEI MOTIVI DI RICORSO INCIDENTALE: (in questa sede è opportuno indicare i motivi di ricorso incidentale, in non più di alcune righe per ciascuno di essi e contrassegnandoli numericamente), mediante la specifica indicazione, per ciascun motivo, delle norme di legge che la parte ricorrente ritenga siano state violate dal provvedimento impugnato e delle questioni trattate. Nella sintesi deve essere indicato per ciascun motivo anche il numero della pagina dove inizia lo svolgimento delle relative argomentazioni a sostegno nel prosieguo del ricorso incidentale, eventualmente inserendo il link di invio diretto alla pagina di riferimento). FATTO E SVOLGIMENTO DEL PROCESSO [10] - Con atto di citazione del ... il Sig. ... conveniva in giudizio il Sig. ... innanzi al Tribunale di ... formulando le seguenti domande .... A fondamento di tali domande il Sig. ... deduceva di .... - Sulla base di tali circostanze il Sig. ... affermava la responsabilità del Sig. per inadempimento e ne chiedeva la condanna al pagamento di ... oltreché al risarcimento dei danni e agli accessori di legge .... - Con comparsa di risposta si costituiva il Sig. ... eccependo ... - Con sentenza n. ... del ... depositata il ... il Tribunale di ..., in accoglimento dell'atto di citazione proposto dal Sig. ... così statuiva .... - Avverso la sentenza in questione il Sig. ... interponeva appello, con atto di citazione del ... chiedendo alla Corte d'Appello di .... - I motivi di appello, di cui alle pagine ... dell'atto di citazione in appello si possono così riassumere .... - Con comparsa di risposta del ... il Sig. ... si costituiva nel giudizio di appello chiedendo la conferma della sentenza di primo grado e formulando le seguenti conclusioni .... - La Corte d'Appello, con sentenza n. ... del ... depositata il ... respingeva l'appello proposto dal Sig. ... confermando la sentenza di primo grado e condannando il Sig. ... alla rifusione, in favore del Sig. ... delle spese del giudizio di appello liquidate in Euro .... - A fondamento della decisione la Corte d'Appello riteneva infondati i motivi di appello perché .... - Con ricorso per cassazione notificato al Sig. ... il ..., il Sig. ... proponeva ricorso per cassazione contro tale sentenza n. ... del ... della Corte d'Appello di ... deducendo i seguenti motivi di impugnazione: (i) Violazione e falsa applicazione dell'art. ... in relazione al motivo di cui all'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c. ... (ii) Violazione e falsa applicazione dell'art. ... in relazione al motivo di cui all'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c. ... (iii) Nullità del procedimento in relazione al motivo di cui all'art. 360, comma 1, n. 4, c.p.c. .... *** DIRITTO E CONTRODEDUZIONI RISPETTO AL RICORSO DI PARTE AVVERSA [11] 1. Sul primo motivo di impugnazione: Con riguardo al primo motivo di impugnazione se ne afferma l'infondatezza per le seguenti ragioni ... (indicare gli atti, documenti o contratti collettivi su cui si fonda la difesa) [12]. Per tali ragioni la sentenza deve ritenersi esente da vizi e il motivo di ricorso infondato. 2. Sul secondo motivo di impugnazione: Con riguardo al secondo motivo di impugnazione se ne afferma in primo luogo l'inammissibilità ex art. 360-bis, n. 1, c.p.c., in quanto il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte e l'esame dei motivi non offre elementi che possano mutare questo consolidato orientamento ... (indicare gli atti, documenti o contratti collettivi su cui si fonda la difesa). 3. Sul terzo motivo di impugnazione: Con riguardo al terzo motivo di impugnazione se ne afferma l'infondatezza per le seguenti ragioni ... ... (indicare gli atti, documenti o contratti collettivi su cui si fonda la difesa). Correttamente infatti la Corte d'Appello ha così deciso ... affermando che .... *** DIRITTO: I MOTIVI DI RICORSO INCIDENTALE [13] 1. Violazione e falsa applicazione degli artt. ... in relazione al motivo di cui all'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c. ... (indicare gli atti, documenti o contratti collettivi su cui si fonda la difesa). La Corte d'Appello ha rigettato l'appello incidentale proposto dal Sig. ... con cui egli aveva censurato la sentenza di primo grado nella parte in cui essa aveva rigettato la domanda di .... Con la comparsa di risposta in appello del ... il Sig. ha riproposto la domanda in questione chiedendo alla Corte d'Appello di .... Su questa domanda la Corte d'Appello ha deciso nel senso di ... così motivando sul punto .... Il Sig. ... ritiene che