Ricorso al Giudice del lavoro (art. 414 c.p.c.)InquadramentoL'atto introduttivo dei procedimenti aventi ad oggetto le materie di cui all'art. 409 c.p.c. è il ricorso, dal contenuto minimo indefettibile previsto dall'art. 414 c.p.c. L'incompiuta delineazione dell'oggetto della domanda e delle ragioni in fatto ed in diritto a sostegno della stessa determina nullità della domanda giudiziale, con applicazione dell'art. 164, comma 5 c.p.c. Al deposito dell'atto introduttivo si appuntano le preclusioni assertive ed istruttorie a carico del ricorrente, temperate dalla facoltà di modifica della domanda ai sensi dell'art. 420 c.p.c. e dagli eccezionali poteri ufficiosi di cui all'art. 421 c.p.c., ispirati dall'esigenza di ricerca della verità materiale. FormulaTRIBUNALE DI ... SEZIONE LAVORO RICORSO EX ART. 414 C.P.C.[1] Nell'interesse di ..., C.F. ..., nato a ..., residente a ..., via ..., rappresentato e difeso per procura a margine del presente atto [2] dall'Avv. ... (C.F. ...; tel. [3] ... PEC ... ) presso il cui studio in ..., via ... n. ..., elegge il proprio domicilio CONTRO il Sig. ..., P.I. e C.F. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via ... n. .... *** OGGETTO: Accertamento natura subordinata; pagamento spettanze retributive. C.c.n.l. applicato: ... *** FATTO A. La società. 1. Il rapporto di lavoro del ricorrente. B. Lo svolgimento dell'attività lavorativa. C. Le dimissioni del ricorrente. DIRITTO A. Sul riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato sin dal .... B. Sull'invalidità del contratto a chiamata (lavoro intermittente). C. Sull'inquadramento e le spettanze. *** Tutto ciò premesso ed esposto, il ricorrente come sopra rappresentato e difeso con espressa riserva di agire in separato giudizio per ogni ulteriore e diverso credito a qualsiasi titolo vantato in conseguenza dell'intercorso rapporto, CHIEDE che l'Ill.mo Signor Giudice del lavoro, previa fissazione dell'udienza di discussione della presente causa, voglia accogliere le seguenti CONCLUSIONI NEL MERITO 1. Accertare e dichiarare per i motivi tutti esposti in ricorso l'esistenza inter partes nel periodo ..., o in quello diverso che verrà accertato in corso di causa, di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato; 2. accertare e dichiarare il diritto del ricorrente a essere inquadrato nel ... livello, o in quel diverso livello ritenuto di giustizia, del CCNL ... per tutta la durata del rapporto, o in quel diverso periodo che verrà accertato in corso di causa e per l'effetto; 3. condannare la convenuta a corrispondere alla ricorrente la somma di Euro ... a titolo di differenze retributive (di cui Euro ... a titolo di TFR) o quella maggiore o minore che verrà accertata in corso di causa; 4. condannare la convenuta al versamento in favore della ricorrente degli omessi oneri previdenziali e contributivi in relazione all'accertato rapporto di lavoro subordinato; 5. con rivalutazione monetaria ed interessi legali dal sorgere al saldo; 6. con vittoria di spese, diritti e onorari di causa, oltre IVA e CPA, da distrarsi in favore del procuratore dichiaratosi antistatario. IN VIA ISTRUTTORIA ammettersi prova per testi sui fatti di cui in narrativa dal n. ... al n. ... da aversi qui ritrascritti e preceduti da: “È vero che”, senza inversione del relativo onere, nonché prova contraria sugli eventuali capitoli di controparte. Si indicano a testi, con riserva di indicarne altri: ..., .... Si producono in copia fotostatica i seguenti documenti: 1. visura camerale ...; 2. contratto di lavoro intermittente; 3. tabelle orari di lavoro ...; 4. impugnazione del ...; 5. estratto CCNL .... Allegati: a) conteggi elaborati .... Si dichiara che il valore della presente causa è di Euro ... ma è esente dal contributo unificato come da dichiarazione allegata alla nota di iscrizione a ruolo [4]. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 2. L'introduzione del processo civile telematico (PCT) e della possibilità di deposito per via telematica degli atti, ha determinato la necessità di adattamento delle modalità di conferimento della procura alle liti e di deposito della stessa. Nel caso in cui il cliente non sia dotato di firma digitale l'avvocato potrà provvedere alla conversione digitale ed al deposito telematico della procura cartacea. Nel diverso caso in cui il cliente sia dotato di firma digitale certificata, la firma e la controfirma per autentica verranno apposte direttamente sul documento in formato digitale, che sarà poi oggetto di deposito in forma telematica (cfr. art. 83 c.p.c. e art. 18 d.m. n. 44/2011). 3. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato, prevista dalla precedente formulazione dell'art. 125 c.p.c., è stata soppressa a seguito della modifica exd.lgs. n. 164/2024 (cd Correttivo Cartabia). 4. Per le controversie individuali di lavoro o concernenti rapporti di pubblico impiego, e per le controversie di previdenza ed assistenza obbligatorie, se le parti siano titolari di un reddito imponibile ai fini dell'imposta personale sul reddito, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a tre volte l'importo previsto dall'art. 76 del d.P.R. n. 115/2002 (per l'ammissione al Gratuito Patrocinio) vi sarà esenzione dal pagamento del contributo unificato. Nel caso in cui non vi sia esenzione, l'ammontare del contributo sarà pari al 50% rispetto all'importo previsto nel giudizio ordinario di cognizione. COMMENTOL'art. 409 c.p.c. delinea i gruppi di controversie ai quali si applica il rito speciale del lavoro. Il nucleo fondamentale è rappresentato dalle controversie attinenti a rapporti di lavoro subordinato, pubblico (per effetto della privatizzazione del pubblico impiego exd.lgs. n. 80/1998) e privato. Egualmente devoluti al Giudice del lavoro sono i rapporti di agenzia, rappresentanza commerciale, e altri rapporti di prestazione d'opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato (cd area della parasubordinazione). Tali controversie soggiacciono al rito speciale laburistico, contrassegnato dalla competenza funzionale del Tribunale monocratico in funzione di Giudice del lavoro, e permeato dai principi di oralità, concentrazione ed immediatezza, in ragione della particolarità degli interessi e dei diritti in contesa. L'atto introduttivo del processo del lavoro è il ricorso, il cui contenuto necessario è definito dall'art. 414 c.p.c., di recente modificato dal decreto correttivo exd.lgs. n. 164/2024. Esso deve contenere: a) l'indicazione del Giudice; b) il nome, il cognome, il codice fiscale e la residenza o il domicilio del ricorrente, il nome, il cognome, il codice fiscale e la residenza o il domicilio o la dimora nonché l'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi del convenuto; se ricorrente o convenuto è una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, il ricorso deve indicare la denominazione o ditta nonché la sede del ricorrente o del convenuto; c) la determinazione dell'oggetto della domanda; d) l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto sui quali si fonda la domanda con le relative conclusioni; e) l'indicazione specifica dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e in particolare dei documenti che si offrono in comunicazione. Appare, dunque, evidente come, in omaggio ai principi di immediatezza e concentrazione, diversamente da quanto disposto per il rito ordinario di cognizione, il thema decidendum ac probandum debba essere compiutamente delineati sin dagli atti introduttivi del giudizio, momento nel quale si appuntano le preclusioni istruttorie ed assertive, fatti salvi i poteri di modificazione e precisazione della domanda ex art. 420 c.p.c., ed i poteri ufficiosi del Giudice in materia istruttoria ai sensi dell'art. 421 c.p.c. (Cass. sez. lav., n. 25899/2021). L'incompiuta delineazione dell'oggetto della domanda e degli elementi in fatto e in diritto su cui la stessa si fonda (petitum e causa petendi), analogamente che nel rito ordinario di cognizione, giustifica la declaratoria giudiziale di nullità della domanda. Perché si abbia nullità non è sufficiente l'omessa compiuta indicazione degli elementi in modo formale, dovendone risultare impossibile l'individuazione attraverso l'esame complessivo dell'atto (App. Torino sez. lav., n. 9/2021). Si è, ad esempio, in giurisprudenza, ritenuta la sufficienza, ai fini della compiuta determinazione dell'oggetto della domanda di differenze retributive da superiore inquadramento, l'indicazione nel ricorso delle mansioni svolte e delle