Istanza del custode per la liquidazione del compenso nell'espropriazione mobiliare (art. 522 c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

Il custode ha diritto al compenso solo qualora lo abbia richiesto e gli sia stato riconosciuto dall'ufficiale giudiziario al momento della nomina. Tale disciplina non sembra trovare applicazione, tuttavia, per l'Istituto Vendite Giudiziarie, i cui compensi sono fissati dal Ministero della Giustizia ai sensi dell'art. 159, comma 3, disp. att. c.p.c. Non hanno diritto al compenso i soggetti indicati dal comma 1 dell'art. 521 c.p.c., ovvero le parti ed i loro familiari. Il compenso del custode rientra nell'ambito delle spese dell'esecuzione e, pertanto, ai sensi dell'art. 95 c.p.c. deve essere posto a carico del debitore in sede di distribuzione della massa attiva.

Formula

TRIBUNALE DI ...

ISTANZA DEL CUSTODE PER LA LIQUIDAZIONE DEL COMPENSO (ART. 522 C.P.C.)

Ill.mo Giudice dell'esecuzione mobiliare

Il sottoscritto ..., nominato custode giudiziario, con provvedimento n ... nella procedura esecutiva mobiliare n. R.G.E. ... promossa da ... nei confronti di ...

CHIEDE

che gli vengano liquidati, in relazione all'incarico svolto, i seguenti compensi [1] , calcolati in forza del d.m. n. 80/2009, come di seguito specificati, oltre oneri previdenziali:

– Compenso generale correlato al valore di vendita o aggiudicazione del bene [2]

– Compenso per attività specifiche svolte ex art. 6 d.m. 80/2009[3]

– Rimborsi per spese vive ... [4]

–  ....

A detrarre acconto percepito.

Per un totale di Euro ...

Con osservanza.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Il custode ha diritto al compenso soltanto qualora lo abbia richiesto e gli sia stato riconosciuto dall'ufficiale giudiziario al momento della nomina. Tale disciplina non sembra trovare applicazione, tuttavia, per l'Istituto Vendite Giudiziarie, i cui compensi sono fissati dal Ministero della Giustizia ai sensi dell'art. 159, comma 3, disp. att. Non hanno diritto al compenso i soggetti indicati dal primo comma dell'art. 521, ovvero le parti ed i loro familiari.

2. Il compenso è previsto dall'art. 4 del d.m. n. 80/2009 e calcolato, salvo che per particolari categorie di beni, in proporzione su scaglioni correlati al valore di vendita o di assegnazione.

3. Si tratta di un compenso specifico, correlato, ad esempio, all'asporto ed al trasferimento del bene.

4. Il custode, anche se non ha diritto al compenso, deve essere rimborsato per le spese documentate sostenute per l'attività di custodia.

Commento

Il custode ha diritto al compenso soltanto qualora lo abbia richiesto e gli sia stato riconosciuto dall'ufficiale giudiziario al momento della nomina.

Tale disciplina non sembra trovare applicazione, tuttavia, per l'Istituto Vendite Giudiziarie, i cui compensi sono fissati dal Ministero della Giustizia ai sensi dell'art. 159, comma 3, disp. att. c.p.c.

Non hanno diritto al compenso i soggetti indicati dal primo comma dell'art. 521 c.p.c., ovvero le parti ed i loro familiari.

A riguardo, la S.C. ha evidenziato che deve escludersi il diritto a compenso in tutti i casi in cui sia nominata custode una delle parti in lite, anche se con il consenso della controparte, posto che, se il contendente nominato custode risultasse poi soccombente, non avrebbe titolo per ottenere dalla controparte il compenso per un'attività resa necessaria da una sua pretesa o da una sua resistenza prive di fondamento, e se, viceversa, risultasse vittorioso, la sua attività si sarebbe risolta nella gestione del bene in favore di sé medesimo, onde sarebbe incongruo attribuirgli un compenso da porre a carico della controparte (Cass. I, n. 4870/1997).

Il compenso del custode rientra nell'ambito delle spese dell'esecuzione e, pertanto, ai sensi dell'art. 95 c.p.c. deve essere posto a carico del debitore in sede di distribuzione della massa attiva.

Nell'ipotesi in cui non si pervenga alla distribuzione del ricavato (perché, ad esempio, il bene rimane invenduto) o qualora lo stesso sia insufficiente il compenso resta a carico del creditore procedente (dovendo escludersi che sia invece a carico del creditore intervenuto che non abbia compiuto atti di impulso del procedimento: Cass. sez. lav., n. 24443/2010).

Il decreto con cui il giudice dell'esecuzione liquida il compenso al custode dei beni pignorati, pur se emesso in sede di distribuzione del ricavato della vendita, ha natura d'ingiunzione di pagamento nei confronti della parte indicata nel provvedimento come obbligata all'anticipazione del compenso e pertanto avverso lo stesso è esperibile l'opposizione a decreto ingiuntivo e non il ricorso straordinario cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. (Cass. III, ord., n. 2625/2003).

Il custode, anche se non ha diritto al compenso, deve essere rimborsato delle spese sostenute per la custodia dei beni pignorati.

Le spese devono essere anticipate dal creditore procedente e se ciò non avviene il custode può rifiutare l'incarico, dovendo altrimenti sostenerle e potendo richiederne il pagamento al giudice dell'esecuzione con il ricavato dalla vendita dei beni pignorati (Cass. III, n. 2875/1976).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario