Ricorso per regolamento di competenza necessario (art. 42 c.p.c.)InquadramentoIl regolamento di competenza è uno specifico mezzo di impugnazione (tranne nell'ipotesi del regolamento d'ufficio ex art. 45 c.p.c.); in particolare quello necessario è l'unico mezzo di impugnazione della sentenza/ordinanza che abbia deciso sulla sola competenza. Necessario non vuol dire “obbligatorio” ma significa che è l'unico mezzo offerto alla parte per ridiscutere la questione di competenza. La giurisprudenza di legittimità ha ritenuto che sia impugnabile, ai sensi dell'art. 42, il provvedimento di sospensione del processo per la pendenza di un giudizio di legittimità costituzionale sulla disciplina applicabile in una causa a seguito della questione sollevata da un altro giudice, in quanto trattasi di ipotesi di sospensione facoltativa ope iudicis del giudizio al di fuori dei casi tassativi di sospensione legale (Cass. V, n. 6121/2024). Per quanto riguarda il procedimento ad esso relativo, in stretta correlazione con le modifiche apportate agli artt. 47,48 e 369 c.p.c., di semplificazione della trasmissione dei fascicoli alla Corte di Cassazione quando è proposto regolamento di competenza, si è introdotto con la riforma 2022, l'art. 137-bis disp. att. c.p.c., onerando la cancelleria della Corte di Cassazione di acquisire, entro 60 giorni dal deposito del ricorso, cioè entro 20 giorni dal deposito del controricorso, direttamente il fascicolo d'ufficio tenuto dalla cancelleria del Giudice che ha emesso il provvedimento impugnato o che ha sollevato il regolamento di competenza d'ufficio. Analogo onere di acquisizione del fascicolo d'ufficio a cura della cancelleria della Corte di Cassazione si è previsto in riferimento al regolamento di giurisdizione (art. 41 c.p.c.), nei casi di impugnativa delle decisioni dei giudici speciali o di conflitti di giurisdizione (art. 362 c.p.c.) e nel caso di rinvio pregiudiziale (art. 363-bis c.p.c.). L'art. 47, comma 3 c.p.c. è stato conseguentemente modificato: non è più previsto l'onere della parte, nei 5 giorni successivi all'ultima notificazione del ricorso, di chiedere ai cancellieri degli uffici davanti a cui pendono i processi interessati dal procedimento di regolamento di competenza, la rimessione dei fascicoli alla cancelleria della Corte. Correlativamente è stato eliminato l'onere del Giudice di disporre questa trasmissione. La parte, nella nuova formulazione della riforma 2022, è tenuta a depositare il ricorso e i relativi documenti, nel termine perentorio di 20 giorni dalla notificazione. Il decreto correttivo del 2024 è intervenuto sul comma 4 dell'art. 47 prevedendo che le parti, alle quali è notificato il ricorso o comunicata l'ordinanza del giudice, possono, nei quaranta giorni successivi (in luogo dei venti giorni previsti originariamente), depositare alla Corte di cassazione scritture difensive e documenti. Va segnalato, sempre con riferimento al procedimento per regolamento di competenza, che la riforma 2022 ha modificato anche l'art. 48 c.p.c., nel senso che il giudizio di merito è sospeso dal giorno in cui viene depositata presso il Giudice a quo copia del ricorso notificato o dell'ordinanza con cui è sollevato il regolamento di competenza. Si è infine novellato l'art. 49, comma 1 c.p.c. che continuava a prevedere che la Corte di cassazione dovesse pronunciare sulle istanze di regolamento di competenza entro 20 giorni dalla scadenza del termine per il deposito di memorie e scritti difensivi assegnato alle parti, disposizione che, ricorda la Relazione Illustrativa, era da sempre disattesa. Nel procedimento per regolamento di competenza non è previsto un onere di notifica del controricorso, mentre la parte cui è stata notificata l'istanza di regolamento può nei successivi 20 giorni depositare alla Corte di Cassazione scritture difensive e documenti (art. 47, ult. comma c.p.c.). Non è previsto il ricorso incidentale per cui, ove proposto, può essere considerato come memorie, né il deposito di altre memorie. Tuttavia, la giurisprudenza di legittimità ritiene ammissibile il deposito di memorie ex art. 375, ult. comma c.p.c. in virtù del principio di difesa (ad es. Cass. S.U., n. 