Memoria di costituzione con domanda riconvenzionale (art. 416 c.p.c.)

Antonio Lombardi

Inquadramento

L'ammissibilità della domanda riconvenzionale nel processo del lavoro presuppone l'assolvimento, in capo al resistente, dell'onere di tempestiva costituzione, nel termine di cui all'art. 416, comma 1 c.p.c., e della richiesta di differimento dell'udienza di discussione, ai sensi dell'art. 418, comma 1 c.p.c. La riconvenzionale deve essere dipendente dal titolo già dedotto in giudizio dal ricorrente, o da quello che già appartiene alla causa come mezzo di eccezione, e non può esorbitare la competenza per materia del Giudice del lavoro, ai sensi dell'art. 409 c.p.c.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ... SEZIONE LAVORO

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA CON DOMANDA RICONVENZIONALE [1]

UDIENZA ... - DOTT. ...

Per il Sig. ..., C.F. ..., nato a ..., il ..., residente in ..., via ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... (C.F. ...; PEC ...; tel. n. ... [2] ), presso il cui studio in ..., via ... ... n. ..., è altresì elettivamente domiciliato, giusta delega a margine del presente atto [3] ;

- resistente-

CONTRO

..., C.F. ..., nato a ..., il ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., elettivamente domiciliato presso il suo studio in ..., via ... n. ...;

- ricorrente -

Con ricorso ex art. 414 c.p.c., depositato il ..., ... adiva il Tribunale di ..., in funzione di Giudice del lavoro, al fine di vedersi accolte le seguenti conclusioni:

IN VIA PRINCIPALE

1) accertare e dichiarare ...;

2) per l'effetto: dichiarare ...;

3) accertare e dichiarare ...;

4) condannare il convenuto a corrispondere alla ricorrente la somma complessiva di ..., con regolarizzazione contributiva, previa eventuale estensione del contraddittorio nei confronti dell'Ente previdenziale.

Il tutto con interessi e rivalutazione delle singole scadenze al saldo.

Con sentenza esecutiva e con condanna del convenuto al pagamento delle spese, dei diritti e dei compensi professionali di legge in favore del procuratore antistatario.

IN OGNI CASO

Accertare e dichiarare ...

A sostegno delle proprie pretese la ricorrente deduce ...

In particolare, afferma ...

Con il presente atto si costituisce in giudizio ..., come in epigrafe difeso, rappresentato e domiciliato, per contestare in toto le avverse pretese siccome infondate in fatto e in diritto.

FATTO

DIRITTO

A. Sull'infondatezza delle pretese avanzate dalla ricorrente per assoluta carenza di prova.

B. Sui conteggi di parte ricorrente.

C. Sull'inammissibilità delle istanze istruttorie.

D. Sui crediti vantati in via riconvenzionale dalla deducente.

Ci si oppone alla richiesta dei capitoli di prova così come ex adverso formulati, che dovranno pertanto essere rigettati, in quanto trattasi di capitoli di prova il cui contenuto è generico, indeterminato, contenente espressioni valutative e/o giudizi, nonché tendenti a fornire la prova di circostanze negative e/o irrilevanti.

Ci si oppone altresì alla richiesta di ampliamento del contraddittorio al medesimo Ente Previdenziale.

***

Tutto ciò premesso ed esposto, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso ed elettivamente domiciliato chiede accogliersi le seguenti

CONCLUSIONI

IN VIA PRINCIPALE

1. rigettarsi le domande ex adverso proposte in quanto infondate in fatto ed in diritto;

IN VIA RICONVENZIONALE

2. accertare e dichiarare la sussistenza di un credito della deducente nei confronti della ricorrente, nella misura di Euro ..., o nella diversa misura accertata in giudizio per le causali enunciate e, per l'effetto;

3. condannare ... al pagamento in favore della deducente di Euro ...;

IN OGNI CASO

4. con interessi legali e rivalutazione monetaria maturati e maturandi dalla scadenza del credito all'effettivo saldo;

5. con vittoria di spese, diritti ed onorari, oltre spese generali (15%), IVA e CPA.

