Comparsa di riassunzione del processo dinanzi al giudice sostituito (art. 54 c.p.c.)InquadramentoSia qualora venga accolta, sia qualora venga rigettata l'istanza di ricusazione del Giudice, la parte più diligente ha l'onere di riassumere il processo nel termine perentorio di sei mesi dalla comunicazione dell'ordinanza che pronuncia, in un senso o nell'altro, sul ricorso. Va segnalato che secondo parte della dottrina e della giurisprudenza la riassunzione andrebbe fatta secondo le modalità previste dall'art. 297, comma 3 c.p.c., nel termine di sei mesi previsto dall'art. 54, comma 4 c.p.c. In particolare a norma dell'art. 297, comma 3 c.p.c., il processo sospeso riprende su ricorso in riassunzione proposto dalla parte più diligente. Secondo altra parte della dottrina, invece, la riassunzione dovrebbe avvenire secondo la regola generale, ossia quella posta dall'art. 125 disp. att. c.p.c. secondo cui essa va effettuata con una comparsa che deve essere notificata, ai sensi dell'art. 170 c.p.c., nel termine perentorio previsto dall'art. 54, comma 4 c.p.c. Si tenga presente che secondo la giurisprudenza proposta istanza di ricusazione la riassunzione del giudizio può avvenire anche senza formalità, proseguendo d'ufficio e autonomamente il processo dopo la pronuncia che rigetta o dichiara inammissibile l'istanza di ricusazione (Cass. III, n. 22917/2012). Sia nell'ipotesi che sia accolto, sia nel caso che sia rigettato o dichiarato inammissibile il ricorso per la ricusazione del Giudice, il processo deve essere riassunto ad opera della parte più diligente entro sei mesi dalla comunicazione dell'ordinanza che decide sul ricorso stesso. La riassunzione della causa deve essere effettuata presso l'ufficio giudiziario davanti a cui il processo pende; e, infatti, la giurisprudenza di legittimità ha segnalato che il provvedimento con il quale un tribunale, sulla base della constatata impossibilità di costituire un collegio per la ricusazione o l'astensione di tutti i Giudici, trasmette gli atti di una causa ad altro tribunale, costituisce un provvedimento anomalo, non avente carattere giurisdizionale, attenendo alla composizione del rapporto processuale e precisamente alla costituzione del Giudice; come tale esso, seppure emesso nella forma dell'ordinanza collegiale, integra un provvedimento meramente amministrativo (Cass. n. 6255/1982). Bisogna notare come la norma dell'art. 54 c.p.c. non detti regole quanto alle modalità per effettuare la riassunzione sicché parte della dottrina ha ad esempio precisato che essa debba avvenire nelle forme previste dall'art. 297, comma 3 c.p.c. osservando il termine previsto dall'art. 54, comma 4 c.p.c. Ricordo che ai sensi della norma dell'art. 297 c.p.c. il processo sospeso riprende con un ricorso in riassunzione proposto dalla parte più diligente. Con riferimento alla riassunzione effettuata in tale modalità la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che l'atto di riassunzione del processo interrotto, pur potendo per il principio di equivalenza delle forme, consistere in una comparsa o ricorso o in un atto di citazione, deve contenere, in ogni caso, gli elementi soggettivi ed oggettivi necessari per riattivare il rapporto processuale quiescente. (Nella fattispecie, la S.C. ha ritenuto inidonea allo scopo l'istanza, notificata alla controparte unitamente al conseguente provvedimento di fissazione della nuova udienza, con cui una parte aveva richiesto al presidente del tribunale la sostituzione del Giudice istruttore trasferito, atteso che detta istanza non conteneva, in particolare, gli elementi richiesti dall'art. 125 att. c.p.c., nn. 5 e 6, cioè l'invito alla controparte a costituirsi nei termini stabiliti dall'art. 166 c.p.c. e l'indicazione del provvedimento del Giudice, ovvero dell'evento a causa del quale era fatta la riassunzione): Cass. I, n. 3623/2004. Altra parte della dottrina ha invece affermato che la riassunzione deve essere effettuata con comparsa ai sensi dell'art. 125 disp. att. c.p.c. che deve essere notificata nel termine perentorio previsto dall'art. 54, comma 4 c.p.c. Nella formula in commento si è aderito all'opinione dottrinale che ritiene che la riassunzione ai sensi della norma in commento debba essere fatta con comparsa ai sensi dell'art. 125 disp. att. c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI ... COMPARSA [1] DI RIASSUNZIONE [2] Del procedimento n. ... R.G. ... Promossa dal Sig. ..., nato a ..., C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., C.F. ..., PEC ..., [fax ... ] [3] elettivamente domiciliato presso il suo studio in ..., alla via ... n. ..., per mezzo di procura a margine/in calce della comparsa di risposta, -attore- CONTRO Condominio ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... . -convenuto- NELL'INTERESSE Del Sig. ..., ut supra rappresentato e difeso PREMESSO – Con atto di citazione notificato il ... il Sig. ... ha citato innanzi all'intestato Tribunale di ... il Condominio ..., per sentirlo condannare in suo favore al pagamento della somma di Euro 15.000,00, a titolo di risarcimento del danno subito per le infiltrazioni provenienti dal terrazzo condominiale occorse al suo appartamento posto all'ultimo piano