Relazione di notifica a persona di famiglia (art. 139, comma 2, c.p.c.)InquadramentoAi sensi dell'art. 139, comma 2 c.p.c., se il destinatario non viene reperito nella casa di abitazione o dove ha l'ufficio o esercita l'industria o il commercio, l'ufficiale giudiziario consegna una copia dell'atto a una persona di famiglia o addetta alla casa, all'ufficio o all'azienda, purché non minore di quattordici anni o non palesemente incapace. Per quanto riguarda in particolare la notifica a persona di famiglia, la giurisprudenza ritiene che nella nozione vadano compresi non soltanto i componenti del nucleo familiare in senso stretto ma anche gli ulteriori parenti o affini anche se non stabilmente conviventi con il destinatario. La Cassazione ha specificato che la notifica della cartella di pagamento a mani di un familiare del destinatario, eseguita presso la residenza del primo, che sia diversa da quella del secondo, non determina l'operatività della presunzione di convivenza non meramente occasionale tra i due, con conseguente nullità della notificazione medesima, non sanata dalla conoscenza aliunde che ne abbia il destinatario, ove non accompagnata dalla sua costituzione; né può ritenersi raggiunto lo scopo della notificazione della cartella di pagamento, qualora l'impugnazione abbia avuto ad oggetto il successivo preavviso di fermo amministrativo e non la cartella prodromica (da ultimo Cass. V, n. 7267/2020). Si è però chiarito che in caso di notifica presso la residenza del destinatario dell'atto, in difetto di espresse prescrizioni limitative contenute nel secondo comma dell'art. 139 del c.p.c., legittimato a ricevere l'atto da notificarsi, per conto del destinatario assente, è chiunque si trovi con lui, pur non coabitando o convivendo, in rapporto personale o di interessi tale da fare escludere la eccezionalità o la mera occasionalità della sua presenza nella casa e da rendere certo, secondo un giudizio di normalità, che una volta assunto l'incarico di trasmettere l'atto ricevuto alla persona alla quale è destinato, lo esegua effettivamente e fedelmente in tempi e modi adeguati a realizzare lo scopo della notificazione. Persone di famiglie, ai sensi della citata norma, pertanto, devono ritenersi non solo i componenti del nucleo familiare in senso stretto, ma anche gli altri parenti e affini, non legati da un rapporto di stabile convivenza, purché la loro presenza nella casa di abitazione del destinatario non sia del tutto occasionale (Cass. V, n. 7706/2005). È nulla la notifica qualora l'ufficiale giudiziario non indichi espressamente il motivo per cui ha dovuto derogare all'ordine di successione dei soggetti indicato dall'art. 139 c.p.c. (Cass. II, n. 9206/2005; Cass. S.U., n. 8214/2005). Nell'opinione giurisprudenziale dominante la successione delle persone cui l'atto può essere notificato è tassativa e non derogabile e, per persona di famiglia ai sensi del secondo comma della disposizione si possono intendere non soltanto i parenti intesi in senso stretto ma anche altri parenti o addirittura affini e non legati da una convivenza stabile, purché la loro presenza all'interno dell'abitazione del destinatario non sia del tutto occasionale (Cass. VI, n. 5729/2012). La riforma 2022 sulla disciplina delle notificazioni nel codice di rito Il d.lgs. n. 149/2022 nell'attuare i criteri di delega relativi alle notifiche telematiche e al riordino e implementazione del processo telematico, ha modificato l'art. 137, comma 2 c.p.c. introducendo espressamente le notifiche effettuate dall'avvocato. Sono stati inoltre introdotti due nuovi commi alla stessa disposizione normativa, ossia i commi 6 e 7, che prevedono ora che l'avvocato esegue le notificazioni nei casi e con le modalità previste dalla legge e che l'ufficiale giudiziario esegue la notificazione su richiesta dell'avvocato se quest'ultimo non deve eseguirla a mezzo di posta elettronica certificata o di servizio elettronico di recapito certificato qualificato, o con altra modalità prevista dalla legge, salvo che l'avvocato dichiari che la notificazione con queste modalità non è possibile o non ha avuto esito positivo per cause non imputabili al destinatario. Di questa dichiarazione deve darsi atto nella relata di notifica. Pertanto la c.d. Riforma Cartabia ha introdotto per le notificazioni il principio per cui la PEC è il primo mezzo di notificazione degli atti giudiziari (c.d. PEC first). La notifica può essere pertanto richiesta all'ufficiale giudiziario solo in via residuale e, in particolare, ove sia attinente a un procedimento pendente al 28 febbraio 2023 (data di entrata in vigore delle nuove norme); il