la sentenza impugnata sia viziata per errore di diritto, perché la Corte d'Appello ha affermato che ... in violazione delle norme di cui agli artt. ... ed in contrasto con l'orientamento consolidato di questa Ecc.ma Corte di Cassazione che in più occasioni ha affermato che .... *** Per tutti i suesposti motivi, il Sig. ... come in epigrafe rappresentato, difeso e domiciliato, CHIEDE Che questa Ecc.ma Corte di Cassazione adita voglia: – rigettare il ricorso per cassazione proposto dal Sig. ... contro la sentenza n. ... pronunciata dalla Corte d'Appello di ... in data ... depositata in data ..., per tutte le ragioni di inammissibilità e infondatezza illustrate nel presente controricorso, con tutte le pronunce consequenziali, comprese quelle relative alle spese del giudizio; – in accoglimento del ricorso incidentale proposto dal Sig. ... annullare la sentenza nr ... della Corte di Appello di ... del ..., depositata il ... limitatamente al capo della pronuncia che ha rigettato la domanda di ...; – in subordine, rispetto al ricorso incidentale, laddove questa Ecc.ma Corte non ritenga necessari ulteriori accertamenti di fatto e provveda pertanto, a decidere la causa nel merito ex art. 384 c.p.c., accogliere la domanda proposta dal Sig. ... che si riformula così come riportata nella precisazione delle conclusioni di ... nel giudizio di secondo grado. – condannare il Sig. ... alla rifusione delle spese, diritti ed onorari del presente procedimento. Si producono mediante deposito nel fascicolo telematico i seguenti documenti [14]: 1) ... originale del presente controricorso ... 2) copia notificata del ricorso proposto dal Sig. ... 3 ... 4 .... [gli atti e i documenti eventualmente allegati devono essere elencati secondo un ordine numerico progressivo, ai sensi del Protocollo 1° marzo 2023] Il presente controricorso è stato redatto in conformità alle indicazioni tecniche contenute nel Protocollo sottoscritto in data 1° marzo 2023 dalla Corte Suprema di Cassazione, la Procura Generale della Corte di Cassazione, l'Avvocatura Generale dello Stato e il Consiglio Nazionale Forense [15]. Luogo e data ... Firma Avv. ... Procura speciale ad litem[16] 1. Il d.lgs. n. 149/2022 ha eliminato l'obbligo della notifica del controricorso, della notifica del ricorso incidentale in caso di notifica del ricorso per integrazione del contraddittorio ex artt. 331 e 332 c.p.c. e della notifica del controricorso al ricorso incidentale; infatti questi incombenti non risultano più necessari dato che tali atti sono depositati telematicamente ed inseriti nel fascicolo informatico e, di conseguenza, da esso consultabili ad opera delle altre parti. Parallelamente, nell'ambito delle disposizioni di attuazione, la riforma 2022 ha abrogato gli artt. 134 (deposito del ricorso e del controricorso a mezzo posta), l'art. 134-bis (residenza o sede fisica delle parti), l'art. 135 (invio di copie in formato analogico alle parti) e 137 (deposito di copie in formato analogico del ricorso e del controricorso) perché contengono disposizioni incompatibili con la disciplina del processo civile telematico in cassazione. In tal senso, si è espressa la recente giurisprudenza di legittimità, la quale ha confermato che il ricorso incidentale, che la parte, ai sensi dell'art. 371, deve proporre con l'atto contenente il controricorso, deve essere soltanto depositato e non anche notificato (Cass. I, n. 18683/2024). Peraltro si segnala che Cass. civ., S.U., n. 2023/33959 ha affermato che il mancato deposito del controricorso in forma telematica imposto dall'art. 196-quater, comma 1, disp. att. c.p.c., comporta l'inammissibilità del deposito cartaceo salvo che, nel rispetto del termine decadenziale previsto dall'art. 370 c.p.c., l'intimato non lo reiteri nella prevista forma telematica. 2. Il ricorso incidentale in cassazione può essere proposto anche separatamente dal controricorso, entro il termine breve di impugnazione decorrente dalla data di notificazione della sentenza impugnata, ma è inammissibile se notificato oltre i quaranta giorni che derivano dal combinato disposto degli artt. 370 e 371 c.p.c. (Cass. S.U., n. 11678/1990). 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). 4. A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010. 6. Il d.lgs. n. 164/2024, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta. 7. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014. 8. In ossequio al principio della legge delega n. 206/2021 (art. 1, comma 16, lett. a) in base al quale è necessario che nei procedimenti innanzi alla Corte di Cassazione “il deposito dei documenti e di tutti gli atti delle parti che sono in giudizio con il ministero di un difensore abbia luogo esclusivamente con modalità telematiche, o anche mediante altri mezzi tecnologici”, è stato abrogato l'art. 366, comma 2 c.p.c. il quale prevedeva che «se il ricorrente non ha eletto domicilio in Roma ovvero non ha indicato l'indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio ordine, le notificazioni gli sono fatte presso la cancelleria della Corte di Cassazione». Adesso pertanto il ricorso – e il controricorso – non devono più contenere l'elezione di domicilio presso un luogo fisico, essendo previsto soltanto quello digitale risultante dai pubblici elenchi ex art. 16-sexies d.l. n. 179/2012. È stato eliminato, sempre in ottemperanza allo stesso principio, anche l'art. 366, comma 4 c.p.c., perché non aveva più motivo di esistere il mantenimento, per il giudizio davanti alla Corte di Cassazione di una disciplina ad hoc delle comunicazioni a cura della cancelleria e delle notificazioni effettuate dagli avvocati exl. n. 53/1994. Ciò perché nella disciplina vigente e novellata dalla riforma 2022 le comunicazioni di cancelleria e le notificazioni degli avvocati vengono equiparate quanto a contenuto e modalità di trasmissione e devono essere effettuate esclusivamente tramite PEC nel rispetto della normativa vigente. 9. Si veda quanto esposto nella nota precedente sull'elezione di domicilio. 10. Nel controricorso è necessario esporre sommariamente i fatti di causa nonché lo svolgimento del procedimento fino al giudizio di cassazione; nella prassi, così come per il ricorso per cassazione, anche nel controricorso si descrivono i fatti e lo svolgimento del giudizio estrapolando parti della sentenza che si impugna. Il ricorso incidentale, al pari di quello principale, debba contenere a pena di inammissibilità l'esposizione sommaria dei fatti di causa, da indicarsi separatamente rispetto ai motivi di ricorso, in modo che non sia necessario attingere ad altre fonti per individuare gli elementi indispensabili per una immediata e precisa cognizione dei fatti stessi (Cass. III, n. 19756/2005). In ossequio, tuttavia al c.d. principio di autosufficienza, è necessario che i termini esatti della vicenda processuale e dei fatti verificatisi sia evincibile e comprensibile in base ai soli atti di parte. L'esposizione del fatto deve essere sommaria, in osservanza della regola stabilita dall'art. 366, comma 1, n. 3 c.p.c. e deve essere funzionale alla percepibilità delle ragioni poste a fondamento delle censure poi sviluppate nella parte motiva. L'esposizione deve essere contenuta nel limite massimo di 5 pagine, secondo le indicazioni del Protocollo 1° marzo 2023. Poiché al controricorso si applicano in quanto compatibili le previsioni degli artt. 365 e 366 c.p.c. in questa parte deve essere contenuta, a norma dell'art. 366., comma 1, n. 3 c.p.c. la chiara esposizione dei fatti della causa essenziali alla illustrazione dei motivi di ricorso. Ai sensi del Protocollo 1° marzo 2023 in questa parte va contenuta l'esposizione, di regola, in massimo 5 pagine del fatto processuale in modo funzionale alla chiara percepibilità delle ragioni poste a fondamento delle censure sviluppate nella parte motiva. 11. In questa sede il ricorrente dovrà confutare i motivi posti a base del ricorso incidentale proposto dalla parte intimata, oppure potrà prospettare questioni rilevabili d'ufficio, ma non potrà rappresentare questioni nuove o dedurre nuovi mezzi di impugnazione e, negli stessi limiti, potrà svolgere argomentazioni difensive in contrasto con quelle contenute nel controricorso al ricorso principale, ma non potrà ampliare o integrare il contenuto dei motivi di ricorso. Anche rispetto a tale parte del controricorso si applicano, nei limiti della compatibilità, le norme generali sul ricorso e pertanto anche questa parte deve contenere la chiara e sintetica esposizione dei motivi per cui si deduce l'inammissibilità o l'infondatezza del ricorso incidentale avversario, con indicazione delle norme di diritto su cui si fondano, ai sensi dell'art. 366, comma 1, n. 4 c.p.c. 12. Per quanto riguarda il principio di specificità e localizzazione il Protocollo 1° marzo 2023 specifica che tale principio si intende rispettato quando ciascun motivo articolato nel ricorso risponde ai criteri di chiarezza e sinteticità previsti dal codice di rito; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda sia indicato l'atto, il documento, il contratto o l'accordo collettivo su cui si fonda il motivo (art. 366, comma 1, n. 6 c.p.c.) con illustrazione del contenuto rilevante e la precisazione del punto dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo al quale si fa riferimento; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda vengano indicati la fase processuale e il momento in cui è avvenuto il deposito dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo; siano depositati mediante allegazione nella busta telematica, ex art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c., gli atti, i documenti, il contratto o l'accordo collettivo cui si sia fatto riferimento nel ricorso. 