14569/2002); principio che deve ritenersi applicabile anche a seguito delle diverse modifiche che hanno interessato le disposizioni normative relative al procedimento per cassazione, atteso che anche ora l'art. 380-bis.1 c.p.c., divenuto il modello uniforme di procedimento per la decisione in camera di consiglio, prevede che le parti possano depositare le loro sintetiche memorie illustrative non oltre 10 giorni prima dell'adunanza. Infine va ricordato che l'intimato per la costituzione deve depositare la sua scrittura difensiva perché la giurisprudenza di legittimità ha precisato che è inammissibile la costituzione della parte cui è stato notificato il regolamento mediante deposito della sola procura (Cass. civ. sez. lav., n. 2946/1997). FormulaECC.MA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE RICORSO PER REGOLAMENTO NECESSARIO DI COMPETENZA EX ART. 42 C.P.C.[1] Nell'interesse del Sig. ... [2], nato a ..., C.F. ..., rappresentato e difeso in forza di procura speciale posta in calce al presente atto [3], dall'Avv. ..., C.F. ..., [fax ... ] [4] indirizzo PEC, del Foro di ..., ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in ..., alla via ... n. ... [5]. -ricorrente- CONTRO Il Sig. ..., nato a ..., C.F. ..., rappresentato e difeso, in forza di procura speciale in calce alla comparsa di risposta del ..., dall'Avv. ... ed elettivamente domiciliato presso il suo studio, sito in ... alla via ..., n. ... [6] -resistente- AVVERSO L'ordinanza n .... del Tribunale di ... emessa il .... nel giudizio avente ad oggetto .... e pubblicata in data ... Codice materia: (indicare il codice materia correlato al codice-oggetto del giudizio di merito secondo le disposizioni riportate sul sito della Corte di Cassazione e allegate al Protocollo 1° marzo 2023 – All. n. 1, al fine della corretta assegnazione del ricorso alla Sezione tabellarmente competente). Valore della controversia: specificazione del valore della controversia ai fini della determinazione del contributo unificato. Parole chiave: Indicare un massimo di 10 (dieci) parole chiave che descrivano sinteticamente la materia oggetto del giudizio. Sintesi dei motivi: In questa sede va riportata una sintesi dei motivi di ricorso, in non più di alcune righe per ognuno di essi e contrassegnandoli numericamente, tramite la specifica indicazione, per ciascun motivo, delle norme di legge che la parte ricorrente ritiene siano state violate dal provvedimento impugnato e delle questioni trattate; nella sintesi deve essere indicato per ciascun motivo anche il numero della pagina ove inizia lo svolgimento delle relative argomentazioni a sostegno nel prosieguo del ricorso, eventualmente inserendo il link di invio diretto alla pagina di riferimento *** FATTO E SVOLGIMENTO DEL PROCESSO [7] - Con atto di citazione notificato il ... il Sig. .... ha convenuto il Sig. .... dinanzi al Tribunale di ... per l'adempimento del contratto inter partes del ... rassegnando le seguenti conclusioni ... - Con comparsa di risposta depositata il ... il Sig. .... si è costituito in giudizio eccependo la continenza in virtù dell'esistenza di altro procedimento pendente dinanzi al Tribunale di ... e relativo alla validità del contratto; - Il Tribunale di ... nella persona del Giudice Dott. .... con ordinanza del ... n .... depositata in data .... e comunicata al Sig. ... in data ... (doc. n ....) ha accolto l'eccezione preliminare di continenza, dichiarato l'esistenza di un rapporto di continenza ex art. 39, comma 2, c.p.c. e ha disposto la cancellazione della causa dal proprio ruolo [8]; DIRITTO [9] L'ordinanza impugnata e i motivi di impugnazione. Il Giudice del Tribunale di ... ha accolto l'eccezione di continenza sollevata dal Sig. ..., rilevando che ... In particolare il Giudice ha ritenuto fondata la tesi del Sig. ... secondo cui ... affermando sul punto che ... Il Sig. ..., odierno ricorrente, ritiene tale decisione errata sotto il profilo di diritto e intende impugnare l'ordinanza in questione per le seguenti ragioni: 1) insussistenza del rapporto di continenza tra il procedimento ... n .... R.G .... e il procedimento n. R.G .... (specificare le ragioni per le quali si