Ricorso in appello (art. 434 c.p.c.)

Antonio Lombardi

Inquadramento

Le sentenze rese in primo grado dal Tribunale del lavoro sono appellabili innanzi alla Corte d'appello, in funzione di Giudice del lavoro. La Corte d'appello competente per territorio sarà quella nel cui circondario si trova il Tribunale che ha emesso la sentenza appellata. L'atto introduttivo del giudizio di appello è il ricorso, il cui contenuto è stato innovato per effetto del d.lgs. n. 149/2022, applicabile ai ricorsi introdotti a partire dal 1° marzo 2023, e ulteriormente rimaneggiato dal cd correttivo Cartabia ex d.lgs. n. 164/2024.

Il ricorso, oltre a contenere gli elementi tipici del giudizio di primo grado, deve essere motivato in modo chiaro, sintetico e specifico e, per ciascuno dei motivi, a pena di inammissibilità, deve individuare lo specifico capo della decisione impugnato e, in relazione a questo, indicare: 1) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 2) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata.

Le preclusioni assertive e probatorie coincidono con gli atti introduttivi, nei quali è fatto divieto di proporre domande ed eccezioni nuove, fatta salva la facoltà di ammissione di mezzi di prova d'ufficio, quando siano indispensabili ai fini della decisione.

Formula

RICORSO IN APPELLO EX ART. 433 C.P.C.[1]

ECC.MA CORTE D'APPELLO ...

- SEZIONE LAVORO -

Nell'interesse del Sig. ..., C.F. ..., nato il ... a ..., residente in ..., via ... n. ..., ed elettivamente domiciliato in ..., via ... n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... (PEC ...; fax: ...; C.F. ... che lo rappresenta e difende per delega a margine del presente atto [2]

- appellante -

CONTRO

..., P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ..., via ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ... ed elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. ..., in ..., via ..., giusta procura a margine della memoria di costituzione depositata in data ...

- appellata -

***

Oggetto: Impugnazione della sentenza n. ... emessa in data ... dal Giudice del lavoro di ..., Dott. ..., depositata in cancelleria il ... e notificata il ... (doc. A: copia autentica della sentenza ... ).

***

IL GIUDIZIO DI PRIMO GRADO

Il ricorso introduttivo della causa

***

L'odierno appellante adiva, quindi, il Tribunale di ... avanzando le seguenti conclusioni:

NEL MERITO E IN VIA PRINCIPALE

1. Accertare e dichiarare ....

2. Accertare e dichiarare ....

3. Condannare ....

4. In subordine rispetto al punto precedente: nel caso in cui non venisse ritenuto applicabile quanto disposto dal ..., condannare ....

5. Con rivalutazione monetaria e interessi legali dal sorgere al saldo.

6. Con refusione di spese, diritti e onorari di causa, oltre IVA e CPA.

IN VIA ISTRUTTORIA

Ammettersi prova per interrogatorio formale dei legali rappresentanti delle convenute, nonché prova per testi sui fatti di cui in narrativa dal n. 1 al n. ... da intendersi ivi trascritti e preceduti dalla perifrasi: “È vero che?”, senza inversione del relativo onere, nonché prova contraria sugli eventuali capitoli di controparte.

Si chiede altresì ordinarsi alla società resistente la produzione in giudizio del libro unico del lavoro nel periodo ...

Si chiede ordinarsi alla parte resistente, ai sensi dell'art. 210 c.p.c., l'esibizione di tutti i contratti di appalto/subappalto.

Si indica a testi, con riserva di indicarne ancora, i Signori: ... .

****

A) La memoria di costituzione di ....

B) Lo svolgimento del processo.

Il Giudice di primo grado, esperito inutilmente il tentativo di conciliazione, a scioglimento della riserva assunta il ..., con ordinanza del ... rilevava che la causa era decidibile sulla base degli atti prodotti e rinviava per la discussione all'udienza del ... ed in data ... così decideva ...

***

La decisione così depositata è ingiusta e illogica e, pertanto, si provvede all'impugnazione dei seguenti capi della sentenza:

1) Capo 1, laddove si statuisce: ....

2) Capo 2, laddove si statuisce: ....

3) Capo 3, nella parte in cui condanna l'odierno appellante al pagamento delle spese di lite in favore dell'appellato, liquidate in Euro ... oltre accessori di legge, con distrazione in favore del procuratore antistatario.

Tali capi della sentenza appaiono, difatti, ingiusti ed illogici, risultando erronea la ricostruzione in fatto operata dal Giudice di prime cure, essendo viceversa il fatto da ricostruire correttamente come segue: ....

Il Giudice di prime cure risulta, inoltre, aver operato una non accurata applicazione dei principi di diritto che governano la fattispecie, risultando le seguenti violazioni di legge ... rilevanti ai fini della decisione impugnata per le seguenti ragioni ....

***

In considerazione di quanto sopra la sentenza va pertanto integralmente riformata.

