Ricorso in materia previdenziale (art. 442 c.p.c.)

Antonio Lombardi

Inquadramento

L'art. 442 c.p.c. delinea l'ambito delle controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie alle quali, per espressa previsione della norma, si applicano le disposizioni di cui agli artt. 409 e ss. c.p.c. e 147 e ss. disp. att. c.p.c., fatta salva l'applicazione delle norme speciali e, per taluni versi, derogatorie, contenute nel Capo II, dedicato a tale tipologia di controversie. L'atto introduttivo delle controversie previdenziali ed assistenziali è il ricorso, il cui contenuto necessario è definito dall'art. 414 c.p.c., come modificato dalla riforma ex d.lgs. n. 149/2022 e d.lgs. n. 164/2024 (cd Correttivo Cartabia).

La peculiarità della materia previdenziale e assistenziale, e dei diritti controversi, ha indotto il legislatore a dettare una disciplina speciale in materia di spese di giustizia, che trova fondamento nelle norme di cui agli artt. 152 e 152-bis disp. att. c.p.c. e che conforma il contenuto del ricorso introduttivo. Al fine di ottenere l'esenzione del ricorrente, in caso di soccombenza, dal pagamento delle spese, lo stesso sarà tenuto ad effettuare una dichiarazione, nell'atto introduttivo, di titolarità di un reddito imponibile inferiore alla soglia prevista dalla norma. L'art. 152-bis disp. att. c.p.c. prevede, invece, che nelle liquidazioni delle spese di lite in favore delle pubbliche amministrazioni si applica la tariffa vigente per gli avvocati, con la riduzione del 20 per cento degli onorari di avvocato ivi previsti.

Formula

TRIBUNALE DI ... SEZIONE LAVORO

RICORSO EX ART. 442 C.P.C.[1]

Nell'interesse di ..., C.F. ..., nato a ..., residente a ..., via ..., rappresentato e difeso per procura a margine del presente atto [2] dall'Avv. ... (C.F. ...; PEC ...;tel: ... ) presso il cui studio in ..., via ... n. ..., elegge il proprio domicilio

CONTRO

INPS, in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via ... ... n. ...

***

OGGETTO: illegittimità del provvedimento di diniego della domanda di indennità di disoccupazione NASpI; diritto all'indennità di disoccupazione NASpI.

***

FATTO

A. Il rapporto di lavoro del ricorrente e il licenziamento del ...

B. La domanda di indennità di NASpI e il provvedimento di diniego

C. La sussistenza del requisito delle trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti il periodo di disoccupazione

D. Lo stato occupazionale del ricorrente

***

Premesso ed esposto quanto sopra, il ricorrente chiede che il presente ricorso venga accolto per i seguenti motivi di

DIRITTO

A. Sul diritto del ricorrente all'indennità di disoccupazione NASpI

In ragione di tutte le considerazioni che precedono, al ricorrente dovrà essere riconosciuto il diritto all'indennità di disoccupazione, con conseguente condanna di Inps al pagamento della stessa da calcolarsi come per legge.

***

Tanto premesso, il ricorrente, assistito e difeso come in epigrafe, con espressa riserva di agire in separato giudizio per ogni ulteriore e diverso credito vantato,

CHIEDE

che l'Ill.mo Giudice del lavoro, previa fissazione dell'udienza di discussione della presente causa, voglia assumere le seguenti

CONCLUSIONI

NEL MERITO

IN VIA PRINCIPALE

A. accertare e dichiarare il diritto del ricorrente all'indennità di disoccupazione NASpI a far data dal ..., o dalla diversa data ritenuta di giustizia;

B. condannare l'Ente convenuto al pagamento della indennità di disoccupazione NASpI a favore del ricorrente da calcolarsi come per legge;

C. con rivalutazione monetaria e interessi dal sorgere del diritto al saldo;

D. con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa, oltre spese generali 15%, CPA e IVA, da distrarsi in favore del procuratore antistatario.