13. Il Protocollo 1° marzo 2023 in relazione ai motivi specifica che in questa sede vanno posti gli argomenti a sostegno delle censure già sinteticamente indicate nella parte denominata “sintesi dei motivi”. L'esposizione deve corrispondere al criterio di specificità e di concentrazione dei motivi e deve essere contenuta, di regola, nel limite massimo di trenta pagine. Per ciascuno dei motivi devono essere indicati gli atti processuali, i documenti, i contratti o gli accordi collettivi su cui il motivo si fonda, illustrandone il contenuto rilevante, eventualmente con l'inserimento di apposito link. Per quanto riguarda il principio di specificità e localizzazione il Protocollo 1° marzo 2023 specifica che tale principio si intende rispettato quando ciascun motivo articolato nel ricorso risponde ai criteri di chiarezza e sinteticità previsti dal codice di rito; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda sia indicato l'atto, il documento, il contratto o l'accordo collettivo su cui si fonda il motivo (art. 366, comma 1, n. 6 c.p.c.) con illustrazione del contenuto rilevante e la precisazione del punto dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo al quale si fa riferimento; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda vengano indicati la fase processuale e il momento in cui è avvenuto il deposito dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo; siano depositati mediante allegazione nella busta telematica, ex art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c., gli atti, i documenti, il contratto o l'accordo collettivo cui si sia fatto riferimento nel ricorso. 14. Si è introdotto l'art. 137-bis disp. att. c.p.c. che onera la cancelleria della Corte di Cassazione di acquisire, entro 60 giorni dal deposito del ricorso – id est 20 giorni dal deposito del controricorso – direttamente il fascicolo d'ufficio tenuto dalla cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato o che ha sollevato il regolamento di competenza d'ufficio. Stesso onere di acquisizione del fascicolo d'ufficio a cura della cancelleria si è previsto in riferimento al regolamento di giurisdizione, nei casi previsti dall'art. 362 c.p.c. e nel caso di rinvio pregiudiziale (art. 363-bis c.p.c.). La riforma ha modificato anche l'art. 369 c.p.c. dedicato al deposito del ricorso per adeguare le disposizioni sul giudizio di legittimità al deposito telematico obbligatorio degli atti e dei documenti. Al comma 1 della disposizione è stato quindi eliminato il riferimento al deposito in cancelleria, perché modalità di deposito collegata al deposito analogico degli atti e documenti di parte. Conseguentemente si è abrogato l'ultimo comma dell'art. 369 c.p.c. che imponeva al ricorrente di chiedere, con una apposita istanza, alla cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato o di cui si contesta la giurisdizione, la trasmissione del fascicolo d'ufficio alla cancelleria della Corte. Il Protocollo 1° marzo 2023 specifica che per il deposito telematico occorre utilizzare l'apposito atto codificato dal sistema informatico, di cui all'All. n. 2 al Protocollo stesso, per la corretta indicizzazione nel fascicolo informatico, ai fini della più immediata consultabilità. 