Tutto ciò premesso e considerato, richiamando espressamente anche quanto indicato nel ricorso introduttivo di primo grado, il Sig. ..., ut supra rappresentato, domiciliato e difeso

CHIEDE

che l'Ecc.ma Corte d'appello, previa fissazione dell'udienza ex art. 435 c.p.c., voglia accogliere, in integrale riforma della sentenza n. ..., emessa il ... e depositata il ... dal Giudice del lavoro di ..., Dott. ..., notificata il ..., le seguenti

CONCLUSIONI

Nel merito ed in via principale:

1. Accertare e dichiarare ....

2. Accertare e dichiarare ....

3. Condannare ....

4. Con rivalutazione monetaria e interessi legali dal sorgere al saldo.

5. Con refusione di spese, diritti e onorari di causa, oltre IVA e CPA.

***

IN VIA ISTRUTTORIA

Qualora l'Ill.ma Corte lo ritenga necessario, si chiede ammettersi prova per interrogatorio formale dei legali rappresentanti delle convenute, nonché prova per testi sui capitoli di cui al ricorso di primo grado, da aversi qui interamente trascritti e preceduti dalla perifrasi: “È vero che?”, senza inversione del relativo onere, nonché prova contraria sugli eventuali capitoli di controparte, insistendo per l'ammissione dei testi indicati nel ricorso introduttivo.

Si chiede altresì ordinarsi alla società resistente la produzione in giudizio del libro unico del lavoro relativo ai periodi ...

***

Si producono, mediante deposito telematico, i seguenti documenti:

A. Copia della sentenza n. ....

B. Fascicolo di 1° grado.

Si dichiara che il valore della presente causa è indeterminato ma è esente dal contributo unificato come da dichiarazione allegata alla nota di iscrizione a ruolo [3].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1.  Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

2. L'introduzione del processo civile telematico (PCT) e della possibilità di deposito per via telematica degli atti, ha determinato la necessità di adattamento delle modalità di conferimento della procura alle liti e di deposito della stessa. Nel caso in cui il cliente non sia dotato di firma digitale l'avvocato può provvedere alla conversione digitale e al deposito telematico della procura cartacea. Nel diverso caso in cui il cliente sia dotato di firma digitale certificata, la firma e la controfirma per autentica verranno apposte direttamente sul documento in formato digitale, che sarà poi oggetto di deposito in forma telematica (cfr. art. 83 c.p.c. e art. 18 d.m. n. 44/2011). A partire dal 1° gennaio 2023, per effetto dell'introduzione del nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c., è obbligatorio il deposito con modalità telematiche di atti e documenti.

3. Per le controversie individuali di lavoro o concernenti rapporti di pubblico impiego, e per le controversie di previdenza e assistenza obbligatorie, se le parti siano titolari di un reddito imponibile ai fini dell'imposta personale sul reddito, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a tre volte l'importo previsto dall'art. 76 del d.P.R. n. 115/2002 (per l'ammissione al gratuito patrocinio) vi sarà esenzione dal pagamento del contributo unificato. Nel caso in cui non vi sia esenzione, l'ammontare del contributo sarà pari al 50% rispetto all'importo previsto nel giudizio ordinario di cognizione. Tuttavia, quando l'impugnazione, anche incidentale, è respinta o dichiarata inammissibile o improcedibile, la parte che l'ha proposta è tenuta a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per la stessa impugnazione, principale o incidentale, a norma dell'art. 13, comma 1-bis T.U. Spese Giustizia. Il Giudice dà atto nel provvedimento della sussistenza dei presupposti di cui al periodo precedente, e l'obbligo di pagamento sorge al momento del deposito dello stesso.

COMMENTO

Le sentenze rese in primo grado dal Tribunale del lavoro sono appellabili innanzi alla Corte d'appello, in funzione di Giudice del lavoro, fatta eccezione per quelle di valore non superiore ad Euro 25,82, che l'art. 440 c.p.c. espressamente qualifica come inappellabili (con possibilità, del tutto teorica, di proporre ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost.).

La Corte d'appello competente per territorio sarà quella nel cui circondario si trova il Tribunale che ha emesso la sentenza appellata, ai sensi dell'art. 341 c.p.c., applicabile anche al gravame in materia di lavoro. Nel caso di pluralità di sezioni di Corte d'appello, la causa andrà proposta o assegnata alla sezione tabellarmente destinataria di controversie laburistiche.

L'atto introduttivo del giudizio di appello è il ricorso, il cui contenuto è stato innovato per effetto del d.lgs. n. 149/2022, applicabile ai ricorsi introdotti a partire dal 1° marzo 2023, e ulteriormente rimaneggiato dal c.d. correttivo Cartabia ex d.lgs. n. 164/2024.

