Memoria difensiva con istanza di autorizzazione alla chiamata in causa

Antonio Lombardi

Inquadramento

L'ammissibilità della chiamata di terzo in causa nel processo del lavoro presuppone l'assolvimento, in capo al resistente, dell'onere di tempestiva costituzione, nel termine di cui all'art. 416 comma 1 c.p.c. Le ragioni sostanziali a base della chiamata di terzo sono la connessione oggettiva, ai sensi dell'art. 106 c.p.c. Nel caso di chiamata tardiva, non fondata su ragioni di connessione oggettiva, ovvero contraria ai principi di economia processuale, il Giudice del lavoro non potrà attivare il meccanismo di cui all'art. 420, commi 9, 10 e 11 c.p.c. Tale meccanismo prevede il differimento dell'udienza ex art. 420 c.p.c. e la notificazione degli atti, a cura della cancelleria, al terzo chiamato, che avrà a sua volta l'onere di costituirsi nel termine di dieci giorni, calcolati a ritroso, dall'udienza differita.

Formula

TRIBUNALE DI ... SEZIONE LAVORO

MEMORIA DIFENSIVA CON ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE ALLA CHIAMATA IN CAUSA [1]

NELLA CAUSA AVANTI AL TRIBUNALE DI ...

PROMOSSA DA:

..., C.F. ..., nato a ..., il ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., elettivamente domiciliato presso il suo studio in ..., via ... n. ...;

-ricorrente-

CONTRO

..., con sede legale in ... via ..., nella persona del legale rappresentante pro tempore ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ...,C.F. ... PEC ..., tel. ..., con domicilio eletto presso e nello studio di quest'ultimo in via ..., n. ..., ..., giusta procura a margine del presente atto [2] , si costituisce nel presente giudizio ed osserva quanto segue.

-resistente-

Premessa

Cap. 1 - FATTO

Cap. 2 - MOTIVI DI DIRITTO

Cap. 3 - LA CHIAMATA IN CAUSA DI ... ex art. 29 d.lgs. n. 276/2003

Cap. 4 - L'ISTANZA PER LA CHIAMATA IN CAUSA

CONCLUSIONI

voglia il Tribunale adito, in funzione di Giudice del lavoro, ogni contraria istanza, eccezione e deduzione respinta,

in via preliminare di rito:

per le ragioni sopra illustrate autorizzarsi la chiamata in causa di ...;

in via principale

respingere tutte le domande avanzate dalla ricorrente in quanto illegittime, infondate in fatto ed in diritto, comunque non provate;

in via subordinata

in via ulteriormente subordinata

in via subordinata nei confronti dei terzi chiamati

in ogni caso

con vittoria di diritti, spese ed onorari, oltre a rimborso spese;

in via istruttoria

– si chiede ammettersi interrogatorio formale e prova per testi diretta e contraria sui capitoli avversari denegatamente ammessi, sui capitoli indicati in narrativa preceduti dalla locuzione di rito: “vero che”, nonché sui seguenti:

...

Ci si oppone all'ammissione dei capitoli di prova del ricorrente perché inammissibili, in quanto generici, inconferenti e contenenti giudizi; nella denegata ipotesi di loro ammissione si chiede fin d'ora abilitazione a prova contraria.

***

Si producono i seguenti documenti:

Ai sensi del d.P.R. 30 maggio 2002 n. 115 si dichiara che il valore della controversia rimane invariato e viene corrisposto il contributo unificato di pari importo (Euro ... ) per la chiamata dei terzi.

Con osservanza.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

I procuratori di parte resistente, vista la chiamata in garanzia contenuta nella presente memoria di costituzione e risposta,

CHIEDONO

che l'Ill.mo Sig. Giudice voglia autorizzare la chiamata in causa dei seguenti soggetti:

..., ...

e, conseguentemente, a modifica del decreto di cui all'art. 415, comma 2 c.p.c., voglia fissare, con nuovo decreto, altra udienza di discussione concedendo al resistente il termine per la notifica della presente memoria difensiva con chiamata in garanzia.

Con osservanza.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

2. L'introduzione del processo civile telematico (PCT) e della possibilità (ora obbligo) di deposito per via telematica degli atti, ha determinato la necessità di adattamento delle modalità di conferimento della procura alle liti e di deposito della stessa. Nel caso in cui il cliente non sia dotato di firma digitale l'avvocato potrà provvedere alla conversione digitale ed al deposito telematico della procura cartacea. Nel diverso caso in cui il cliente sia dotato di firma digitale certificata, la firma e la controfirma per autentica verranno apposte direttamente sul documento in formato digitale, che sarà poi oggetto di deposito in forma telematica (cfr. art. 83 c.p.c. e art. 18 d.m. n. 44/2011).

COMMENTO

A mente dell'art. 416 c.p.c., il convenuto deve costituirsi almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata ai sensi dell'art. 415 c.p.c., mediante deposito telematico di una memoria difensiva, unitamente al fascicolo processuale di parte corredato da documenti. In sede di tempestiva costituzione egli avrà l'onere, a pena di decadenza, di chiamare in causa soggetti terzi. La chiamata di terzo in causa formulata successivamente a tale momento sarà da considerarsi irrituale e, pertanto, inammissibile (Cass. sez. lav., n. 15080/2008) (in dottrina, Proto Pisani, Controversie individuali di lavoro, 1993, 97 e ss.; Balena, Diritto processuale civile, III. I processi speciali e l'esecuzione forzata, 2007, 22 e ss.).

