Atto di precetto su sentenza

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'atto di precetto costituisce un'intimazione stragiudiziale ad adempiere nei confronti del debitore risultante dal titolo esecutivo il comando giuridico ivi versato, corredato dall'avvertimento che, in mancanza, si procederà ad esecuzione forzata.

Formula

ATTO DI PRECETTO SU SENTENZA

Il Sig. ..., rappresentato e difeso [1] , come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. ... (C.F. ... ), ed elettivamente domiciliato presso lo studio dello stesso in ..., via ...

PREMESSO CHE

– con sentenza n. ... del ..., il Tribunale di ..., nella causa iscritta al n. ... del Ruolo Generale dell'anno ... promossa da ... nei confronti di ..., così disponeva: “ ... ”;

– detta sentenza veniva registrata all'Agenzia delle Entrate di ..., versando l'importo di Euro ...;

– copia di tale sentenza è stata notificata in data ... [2];

INTIMA E FA PRECETTO

a ..., nato il ... a ..., C.F. ... di provvedere entro il termine di giorni 10 [3] dalla notificazione del presente atto [4] al pagamento in favore di ... delle seguenti somme:

sorte capitale ...

interessi maturati alla data del ...

compenso liquidato in sentenza ...

spese liquidate in sentenza ...

spese di registrazione della sentenza ...

spese di notificazione del titolo esecutivo ...

compenso per la redazione del precetto ...

rimborso spese generali (15%) ...

CPA 4% su Euro ...

IVA 22% su Euro ...

TOTALE COMPENSI, CPA E IVA ...

TOTALE SPESE ...

TOTALE ...

oltre agli interessi al saggio di ..., a decorrere dalla data di notificazione del presente atto e sino al saldo;

AVVERTE

IL DEBITORE CHE:

– in difetto di adempimento nel termine sopra indicato, si procederà ad esecuzione forzata;

- il giudice competente per l'esecuzione è ...;

– può, con l'ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, porre rimedio alla situazione di eventuale sovra indebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore [5].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto di precetto ed alla successiva esecuzione forzata e agli eventuali giudizi di opposizione l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ...

Firma Avv. ...

1. L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione, può essere sottoscritto anche dal creditore personalmente, senza necessità della difesa tecnica che, pertanto, è solo facoltativa.

2. In alternativa, l'art. 479 c.p.c. prevede che la notificazione del titolo esecutivo avvenga contestualmente a quella dell'atto di precetto. In ogni caso, il titolo esecutivo, in omaggio a quanto previsto dal secondo comma dopo la riforma realizzata dalla l. n. 80/2005, deve essere notificato alla parte personalmente: dunque, la semplice notificazione della sentenza al procuratore costituito è idonea e necessaria a far decorrere i termini brevi per l'impugnazione (Cass. S.U., n. 12898/2011), ma per procedere ad esecuzione forzata occorrerà in ogni caso notificare la sentenza (e il precetto).

3. Salvo che sia autorizzata l'esecuzione immediata ex art. 482 c.p.c., è possibile procedere ad esecuzione forzata solo laddove sia decorso un termine non inferiore a giorni 10 e non superiore a giorni 90, secondo le indicazioni contenute nell'atto di precetto. Il termine entro il quale l'obbligazione deve essere adempiuta è non inferiore a dieci giorni: la mancata o la diversa assegnazione al debitore del termine non determina, tuttavia, la nullità del precetto, ma comporta soltanto che l'esecuzione non possa essere iniziata prima che sia decorso detto termine (Cass. III, n. 55/2002).

4. L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale, deve essere notificato alla parte personalmente in omaggio al disposto dell'art. 480, comma 4. L'omessa o irregolare notifica del precetto può essere fatta valere dall'intimato mediante opposizione agli atti esecutivi (Cass. III, n. 7047/1997). Peraltro, la nullità della notifica dell'atto di precetto è di regola sanata per raggiungimento dello scopo processuale dell'atto quando è proposta da parte del debitore opposizione agli atti esecutivi, salvo che il vizio di notificazione sia di tale gravità da determinare l'inesistenza della stessa ovvero l'impossibilità di raggiungere il suo scopo tipico, lasciando all'intimato un termine ad adempiere inferiore a dieci giorni (Cass. VI, n. 13038/2013).

5. L'atto di precetto deve essere corredato di tale avvertimento in forza dell'art. 13, comma 1, lett. a), del d.l. n. 83/2015, conv., in l. n. 132/2015.

Commento

Il precetto è un atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione forzata mediante il quale il creditore intima il debitore ad adempiere spontaneamente al comando giuridico contenuto nel titolo esecutivo, avvertendolo che, in difetto, procederà, entro il termine indicato, ad esecuzione forzata.

Il precetto è un atto stragiudiziale e, quindi, può essere validamente sottoscritto dalla parte o da un suo procuratore ad negotia.

Il secondo comma dell'art. 480 c.p.c. prevede che l'atto di precetto deve contenere, a pena di nullità, l'indicazione delle parti, la data di notificazione del titolo esecutivo, ove non contestuale a quella del precetto, nonché la trascrizione integrale del titolo nell'atto di precetto nelle ipotesi in cui detta trascrizione è prevista.

Nonostante l'art. 480 c.p.c. sanzioni con la nullità del precetto l'omessa indicazione delle parti, la dottrina è incline a ritenere che tale vizio non sussista qualora l'identificazione delle stesse sia comunque possibile attraverso gli altri elementi del precetto o risulti dal titolo esecutivo contestualmente notificato o trascritto nell'atto. L'indicazione della data di notifica del titolo esecutivo è richiesta, a pena di nullità, qualora la notifica del titolo sia stata effettuata separatamente, ossia precedentemente alla notificazione del precetto.