Il ricorso, oltre a contenere gli elementi tipici del giudizio di primo grado, deve essere motivato in modo chiaro, sintetico e specifico e, per ciascuno dei motivi, a pena di inammissibilità, deve individuare lo specifico capo della decisione impugnato e, in relazione a questo, indicare: 1) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 2) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata.

Viene, dunque, sul solco delle precedenti modifiche della norma, operate dalla l. n. 134/2012, specificata la necessità che l'atto di impugnazione contenga la chiara individuazione delle questioni e dei punti contestati della sentenza impugnata e, con essi, delle relative doglianze, affiancando alla parte volitiva una parte argomentativa che confuti e contrasti le ragioni addotte dal primo Giudice, senza che occorra l'utilizzo di particolari forme sacramentali o la redazione di un progetto alternativo di decisione da contrapporre a quella di primo grado, tenuto conto della permanente natura di revisio prioris instantiae del giudizio, il quale mantiene la sua diversità rispetto alle impugnazioni a critica vincolata (Cass. sez. lav., n. 20066/2021).

Con il deposito del ricorso si determina la litispendenza del gravame ed è in relazione a tale momento che occorre valutare la tempestività della proposizione dello stesso, in funzione del termine, breve o lungo, di impugnazione (Cass. sez. lav., n. 5699/2007; App. Milano sez. lav., n. 1547/2019).

Vige, inoltre, il divieto di proposizione di domande nuove rispetto a quelle proposte in primo grado, espressione di una modificazione della causa petendi o del petitum, avendo l'appello ad oggetto, anche nel rito del lavoro, la medesima controversia decisa dalla sentenza di primo grado, entro i limiti della devoluzione, quale risulta dagli specifici motivi di appello, che in nessun caso possono ampliare la materia del contendere mediante l'introduzione di domande nuove (Cass. sez. lav., n. 23563/2008). Vige analogo divieto di proposizione di nuove eccezioni, limitato alle eccezioni in senso stretto e proprio, relative a fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto fatto valere in giudizio, non rilevabili di ufficio, e non anche alle eccezioni cosiddette improprie o mere difese, volte soltanto a negare l'esistenza dei fatti posti a fondamento della domanda o a contestare il valore probatorio dei mezzi di istruzione esperiti in primo grado; né il predetto divieto può incidere sull'obbligo del Giudice di appello di riesaminare e di valutare autonomamente, nei limiti segnati dai motivi d'impugnazione, le risultanze istruttorie ai fini del riesame della controversia alla stregua delle censure prospettate dall'appellante (Cass. sez. lav., n. 7621/2015).

Al pari del giudizio di primo grado, la barriera preclusiva per l'articolazione dei mezzi di prova, ai sensi del combinato disposto di cui all'art. 416, comma 3 c.p.c., riferito alla memoria di costituzione ma applicabile al ricorso per effetto del principio di reciprocità fissato dalla Corte costituzionale, con sentenza n. 13/1977, e dell'art. 437, comma 2 c.p.c., si appunta in coincidenza con l'atto introduttivo del giudizio. La mancata articolazione di mezzi di prova o produzione documentale determina, pertanto, decadenza dal diritto all'articolazione e produzione, fatti salvi i poteri ufficiosi.

La barriera preclusiva degli atti introduttivi è ulteriormente aggravata dal divieto di articolazione di nuovi mezzi di prova, fatta eccezione per il giuramento estimatorio e decisorio. Il rigore di tale previsione è attenuato, in primo luogo, dalla possibilità di produzione documentale, giustificata dal tempo della formazione documentale o dall'evolversi della vicenda processuale successivamente al ricorso e alla memoria di costituzione (ad esempio, a seguito di riconvenzionale o di intervento o chiamata in causa del terzo). Vi è, inoltre, l'ulteriore contemperamento – ispirato alla esigenza della ricerca della “verità materiale”, cui è doverosamente funzionalizzato il rito del lavoro, teso a garantire una tutela differenziata in ragione della natura dei diritti che nel giudizio devono trovare riconoscimento – dei poteri d'ufficio del Giudice in materia di ammissione di nuovi mezzi di prova, ai sensi del citato art. 437, comma 2 c.p.c., ove essi siano indispensabili ai fini della decisione della causa. Tali poteri sono, per altro, da esercitare pur sempre con riferimento a fatti allegati dalle parti ed emersi nel processo, a seguito del contraddittorio delle parti stesse (Cass. sez. lav., n. 16358/2024).

Al deposito telematico del ricorso segue l'attivazione del tipico meccanismo di instaurazione del contraddittorio, articolato nell'adozione del decreto di fissazione di udienza da parte del presidente del collegio giudicante, assegnatario del fascicolo, contenente, ai sensi dell'art. 435 c.p.c., la nomina del Giudice relatore. L'appellante, nei dieci giorni successivi al deposito del decreto, dovrà provvedere alla notificazione del ricorso e del pedissequo decreto all'appellato. Tra la data di notificazione e quella dell'udienza di discussione dovrà intercorrere un termine non minore di venticinque giorni.

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