15. Ai sensi del Protocollo d'Intesa sul processo civile in cassazione per facilitare la lettura si devono utilizzare caratteri di tipo corrente e di dimensioni di almeno 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno 2,5 cm. Al Protocollo del 1° marzo 2023 sono annessi due allegati e, in particolare, l'All. n. 1 che contiene l'elenco dei codici materia e l'All. n. 2 che contiene l'elenco degli atti di parte ed allegati codificati. Al Protocollo del 1° marzo 2023 sono annessi due allegati e, in particolare, l'All. n. 1 che contiene l'elenco dei codici materia e l'All. n. 2 che contiene l'elenco degli atti di parte ed allegati codificati. Come indicato espressamente nella Premessa del nuovo Protocollo d'intesa, questo “testo unico dei protocolli” è destinato a creare una prassi di organizzazione e una interpretazione comune dei profili problematici delle modifiche legislative, soprattutto a seguito dell'entrata in vigore della riforma del processo civile effettuata con il d.lgs. n. 149/2022. Regole di redazione degli atti processuali: In ossequio al principio di chiarezza e sinteticità degli atti e provvedimenti di cui al modificato art. 121 c.p.c., vengono innanzitutto ribadite le regole redazionali già contenute nel Protocollo del 2015, con le modifiche imposte dalla obbligatorietà del processo civile telematico e l'adozione di un modulo redazionale dei ricorsi. I ricorsi, il cui schema viene elencato in Formula, devono essere redatti con caratteri di tipo corrente e di dimensioni di almeno 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno 2,5 cm. Tutte le indicazioni relative ai ricorsi, comprese quelle sulle misure dimensionali e sui caratteri, si estendono, nei limiti della compatibilità, anche ai controricorsi, mentre le memorie illustrative non devono superare, di regola, le 15 pagine, con osservanza delle stesse raccomandazioni rispetto all'uso dei caratteri previsti per i ricorsi. In ogni caso si chiarisce che il mancato rispetto dei limiti dimensionali e delle ulteriori indicazioni previste nel Protocollo non comporta l'inammissibilità o l'improcedibilità del ricorso e degli altri atti difensivi, a meno che ciò non sia espressamente previsto per legge. Laddove, per la particolare complessità delle questioni trattate, esse non siano “ragionevolmente comprimibili” negli spazi dimensionali indicati nel Protocollo, devono essere esposte specificamente, nell'ambito del ricorso o dell'atto difensivo interessato, le ragioni per cui è necessario scrivere un numero maggiore di pagine; la presentazione di un ricorso incidentale, nel contesto di un controricorso, costituisce già di per sé una ragione giustificatrice di un superamento ragionevole dei limiti dimensionali fissati. Laddove si riscontri l'infondatezza delle motivazioni addotte per superare tali limiti dimensionali, pur non derivandone l'inammissibilità del ricorso o dell'atto difensivo, essa può essere valutata ai fini della liquidazione delle spese. Vengono altresì indicate alcune parti del ricorso che sono escluse dai limiti dimensionali sopra ricordati e che sono, in particolare, l'intestazione, l'indicazione delle parti processuali, del provvedimento impugnato, dell'oggetto del giudizio, del valore della controversia, della sintesi dei motivi e delle conclusioni, l'elenco degli atti, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi su cui si fonda il ricorso; la procura in calce e la relazione di notificazione. Si prevede, inoltre, che l'uso di particolari tecniche di redazione degli atti – ad es. allorché consentano la ricerca testuale all'interno dell'atto e dei documenti allegati, nonché la navigazione all'interno dell'atto, tali da agevolare la consultazione e la fruizione da parte del giudice e delle altre parti del processo, comporta l'aumento del compenso professionale dell'avvocato (ex art. 4, comma 1-bis, d.m. n. 55/2014). Si rinvia al testo del Protocollo, consultabile sul sito della Corte di Cassazione, per quanto non contenuto nel presente Schema e per le disposizioni ulteriori ivi contenute, ad es. quelle relative al rito camerale unificato, al procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi ex art. 280-bis c.p.c., alla digitalizzazione degli atti nei processi civili davanti alla Corte di Cassazione. 16. Nel giudizio di legittimità, la procura rilasciata dal controricorrente in calce o a margine della copia notificata del ricorso, anziché in calce al controricorso medesimo, non è idonea per la valida proposizione di quest'ultimo, né per la formulazione di memorie, in quanto non dimostra l'avvenuto conferimento del mandato anteriormente o contemporaneamente alla notificazione dell'atto di resistenza, ma è idonea ai soli fini della costituzione in giudizio del controricorrente e della partecipazione del difensore alla discussione orale, non potendo a tali fini configurarsi incertezza circa l'anteriorità del conferimento del mandato stesso (Cass. III, n. 6793/2016; la pronuncia reitera il principio dettato da Cass. S.U., n. 13431/2014). La procura apposta nell'unico atto contenente il controricorso ed il ricorso incidentale deve intendersi estesa anche a