L'indicazione della data di notifica del titolo esecutivo è richiesta, a pena di nullità, qualora la notifica del titolo sia stata effettuata separatamente, ossia precedentemente alla notificazione del precetto.

Il comma 3 dell'art. 480 c.p.c. prevedeva sinora che il precetto dovesse contenere anche la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il Giudice competente per l'esecuzione, precisando che, in difetto di tale indicazione, le opposizioni al precetto si propongono davanti al Giudice del luogo in cui è stato notificato, e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del Giudice stesso.

Ciò comportava che il comune nel quale il creditore, con l'atto di precetto, abbia dichiarato la propria residenza od eletto il proprio domicilio, ai sensi dell'art. 480, comma 3, deve ritenersi coincidente con quello in cui ha sede il Giudice dell'esecuzione, e, pertanto, vale a determinare la competenza territoriale sull'opposizione al precetto medesimo proposta prima dell'instaurazione del procedimento esecutivo (artt. 26 e 27), mentre l'eventuale contestazione di detta coincidenza (per non esservi in quel comune beni appartenenti all'esecutando, né la residenza del debitore di quest'ultimo), può essere sollevata soltanto dall'opponente, al fine di invocare la competenza del diverso Giudice del luogo in cui è stato notificato il precetto, e non anche dallo stesso creditore, che resta vincolato alla suddetta dichiarazione od elezione (Cass. III, n. 13219/2010).

Sul comma 3 dell'art. 480 c.p.c. era intervenuta la Corte Costituzionale con una fondamentale pronuncia interpretativa di rigetto (Corte cost. n. 480/2005) a seguito della quale è ormai incontroverso, in giurisprudenza, che, alla stregua di un'interpretazione costituzionalmente orientata, la detta previsione nella parte in cui consente al debitore di eseguire la notificazione dell'atto di opposizione all'esecuzione presso la cancelleria del Giudice del luogo in cui gli è stato notificato il precetto soltanto qualora il creditore precettante abbia del tutto omesso l'indicazione della residenza o l'elezione di domicilio, mentre, in caso contrario, la notifica dell'atto di opposizione deve essere effettuata nel luogo indicato dal creditore e non nella cancelleria, diversamente potendo il creditore precettante ignorare l'intervenuta opposizione.

Il terzo comma della disposizione in esame è stato tuttavia sostituito dal recentissimo d.lgs. n. 164/2024 con la previsione secondo cui Il precetto deve inoltre contenere l'indicazione del giudice competente per l'esecuzione e, se è sottoscritto dalla parte personalmente, la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il giudice oppure l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o l'elezione di un domicilio digitale speciale. In mancanza, le opposizioni al precetto si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis.

Come evidenziato nella Relazione Illustrativa, considerata la completa informatizzazione del processo, si prevede, in primo luogo, che nell'atto di precetto sottoscritto dalla parte personalmente l'indicazione della residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione possono essere sostituite dall'indicazione di un indirizzo di posta elettronica certificata o dall'elezione di un domicilio digitale speciale. In mancanza, le notificazioni continueranno ad essere effettuate presso la cancelleria, salvo, tuttavia, che il destinatario non sia un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata oppure ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'art. 3-bis, comma 1-bis del Codice dell'Amministrazione giudiziale. In questa ipotesi, infatti, può trovare applicazione l'art. 149-bis c.p.c. che, nella formulazione contestualmente modificata dallo stesso d.lgs. n. 164/2024, stabilisce che se la notifica non può essere effettuata secondo le predette modalità occorre distinguere se non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa non imputabile al destinatario, o meno. In particolare, si prevede che, se la notificazione non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa imputabile al destinatario, l'ufficiale giudiziario la esegue mediante inserimento dell'atto da notificare nel portale dei servizi telematici gestito dal Ministero della giustizia, unitamente ad una dichiarazione sulla sussistenza dei presupposti per l'inserimento, all'interno di un'area riservata collegata al codice fiscale del destinatario e generata dal portale e accessibile al destinatario. La notificazione si ha per eseguita, per il destinatario, nel decimo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento o, se anteriore, nella data in cui egli accede all'area riservata.

L'art. 13, comma 1, lett. a), del d.l. n. 83/2015, conv., in l. n. 132/2015 ha previsto che l'atto di precetto deve essere corredato dall'avvertimento per il debitore “civile” che può accedere alle forme di composizione della crisi disciplinate dalla l. n. 3/2012 (e, oggi, dal d.lgs. n. 12/2019, c.d. Codice della crisi di impresa).

La norma era rimasta silente circa le conseguenze dell'omissione di detto avviso.

La Corte di cassazione, con la pronuncia n. 23343/2022, ha chiarito che detto avvertimento ha la finalità, precipuamente “promozionale”, di stimolare o incentivare l'accesso a una delle citate procedure, il quale non è comunque precluso dall'inizio o dalla progressione dell'esecuzione, sicché la relativa omissione non determina la nullità, bensì una mera irregolarità, dell'atto di intimazione.

Sotto altro profilo, nella più recente giurisprudenza di legittimità, nel sottolineare che in sede esecutiva configura abusivo frazionamento del credito il contegno del creditore che, senza alcun vantaggio o interesse, notifichi plurimi atti di precetto in forza di diversi titoli esecutivi nei confronti del medesimo debitore, si è affermato che il giudice dell'esecuzione è tenuto a liquidare al creditore procedente le sole spese e compensi professionali corrispondenti a quelli strettamente necessari per la notifica d'un solo precetto in relazione ad un valore pari alla somma dei titoli esecutivi separatamente azionati, il cui numero può assumere rilievo esclusivamente nella determinazione del compenso tra i valori minimi e massimi della forbice tariffaria prevista, escluso ogni automatismo (Cass. n. 13606/2024; Cass. n. 6513/2023).

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