Non diversamente che nella chiamata di terzo nel processo di cognizione ordinaria, le cui regole appaiono applicabili, laddove compatibili, al processo del lavoro, la ragione che fonda la legittimazione alla chiamata di terzo in causa appare l'affermata connessione oggettiva tra le cause. La sussistenza di connessione deve essere valutata con riferimento al petitum o alla causa petendi già introdotti mediante la domanda dell'attore o la domanda riconvenzionale o trasversale, in quanto diretta al terzo chiamato, proposta dal convenuto.

Nell'ambito della chiamata in garanzia, si suole distinguere tra la c.d. garanzia propria, che ricorre quando a) la domanda principale e quella di garanzia hanno stesso titolo, b) si verifica una connessione obiettiva tra i titoli delle due domande; c) sia unico il fatto generatore della responsabilità prospettata con l'azione principale e con quella di regresso, e la c.d. garanzia impropria, che ricorre quando il convenuto tende a riversare sul terzo le conseguenze del proprio inadempimento o, comunque, della lite in cui è coinvolto, in base a un titolo diverso da quello dedotto con la domanda principale (Cass. II, n. 29576/2021; Cass. I, n. 4475/2021).

Tipico e ricorrente esempio di chiamata di terzo in causa si registra nelle fattispecie di evocazione in giudizio, ad opera del lavoratore che rivendica crediti retributivi, di soggetti coinvolti nella filiera d'appalto nella quale egli sia impiegato, ai sensi dell'art. 29 d.lgs. n. 76/2003, che provvedono alla chiamata in causa del subappaltatore, datore di lavoro, non originariamente evocato in giudizio, per azionare la domanda di manleva o regresso.

L'ammissibilità della chiamata in causa presuppone, dunque, sotto il profilo sostanziale, l'esistenza, quantomeno affermata, della predetta relazione di connessione oggettiva mentre, sotto il profilo processuale, presuppone la tempestiva e rituale proposizione, in memoria di costituzione e risposta ai sensi dell'art. 416 c.p.c. dovendosi, diversamente, procedere alla declaratoria di inammissibilità della chiamata in causa (Cass. III, n. 6981/2016).

Nel caso di opposizione a decreto ingiuntivo, in ragione dell'inversione dei ruoli processuali e sostanziali, il ricorrente, attore formale ma convenuto sostanziale, non potrà citare direttamente il terzo per la prima udienza, indicata nel ricorso in opposizione a decreto ingiuntivo, ma dovrà chiedere al Giudice, in tale atto, di essere a ciò autorizzato (Cass. II, n. 7259/2024), determinandosi, in mancanza, una decadenza rilevabile d'ufficio ed insuscettibile di sanatoria per effetto della costituzione del terzo chiamato, ancorché questi non abbia, sul punto, sollevato eccezioni (Cass. III, n. 6503/2024).

Questione controversa, anche nel rito del lavoro, è la sussistenza di una facoltà discrezionale del Giudice di non dar corso alla chiamata di terzo, sulla base di ragioni di opportunità ed economia processuale, una volta operata positivamente la delibazione in ordine alla tempestività e ritualità della chiamata ed alla sussistenza di un'affermata connessione oggettiva. I particolari principi che informano il rito laburistico, con particolare riferimento alla celerità ed immediatezza, inducono a ritenere la sussistenza di una facoltà discrezionale in capo al Giudice del lavoro di non autorizzare la chiamata di terzo, laddove la stessa non sia fondata su ragioni di connessione o appaia contraria a principi di economia del processo (Cass. sez. lav., n. 2522/2016).

Nel caso in cui il Giudice ritenga di autorizzare la chiamata, tempestivamente formulata, provvederà ai sensi dell'art. 420, comma 9 e 11 c.p.c., fissando una nuova udienza e disponendo, entro cinque giorni, che il ricorso introduttivo, la memoria di costituzione contenente la chiamata ed il decreto di differimento di udienza siano comunicati, a cura della cancelleria, al terzo chiamato, nel rispetto del termine a difesa di trenta giorni tra la notificazione e l'udienza differita, ai sensi dell'art. 415, comma 5 c.p.c. L'analogia tra la posizione processuale del resistente e quella del terzo chiamato si rinviene anche analizzando il comma 10 della disposizione in commento, che prescrive al terzo di costituirsi non meno di dieci giorni prima dell'udienza differita, depositando la propria memoria ai sensi dell'art. 416 c.p.c.

Deve senza dubbio ritenersi che il riferimento all'art. 416 c.p.c. e la previsione di un termine di dieci giorni per la costituzione valga a fondare un assetto di oneri in capo al terzo chiamato in tutto simile a quelli previsti, a pena di decadenza, in capo al convenuto. Così, laddove il terzo voglia proporre domanda riconvenzionale o trasversale, ovvero chiamare altri soggetti terzi in causa (c.d. chiamata di terzo a catena), dovrà farlo, a pena di decadenza, nella memoria di costituzione da depositarsi tempestivamente.

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