quest'ultimo, per il quale non ne è richiesta formalmente una autonoma e distinta, ed il suo rilascio, anche non datato, mediante timbro apposto a margine o in calce a quell'atto le conferisce sia il carattere dell'anteriorità che il requisito della specialità, giacché tale collocazione rivela uno specifico collegamento tra la procura stessa ed il giudizio di legittimità (Cass. I, n. 8798/2016; Cass. sez. lav., n. 25137/2010). COMMENTOVa segnalato, con riferimento al deposito telematico, che la riforma 2022 ha optato per una disciplina organica del deposito telematico degli atti contenuta all'interno del codice di procedura civile e, precisamente delle disposizioni di attuazione. In queste ultime è stato infatti inserito il Titolo V-ter, dedicato alle Disposizioni relative alla giustizia digitale e del deposito telematico si occupa il Capo I al cui interno si trovano gli artt. 196-quater, quinquies, sexies e septies adesso modificati dal d.lgs. n. 164/2024 recante disposizioni integrative e correttive al d.lgs. n. 149/2022. A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. In ogni caso, a norma del 6° co. della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali. L'art. 196-quinquies, rubricato “Dell'atto del processo redatto in formato elettronico” stabilisce che l'atto del processo è redatto in formato elettronico dal magistrato o dal personale degli uffici giudiziari e degli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti ed è depositato telematicamente nel fascicolo informatico. In caso di atto formato da organo collegiale l'originale del provvedimento è sottoscritto con firma digitale secondo quanto previsto dagli artt. 132, comma 3, 134, comma 1 e 135, comma 4 c.p.c. Quando l'atto è redatto dal cancelliere o dal segretario dell'ufficio giudiziario questi vi appone la propria firma digitale e ne effettua il deposito nel fascicolo informatico. Se l'atto del processo è in formato cartaceo il cancelliere ne estrae copia informatica, nel rispetto della normativa anche regolamentare, che deposita nel fascicolo informatico. Il provvedimento del giudice si intende depositato, anche agli effetti di cui all'art. 133 c.p.c. quando è effettuato il deposito nel fascicolo informatico. Se il provvedimento di correzione di cui all'art. 288 c.p.c. è redatto in formato elettronico, il cancelliere forma un documento informatico contenente la copia del provvedimento corretto e del provvedimento di correzione, lo sottoscrive digitalmente e lo inserisce nel fascicolo informatico. A norma dell'art. 196-sexies, rubricato “Perfezionamento del deposito con modalità telematiche”, il deposito con modalità telematiche si ha per avvenuto nel momento in cui è generata la conferma del completamento della trasmissione secondo quanto previsto dalla normativa anche regolamentare concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici ed è tempestivamente eseguito quando la conferma è generata entro la fine del giorno di scadenza. Si applicano le disposizioni di cui all'art. 155, commi 4 e 5 c.p.c. Se gli atti o i documenti da depositarsi eccedono la dimensione massima stabilita nelle specifiche tecniche del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia, il deposito può essere eseguito mediante più trasmissioni. Infine l'art. 196-septies c.p.c. è dedicato alla disciplina della copia cartacea degli atti depositati telematicamente. Con riferimento al d.m. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema: a. Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto; b. Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c. Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio; d. Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione; e. L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi; f. Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale; g. Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti; h. Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i. L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale; j. Il valore della controversia; k. La richiesta di distrazione delle spese; l. L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono. Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di: a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza. Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi. Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note. Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3. Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali. L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. |