Comparsa di intervento volontario

Cristina Asprella

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 105 c.p.c. può intervenire in una causa pendente tra altri soggetti un terzo laddove faccia valere – ed in tal senso si parla di “intervento autonomo” – un diritto incompatibile con quello di tutte le parti in causa (c.d. lite tra pretendenti) ovvero un diritto soltanto nei confronti di una parte (aderendo alla posizione dell'altra).

Il comma 2 dell'art. 105 c.p.c. disciplina invece l'intervento adesivo dipendente supportato, invece, da un mero interesse, sebbene giuridicamente rilevante, a sostenere le ragioni di una delle parti in causa.

La riforma 2022 quanto all'intervento volontario ha modificato gli artt. 267 e 268 c.p.c., eliminando dall'art. 267 c.p.c. la possibilità per l'interventore di costituirsi in udienza e i riferimenti al deposito in cancelleria data l'obbligatorietà del deposito telematico di tutti gli atti di parte. Al comma 1 dell'art. 268 c.p.c. è stato eliminato il riferimento alla precisazione delle conclusioni e si è stabilito che l'intervento può avere luogo sino al momento in cui il giudice fissa l'udienza di rimessione della causa in decisione. La modifica è stata resa necessaria per adattare la previsione al nuovo modello decisorio mentre si è mantenuta invariata la previsione del comma 2 della norma secondo il quale il terzo non può compiere atti che al momento dell'intervento non sono più consentiti a nessun'altra parte salvo che comparisca volontariamente per l'integrazione necessaria del contraddittorio.

Formula

TRIBUNALE DI ...

N.R.G. ... – GIUDICE DOTT. ...

Udienza del ...

COMPARSA DI INTERVENTO VOLONTARIO PRINCIPALE

EX ART. 105, COMMA 1, C.P.C.

Nell'interesse del Sig. ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., residente in ... alla via ..., n. ..., CAP ..., rappresentato e difeso nel presente giudizio, in virtù di procura in calce/a margine del presente atto, dall'Avv. ..., C.F. ... presso il cui studio in ... alla via ... n. ..., CAP ... è elettivamente domiciliato, il quale dichiara di voler ricevere tutte le comunicazioni e notificazioni [presso il seguente n. di fax ... [1] ] all'indirizzo PEC ...

TRA

Il Sig. ..., C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...

-attore-

CONTRO

Il Sig. ... C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...

-convenuto-

PREMESSO CHE

Il Sig. ..., con atto di citazione notificato il ... ha convenuto in giudizio innanzi al Tribunale intestato il Sig. ... chiedendo l'accoglimento delle seguenti conclusioni ... (riportare le conclusioni formulate dall'attore ... );

Il convenuto Sig. ..., con comparsa di costituzione e risposta depositata il ..., ha resistito alle pretese avversarie contestando la fondatezza della domanda attorea e formulando le seguenti conclusioni ... (riportare le conclusioni formulate dal convenuto).

Poiché il Sig. ... (esporre le ragioni in diritto e in fatto a sostegno dell'intervento volontario, ad esempio interviene nel presente giudizio per chiedere il risarcimento del danno subito nel medesimo incidente stradale verificatosi per esclusiva responsabilità del convenuto Sig. ... ).

(BREVE ESPOSIZIONE DEI FATTI E DELLE RAGIONI DI DIRITTO)

Tutto quanto sopra premesso Il Sig. ..., ut supra rappresentato e difeso, spiega formale intervento nella causa nr .... R.G .... pendente davanti all'intestato Tribunale tra attore e convenuto, per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'll.mo Tribunale adito, ogni altra domanda ed eccezione disattesa:

In via preliminare:

- dichiarare l'ammissibilità del presente intervento volontario

NEL MERITO

1) (indicare le conclusioni che si spiegano e che si chiede siano accolte)

Con vittoria di spese e compensi del presente giudizio oltre accessorio di legge.

Ai fini del pagamento del contributo unificato si dichiara che il presente intervento non comporta un aumento del valore della causa

In via istruttoria: chiede ammettersi prova testimoniale sui seguenti capitoli: ...

Indica a testi i Sigg.ri ...

Si offrono in comunicazione i seguenti documenti

Con osservanza

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Il d.lgs. n. 164/2024, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta.

COMMENTO

A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici

Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema:

a.Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto;

b.Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge;

c.Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio;

d.Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione;

e.L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi;

f.Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale;

g.Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti;

h.Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate;

i.L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale;

j.Il valore della controversia;

k.La richiesta di distrazione delle spese;

l.L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono.

Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di:

a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione;

b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio;

c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza.

Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi.

Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note.

Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3.

Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali.

L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione sopra citata, il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali.

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