Istanza di riduzione del pignoramento presso terzi (art. 546, comma 2 c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 496 c.p.c. su istanza del debitore o anche d'ufficio, quando il valore dei beni pignorati è superiore all'importo delle spese e dei crediti di cui all'articolo precedente, il Giudice, sentiti il creditore pignorante e i creditori intervenuti, può disporre la riduzione del pignoramento. Tale situazione può determinarsi in quanto il creditore ha la possibilità di pignorare beni anche per un valore eccedente il proprio credito considerata la possibilità che altri creditori intervengano nella procedura e che il bene potrebbe perdere in parte il proprio valore nei successivi ribassi di vendita. Dopo la riforma di cui alla l. n. 80/2005, la riforma opera anche nell'espropriazione presso terzi nell'ambito della quale potrà essere richiesta la riduzione proporzionale dei singoli pignoramento oppure la declaratoria di inefficacia di parte di essi.

Il contributo unificato dovuto all'atto dell'iscrizione a ruolo è di Euro 139,00 con esclusione delle procedure esecutive di valore inferiore a Euro 2.500,00 che sono assoggettati al contributo unificato di Euro 43,00. Le spese forfettarie sono pari a Euro 27,00.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

ISTANZA DI RIDUZIONE DEL PIGNORAMENTO PRESSO TERZI [2]

Il Sig. ..., debitore esecutato nella procedura esecutiva R.G. ..., rappresentato e difeso, giusta procura in calce al presente atto, dall'Avv. ..., presso lo studio del quale in ..., via ..., è elettivamente domiciliato;

PREMESSO CHE

— in data ..., il Sig. ... ha promosso in suo danno, dinanzi al Tribunale di ..., la procedura di espropriazione presso terzi n. ..., assoggettando a pignoramento il credito di Euro ... vantato dall'esponente nei confronti di ...;

— in data ..., il Sig. ... ha promosso in suo danno, dinanzi al Tribunale di ..., la procedura di espropriazione presso terzi n. ..., assoggettando a pignoramento il credito di Euro ... vantato dall'esponente nei confronti di ...;

— il credito fatto valere dal creditore procedente ammonta ad Euro ...;

— l'importo degli interessi ammonta ad Euro ...;

— l'importo delle spese dell'esecuzione ammonta ad Euro ...;

— considerato che il complesso dei crediti pignorati ammonta ad Euro ..., importo significativamente superiore a quello delle spese e dei crediti di cui all'art. 495 c.p.c.;

CHIEDE

che la S.V., ai sensi degli artt. 546 e 496 c.p.c., riduca proporzionalmente i singoli pignoramenti sino alla concorrenza dell'importo precettato aumentato della metà [3].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi ai fini della redazione del presente atto l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ...

Firma Avv. ...

1. La competenza spetta, nell'assetto attuale, dopo la riforma di cui al d.l. n. 132/2014, al Tribunale del luogo di residenza, domicilio o dimora del debitore.

2. L'istanza di riduzione del pignoramento non implica alcuna contestazione da parte del debitore in ordine alla sussistenza della pretesa del creditore, contestazione che comporta, invero, la proposizione dell'opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c. In tale direzione nella giurisprudenza di merito si è ritenuto che il debitore deve adire il Giudice dell'esecuzione e non quello della cognizione per dedurre la violazione degli artt. 496,558,483 e 504 c.p.c., potendo solo successivamente impugnare in sede contenziosa l'eventuale provvedimento integralmente o parzialmente pregiudizievole, giacché tali contestazioni sono inidonee ad introdurre un'azione di accertamento negativo del diritto di procedere ad esecuzione forzata o della legittimità di un singolo atto esecutivo, nella quale si sostanziano le opposizioni previste dagli art. 615, comma 2, e 617, comma 2 c.p.c. (Trib. Salerno III, 11 gennaio 2016, n. 86).

3. L'ordinanza che dispone (o che non dispone) la riduzione del pignoramento è opponibile ex art. 617 c.p.c. e, pertanto, non può essere assoggettata a ricorso straordinario per cassazione (Cass. III, n. 21325/2010).

COMMENTO

Nella giurisprudenza di legittimità è consolidato l'orientamento in omaggio alla quale il rapporto tra ammontare dei beni pignorati e necessità del processo esecutivo non può essere aprioristicamente determinato, dal momento che, nel corso del processo, sono consentiti gli interventi dei creditori i quali, se privilegiati, concorrono sul ricavato conservando la loro prelazione e, se chirografari, concorrono a parità degli altri, ove spieghino rituale e tempestivo intervento.

Pertanto, il creditore pignorante è legittimato ad espropriare più di quanto sarebbe necessario per soddisfare il suo credito e il Giudice cui sia richiesta la riduzione del pignoramento deve tener conto di questa eventualità nell'esercizio del potere discrezionale di cui all'art. 496 c.p.c., senza che possa ritenersi sussistente l'illegittimità del procedimento per il solo fatto del pignoramento eccessivo (Cass. III, n. 3952/2006).

L'istituto della riduzione del pignoramento può trovare applicazione anche nel caso di più procedimenti espropriativi del medesimo tipo contro il medesimo debitore ed in qualunque forma di esecuzione forzata (Verde, Pignoramento in generale, Napoli, 1964, 786).

La riduzione del pignoramento può essere disposta dal Giudice dell'esecuzione d'ufficio ovvero richiesta dal debitore.

La S.C. ha chiarito che la norma di cui all'art. 496 costituisce una «misura speciale di salvaguardia» a tutela del debitore, volta ad evitare eccessi nell'uso del procedimento di esecuzione forzata, di talché non sussistono limiti temporali alla possibilità del debitore di domandare la riduzione del pignoramento ed a quella del Giudice di disporla.

Con particolare riguardo al pignoramento presso terzi, la l. n. 80/2005 ha risolto in senso affermativo la questione, in precedenza controversa, relativa all'operatività dell'istituto della riduzione del pignoramento nell'espropriazione presso terzi.

È stato quindi previsto che sia possibile addivenire a detta riduzione quando si determina un eccesso nel pignoramento derivante dai pignoramenti eseguiti presso più terzi, con possibilità anche di declaratoria di inefficacia, con ordinanza, di taluni di essi.

Peraltro, la previsione, ad opera dell'art. 26-bis c.p.c., come modificato dal d.l. n. 132/2014, della competenza per l'espropriazione presso terzi del luogo di residenza del debitore e non già, come avveniva in precedenza, del foro del debitor debitoris, rende più facilmente apprezzabile da parte del medesimo Tribunale l'istanza di riduzione del pignoramento presso terzi presentata dal debitore a fronte delle diverse procedure, iscritte nel medesimo ufficio giudiziario, in proprio danno.

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