Scritture difensive (art. 47, comma 5 c.p.c.)InquadramentoIl regolamento di competenza è uno specifico mezzo di impugnazione (tranne nell'ipotesi del regolamento d'ufficio ex art. 45 c.p.c.); in particolare quello necessario è l'unico mezzo di impugnazione dell'ordinanza che abbia deciso sulla sola competenza. Necessario non vuol dire “obbligatorio” ma significa che è l'unico mezzo offerto alla parte per ridiscutere la questione di competenza. Nel procedimento camerale dinanzi alla S.C. sul regolamento di competenza il Pubblico Ministero può depositare le sue conclusioni scritte non oltre 20 giorni prima dell'adunanza in camera di consiglio e le parti possano depositare le loro “sintetiche memorie illustrative” non oltre 10 giorni prima dell'adunanza. Per quanto riguarda il procedimento ad esso relativo, in stretta correlazione con le modifiche apportate agli artt. 47,48 e 369 c.p.c., di semplificazione della trasmissione dei fascicoli alla Corte di cassazione quando è proposto regolamento di competenza, si è introdotto con la riforma 2022, l'art. 137-bis disp. att. c.p.c., onerando la cancelleria della Corte di Cassazione di acquisire, entro 60 giorni dal deposito del ricorso, cioè entro 20 giorni dal deposito del controricorso, direttamente il fascicolo d'ufficio tenuto dalla cancelleria del Giudice che ha emesso il provvedimento impugnato o che ha sollevato il regolamento di competenza d'ufficio. Analogo onere di acquisizione del fascicolo d'ufficio a cura della cancelleria della Corte di Cassazione si è previsto in riferimento al regolamento di giurisdizione (art. 41 c.p.c.), nei casi di impugnativa delle decisioni dei Giudici speciali o di conflitti di giurisdizione (art. 362 c.p.c.) e nel caso di rinvio pregiudiziale (art. 363-bis c.p.c.). L'art. 47, comma 3 c.p.c. è stato conseguentemente modificato: non è più previsto l'onere della parte, nei 5 giorni successivi all'ultima notificazione del ricorso, di chiedere ai cancellieri degli uffici davanti a cui pendono i processi interessati dal procedimento di regolamento di competenza, la rimessione dei fascicoli alla cancelleria della Corte. Correlativamente è stato eliminato l'onere del Giudice di disporre questa trasmissione. La parte, nella nuova formulazione della riforma 2022, è tenuta a depositare il ricorso e i relativi documenti, nel termine perentorio di 40 giorni dalla notificazione. Il d.lgs. n. 164/2024, come visto in inquadramento, è intervenuto sul co. 5 dell'art. 47 prevedendo che le parti, alle quali è notificato il ricorso o comunicata l'ordinanza del giudice, possono, nei quaranta giorni successivi (in luogo dei venti giorni previsti originariamente), depositare alla Corte di cassazione scritture difensive e documenti. Va segnalato, sempre con riferimento al procedimento per regolamento di competenza, che la riforma 2022 ha modificato anche l'art. 48 c.p.c., nel senso che il giudizio di merito è sospeso dal giorno in cui viene depositata presso il Giudice a quo copia del ricorso notificato o dell'ordinanza con cui è sollevato il regolamento di competenza. Si è infine novellato l'art. 49, comma 1 c.p.c. che continuava a prevedere che la Corte di cassazione dovesse pronunciare sulle istanze di regolamento di competenza entro 20 giorni dalla scadenza del termine per il deposito di memorie e scritti difensivi assegnato alle parti, disposizione che, ricorda la Relazione Illustrativa, era da sempre disattesa. FormulaECC.MA CORTE DI CASSAZIONE MEMORIA EX ART. 47, COMMA 5 C.P.C.[1] Nell'interesse del Sig. ... C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... (C.F. ..., indirizzo PEC ... ) del Foro di ..., in forza di procura speciale allegata alla comparsa di risposta del ... ed elettivamente domiciliata in Roma, presso lo studio di quest'ultimo alla via ... n. .... -resistente- CONTRO Il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... del Foro di ... e dall'Avv. ... del Foro di Roma -ricorrente- Nel procedimento promosso, con ricorso per regolamento di competenza notificato al Sig. ... in data ... per l'annullamento dell'ordinanza n. ... del Tribunale di ..., emessa in data ... depositata in data ... e comunicata in data .... [2] PREMESSO CHE Con ricorso per regolamento di competenza notificato il ... il Sig. ... ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza n. ... pronunciata dal Tribunale di ... che ha dichiarato la propria incompetenza a conoscere della causa proposta dal Sig. ... nei confronti del Sig. ... con atto di citazione notificato il ... deducendo i seguenti motivi di impugnazione ... e formulando le seguenti conclusioni .... *** Con la presente memoria il Sig. ... intende replicare al ricorso del Sig. ... e alle domande proposte, chiedendone il rigetto per i seguenti motivi. 1. Inammissibilità e infondatezza del regolamento di competenza proposto dal Sig. .... Il ricorso per regolamento di competenza è infondato. Infatti correttamente il Tribunale di .... Ha affermato la propria incompetenza a conoscere della causa in quanto ... (indicare i motivi a base della fondatezza dell'ordinanza che dichiara l'incompetenza del Giudice adito ... ). *** Per tutto quanto sopra esposto il Sig. ... come sopra rappresentato e difeso, chiede che codesta Ecc.ma Corte di Cassazione voglia: – Rigettare il ricorso e le domande proposte dal Sig. ... confermando l'ordinanza n. ... del Tribunale di ...; – Condannare il Sig. ... alla rifusione, in favore del Sig. ... delle spese del presente procedimento. Si producono i seguenti documenti: – ... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Ricordo che la Corte di Cassazione, la Procura Generale della Corte di Cassazione, l'Avvocatura Generale dello Stato e il Consiglio Nazionale Forense, in data 1° marzo 2023 hanno approvato un Protocollo d'Intesa sul processo civile in cassazione e che con la sottoscrizione di tale Protocollo hanno cessato di avere validità tutti i precedenti protocolli sottoscritti dalle stesse parti in materia civile. Nel Protocollo in questione viene indicato uno schema di redazione del ricorso e si conviene che per facilitare la lettura si utilizzino caratteri di tipo corrente e di dimensioni di almeno 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno 2,5 cm. Al Protocollo del 1° marzo 2023 sono annessi due allegati e, in particolare, l'All. n. 1 che contiene l'elenco dei codici materia e l'All. n. 2 che contiene l'elenco degli atti di parte ed allegati codificati. Come indicato espressamente nella Premessa del nuovo Protocollo d'intesa, questo “testo unico dei protocolli” è destinato a creare una prassi di organizzazione e una interpretazione comune dei profili problematici delle modifiche legislative, soprattutto a seguito dell'entrata in vigore della riforma del processo civile effettuata con il d.lgs. n. 149/2022. Regole di redazione degli atti processuali: In ossequio al principio di chiarezza e sinteticità degli atti e provvedimenti di cui al modificato art. 121 c.p.c., vengono innanzitutto ribadite le regole redazionali già contenute nel Protocollo del 2015, con le modifiche imposte dalla obbligatorietà del processo civile telematico e l'adozione di un modulo redazionale dei ricorsi. I ricorsi, il cui schema viene elencato in Formula, devono essere redatti con caratteri di tipo corrente e di dimensioni di almeno 12 pt nel testo, con interlinea 1,5 e margini orizzontali e verticali di almeno 2,5 cm. Tutte le indicazioni relative ai ricorsi, comprese quelle sulle misure dimensionali e sui caratteri, si estendono, nei limiti della compatibilità, anche ai controricorsi, mentre le memorie illustrative non devono superare, di regola, le 15 pagine, con osservanza delle stesse raccomandazioni rispetto all'uso dei caratteri previsti per i ricorsi. In ogni caso si chiarisce che il mancato rispetto dei limiti dimensionali e delle ulteriori indicazioni previste nel Protocollo non comporta l'inammissibilità o l'improcedibilità del ricorso e degli altri atti difensivi, a meno che ciò non sia espressamente previsto per legge. Laddove, per la particolare complessità delle questioni trattate, esse non siano “ragionevolmente comprimibili” negli spazi dimensionali indicati nel Protocollo, devono essere esposte specificamente, nell'ambito del ricorso o dell'atto difensivo interessato, le ragioni per cui è necessario scrivere un numero maggiore di pagine; la presentazione di un ricorso incidentale, nel contesto di un controricorso, costituisce già di per sé una ragione giustificatrice di un superamento ragionevole dei limiti dimensionali fissati. Laddove si riscontri l'infondatezza delle motivazioni addotte per superare tali limiti dimensionali, pur non derivandone l'inammissibilità del ricorso o dell'atto difensivo, essa può essere valutata ai fini della liquidazione delle spese. Vengono altresì indicate alcune parti del ricorso che sono escluse dai limiti dimensionali sopra ricordati e che sono, in particolare, l'intestazione, l'indicazione delle parti processuali, del provvedimento impugnato, dell'oggetto del giudizio, del valore della controversia, della sintesi dei motivi e delle conclusioni, l'elenco degli atti, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi su cui si fonda il ricorso; la procura in calce e la relazione di notificazione. Si prevede, inoltre, che l'uso di particolari tecniche di redazione degli atti – ad es. allorché consentano la ricerca testuale all'interno dell'atto e dei documenti allegati, nonché la navigazione all'interno dell'atto, tali da agevolare la consultazione e la fruizione da parte del giudice e delle altre parti del processo, comporta l'aumento del compenso professionale dell'avvocato (ex art. 4, comma 1-bis, d.m. n. 55/2014). Si rinvia al testo del Protocollo, consultabile sul sito della Corte di Cassazione, per quanto non contenuto nel presente Schema e per le disposizioni ulteriori ivi contenute, ad es. quelle relative al rito camerale unificato, al procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi ex art. 280-bis c.p.c., alla digitalizzazione degli atti nei processi civili davanti alla Corte di Cassazione. 2. Il d.lgs. n. 164/2024 è intervenuto sul comma 5 dell'art. 47 c.p.c. prevedendo che le parti, alle quali è notificato il ricorso o comunicata l'ordinanza del giudice, possono, nei quaranta giorni successivi (in luogo dei venti giorni previsti originariamente), depositare alla Corte di cassazione scritture difensive e documenti. COMMENTOA norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema: a. Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto; b. Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c. Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio; d. Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione; e. L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi; f. Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale; g. Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti; h. Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i. L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale; j. Il valore della controversia; k. La richiesta di distrazione delle spese; l. L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono. Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di: a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza. Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi. Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note. Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3. Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali. L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali. |