Istanza per la declaratoria di esecutorietà del lodo arbitrale

Rosaria Giordano

Inquadramento

Il lodo arbitrale rituale per essere esecutivo nel territorio dello Stato deve essere dichiarato tale con decreto da parte del Tribunale nel circondario del quale è stata stabilita la sede dell'arbitrato.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

ISTANZA [2] PER LA DECLARATORIA DI ESECUTORIETÀ DEL LODO ARBITRALE

Il Sig. ..., rappresentato e difeso, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. ...

ESPONE CHE

— con convenzione d'arbitrato in data ..., demandava ad arbitri la decisione della controversia insorta con ...;

— nella convenzione la sede dell'arbitrato veniva individuata nel circondario di questo Tribunale;

— gli arbitri pronunciavano e sottoscrivevano il lodo in data ...;

CHIEDE CHE

l'adito Tribunale, a norma dell'art. 825 c.p.c., dichiari esecutivo il predetto lodo arbitrale [3].

Si depositano:

originale (oppure copia conforme) della convenzione d'arbitrato [4];

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi agli effetti del presente atto l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ...

Firma Avv. ...

1. La competenza è demandata al tribunale nella cui circoscrizione è stata stabilita la sede dell'arbitrato; detta competenza è inderogabile (Cass. VI, n. 107/2014).

2. Si ritiene che la stessa sia implicita nel deposito del lodo presso la cancelleria del Giudice competente.

3. La decisione è effettuata in realtà dal Giudice monocratico a seguito di un controllo di mera regolarità formale del lodo.

4. All'istanza devono essere allegati la convenzione ed il lodo arbitrale in originale o copia conforme (cfr. Trib. Milano 27 maggio 2010).

Commento

Il lodo arbitrale rituale, pur munito della medesima efficacia della sentenza a decorrere dall'ultima delle sottoscrizioni ex art. 824-bis c.p.c., per essere eseguito nel territorio dello Stato deve, nondimeno, essere corredato dell'exequatur del Tribunale.

La relativa disciplina è contenuta nell'art. 825 c.p.c. per il quale la relativa istanza si propone depositando il lodo in originale, o in copia conforme, unitamente alla convenzione di arbitrato, presso la cancelleria del tribunale nel cui circondario vi è la sede dell'arbitrato.

Il Giudice adito decide sull'istanza con decreto, a fronte di un controllo in ordine alla regolarità formale del lodo, ossia volto esclusivamente alla verifica degli adempimenti preordinati alla esecutorietà (istanza della parte, deposito del lodo nelle forme previste, allegazione della convenzione di arbitrato) ed al riscontro dei presupposti formali del lodo stesso (carattere rituale del lodo, sottoscrizione degli arbitri) (App. Bari I, 16 agosto 2011, in Riv. arbitrato, 2013, I, 135, con nota di Odorisio).

È controverso se in detta sede possa essere verificata la natura rituale ovvero irrituale del lodo, atteso che in quest'ultimo caso alla decisione non potrebbe essere attribuita efficacia esecutiva (in senso affermativo v., tra le altre, Trib. Asti 20 dicembre 2012).

Il procedimento è ricondotto dalla S.C. alla giurisdizione volontaria, sebbene non assoggettato alle relative norme processuali (cfr. Cass. I, n. 1553/1995).

Avverso il decreto che concede o nega l'exequatur può essere proposto reclamo dinanzi alla Corte d'appello entro trenta giorni dalla comunicazione.

La S.C. ha ritenuto è inammissibile il ricorso per cassazione ex art. 111, comma 7, Cost. avverso il provvedimento della corte d'appello che, in sede di reclamo, abbia negato l'esecutorietà del lodo. Tale decisione è stata fondata sul rilievo per il quale, anche se la decisione incide sul diritto della parte vittoriosa nel procedimento arbitrale al conseguimento del titolo esecutivo, per il rifiuto dell'atto che conferisce al lodo tale efficacia, essa non le preclude definitivamente l'esercizio della facoltà di procedere ad esecuzione forzata, ben potendo agire in via ordinaria per fare accertare, in un giudizio a cognizione piena, la sussistenza dei requisiti cui è subordinata l'efficacia esecutiva del lodo, ovvero, in alternativa, provvedere nuovamente al deposito dello stesso, corredato eventualmente della documentazione della quale sia stata precedentemente rilevata la mancanza o l'irregolarità (Cass. I, n. 21739/2016).

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