disposizioni della contrattazione collettiva in virtù delle quali è richiesta la diversa qualifica (Trib. Catanzaro I, 26 maggio 2010), non essendo viceversa sufficiente l'affermazione dello svolgimento di mansioni corrispondenti a qualifica superiore atteso che, in assenza di indicazione delle mansioni disimpegnate, non è possibile il giudizio di comparazione tra le stesse e quelle delineate dalla qualifica rivendicata (Cass. sez. lav., n. 14088/2001). La descrizione delle mansioni, ad ogni modo, deve essere circostanziata e non generica o priva di riscontri fattuali e oggettivi, risultando altrimenti non agevole l'operazione giudiziale di comparazione (cfr. Trib. Milano sez. lav., 25 gennaio 2001). Al cospetto di una nullità per indeterminatezza dell'oggetto o dei fatti e ragioni a sostegno della domanda, il Giudice, in applicazione dell'art. 164, comma 5 c.p.c., fisserà un termine per la rinnovazione del ricorso o, in caso di costituzione del resistente, per l'integrazione della domanda, ferme restando le decadenze maturate e salvi i diritti quesiti anteriormente alla rinnovazione ed integrazione (Cass. sez. lav., n. 3816/2020). Secondo talune corti di merito, tuttavia (cfr. Trib. Venezia sez. lav., n. 452/2021), in ossequio a principi di economia dei mezzi processuali, il Giudice non sarebbe tenuto a disporre l'integrazione o la rinnovazione nelle ipotesi in cui le stesse non consentono di ovviare alle preclusioni istruttorie e probatorie già verificatesi, con conseguente rigetto della domanda, prospettiva deteriore per il ricorrente rispetto alla declaratoria di nullità tout court che, viceversa, consente la riproposizione della domanda. La linea di demarcazione tra inassolvimento dell'onere assertivo o probatorio, non determinante nullità, e omessa compiuta delimitazione dell'oggetto della domanda e delle ragioni in fatto ed in diritto a sostegno della stessa è particolarmente sottile. In linea di principio si afferma che la nullità consegue a una carenza di allegazioni e non probatoria che determini l'impossibilità, a una valutazione complessiva o aliunde, di individuare petitum e causa petendi (Cass. sez. lav., n. 18429/2015). Si distingue, ad esempio, tra l'omessa indicazione del CCNL applicabile, che determina inidoneità del ricorso al raggiungimento dello scopo e, pertanto, nullità, e mancata produzione di tale documento, che configura un deficit probatorio (Trib. L'Aquila sez. lav., n. 21/2014), sanabile mediante l'attivazione dei poteri ufficiosi di cui all'art. 421 c.p.c., nei casi in cui ciò sia consentito (cfr. Cass. sez. lav., n. 6135/2024) I poteri istruttori del Giudice del lavoro ex art. 421 c.p.c. non possono mai essere attivati per superare gli effetti di una tardiva richiesta istruttoria delle parti o per supplire ad una carenza probatoria totale, in modo da attribuire al Giudice una funzione sostitutiva degli oneri di parte; la norma di cui all'art. 421 c.p.c., infatti, caratterizza il rito speciale del lavoro nel senso di contemperare il principio dispositivo con le esigenze di ricerca della verità materiale, cosicché, allorquando le risultanze di causa offrano già significativi dati di indagine, il Giudice, ove reputi insufficienti le prove già acquisite, non può limitarsi a fare meccanica applicazione della regola formale del giudizio fondata sull'onere della prova, ma ha il potere-dovere di provvedere d'ufficio agli atti di istruzione la cui esigenza nasca da quanto già ritualmente acquisito (Cass. sez. lav., n. 23605/2020). Qualora nell'atto introduttivo del giudizio la parte abbia richiesto una prova testimoniale, articolando i relativi capitoli senza indicare le generalità dei testi, l'omissione non determina decadenza dalla relativa istanza istruttoria, ma concreta mera irregolarità, che, ai sensi dell'art. 421, comma 1 c.p.c., consente al Giudice ad assegnare alla parte un termine perentorio per porre rimedio alla riscontrata irregolarità, nell'esercizio dei poteri officiosi riconosciutigli dalla disposizione citata, in funzione dell'esigenza di contemperamento del principio dispositivo con la ricerca della verità, cui è ispirato il rito del lavoro per il carattere costituzionale delle situazioni soggettive implicate (Cass. VI, n. 12573/2020). |