Ordine di liberazione dell'immobile pignorato (art. 560 c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'art. 560 c.p.c. – cruciale ai fini dell'equilibrio che il legislatore processuale vuole prevedere nell'espropriazione immobiliare nella tutela, rispettivamente, del creditore e debitore – è stata oggetto di plurimi interventi normativi, sino al recentissimo d.lgs. n. 149/2022, emanato in base alla delega di cui alla l. n. 206/2021, in vigore per le procedure promosse dalla data del 28 febbraio 2023. La norma individua espressamente nella pronuncia del decreto di trasferimento il momento dopo il quale può essere disposta dal Giudice dell'esecuzione, almeno di regola, la liberazione dell'immobile pignorato che sia abitato dal debitore e dalla sua famiglia. Vi sono tuttavia alcune ipotesi nelle quali – come nell'esemplificazione proposta – talune condotte del debitore possono giustificare l'emanazione da parte del Giudice dell'esecuzione dell'ordine di liberazione ante tempus.

Formula

TRIBUNALE DI ...

ORDINE DI LIBERAZIONE DELL'IMMOBILE PIGNORATO

Il Giudice dell'esecuzione,

rilevato che:

- il debitore, a seguito del pignoramento, ha continuato ad essere nel possesso dell'immobile in quanto adibito ad abitazione familiare dello stesso e della sua famiglia [1];

- in data ... è stato pronunciato, nell'ambito della procedura esecutiva R.G.E. ..., il decreto di trasferimento dell'immobile pignorato in favore dell'aggiudicatario ...;

- visto l'art. 560, comma 8, c.p.c.

ORDINA

Al debitore ... nonché a qualunque terzo occupi, senza titolo opponibile alla procedura [2], l'immobile sito in ..., di consegnare immediatamente tale bene, libero da persone e cose, al custode giudiziario ... [3].

Il presente provvedimento è dotato di esecutorietà immediata.

Si attui a cura del custode [4].

Data e luogo ...

Il Giudice dell'esecuzione ...

1. Il nuovo regime, invero, non trova applicazione per gli immobili che non sono adibiti a residenza familiare del debitore esecutato perché aventi differente destinazione, ad esempio commerciale, o abitati da altri soggetti.

2. Il provvedimento di liberazione ha efficacia anche verso il terzo detentore, trattandosi di titolo con efficacia erga omnes.

3. Ovvero al legale cui il nuovo proprietario dell'immobile può delegare l'attuazione del decreto di trasferimento.

4. La recente riforma dell'art. 560 c.p.c. prevede, inoltre, che, ai fini dell'attuazione dell'ordine di liberazione, il custode possa avvalersi della forza pubblica (e, quindi, non del solo ufficiale giudiziario cui erano demandati in precedenza i relativi compiti) e nominare ausiliari ex art. 68 c.p.c. Quest'ultima esigenza ricorre sovente, quando si tratti di liberare beni immobili, e venga, ad esempio, dedotta dall'occupante del bene una malattia o altro impedimento fisico che non gli consentirebbe di lasciare il bene senza un grave pregiudizio per il proprio stato di salute. L'obiettivo del legislatore è quello di accelerare la liberazione del bene, specie se sia stato già pronunciato decreto di trasferimento.

COMMENTO

L'art. 560 c.p.c. – cruciale ai fini dell'equilibrio che il legislatore processuale vuole prevedere nell'espropriazione immobiliare nella tutela, rispettivamente, del creditore e debitore - è stata oggetto di plurimi interventi normativi, sino al recentissimo d.lgs. n. 149/2022, emanato in base alla delega di cui alla l. n. 206/2021, in vigore per le procedure promosse dalla data del 28 febbraio 2023.

La norma individua espressamente nella pronuncia del decreto di trasferimento il momento dopo il quale può essere disposta dal Giudice dell'esecuzione, almeno di regola, la liberazione dell'immobile pignorato che sia abitato dal debitore e dalla sua famiglia.

Tuttavia sono state precisate in maniera più puntuale le fattispecie nelle quali il Giudice dell'esecuzione può emanare l'ordine di liberazione ante tempus a fronte di determinate condotte dell'esecutato che viva nell'immobile individuate nelle seguenti fattispecie: 1) impedimento alle attività degli ausiliari del Giudice; 2) ostacolo del diritto di visita di potenziali acquirenti; 3) omessa manutenzione del cespite in uno stato di buona conservazione; 4) violazione degli altri obblighi che la legge pone a carico dell'esecutato o degli occupanti.

Sebbene la norma, anche nell'ultima formulazione riveniente dal d.lgs. n. 149/2022, riservi la possibilità per il Giudice di emettere l'ordine di liberazione dopo la pronuncia del decreto di trasferimento solo ove l'esecutato viva nell'immobile con la sua famiglia, la norma deve essere oggetto di un'interpretazione costituzionalmente orientata, stante la natura inviolabile del diritto all'abitazione (Corte cost. n. 213/2021, n. 128/2021, n. 44/2020), e dunque ritenuta operante anche ove il debitore viva nel bene da solo (cfr. Farina (-Giordano- Metafora), La riforma del processo civile, Milano 2022, 74).

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