Comparsa di costituzione e risposta con rilievo dell'incompetenza territoriale inderogabile (art. 28 c.p.c.)InquadramentoPer l'incompetenza per materia, per valore e per territorio l'art. 38, comma 1 c.p.c. pone l'onere di eccepirle a pena di decadenza nella comparsa di risposta tempestivamente depositata e, quindi, ai sensi dell'art. 166 c.p.c., almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, ma che, ai sensi dell'art. 38, comma 3 c.p.c., l'incompetenza per materia, valore e territorio inderogabile possono essere anche rilevate d'ufficio dal giudice con il decreto previsto dall'art. 171-bis o, nei procedimenti ai quali non si applica l'art. 171-bis c.p.c., non oltre la prima udienza (ai sensi delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024 recante disposizioni integrative e correttive al d.lgs. n. 149/2022 che ha eliminato l'inciso “non oltre l'udienza di cui all'articolo 183”). La derogabilità del foro viene esclusa dall'art. 28 c.p.c. in alcune controversie e, precisamente, per le cause previste nei nn. 1, 2, 3 e 5 dell'art. 70 c.p.c., ovvero per quelle in cui è previsto l'intervento obbligatorio del P.M.; per i processi di esecuzione forzata, di opposizione all'esecuzione e agli atti esecutivi; per i procedimenti cautelari e possessori; per i procedimenti in camera di consiglio e, infine, per ogni altro caso in cui l'inderogabilità sia disposta espressamente dalla legge. Quanto a quest'ultima ipotesi può ricordarsi, ex multis, il foro erariale (art. 25 c.p.c.), ovvero il foro fallimentare (adesso disciplinato dall'art. 27 del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza); le controversie in materia di affitto di azienda (artt. 21 e 447-bis c.p.c.) e in materia previdenziale; ovvero la competenza territoriale inderogabile prevista dagli artt. 33, comma 2, lett. u) e 66-bis, d.lgs. n. 206/2005, ossia il Codice del Consumo. Proprio con riguardo a tale ultima fattispecie, la competenza territoriale inderogabile è rilevabile d'ufficio dal giudice, il quale è tenuto ad accertare il possesso della qualità di consumatore anche in caso di inerzia della parte che aveva invocato il foro del consumatore (Cass. III, n. 15699/2024). La competenza territoriale inderogabile è prevista solo nei casi indicati dall'art. 28 c.p.c., e non si estende a situazioni diverse, come ad esempio la richiesta di pagamento di interessi ai sensi del d.lgs. n. 231/2002 dovuti per pregressi ritardi nei pagamenti delle spettanze (Cass. II, n. 17144/2024). Un cenno va fatto alla competenza delle sezioni specializzate agrarie e della sezione specializzata per l'impresa; con riferimento alle prime la giur. del Supremo Collegio ha precisato che la competenza territoriale delle sezioni specializzate agrarie a conoscere delle controversie a loro funzionalmente devolute è inderogabile in ragione delle particolari situazioni dei luoghi, che mutano da una zona all'altra per la diversità della natura e delle fertilità dei terreni, delle pratiche colturali e delle consuetudini, sicché tali controversie non possono essere esaminate da una sezione specializzata diversa da quella nella cui circoscrizione si trova il fondo oggetto del rapporto (Cass. VI, n. 17477/2015). Con riferimento alla sezione specializzata per l'impresa la Cassazione ha precisato che il rapporto tra sezione ordinaria e sezione specializzata in materia di impresa, nello specifico caso in cui entrambe le sezioni facciano parte del medesimo ufficio giudiziario, non attiene alla competenza, ma rientra nella mera ripartizione degli affari interni all'ufficio giudiziario, da cui l'inammissibilità del regolamento di competenza, richiesto d'ufficio ai sensi dell'art. 45 c.p.c.; rientra, invece, nell'ambito della competenza in senso proprio la relazione tra la sezione specializzata in materia di impresa e l'ufficio giudiziario diverso da quello ove la prima sia istituita (Cass. S.U., n. 19882/2019). Il giudizio che viene introdotto con la querela di falso in via principale non può prevedere altre domande, nemmeno se dipendenti dall'esito della querela e nemmeno domande risarcitorie (Cass. I, n. 13190/2006). Alla base del giudizio di querela di falso vi è un'esigenza di tutela di interessi di natura pubblica; per questo motivo il legislatore rende obbligatorio l'intervento del P.M. nel relativo giudizio a pena di nullità insanabile del procedimento e rilevabile ex officio ai sensi dell'art. 158 c.p.c. Ed infatti, la competenza a conoscere della querela di falso in via principale ex art. 221 c.p.c. appartiene inderogabilmente, stante il previsto intervento obbligatorio del P.M., al giudice individuabile secondo il criterio del foro generale delle persone di cui agli artt. 18 ss. c.p.c., e, laddove si tratti di persona giuridica, ex art. 19 c.p.c., in base alla sede (Cass. n. 18484/2006). FormulaTRIBUNALE DI ... [1] COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [2] Il Sig. ... [3], nato a ... il ... (C.F. ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ..., C.F. ... P.I. ... )], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... C.F. ... [fax ... ] [4], posta elettronica certificata ..., che lo rappresenta e difende in forza dell'allegata procura alle liti ... . -convenuto- CONTRO Il Sig. ..., C.F ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... . -attore- PREMESSO CHE [5] – con atto di citazione notificato in data ... il Sig. ... ha convenuto dinanzi al Tribunale di ... il Sig. ..., nell'ambito del giudizio di querela di falso promosso in via principale per la dichiarazione di falsità del seguente atto ... ; -L'odierno comparente eccepisce, in via pregiudiziale l'incompetenza territoriale del Tribunale adito, trattandosi competenza territoriale inderogabile, considerata l'obbligatorietà dell'intervento del P.M. exartt. 70, n. 5, c.p.c. e 221 c.p.c., comma 3; – ed infatti l'esponente è residente e domiciliato in ..., ossia entro l'ambito territoriale del Tribunale di ... ; – nel merito contesta quanto ex adverso dedotto in merito all'asserita falsità del documento in quanto ... ; CONCLUSIONI – in via pregiudiziale, Voglia l'Ill.mo Tribunale adito dichiarare la propria incompetenza in favore del Tribunale di ... ; – in subordine e nel merito, rigettarsi tutte le avverse domande; Con rimborso delle spese di lite e degli accessori previsti per legge. In via istruttoria deposita i seguenti documenti: ... . Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Nella presente formula si indica uno schema della comparsa di costituzione e risposta al solo fine di prevedere l'inserimento dell'eccezione di incompetenza territoriale inderogabile; si rinvia il modello di riferimento alla formula della comparsa di risposta nel processo ordinario di cognizione. 2. Ricordo nuovamente che il d.lgs. n. 149/2022, nel modificare la fase introduttiva del giudizio di cognizione ordinaria ha modificato il termine per la costituzione del convenuto (che deve essere oggetto di avvertimento nell'atto di citazione) che è stato fissato a 70 giorni prima dell'udienza, al fine di consentire lo scambio delle memorie scritte antecedentemente all'udienza di prima comparizione. 3. La formula è predisposta per il caso che convenuta sia una persona fisica, con conseguente radicamento della competenza presso il giudice del luogo in cui il convenuto ha la residenza o il domicilio. 4. Il d.lgs. n. 164/2024, recante disposizioni correttive e integrative del d.lgs. n. 149/2022, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta. 5. Il d.lgs. n. 149/2022, codificando i principi di chiarezza e sinteticità degli atti processuali ha portato anche all'inserimento negli artt. 163, comma 3, n. 4 e 167, comma 1 c.p.c., della espressione “in modo chiaro e specifico” con riferimento al contenuto dell'atto di citazione e della comparsa di risposta. In particolare si richiede che l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto che costituiscono le ragioni della domanda sia effettuata dall'attore in modo chiaro e specifico e che, dall'altro lato, il convenuto, nel proporre tutte le sue difese nella comparsa di costituzione e risposta prenda posizione in modo chiaro e specifico sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda. COMMENTOA norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il «Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari» applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema: a.Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto; b.Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c.Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio; d.Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione; e.L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi; f.Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale; g.Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti; h.Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i.L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale; j.Il valore della controversia; k.La richiesta di distrazione delle spese; l.L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono. Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di: a.80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b.50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c.10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza. Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi. Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a, b, c, d, h, i, l, m, n; l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note. Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3. Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali. L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali. |