destinatario non sia un soggetto che ha l'obbligo di munirsi di domicilio digitale risultante dai registri pubblici e non si è avvalso della facoltà di eleggerlo; il destinatario ha un domicilio digitale risultante dai pubblici registri ma non è stato possibile effettuare la notifica tramite PEC per causa non imputabile al destinatario; il destinatario sia un'impresa o un professionista iscritto nell'indice INI-PEC (art. 6-bis codice amministrazione digitale) ma non sia stato possibile eseguire la notifica tramite PEC per causa imputabile al destinatario ma non si sia potuto inserire l'atto nell'area web di cui all'art. 359 del c.c.i.i. perché non ancora attiva; infine qualora il destinatario abbia eletto domicilio digitale (artt. 3-bis, comma 1-bis e 6-quater c.a.d.) ma questa notifica non sia stata possibile o non abbia avuto esito positivo per causa imputabile al destinatario. In tutte queste ipotesi l'avvocato potrà utilizzare la notifica degli atti giudiziari tramite ufficiale giudiziario rilasciando però una dichiarazione ex art. 137, comma 7 c.p.c. (su cui si veda la relativa Formula). Sulle novità della notifica a mezzo PEC si veda R. Nardone, La validità della notifica effettuata dall'ufficiale giudiziario dopo la riforma del processo civile, in IUS Processo civile, secondo la quale in mancanza della dichiarazione ex art. 137, comma 7 c.p.c. si potrà verificare una mera irregolarità ove non vi siano dubbi sul soggetto che ha ricevuto la notifica dell'atto o comunque sia possibile determinare la data. Va altresì segnalato che la disciplina della riforma 2022 incide anche sul contenuto dell'art. 139 c.p.c. prevedendosi ora la soppressione della firma del portiere o del vicino del destinatario, così semplificando l'attività notificatoria dell'ufficiale giudiziario. Ciò perché, come specifica la Relazione illustrativa, non si può prevedere se il ricevente sia munito di firma digitale né può imporglisi di procurarsela, e, pertanto, l'ufficiale giudiziario dovrebbe, come adesso, portare sempre con sé anche una ulteriore copia cartacea su cui il ricevente, eventualmente diverso dal destinatario, possa apporre la sua firma autografa, copia cartacea che poi va materialmente restituita al richiedente che deve conservarla. La soppressione della firma da parte del ricevente, quando la consegna viene fatta da un pubblico ufficiale come l'ufficiale giudiziario che inoltre restituisce relazione scritta dell'attività svolta, con valore probatorio di atto pubblico, estende a casi analoghi, senza modificarne in alcun modo la natura, la potestà certificatoria che l'ufficiale giudiziario ha già con riferimento alle ipotesi in cui il ricevente rifiuti la firma o non possa firmare e agevola il flusso telematico degli atti processuali. FormulaRELAZIONE DI NOTIFICAZIONE A PERSONA DI FAMIGLIA ART. 139, COMMA 2, C.P.C. Ad istanza [1] dell'Avv. ..., con studio legale in ... via ..., n. ..., nella qualità di procuratore domiciliatario del Sig. ..., io sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto all'Ufficio Notifiche di ... ho notificato una copia dell'atto al Sig. ..., tramite consegna di busta chiusa e sigillata su cui è stato trascritto il cronologico della notifica, contenente una copia conforme all'originale effettuata in mani proprie della Sig.ra ... moglie (va indicato il rapporto di parentela o di convivenza) [2], poiché al momento il destinatario non era presente presso la sua abitazione [3] in ... in via ... ed al civico ... [4] . Luogo e data ... Firma dell'Ufficiale Giudiziario ... 1. La mancata indicazione della parte richiedente la notificazione dell'atto processuale ne importa la nullità solo quando produce incertezza assoluta su tale parte, che ricorre esclusivamente ove da detto atto non sia possibile in alcun modo ricavare ad istanza di chi la medesima notificazione è stata eseguita (Cass. n. 14150/2020). 2. Si è predisposta la formula in relazione alla notifica a persona di famiglia (la norma come detto in Inquadramento prevede nell'ordine che, in mancanza del destinatario, l'ufficiale giudiziario possa notificare appunto a persona di famiglia e poi ad addetto alla casa, all'ufficio o all'azienda, purché non minore di 14 anni e non palesemente incapace. È sufficiente l'esistenza di un vincolo di parentela o affinità tale da far presumere che l'atto giungerà al destinatario senza che sia necessario il requisito della convivenza (Cass. VI, n. 21362/2010). Se però la persona di famiglia è reperita in un luogo diverso dall'abitazione, e quindi in ufficio, o nel luogo di esercizio dell'industria o del commercio, è richiesto che il consegnatario sia convivente con il destinatario (Cass. S.U., n. 250/1999). La produzione di una certificazione anagrafica o di stato di famiglia non è idonea a superare la presunzione normativa di cui all'art. 139, comma 2 c.p.c., circa la qualità di addetto alla casa del consegnatario dell'atto notificato (Cass. III, n. 4066/2024). 3. L'identità fra destinatario dell'atto ed il ricevente rende irrilevante il luogo in cui tale consegna è effettuata, non richiedendosi nessun tipo di indagine circa il domicilio, la residenza o la dimora dello stesso (Cass. II, n. 2323/2000). Con le modifiche apportate dal d.lgs. n. 196/2003 è preferibile che la consegna avvenga “presso la casa di abitazione” e solo ove ciò non risulti possibile, in qualunque luogo il destinatario venga reperito. 4. Se la notifica è stata effettuata presso l'azienda, l'ufficio ecc. bisogna indicare la stessa. COMMENTOL'art. 149-bis c.p.c., inserito dal d.l. n. 193/2009, convertito in l. n. 24/2010, antecedentemente alla riforma apportata dal d.lgs. n. 149/2022, prevedeva che, in assenza di un espresso divieto di legge, la notificazione poteva eseguirsi a mezzo di posta elettronica certificata, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo. Nell'ottica di implementazione del processo civile telematico, il d.lgs. n. 149/2022 (c.d. Riforma Cartabia) è intervenuta sull'art. 149-bis c.p.c., prevedendo l'obbligo di notificazione a mezzo posta elettronica certificata da parte dell'Ufficiale Giudiziario qualora il destinatario sia un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato risultante dai pubblici elenchi oppure quando il destinatario ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'art. 3-bis, comma 1-bis, del c.a.d. Qualora si proceda secondo questa modalità, l'ufficiale giudiziario trasmette una copia informatica dell'atto sottoscritta con la firma digitale all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante dai pubblici elenchi o, comunque, accessibili alle pubbliche amministrazioni. Il perfezionamento della notifica si ha nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata del destinatario. Per quanto concerne la relazione prevista dall'art. 148 c.p.c., l'ufficiale giudiziario la redige su un documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici (determinati con apposito decreto del Ministero della Giustizia). Con il d.lgs. n. 164/2024 si è perfezionata la disciplina della notificazione a mezzo posta elettronica certificata eseguita dall'ufficiale giudiziario ai sensi dell'articolo 149-bis, procedendo ad un intervento additivo sul secondo comma, una sostituzione del terzo comma e l'introduzione di un ultimo comma dopo il sesto. In relazione al secondo comma si è previsto che l'ufficiale giudiziario possa trasmettere all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario, risultante da pubblici elenchi o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni, non solo la copia informatica dell'atto sottoscritta con firma digitale ma anche, in alternativa, il duplicato informatico dell'atto stesso, che consiste in un documento informatico ottenuto mediante la memorizzazione della medesima sequenza di bit del documento originario. L'intervento sostitutivo del terzo comma elimina una distonia tra notifiche effettuate con modalità tradizionali (a mani o mediante il servizio postale) e notifiche a mezzo PEC, prevedendo anche in relazione a queste ultime la scissione del momento di perfezionamento della notifica per il soggetto notificante e per il destinatario. Anche nel caso di notifiche via PEC, infatti, può accadere che l'adempimento venga effettuato dall'ufficiale giudiziario in un momento successivo a quello in cui il richiedente gli ha trasmesso gli atti. Si prevede quindi che la notifica si intende perfezionata, per il soggetto notificante, nel momento in cui il documento informatico da notificare è consegnato all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata di quest'ultimo. Infine, l'intervento aggiuntivo del settimo comma della disposizione colma una lacuna normativa disciplinando l'ipotesi in cui la notifica non possa essere effettuata a mezzo posta elettronica certificata o l'invio di questa non vada a buon fine. In particolare, si prevede che se ciò avviene per causa non imputabile al destinatario si dovrà procedere nelle forme “tradizionali”, mentre se avviene per cause imputabili al destinatario (che ad es. non ha curato di mantenere attiva e capiente la sua casella di posta) l'atto sarà depositato in una apposita area web esposta nel portale dei servizi telematici del Ministero della giustizia e accessibile al destinatario. A