ritiene che non esista il difetto di competenza ovvero, come nell'esempio proposto, il rapporto di continenza); 2) ... *** Per tutti i suesposti motivi, il Sig. ..., come in epigrafe rappresentato e difeso, ogni contraria istanza, eccezione e deduzione disattese chiede che siano accolte le seguenti CONCLUSIONI [10] 1) Voglia codesta Ecc.ma Suprema Corte, dichiarata l'insussistenza della continenza tra la causa n .... R.G .... pendente dinanzi al Tribunale di ... Giudice Dott. .... e la causa n .... R.G .... pendente dinanzi al Tribunale di Giudice Dott. .... disponga la prosecuzione del giudizio instaurato dinanzi al Tribunale di ... Giudice Dott. .... assegnando alle parti termine per la riassunzione dello stesso. Con vittoria di spese, diritti ed onorari. Si producono e saranno depositati, insieme all'originale notificato del presente ricorso, alla copia autentica dell'ordinanza impugnata, alla comunicazione di cancelleria dell'ordinanza [11], i seguenti documenti [12]: 1) ... 2 ... (Elencare secondo un ordine numerico progressivo gli atti e i documenti prodotti ai sensi dell'art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c.; i relativi files vanno denominati usando la stessa nomenclatura e numerazione utilizzate nell'elenco) Il ricorso è stato redatto in conformità alle indicazioni tecniche contenute nel Protocollo sottoscritto in data 1° marzo 2023 dalla Corte Suprema di Cassazione, la Procura Generale della Corte di Cassazione, l'Avvocatura Generale dello Stato e il Consiglio Nazionale Forense. Ai sensi dell'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002, si dichiara che il valore del presente processo è pari ad Euro ... e il contributo unificato da pagare è di Euro ... Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA [13] 1. Ai sensi del Protocollo d'Intesa sul processo civile in cassazione (su cui si veda l'introduzione) per facilitare la lettura si devono utilizzare caratteri di tipo corrente e di dimensioni di almeno 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno 2,5 cm. Al Protocollo del 1° marzo 2023 sono annessi due allegati e, in particolare, l'All. n. 1 che contiene l'elenco dei codici materia e l'All. n. 2 che contiene l'elenco degli atti di parte ed allegati codificati. Come indicato espressamente nella Premessa del nuovo Protocollo d'intesa, questo “testo unico dei protocolli” è destinato a creare una prassi di organizzazione e una interpretazione comune dei profili problematici delle modifiche legislative, soprattutto a seguito dell'entrata in vigore della riforma del processo civile effettuata con il d.lgs. n. 149/2022. Regole di redazione degli atti processuali: In ossequio al principio di chiarezza e sinteticità degli atti e provvedimenti di cui al modificato art. 121 c.p.c., vengono innanzitutto ribadite le regole redazionali già contenute nel Protocollo del 2015, con le modifiche imposte dalla obbligatorietà del processo civile telematico e l'adozione di un modulo redazionale dei ricorsi. I ricorsi, il cui schema viene elencato in Formula, devono essere redatti con caratteri di tipo corrente e di dimensioni di almeno 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno 2,5 cm. Tutte le indicazioni relative ai ricorsi, comprese quelle sulle misure dimensionali e sui caratteri, si estendono, nei limiti della compatibilità, anche ai controricorsi, mentre le memorie illustrative non devono superare, di regola, le 15 pagine, con osservanza delle stesse raccomandazioni rispetto all'uso dei caratteri previsti per i ricorsi. In ogni caso si chiarisce che il mancato rispetto dei limiti dimensionali e delle ulteriori indicazioni previste nel Protocollo non comporta l'inammissibilità o l'improcedibilità del ricorso e degli altri atti difensivi, a meno che ciò non sia espressamente previsto per legge. Laddove, per la particolare complessità delle questioni trattate, esse non siano “ragionevolmente comprimibili” negli spazi dimensionali indicati nel Protocollo, devono essere esposte specificamente, nell'ambito del ricorso o dell'atto difensivo interessato, le ragioni per cui è necessario scrivere un numero maggiore di pagine; la presentazione di un ricorso