Decreto di fissazione dell'udienza di discussione (art. 415 c.p.c.)

Antonio Lombardi

Inquadramento

Il deposito telematico del ricorso, insieme ai documenti in esso indicati, segna il momento della litispendenza processuale. Ricevuto il ricorso il Giudice, entro cinque giorni dal deposito e non oltre sessanta giorni, fissa con decreto l'udienza di discussione ai sensi dell'art. 420 c.p.c. Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione di udienza, deve essere notificato al resistente, a cura del ricorrente, entro dieci giorni dalla pronuncia del decreto. Tra la data di notificazione al convenuto e quella dell'udienza devono decorrere non meno di trenta giorni.

Formula

R.G. ...

Tribunale Ordinario di ...

Sezione Lavoro

Il Giudice,

Visto l'art. 415 c.p.c.

FISSA

per la discussione della causa l'udienza del ... alle ore ..., stanza n. ... piano ... via ... n. ..., a cui le parti sono tenute a comparire personalmente, avvertendo la parte convenuta che, per non incorrere nelle decadenze di legge, ha l'onere di costituirsi in giudizio almeno 10 giorni prima dell'udienza, mediante deposito di memoria difensiva contenente gli elementi indicati dagli artt. 416 e 418 c.p.c.

In caso di notifica via PEC, il Giudice dispone che la parte ricorrente curi tempestivamente la trasmissione in via telematica all'ufficio giudiziario delle ricevute di cui all'art. 3-bis, comma 3, l. n. 53/1994 (in formato .eml o .msg), nonché della copia dell'atto notificato, della ricevuta di accettazione e della ricevuta di avvenuta consegna relativa al destinatario della notificazione e a produrre in udienza copia dell'estratto INI-PEC/REGINDE aggiornato alla data della notifica;

Luogo e data ...

Il Giudice ...

Dott. ...

COMMENTO

Il deposito del ricorso nella cancelleria del Giudice competente, insieme ai documenti in esso indicati, segna il momento della litispendenza (App. Milano sez. lav., n. 1547/2019) alla quale si annettono conseguenze di ordine sostanziale e processuale, come l'interruzione dei termini di prescrizione e decadenza.

Con l'introduzione dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c., ad opera del d.lgs. n. 149/2022, è stata sancita l'obbligatorietà generalizzata del deposito telematico di atti e di provvedimenti nei procedimenti giudiziari, con operatività, per quanto riguarda il Tribunale, a partire dal 1° gennaio 2023. In ipotesi eccezionali, il Giudice potrà ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto fisico (es: usb, cd-rom) o cartaceo, indicandone specificamente la ragione.

Il Giudice, entro cinque giorni dal deposito del ricorso, fissa con decreto l'udienza di discussione ai sensi dell'art. 420 c.p.c., non oltre sessanta giorni dal giorno del deposito del ricorso. Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione di udienza, deve essere notificato al resistente, a cura del ricorrente, entro dieci giorni dalla pronuncia del decreto. Tra la data di notificazione al convenuto e quella dell'udienza devono decorrere non meno di trenta giorni.

Nella congerie di termini indicati dall'art. 415 c.p.c. si distinguono, innanzitutto, i due termini riferibili all'attività giudiziale, vale a dire i cinque giorni dal deposito del ricorso introduttivo per la pronuncia del decreto di fissazione di udienza, ed i sessanta giorni che devono intercorrere tra il deposito del ricorso e l'udienza di discussione ex art. 420 c.p.c., da ritenersi termini cd ottativi, ovvero di natura ordinatoria e non accompagnati da alcuna sanzione o conseguenza processuale, ma espressivi di esigenze di celerità e snellezza procedimentale.

Il termine di dieci giorni per la notificazione del ricorso e del decreto in capo al ricorrente ha natura ordinatoria (App. Bari sez. lav., n. 1151/2019) ed è prorogabile a istanza di parte, prima della scadenza, risultando garantite le esigenze del contenimento del processo entro limiti ragionevoli e di salvaguardia del diritto di difesa della controparte dalla natura perentoria del termine per la costituzione in giudizio del convenuto (Cass. sez. lav., n. 9222/2015). La sua inosservanza non produce alcuna decadenza né implica la vulnerazione della costituzione del rapporto processuale, a condizione che risulti garantito al convenuto il termine per la sua costituzione in giudizio non inferiore ai trenta giorni, come stabilito dal comma 5 della stessa norma (Trib. Milano sez. lav., n. 1993/2014).

Il termine di trenta giorni tra la notificazione e l'udienza di discussione ex art. 420 c.p.c. è., infine, il fondamentale termine a difesa appannaggio del resistente, al quale deve essere garantito un adeguato spatium deliberandi tra la presa di contezza del ricorso introduttivo del giudizio e l'udienza di prima comparizione e discussione ai sensi dell'art. 420 c.p.c., onde consentirgli di approntare adeguate difese processuali. Coerentemente, nell'ambito della delineata scissione del momento perfezionativo della notifica elaborato dalla sentenza Corte cost. n. 477/2002, tale termine decorrerà dal perfezionamento della notificazione per il notificatario e non per il notificante. Così, nel caso di notifica eseguita ai sensi dell'art. 140 c.p.c., i trenta giorni decorreranno dal decimo giorno dalla spedizione della raccomandata informativa o, alternativamente, dalla ricezione della stessa (Corte cost. n. 3/2010).

Il riferimento all'udienza di cui all'art. 420 c.p.c., per verificare il rispetto dei termini, in caso di differimento d'ufficio, non è quello dell'udienza originariamente stabilita dal provvedimento del Giudice, ma dell'udienza eventualmente fissata in dipendenza del sopravvenuto rinvio d'ufficio della stessa, a modifica del precedente decreto di fissazione, ed effettivamente tenuta in sostituzione della prima (Cass. sez. lav., n. 8684/2015).

Nel caso di omessa o inesistente notifica del ricorso introduttivo del giudizio e del decreto di fissazione dell'udienza, è ammessa la concessione di un nuovo termine, perentorio, per la rinnovazione della notifica (Cass. sez. lav., n. 1483/2015), a condizione che almeno una delle parti sia comparsa all'udienza originariamente fissata, non potendo il Giudice in caso contrario disporre d'ufficio la prosecuzione del giudizio contro il disinteresse della parte (Trib. Roma sez. lav., n. 5986/2013), essendo invece tenuto all'immediata estinzione del procedimento.

Ai sensi dell'art. 3-ter l. n. 53/1994, come di recente ulteriormente modificato dal cd Correttivo Cartabia (d.lgs. n. 164/2024), la notificazione degli atti giudiziali in materia civile ha luogo a mezzo di posta elettronica certificata quando il destinatario: a) è un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un domicilio digitale risultante dai pubblici elenchi; b) ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'articolo 3-bis, comma 1-bis, del codice dell'amministrazione digitale. In tali casi, se la notificazione non è possibile o non ha esito positivo per causa imputabile al destinatario, il notificante la esegue mediante inserimento dell'atto da notificare nel portale dei servizi telematici gestito dal Ministero della giustizia. Soltanto nel caso in cui la notificazione non sia possibile o non abbia esito positivo per causa non imputabile al destinatario, è eseguita dall'avvocato a mezzo del servizio postale o dall'ufficiale giudiziario ai sensi degli artt. 137 e ss. c.p.c.

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