tal fine, si prevede – anche allo scopo di garantire la conoscibilità e al contempo la riservatezza dell'atto – che l'area web sia generata automaticamente dal portale e sia collegata al codice fiscale del destinatario, e che l'atto da notificare debba essere accompagnato da una dichiarazione dell'ufficiale giudiziario circa la sussistenza dei presupposti per procedere secondo tali modalità. Analogamente a quanto avviene con le notifiche a mezzo posta in caso di assenza del destinatario, poi, si prevede che per quest'ultimo la notifica si intende perfezionata con il decorso di dieci giorni dall'inserimento ovvero, se anteriore, nella data in cui egli accede all'area riservata. La riforma 2022 incide anche sul tempo delle notificazioni al fine di disciplinare il tempo della notificazione effettuata per via telematica prevedendosi ora che le notificazioni a mezzo posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato possono essere eseguite senza limiti di orario. Queste notificazioni si intendono perfezionate, per il notificante, nel momento in cui è generata la ricevuta di accettazione e, per il destinatario, nel momento in cui è generata la ricevuta di avvenuta consegna. Se questa è generata tra le ore 21 e le ore 7 del mattino seguente, la notificazione si intende perfezionata per il destinatario alle ore 7. La legge 29 aprile 2024 n. 56 (pubblicata in G.U. 30 aprile 2024), che ha convertito il d.l. n. 19/2024 recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)” ha inserito dopo l'art. 25, l'art. 25-bis rubricato “Disposizioni per favorire l'impiego di mezzi telematici per le notificazioni di atti civili, amministrativi e stragiudiziali da parte degli avvocati” con l'obiettivo di semplificare il procedimento notificatorio nell'ottica del perseguimento degli obiettivi del PNNR sull'efficienza del sistema giudiziario. La disposizione in questione ha inciso sull'art. 3 della l. n. 53/1994, il cui comma 2-bis ora prevede che «È consentita la notificazione tramite un invio postale generato con mezzi telematici. A tal fine, nella relazione di notificazione il notificante dà atto delle modalità di invio e indica il nome, il cognome, la residenza o dimora o domicilio del destinatario, nonché il domicilio del notificante, il numero del registro cronologico di cui all'articolo 8 e gli elementi previsti dal comma 2 del presente articolo. L'atto è sottoscritto digitalmente dal notificante nel rispetto della normativa processuale, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. L'ufficiale postale appone la propria firma digitale o un sigillo elettronico qualificato sul documento informatico, stampa la copia da notificare e l'avviso di ricevimento e confeziona il piego raccomandato, riportando su ciascuna pagina della copia da notificare il numero identificativo dell'invio postale e attestando la conformità della copia al documento informatico trasmesso. Nell'avviso di ricevimento sono contenute le indicazioni di cui al comma 2». Va ricordato che l'art. 3, commi 1 e 2, della l. n. 53/1994 sono relativi alla notifica in proprio da parte dell'avvocato in modalità cartacea tramite l'ufficio postale. Con l'inserimento del nuovo comma 2-bis si permette all'avvocato la notifica in proprio dell'atto tramite “un invio postale generato con mezzi telematici”. Sicché l'avvocato che non può ottemperare all'obbligo di notifica attraverso la PEC può scegliere se notificare tramite l'UNEP, in proprio tramite l'ufficio postale secondo le disposizioni dell'art. 3 l. n. 53/1994 o, infine, in proprio tramite l'ufficio postale utilizzando l'invio generato con mezzi telematici ai sensi del nuovo comma 2-bis della l. n. 53/1994. Ai sensi della nuova previsione il notificante nella relata di notifica deve dare atto: • Delle modalità dell'invio; • Indicare nome, cognome, residenza o dimora o domicilio del destinatario nonché il domicilio del notificante; • Il numero del registro cronologico di cui all'art. 8 l. n. 53/1994; Gli elementi previsti dall'art. 2 della stessa legge che prevede che «per le notificazioni di atti effettuate prima dell'iscrizione a ruolo della causa o del deposito dell'atto introduttivo della procedura, l'avviso di ricevimento deve indicare come mittente la parte istante e il suo procuratore; per le notificazioni effettuate in corso di procedimento, l'avviso deve indicare anche l'ufficio giudiziario e, quando esiste, la sezione dello stesso». L'atto deve poi essere sottoscritto dal notificante nel rispetto della normativa processuale, anche regolamentare, relativa alla sottoscrizione, trasmissione e ricezione dei documenti informatici. |