incidentale, nel contesto di un controricorso, costituisce già di per sé una ragione giustificatrice di un superamento ragionevole dei limiti dimensionali fissati. Laddove si riscontri l'infondatezza delle motivazioni addotte per superare tali limiti dimensionali, pur non derivandone l'inammissibilità del ricorso o dell'atto difensivo, essa può essere valutata ai fini della liquidazione delle spese. Vengono altresì indicate alcune parti del ricorso che sono escluse dai limiti dimensionali sopra ricordati e che sono, in particolare, l'intestazione, l'indicazione delle parti processuali, del provvedimento impugnato, dell'oggetto del giudizio, del valore della controversia, della sintesi dei motivi e delle conclusioni, l'elenco degli atti, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi su cui si fonda il ricorso; la procura in calce e la relazione di notificazione. Si prevede, inoltre, che l'uso di particolari tecniche di redazione degli atti – ad es. allorché consentano la ricerca testuale all'interno dell'atto e dei documenti allegati, nonché la navigazione all'interno dell'atto, tali da agevolare la consultazione e la fruizione da parte del giudice e delle altre parti del processo, comporta l'aumento del compenso professionale dell'avvocato (ex art. 4, comma 1-bis, d.m. n. 55/2014). 2. Sono legittimati a proporre il regolamento di competenza coloro che hanno assunto la posizione di parte nel procedimento principale, indipendentemente dall'essere parti originarie o litisconsorti successivi (Cass. I, n. 2783/1994). 3. Mentre per il regolamento di giurisdizione è richiesta la procura speciale, per il regolamento di competenza non è necessaria una nuova procura essendo sufficiente che il ricorso sia sottoscritto dall'avvocato che assiste la parte nel giudizio di merito e, pertanto, esso non deve essere necessariamente iscritto nell'albo dei patrocinanti in cassazione (si veda ad es. Cass. III, n. 4157/1999). 4. Il d.lgs. n. 164/2024, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta. 5. Il ricorso – e il controricorso – non devono più contenere l'elezione di domicilio presso un luogo fisico, essendo previsto soltanto quello digitale risultante dai pubblici elenchi ex art. 16-sexies d.l. n. 179/2012. 6. Si tenga conto che l'art. 330 c.p.c. è stato integralmente sostituito dal d.lgs. n. 164/2024 e, pertanto, adesso la norma prevede che, se nell'atto di notificazione della sentenza la parte ha dichiarato la sua residenza o eletto domicilio nella circoscrizione del giudice che l'ha pronunciata o ha indicato un indirizzo di PEC risultante dai pubblici elenchi o eletto un domicilio digitale speciale, l'impugnazione deve essere notificata nel luogo o all'indirizzo indicato; altrimenti si notifica, ai sensi dell'art. 170 c.p.c., presso il procuratore costituito o all'indirizzo di PEC risultante dai pubblici elenchi o al domicilio digitale speciale indicato per il giudizio oppure, in mancanza, nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto per il giudizio. L'impugnazione può essere notificata collettivamente e impersonalmente agli eredi della parte defunta dopo la notificazione della sentenza, nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto dal defunto nell'atto di notificazione della sentenza ai sensi del primo comma, o, in mancanza della dichiarazione di residenza o elezione di domicilio, l'impugnazione può essere notificata, ai sensi dell'art. 170 c.p.c., agli eredi collettivamente e impersonalmente presso il procuratore costituito o nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto dal defunto per il giudizio. 7. Esposizione, di regola in massimo 5 pagine del fatto processuale in modo funzionale alla chiara percepibilità delle ragioni poste a fondamento delle censure sviluppate nella parte motiva. Ai sensi dell'art. 366, comma 1, n. 3, nel ricorso va contenuta la “chiara esposizione dei fatti della causa essenziali alla illustrazione dei motivi di ricorso”. 