Dichiarazione del terzo pignorato attestante l'esistenza di vincoli pregressi (art. 547 c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'espropriazione presso terzi ha la peculiarità di costituire un rapporto trilatero, ruotando intorno alla dichiarazione del terzo, debitor debitoris, che rimane peraltro estraneo alla procedura esecutiva. La dichiarazione nella quale il terzo attesta l'esistenza di vincoli pregressi impedisce al creditore di soddisfarsi con la pronuncia dell'ordinanza di assegnazione. A fronte di una dichiarazione siffatta, il creditore può richiedere l'accertamento dell'obbligo del terzo, definito, almeno in prima battuta, dal giudice dell'esecuzione con ordinanza avente efficacia endoprocedimentale, ed opponibile ex art. 617 c.p.c.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

DICHIARAZIONE DEL TERZO PIGNORATO AI SENSI DELL'ART. 547 C.P.C.

Il sottoscritto ..., nato il ... a ..., C.F. ..., in qualità di terzo pignorato (oppure, di legale rappresentante della società terza pignorata) [2], visto l'atto di pignoramento presso terzi notificato in data ..., nella procedura promossa dal Sig. ... nei confronti del Sig. ...;

DICHIARA

– di essere debitore nei confronti del Sig. ... delle seguenti somme ..., in dipendenza di ..., e che si tratta di somme esigibili e superiori all'importo precettato aumentato della metà, entro i limiti del quale saranno custodite in favore della procedura;

– che alla data della notifica dell'atto di pignoramento i predetti crediti non erano oggetto di precedenti sequestri;

– che, peraltro, alla data della notifica dell'atto di pignoramento, i predetti crediti risultavano oggetto di cessione a favore di ..., notificata in data ... [3];

– che i predetti crediti sono stati inoltre oggetto un altro precedente pignoramento, eseguito in data ..., a favore di ... e che il dichiarante ha reso la dichiarazione ex art. 547 c.p.c. in data ... [4].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Il tribunale competente per l'espropriazione presso terzi, dopo la riforma di cui al d.l. n. 132/2014, è quello del luogo di residenza del debitore. Quanto ai pignoramenti nei confronti di Pubbliche Amministrazioni, occorre considerare che il 22 giugno 2022, tuttavia, è entrato in vigore l'art. 1, comma 29, della l. n. 206/2021 (recante «Delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata»), mediante il quale il legislatore ha novellato l'art. 26-bis, comma 1, del c.p.c. prevedendo che le parole: «il giudice del luogo dove il terzo debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede» siano sostituite dalle seguenti: «il giudice del luogo dove ha sede l'ufficio dell'Avvocatura dello Stato nel cui distretto il creditore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede».

2. In ogni caso, la dichiarazione può essere resa dal terzo anche mediante difensore munito di procura speciale.

3. E/o accettata entro una determinata data.

4. Sul punto è stato chiarito che, ove il terzo nel rendere la dichiarazione di cui all'art. 547 dichiari che il credito è già stato in parte pignorato ed assegnato, ma non fornisca gli elementi essenziali per determinare l'entità e la scadenza di tale precedente assegnazione, il creditore che pignori per secondo il medesimo credito ha l'onere di impugnare nelle forme prescritte tale dichiarazione, se vuole far accertare la consistenza della prima assegnazione. Qualora, invece, il creditore pignorante per secondo ciò non faccia, chiedendo puramente e semplicemente l'assegnazione del credito pignorato, egli accetta il rischio derivante dalle predette carenze e consistente nell'incertezza della data di effettiva e totale estinzione del precedente debito; in tal caso, mancando nel titolo esecutivo elementi univoci idonei alla puntuale determinazione della precedente assegnazione, occorre far riferimento all'entità oggettiva del credito precedente, da accertarsi anche con apposita opposizione all'esecuzione intentata contro il terzo debitore costituito debitore del creditore originario con l'ordinanza di assegnazione (Cass. III, n. 3851/2011).

COMMENTO

L'espropriazione di cui agli artt. 543 ss. ruota intorno alla dichiarazione del terzo che, se positiva, rende specifico l'oggetto del pignoramento (Tarzia, L'oggetto del processo d'espropriazione, Milano, 1961, 321).

La riforma del 2014 ha completato il percorso iniziato dalla novella del 2006, nel senso che, attualmente, il terzo, a prescindere dalla natura del credito, non è più onerato di rendere la dichiarazione all'udienza bensì in forma scritta, a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento o posta elettronica certificata.

La dichiarazione positiva del terzo ha l'effetto di precludere a questi la possibilità di contestare quanto affermato, salva l'eliminazione di quanto dichiarato a seguito di riconoscimento di avere reso la dichiarazione per errore di fatto o violenza (Colesanti, Il terzo debitore nel pignoramento di crediti, Milano, 1967, 412; Travi, Espropriazione presso terzi, in Nss. Dig. It., VI, Torino, 1960, 962) e di rendere specifico l'oggetto del pignoramento (Tarzia, L'oggetto del processo d'espropriazione, cit., 321).

È incontroverso che il credito assoggettato al pignoramento deve essere esistente al momento della dichiarazione positiva resa dal terzo ovvero, per il caso di dichiarazione negativa e di instaurazione del giudizio volto all'accertamento del suo obbligo (in relazione alle procedure esecutive instaurate prima del 1° gennaio 2013), al momento in cui è pronunciata la sentenza conclusiva di tale giudizio, restando invece irrilevante che il credito non esista al momento della notificazione del pignoramento (Cass., sez. lav., n. 24686/2021; Cass. III, n. 12113/2013).

Ciò implica che, se pure è resa dal terzo una dichiarazione negativa (o soltanto parzialmente positiva), lo stesso è onerato di integrarla laddove sopravvengano elementi attivi del rapporto in favore del debitore sino al momento dell'assegnazione ovvero, nell'ipotesi di instaurazione del relativo giudizio, alla definizione del procedimento di accertamento dell'obbligo del terzo.

Sebbene l'art. 547 c.p.c. preveda che la dichiarazione debba essere resa mediante raccomandata o posta elettronica certificata può ritenersi valida per raggiungimento dello scopo concreto dell'atto processuale una dichiarazione fornita in forme diverse come, ad esempio, fax, e-mail purché non vi siano dubbi su provenienza ed autenticità (Trapuzzano , L'espropriazione presso terzi: dichiarazione e mancata comparizione, in Giustiziacivile.com, 2014, n. 3).

L'art. 547 c.p.c. stabilisce, inoltre, che la dichiarazione deve essere inviata dal terzo pignorato al creditore entro 10 giorni dalla notifica del pignoramento ma tale termine non è indicato come perentorio: appare peraltro opportuno, come si è osservato in dottrina, che i giudici dell'esecuzione tengano conto di una dichiarazione, specie se positiva, inviata tardivamente, piuttosto che dare luogo ad un accertamento incidentale sull'esistenza dell'obbligo del terzo ed avuto riguardo altresì alla circostanza che la richiamata modifica dei criteri di collegamento della competenza territoriale potrebbe rendere per il terzo oltremodo impegnativa la partecipazione all'udienza (D'alessandro, L'espropriazione presso terzi, in Luiso, Processo civile efficiente e riduzione dell'arretrato, Torino, 2014, 84).

La dichiarazione potrebbe essere non positiva (o non totalmente tale) anche per l'esistenza di precedenti vincoli derivanti da sequestri sugli stessi crediti, da una cessione di credito ritualmente notificata e/o accettata, da un precedente pignoramento.

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