***

IN VIA ISTRUTTORIA

Senza inversione dell'onere della prova:

– si chiede di essere ammessi alla prova testi sulle circostanze dei capitoli di cui in narrativa, ove le stesse fossero oggetto di contestazione o non documentalmente provate; capitoli da intendersi qui integralmente trascritti e preceduti dalla locuzione “Vero che”; si indica come testimone ...;

– si chiede di essere ammessi alla prova contraria sui capitoli articolati dalla convenuta, anche con i testi dalla stessa indicati.

***

Si producono in copia fotostatica i seguenti allegati:

1. contratto di lavoro a tempo indeterminato ...;

2. comunicazione di licenziamento del ...;

3. stato occupazionale del ...;

4. ricevuta di presentazione della domanda di indennità NASpI;

5. provvedimento di rigetto;

6. ricorso amministrativo del ... e relativa ricevuta;

Si dichiara che il valore della presente causa è indeterminato ma è esente dal contributo unificato come risulta dalla dichiarazione allegata alla nota di iscrizione a ruolo.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

2. L'introduzione del processo civile telematico (PCT), e della possibilità di deposito per via telematica degli atti, ha determinato la necessità di adattamento delle modalità di conferimento della procura alle liti e di deposito della stessa. Nel caso in cui il cliente non sia dotato di firma digitale l'avvocato potrà provvedere alla conversione digitale e al deposito telematico della procura cartacea. Nel diverso caso in cui il cliente sia dotato di firma digitale certificata, la firma e la controfirma per autentica verranno apposte direttamente sul documento in formato digitale, che sarà poi oggetto di deposito in forma telematica (cfr. art. 83 c.p.c. e art. 18 d.m. n. 44/2011). A partire dal 1° gennaio 2023, per effetto dell'introduzione del nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c., è obbligatorio il deposito in forma telematica di atti e documenti.

COMMENTO

L'art. 442 c.p.c. delinea l'ambito delle controversie in materia di previdenza e assistenza obbligatorie alle quali, per espressa previsione della norma, si applicano le disposizioni di cui agli artt. 409 e ss. c.p.c. e 147 e ss. disp. att. c.p.c., fatta salva l'applicazione delle norme speciali e, per taluni versi, derogatorie, contenute nel Capo II, dedicato a tale tipologia di controversie.

Il primo comma individua, nell'ambito della categoria generale, le controversie derivanti dall'applicazione delle norme riguardanti le assicurazioni sociali, gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali, gli assegni familiari nonché ogni altra forma di previdenza e assistenza obbligatorie.

L'ambito delineato dalla norma appare di chiara ampiezza e onnicomprensività, anche in ragione della previsione di chiusura, ricomprendendo qualsiasi controversia in materia di sicurezza sociale nella quale sia coinvolta una posizione giuridica attiva o passiva, con l'unico limite rappresentato da disposizioni speciali, che assegnino la controversia ad altro Giudice, sottoponendola a regole processuali diverse.

Le controversie assoggettate, per effetto del comma 1, alle disposizioni del rito del lavoro sono quelle di previdenza e assistenza obbligatorie esercitate da enti pubblici quali, in particolare, l'INPS e l'INAIL. Nell'ambito della più vasta categoria è dato distinguere le prestazioni di assistenza sociale, di natura alimentare, in quanto fondate esclusivamente sullo stato di bisogno del beneficiario (es: assegno di invalidità, pensione di inabilità etc.) dalle prestazioni previdenziali, che presuppongono l'esistenza di un rapporto assicurativo ed hanno più ampia funzione di tutela (Cass. sez. lav., n. 19020/2018; Cass. S.U., n. 10454/2015).