IN VIA ISTRUTTORIA

– Ci si oppone all'ammissione dei mezzi istruttori avversari in quanto generici e non circostanziati in quanto non idonei a raggiungere la prova in merito ai fatti oggetto di causa;

SENZA INVERSIONE DELL'ONERE DELLA PROVA

– si chiede di essere ammessi alla prova per interpello e testi sulle circostanze dei capitoli tutti di cui in narrativa, ove le stesse fossero oggetto di contestazione o non documentalmente provate; capitoli da intendersi qui integralmente trascritti e preceduti dalla locuzione “Vero che”; si indicano come testi i Signori: ...

– si chiede di essere ammessi alla prova contraria sui capitoli articolati dalla convenuta, anche con i testi dalla stessa indicati.

***

Si producono in copia fotostatica i seguenti documenti:

...

Si dichiara che il valore della domanda riconvenzionale è di Euro ... [4].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

Il sottoscritto procuratore, in ragione della domanda riconvenzionale proposta con il presente atto, chiede all'Ill.mo Giudice di voler fissare, ai sensi dell'art. 418 c.p.c., la nuova udienza di discussione della presente causa in data diversa e successiva a quella stabilita in calce al ricorso [5].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

2. L'introduzione del processo civile telematico (PCT) e della possibilità di deposito per via telematica degli atti, ha determinato la necessità di adattamento delle modalità di conferimento della procura alle liti e di deposito della stessa. Nel caso in cui il cliente non sia dotato di firma digitale l'avvocato potrà provvedere alla conversione digitale ed al deposito telematico della procura cartacea. Nel diverso caso in cui il cliente sia dotato di firma digitale certificata, la firma e la controfirma per autentica verranno apposte direttamente sul documento in formato digitale, che sarà poi oggetto di deposito in forma telematica (cfr. art. 83 c.p.c. e art. 18 d.m. n. 44/2011).

3. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato, prevista dalla precedente formulazione dell'art. 125 c.p.c., è stata soppressa a seguito della modifica exd.lgs. n. 164/2024 (cd Correttivo Cartabia).

4. La proposizione di domanda riconvenzionale impone il pagamento di autonomo contributo unificato, pari al valore della riconvenzionale ma è esente da pagamento di bollo.

5. L'istanza di differimento dell'udienza di discussione è adempimento posto in capo al resistente che proponga domanda riconvenzionale a pena di decadenza, la cui inosservanza comporta inammissibilità della riconvenzionale e non è suscettibile di sanatoria (neanche per accettazione del contraddittorio da parte della controparte).

COMMENTO

A mente dell'art. 416 c.p.c., il convenuto deve costituirsi almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata ai sensi dell'art. 415 c.p.c., mediante deposito in cancelleria di una memoria difensiva, unitamente al fascicolo processuale di parte corredato da documenti. In sede di tempestiva costituzione egli avrà l'onere, a pena di decadenza, di proporre domanda riconvenzionale.

Non diversamente che nel processo ordinario di cognizione, condizione di ammissibilità della domanda riconvenzionale nel processo del lavoro è la discendenza dal titolo già dedotto in giudizio dal ricorrente, o da quello che già appartiene alla causa come mezzo di eccezione (art. 36 c.p.c.). La stessa non deve, inoltre, esorbitare la competenza per materia del Giudice del lavoro, trovando fondamento in uno dei rapporti allo stesso funzionalmente devoluti ai sensi dell'art. 409 c.p.c.

Caratteristica della domanda riconvenzionale è quella di oltrepassare le mere difese (come la richiesta di accertamento negativo del diritto affermato dal ricorrente, Cass. III, n. 26916/2023), o l'allegazione di fatti estintivi, modificativi e impeditivi, tipici dell'eccezione, mirando a conseguire un'utilità in capo al soggetto che la propone, e non soltanto a paralizzare la domanda formulata dalla controparte. Così, ad esempio, la compensazione può assumere il carattere di eccezione riconvenzionale, qualora la deduzione del controcredito abbia il solo scopo di paralizzare l'avversa pretesa, ovvero quella di domanda riconvenzionale, allorché miri ad ottenere una pronuncia di condanna della controparte (Cass. III, n. 13345/2024). Tipico è il caso del datore di lavoro, convenuto per il pagamento di retribuzioni e competenze di fine rapporto, che frapponga un controcredito risarcitorio nei confronti del lavoratore, ad esempio per danneggiamento colposo dei beni aziendali.