8. La sentenza o l'ordinanza che dichiarano l'incompetenza del Giudice adito (comprese quelle sulla litispendenza e continenza) devono essere impugnate con regolamento necessario perché, se questo non viene proposto, acquistano efficacia di giudicato sia la statuizione sulla competenza, sia quella relativa all'eventuale Giudice dinanzi al quale la causa venga riassunta (Cass. II, n. 2973/2012). Infatti l'ordinanza che ha pronunciato soltanto sulla competenza e sulle spese processuali deve essere impugnata con il mezzo ordinario di impugnazione previsto avverso le sentenze del giudice dichiaratosi incompetente; e ciò tanto nel caso in cui la parte soccombente sulla questione di competenza intenda censurare esclusivamente il capo concernente le spese processuali, quanto nel caso in cui la parte vittoriosa su detta questione lamenti l'erroneità della statuizione sulle spese (Cass. Sez. lav., n. 5313/2024). 9. Ai sensi dell'art. 366, comma 1, n. 4 c.p.c. nel ricorso deve essere contenuta la «chiara e sintetica esposizione dei motivi per i quali si chiede la cassazione, con l'indicazione delle norme di diritto su cui si fondano». In questa sede vanno indicati gli argomenti a sostegno delle censure già sinteticamente indicate nella parre denominata “sintesi dei motivi”; l'esposizione deve rispondere al criterio di specificità e di concentrazione dei motivi e deve essere contenuta, di regola, nel limite massimo di trenta pagine. Per ciascuno dei motivi devono essere indicati gli atti processuali, i documenti, i contratti o gli accordi collettivi su cui il motivo si fonda, illustrandone il contenuto rilevante, eventualmente inserendo apposito link. Per quanto riguarda il principio di specificità e localizzazione il Protocollo 1° marzo 2023 specifica che tale principio si intende rispettato quando ciascun motivo articolato nel ricorso risponde ai criteri di chiarezza e sinteticità previsti dal codice di rito; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda sia indicato l'atto, il documento, il contratto o l'accordo collettivo su cui si fonda il motivo (art. 366, 1° comma, n. 6 c.p.c.) con illustrazione del contenuto rilevante e la precisazione del punto dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo al quale si fa riferimento; quando nel testo di ciascun motivo che lo richieda vengano indicati la fase processuale e il momento in cui è avvenuto il deposito dell'atto, del documento, del contratto o dell'accordo collettivo; siano depositati mediante allegazione nella busta telematica, ex art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c., gli atti, i documenti, il contratto o l'accordo collettivo cui si sia fatto riferimento nel ricorso. 10. In questa parte del ricorso va indicato il provvedimento richiesto alla Corte. 11. Il mancato deposito della copia della comunicazione di cancelleria del provvedimento impugnato determina l'improcedibilità del ricorso per regolamento di competenza; né tale omissione è sanabile con il deposito di copia della notifica di detto provvedimento eseguita dalla controparte, la quale non consente neppure il controllo circa la tempestività del regolamento stesso, da proporsi nel termine perentorio di 30 giorni dalla comunicazione di cancelleria, ex art. 47, comma 2 c.p.c. (Cass. civ. VI, n. 22411/2017). Invece con riferimento all'obbligo del deposito, da parte del ricorrente, insieme con la copia autentica della sentenza impugnata, del biglietto di cancelleria da cui desumere la tempestività della proposizione dell'istanza di regolamento, la S.C. ha precisato che questo obbligo può essere soddisfatto o mediante il deposito del predetto documento contestualmente a quello del ricorso per cassazione, oppure attraverso le modalità previste dall'art. 372 c.p.c. (deposito e notifica mediante elenco alle altre parti) purché nel termine stabilito dall'art. 369, comma 1 c.p.c. (Cass. civ. S.U., n. 9005/2009). Va inoltre ricordato che quando gli atti processuali sono stati formati e trasmessi con modalità informatiche, la produzione in giudizio deve avvenire: 1) stampando e depositando il documento elettronico; 2) attestando, da parte del difensore, che la copia depositata è conforme all'originale. La mancanza di attestazione di conformità all'originale della stampa dei documenti in questione rende improcedibile il regolamento di competenza, a meno che l'altra parte, costituendosi, nulla