In virtù del secondo comma, rientrano nella competenza del Giudice del lavoro anche le controversie relative all'inosservanza degli obblighi di assistenza e previdenza derivanti da contratti e accordi collettivi, ancorché essi coinvolgano società assicuratrici estranee al sistema pubblicistico della previdenza e assistenza sociale, e anche se la contestazione, dedotta dal lavoratore, abbia ad oggetto l'inosservanza dell'obbligo, in capo al datore di lavoro, di versare i premi alla società assicuratrice, trattandosi di obbligo che consegue direttamente dal rapporto di lavoro – che si pone quale antecedente necessario e non occasionale della pretesa, senza che assuma rilievo l'eventuale cessazione del rapporto medesimo – e si concretizza in una prestazione periodica e integrativa del trattamento economico pensionistico (Cass. VI, n. 4571/2013).

Esulano, viceversa, dall'ambito di applicazione della norma e sono assoggettate alle regole ordinarie di competenza e rito, le controversie relative a forme di assicurazione privata liberamente assunte in favore di determinate categorie di lavoratori, in relazione alle quali non opera il principio di automatismo delle prestazioni.

L'atto introduttivo delle controversie previdenziali ed assistenziali è il ricorso, il cui contenuto necessario è definito dall'art. 414 c.p.c., come precisato dalla recente riforma ex d.lgs. n. 149/2022 e d.lgs. n. 164/2024 (cd Correttivo Cartabia).

Esso deve contenere: a) l'indicazione del Giudice; b) il nome, il cognome, il codice fiscale e la residenza o il domicilio del ricorrente, il nome, il cognome, il codice fiscale e la residenza o il domicilio o la dimora nonché l'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi del convenuto; se ricorrente o convenuto è una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, il ricorso deve indicare la denominazione o ditta nonché la sede del ricorrente o del convenuto; c) la determinazione dell'oggetto della domanda; d) l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto sui quali si fonda la domanda con le relative conclusioni; e) l'indicazione specifica dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e in particolare dei documenti che si offrono in comunicazione.

Appare, dunque, evidente come, in omaggio ai principi di immediatezza e concentrazione, diversamente da quanto disposto per il rito ordinario di cognizione, il thema decidendum ac probandum debba essere compiutamente delineati sin dagli atti introduttivi del giudizio, momento nel quale si appuntano le preclusioni istruttorie ed assertive, fatti salvi i poteri di modificazione e precisazione della domanda ex art. 420 c.p.c., ed i poteri ufficiosi del Giudice in materia istruttoria ai sensi dell'art. 421 c.p.c. (Cass. sez. lav., n. 25899/2021).

Analogo ragionamento deve iterarsi con riferimento alle articolazioni istruttorie, non essendovi spazio – salvo casi eccezionali di rimessione in termini, di proposizione di domande riconvenzionali da parte del resistente e di ammissione d'ufficio dei mezzi di prova, ispirata all'esigenza di coniugare il principio dispositivo con la ricerca della verità materiale (Cass. sez. lav., n. 23605/2020).

Ai sensi dell'art. 16-bis, comma 1-bis del d.l. n. 179/2012, a partire dal 30 giugno 2015, è stata introdotta la facoltà di deposito del ricorso introduttivo del giudizio di cui all'art. 414 c.p.c. in modalità telematica che, per effetto della legislazione emergenziale pandemica e, per effetto del nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022, si è trasformata nell'obbligo di deposito telematico di atti.

L'art. 443 c.p.c. prevede, quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale relativa alle controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie, l'esaurimento dei procedimenti prescritti dalle leggi speciali per la composizione in sede amministrativa della questione devoluta, ovvero il decorso dei termini per il compimento dei procedimenti o del termine di 180 giorni dalla proposizione del ricorso amministrativo. L'omessa proposizione della domanda amministrativa, che costituisce un presupposto dell'azione giudiziaria, determina la radicale improponibilità di tale azione (e della relativa domanda). Viceversa, in caso di mancato esperimento del procedimento amministrativo per la composizione delle controversie in materia di previdenza ed assistenza sociale si avrà temporanea improcedibilità e sospensione del procedimento giurisdizionale, in attesa del perfezionamento del procedimento, in luogo della radicale improponibilità.