Sotto il profilo procedurale, l'art. 418, comma 1 c.p.c. impone al resistente, che agisca in via riconvenzionale ai sensi dell'art. 416 c.p.c., a pena di decadenza dalla domanda medesima, di chiedere al Giudice, con apposita istanza contenuta nella memoria di costituzione in giudizio, di emettere ulteriore decreto di differimento dell'udienza fissata ai sensi dell'art. 420 c.p.c., con fissazione di nuova udienza. Trattandosi di adempimento posto a pena di decadenza, appare evidente che l'inosservanza del precetto comporta l'inammissibilità della riconvenzionale e non è suscettibile di sanatoria (neanche per accettazione del contraddittorio da parte della controparte). Né tale decadenza può essere sanata dall'emissione da parte del Giudice – in difetto della specifica istanza – del decreto di fissazione della nuova udienza, ed è rilevabile, attenendo alla regolarità dell'instaurazione del contraddittorio, anche d'ufficio e in sede di legittimità (Cass. III, 15359/2017).

L'intervenuta decadenza, ai sensi dell'art. 418 c.p.c., per omessa proposizione di istanza di differimento, non esclude che la domanda, dichiarata inammissibile, possa essere proposta in altro giudizio, in considerazione della natura eminentemente processuale della disposizione violata (Cass. sez. lav., n. 18125/2016) né può escludersi che, una volta proposta la domanda in via autonoma, si addivenga alla riunione dei procedimenti per connessione, sortendo gli stessi effetti sostanziali della rituale proposizione della domanda, nel rispetto del precetto di cui all'art. 418 c.p.c. L'inammissibilità della domanda riconvenzionale per omessa formulazione della istanza di spostamento della udienza – comunque – non esclude che il fatto posto a fondamento della stessa possa essere apprezzato come eccezione, cioè a dire ai soli fini di paralizzare l'accoglimento della domanda attrice, qualora rispetto a essa assuma il carattere di fatto estintivo, impeditivo o modificativo del diritto fatto valere dalla parte attrice (Cass. III, n. 15359/2017).

Laddove la domanda riconvenzionale risulti ammissibile, e le formalità di cui all'art. 418, comma 1 c.p.c. rispettate, il Giudice, ricevuto il fascicolo, sarà tenuto al differimento dell'udienza già fissata, ai sensi dell'art. 420 c.p.c., fissando altra udienza di discussione a non oltre cinquanta giorni di distanza dal deposito della memoria di costituzione con riconvenzionale. Il decreto che fissa l'udienza dovrà essere notificato a cura del resistente, unitamente alla memoria difensiva, al ricorrente, entro dieci giorni dalla pronuncia del decreto. Tra la notificazione di tali atti e la data della nuova discussione non dovranno intercorrere meno di venticinque giorni.

Alla stregua di quanto affermato con la sentenza Corte cost. n. 13/1977 e con le successive ordinanze nn. 36 e 64 del 1978, nel rito del lavoro, l'attore convenuto in via riconvenzionale ha gli stessi poteri e correlativamente incorre nelle stesse preclusioni che l'art. 416 c.p.c. prevede per il convenuto in via principale, con la differenza che il termine di riferimento per l'attore convenuto in riconvenzione non è l'udienza di discussione fissata ex art. 415 c.p.c., bensì la nuova udienza da fissarsi in base al meccanismo previsto dall'art. 418 dello stesso codice. L'attore potrà, dunque, depositare memoria nel termine di dieci giorni prima dell'udienza differita, nel quale potrà prendere posizione sulla domanda riconvenzionale e, eventualmente, articolare mezzi di prova necessari a contrastare la domanda riconvenzionale (Cass. III, n. 2289/2009).

Dalla riconvenzionale, in senso stretto e proprio, va distinta la domanda trasversale (anche detta riconvenzionale impropria), che è quella diretta da un convenuto nei confronti di altro convenuto (c.d. co-convenuto) anziché nei confronti del ricorrente. Tale domanda, stante la maggiore affinità strutturale all'istituto della chiamata di terzo che a quello della riconvenzionale propria, comporta l'applicazione del sistema complesso riferibile agli artt. 106,167 comma 3 e 269 c.p.c., sintetizzabile nella necessaria ricorrenza della comunanza di cause o del rapporto di garanzia, nel rispetto delle preclusioni processuali, quanto al luogo e tempo di proposizione (Cass. I, n. 12662/2021), non essendo viceversa applicabile il precetto di cui all'art. 418 c.p.c., riferibile alla riconvenzionale in senso stretto e proprio.

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