osservi circa la conformità all'originale delle copie prodotte dalla parte ricorrente (Cass. civ. VI, n. 10429/2020). Va inoltre precisato che la riforma ha modificato anche l'art. 369 c.p.c. dedicato al deposito del ricorso per adeguare le disposizioni sul giudizio di legittimità al deposito telematico obbligatorio degli atti e dei documenti. Al comma 1 della disposizione è stato quindi eliminato il riferimento al deposito in cancelleria, perché modalità di deposito collegata al deposito analogico degli atti e documenti di parte. Conseguentemente si è abrogato l'ultimo comma dell'art. 369 c.p.c. che imponeva al ricorrente di chiedere, con una apposita istanza, alla cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato o di cui si contesta la giurisdizione, la trasmissione del fascicolo d'ufficio alla cancelleria della Corte. Il Protocollo 1° marzo 2023 specifica che per il deposito telematico occorre utilizzare l'apposito atto codificato dal sistema informatico, di cui all'All. n. 2 al Protocollo stesso, per la corretta indicizzazione nel fascicolo informatico, ai fini della più immediata consultabilità. Specifica altresì il Protocollo che ai sensi dell'art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c. al ricorso vanno allegati gli atti e/o documenti espressamente indicati in relazione a ciascun motivo, elencati secondo un ordine numerico progressivo; i relativi files vanno denominati utilizzando la stessa nomenclatura e numerazione utilizzate nell'elenco. 12. La riforma 2022 (su cui si veda l'Inquadramento) ha modificato l'art. 47 c.p.c. nella parte in cui prevedeva che la parte che propone l'istanza, nei 5 giorni successivi all'ultima notificazione del ricorso alle parti, deve chiedere ai cancellieri degli uffici davanti a cui pendono i processi, che i relativi fascicoli siano rimessi alla cancelleria della Corte di Cassazione. Si prevede ora, infatti, che «La parte che propone l'istanza deve depositare il ricorso, con i documenti necessari, nel termine perentorio di venti giorni dall'ultima notificazione alle altre parti». Ciò in stretta correlazione con le modifiche apportate agli artt. 47,48 e 369 c.p.c. e con l'introduzione dell'art. 137-bis disp. att. c.p.c. 13. Il ricorso per regolamento di competenza può essere validamente sottoscritto dal procuratore cui è stato conferito il mandato ad litem per il giudizio di merito, anche se non abilitato al patrocinio in Cassazione (Cass. civ. II, n. 3538/1995), senza che occorra una ulteriore procura (Cass. civ. n. 18199/2004). Tuttavia, laddove il ricorso non sia stato sottoscritto dal procuratore che ha rappresentato la parte nel giudizio di merito, è necessaria la sottoscrizione di un avvocato iscritto nell'albo speciale che sia munito di procura speciale (Cass. civ. n. 2637/1984). L'istanza può essere sottoscritta anche dalla parte che si sia costituita personalmente nel giudizio di merito. COMMENTOA norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema: a. Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto; b. Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c. Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio; d. Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione; e. L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi; f. Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale; g. Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti; h. Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i. L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale; j. Il valore della controversia; k. La richiesta di distrazione delle spese; l. L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono. Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di: a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza. Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi. Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note. Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3. Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali. L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. In ogni caso, a norma del comma 6 dell'art. 46 disp. att. c.p.c. il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali. |