La peculiarità della materia previdenziale e assistenziale e dei diritti controversi ha indotto il legislatore a dettare una disciplina speciale in materia di spese di giustizia, che trova fondamento nelle norme di cui agli artt. 152 e 152-bis disp. att. c.p.c.

La prima norma prevede l'esenzione della parte soccombente nei giudizi per l'ottenimento di prestazioni assistenziali e previdenziali dal pagamento delle spese, competenze ed onorari, ivi inclusi accessori di legge e spese di CTU, laddove la stessa risulti titolare, nell'anno precedente a quello della pronuncia, di un reddito imponibile pari o inferiore al doppio del reddito previsto per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, calcolato sulla base dei criteri di cui al d.P.R. n. 115/2022. L'esenzione è condizionata, sotto il profilo processuale, alla presentazione di una dichiarazione ad hoc nelle conclusioni del ricorso introduttivo del giudizio, non necessariamente di primo grado, potendo i requisiti della norma configurarsi nei gradi successivi del giudizio.

L'onere del ricorrente, che versi nelle condizioni reddituali per poter beneficiare dell'esonero degli oneri processuali in caso di soccombenza, a rendere apposita dichiarazione nelle conclusioni dell'atto introduttivo si interpreta nel senso che l'onere autocertificativo debba essere assolto con il ricorso introduttivo, esplicando la sua efficacia, senza necessità di ulteriore reiterazione, anche nelle fasi successive, e valendo fino all'esito definitivo del processo, l'impegno di comunicare eventuali variazioni reddituali che facciano venir meno le condizioni di esonero (Cass. VI, n. 25199/2015; cfr. contra, Cass. VI, n. 545/2015 secondo cui occorre una esplicita reiterazione dell'istanza per ogni fase o grado del giudizio).

Il requisito formale si ritiene soddisfatto dalla redazione di dichiarazione sostitutiva su istanza separata, espressamente richiamata in seno all'atto introduttivo e materialmente congiunta ad esso (Cass. sez. lav., n. 17978/2022). Occorre, inoltre, che la dichiarazione sia sottoscritta dalla parte personalmente, a pena di inefficacia, poiché a tale dichiarazione la norma annette un'assunzione di responsabilità non delegabile al difensore, stabilendo l'impegno a comunicare, sino a che il processo non sia definito, le variazioni rilevanti ai limiti reddituali (Cass. sez. lav., n. 30594/2022).

La ratio della norma, in evidenza mirata a favorire il richiedente di prestazioni alimentari, in ragione della presunzione della condizione di minorazione, disagio, o difficoltà economica in cui lo stesso versa, appare recessiva di fronte al comportamento di mala fede processuale che lo stesso serbi, tanto da indurre il legislatore a fare salvo il disposto dell'art. 96, comma 1 c.p.c., concependo una responsabilità per danni del richiedente che abbia agito con dolo o colpa grave.

A chiusura della disposizione, e a parziale temperamento della regola di esenzione dalla condanna alle spese della parte soccombente, si dispone che le spese, competenze ed onorari liquidati dal Giudice nei giudizi per prestazioni previdenziali (regola, pertanto, inoperante nei giudizi assistenziali) non possono superare il valore della prestazione dedotta in giudizio, e a tal fine parte ricorrente, a pena di inammissibilità del ricorso, sarà tenuta a formulare apposita dichiarazione del valore della prestazione, quantificandone l'importo nelle conclusioni dell'atto introduttivo.

Chiude la disciplina speciale in materia di spese di giustizia l'art. 152-bis disp. att. c.p.c., che prevede che, nelle liquidazioni delle spese di lite in favore delle pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, del d.lgs. n. 165/2011, e successive modificazioni, se assistite da propri dipendenti ai sensi dell'art. 417-bis c.p.c. (a titolo esemplificativo, funzionari del Ministero del lavoro e dell'INPS), si applica la tariffa vigente per gli avvocati, con la riduzione del 20% degli onorari di avvocato ivi previsti. La riscossione avviene mediante iscrizione al ruolo ai sensi del d.P.R. n. 600/1973.

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