Istanza di estromissione dell'obbligato (art. 109 c.p.c.)

Cristina Asprella

Inquadramento

L'estromissione si configura come quel fenomeno che determina l'uscita dal processo di una parte, originaria o chiamata in causa, in conseguenza della sua estraneità, originaria o sopravvenuta, rispetto al rapporto giuridico dedotto in giudizio. L'istituto presuppone il difetto di legittimazione dell'estromesso, che non ha più ragione di essere presente nel giudizio e, quindi, perde la qualità di parte a seguito di una pronuncia del giudice (Trib. Napoli 29 febbraio 2024).

L'art. 109 c.p.c. prevede che se si contende a quale di più parti spetti una prestazione e l'obbligato si dichiari pronto ad eseguirla in favore di chi ne ha diritto, il Giudice possa ordinare il deposito della somma o cosa dovuta e, dopo il deposito, possa estromettere l'obbligato dal processo. L'estromissione dell'obbligato dal processo presuppone, pertanto, un processo in cui vi siano una pluralità di parti che chiedono il riconoscimento di un'autonoma posizione giuridica con riguardo ad un medesimo bene e nei confronti di un medesimo soggetto.

La Cassazione ha infatti chiarito che qualora l'originario attore riconosca il fondamento dell'eccezione di difetto di legittimazione attiva, dedotta parte dalla convenuta, e chieda di essere estromesso dal giudizio, si ha una rinunzia all'azione, disciplinata dall'art. 306 c.p.c., che può dar luogo non ad estromissione dal giudizio, ma all'estinzione del giudizio stesso in caso di accettazione da parte del convenuto e previa offerta di rimborso delle spese di giudizio. L'estromissione, ex art. 109 c.p.c., ricorre invece nella diversa ipotesi in cui due o più soggetti richiedano l'adempimento di una stessa obbligazione nei confronti di una medesima persona, che non contesti di dovere la prestazione, ma si dichiari disponibile ad eseguirla in favore di chi risulterà averne diritto all'esito del giudizio (Cass. III, n. 18740/2003).

Il provvedimento di estromissione è subordinato all'effettivo deposito della prestazione dovuta dall'obbligato.

Si discute, altresì, se il provvedimento di estromissione debba avere la forma dell'ordinanza ovvero della sentenza poiché la norma nulla prevede al riguardo. Secondo l'opinione prevalente dei giudici di legittimità (Cass. I, n. 338/1974) la forma deve essere quella dell'ordinanza in analogia con quanto previsto dall'art. 108 c.p.c. per l'estromissione del garantito, ma non è sempre stata concorde la giurisprudenza di merito che, sia pur in un risalente precedente, ha affermato che sarebbe necessaria la forma della sentenza (Trib. Roma 21 marzo 1962).

Formula

TRIBUNALE DI ...

Nel procedimento n. ... R.G. ... promosso dal Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...

CONTRO

il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... e relativo a ...

ISTANZA DI ESTROMISSIONE EX ART. 109 C.P.C.[1]

Il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in virtù di procura in calce/a margine della comparsa di costituzione e risposta depositata il ...

PREMESSO CHE

nel presente procedimento è intervenuto il Sig. ..., che dichiara di essere il vero titolare del diritto alla prestazione richiesta dal Sig. ... con atto di citazione notificato il ...;

che il convenuto Sig. ... non ha contestato la propria obbligazione e si è dichiarato disponibile ad effettuare la relativa prestazione nei confronti di chi risulterà il legittimo avente diritto;

che Il Giudice adito, considerata la disponibilità manifestata dal Sig. ... ha ordinato allo stesso di depositare la somma oggetto della prestazione [2] presso la Cassa Depositi e Prestiti e che tale deposito è tempestivamente avvenuto, come risulta dalla ricevuta relativa allegata in giudizio.

TUTTO QUANTO PREMESSO

Il Sig. ..., convenuto, chiede di essere estromesso dal presente procedimento ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 109 c.p.c.[3]

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. L'abbandono del processo è ammissibile a patto che la posizione di obbligato non sia contestata dalle altre parti del giudizio e a condizione che non ci siano altre questioni da risolvere tra obbligato e pretendenti. Si avrà estromissione ai sensi dell'art 109 c.p.c. se due soggetti richiedono l'adempimento della medesima obbligazione nei confronti dello stesso individuo che si dichiari pronto e disponibile a eseguirla nei confronti dell'avente diritto (Cass. III, n. 18740/2003).

2. Il convenuto potrà chiedere che il Giudice ordini il deposito della somma ricevuta o della cosa rivendicata e che quindi consenta la propria estromissione dal processo.

3. L'art. 109 c.p.c. consente l'estromissione dell'obbligato che sia disposto a rendere la prestazione oggetto di domanda in favore di chi spetti, quando più soggetti se ne vantino creditori (App. Roma 31 maggio 2023).

COMMENTO

Pur diventando terzo rispetto al processo una volta che sia stato estromesso, l'obbligato continua a subire gli effetti della sentenza, tanto che essa può essere impugnata anche da lui. L'obbligato estromesso diviene terzo rispetto alla lite, proprio per questo motivo alcuni autori sostengono che questi possa essere sentito nel medesimo processo in qualità di testimone. Di contrario avviso la risalente pronuncia della giurisprudenza di legittimità, che esclude la testimonianza dell'obbligato (Cass. III, n. 1511/1962). La dottrina afferma che, visto l'effetto liberatorio del deposito, la sentenza pronunciata nel processo non esplica alcun tipo di effetto nei confronti dell'obbligato ormai estromesso.

Una volta depositata la somma non si ritiene che l'obbligato abbia rinunciato definitivamente ad essa sicché se non viene fornita la prova del diritto vantato in giudizio la somma depositata deve essere restituita al titolare.

Secondo la giurisprudenza l'estromissione, quale figura processuale, oltre che essere limitata ad ipotesi in via normativa tassativamente prefigurata (artt. 108,109 e 111 c.p.c.) presuppone, comunque, il venir meno di ogni ragione di stare in giudizio del soggetto a cui favore l'istituto è destinato ad operate con perdita delle qualità di parte; pertanto, essa non è applicabile nel caso di più gruppi di convenuti ove, come nella specie, nell'ambito di ciascuno di essi non risulti interamente soddisfatto il corrispondente addebito (Corte Conti I, n. 156/1994).

L'art. 109 c.p.c. non specifica quale forma abbia il provvedimento del Giudice che estromette dal giudizio l'obbligato. Un primo orientamento dottrinale ritiene che il provvedimento in questione debba essere una ordinanza, in quanto si applica analogicamente l'art. 108 del codice di rito. Altra parte della dottrina ha invece individuato nella sentenza il provvedimento con cui il Giudice estromette dal giudizio l'obbligato.

Va ricordato che a norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici del Ministero della giustizia e il ripristino del corretto funzionamento è comunicato con le stesse modalità.

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