in data ... . – Con comparsa di costituzione e risposta depositata il Condominio ... si è costituito in giudizio eccependo in via preliminare l'incompetenza territoriale del Tribunale adito in quanto non coincidente con il foro per le cause tra condomini ex art. 23 c.p.c., e nel merito contestando le pretese del Sig. ... e chiedendo il rigetto della domanda attorea; – Con istanza del ... depositata il ... l'Avv. ... difensore del convenuto, Sig. ..., ha proposto ricusazione nei confronti del Dott. ... Giudice designato nel procedimento in oggetto per essere lo stesso parente di secondo grado dell'amministratore del condominio convenuto; – Con ordinanza collegiale del ... ai sensi dell'art. 54 c.p.c., l'istanza di ricusazione è stata accolta e il Giudice dott. ... è stato sostituito con il Giudice Dott. ... ; – L'ordinanza di accoglimento dell'istanza di ricusazione è stata comunicata alle parti in data ... ; – Poiché è ancora pendente il termine per la riassunzione [4] e il Sig. ... odierno attore, ha interesse alla prosecuzione del giudizio per sentire pronunciare la condanna del convenuto Sig. Sempronio, con il presente atto riassume [5] il processo innanzi all'intestato Tribunale nella persona del Giudice Dott. ... come da ordinanza di accoglimento dell'istanza di ricusazione; *** Tutto quanto premesso il Sig. ... come in epigrafe rappresentato e difeso CITA Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza che sarà tenuta il ... [6] ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 [7] c.p.c. e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli articoli 38 e 167 [8]. Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia [9], per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'ill.mo Tribunale adito 1) condannare il Condominio ... al pagamento della somma di Euro 15.000,00 a titolo di risarcimento del danno per le infiltrazioni provenienti dal terrazzo condominiale occorse al suo appartamento posto all'ultimo piano, oltre agli interessi legali e agli accessori di legge. 2) ... Con vittoria di spese, competenze ed onorari. Si chiede l'ammissione della seguente prova per interpello e testi, sui capitoli di seguito formulati: 1) Vero che ... Si producono i seguenti documenti: ... Ai fini del contributo unificato dichiara che il valore della presente causa è pari ad Euro ... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Per la scelta dell'atto “comparsa” in luogo del ricorso in riassunzione si veda sub Inquadramento. Si ricorda, in riferimento alla comparsa di riassunzione che, In linea generale, la riassunzione può ben avvenire con atto di citazione piuttosto che con “comparsa” purché essa possieda tutti i requisiti formali previsti dall'art. 125 disp. att. c.p.c. e purché la riassunzione avvenga nel rispetto del termine di cui all'art. 50 c.p.c. (Cass. sez. lav., n. 16166/2021; Trib. Firenze III, 4 marzo 2016). 2. La riassunzione non comporta l'instaurazione di un nuovo processo ma è soltanto la prosecuzione di quello originario (Cass. sez. lav., n. 4484/2013). Infatti la giurisprudenza di merito precisa che, se la riassunzione della causa, disposta a seguito di una pronuncia dichiarativa di incompetenza, davanti al Giudice dichiarato competente, avviene nel termine fissato dal Giudice o, in mancanza, dalla legge, il processo continua davanti al nuovo Giudice mantenendo una struttura unitaria e, perciò, conservando tutti gli effetti sostanziali e processuali di quello svoltosi davanti al Giudice incompetente, poiché la riassunzione non comporta l'instaurazione di un nuovo processo, bensì costituisce la prosecuzione di quello originario (da ultimo Trib. Vibo Valentia 29 aprile 2022; Corte App. Cagliari, sez. lav. 12 aprile 2022). 3. Il d.lgs. n. 164/2024, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta. 4. Se la riassunzione avviene nel termine indicato dal Giudice o dalla legge il processo prosegue davanti al Giudice indicato come competente, e, pertanto, l'atto di citazione conserva i suoi effetti processuali e sostanziali. La mancata o tardiva riassunzione comporta, invece, l'estinzione del processo. Tuttavia, ai sensi della regola generale posta dall'art. 310 c.p.c. l'estinzione è inefficace se non è eccepita dalla parte interessata prima di ogni altra sua difesa, secondo la regola posta dall'art. 307, comma 4 c.p.c. 5. Avvenuta la translatio iudicii davanti al Giudice competente, con riassunzione notificata nel termine perentorio assegnato dal Giudice dichiaratosi incompetente, la mancata iscrizione a ruolo della causa non determina l'estinzione del processo, dato che il giudizio, trovandosi in una situazione di quiescenza, può essere nuovamente riassunto davanti al Giudice già adito con la precedente riassunzione (Cass. I, n. 1950/2016). 6. Ai sensi dell'art. 163-bis c.p.c. (come novellato dal d.lgs. n. 149/2022) tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni e non più novanta. 7. Ai sensi dell'art. 166 c.p.c. (il cui primo co. è stato sostituito dal d.lgs. n. 149/2022) il convenuto «deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione». 8. Nella comparsa di costituzione e risposta il convenuto deve a pena di decadenza proporre un'eventuale domanda riconvenzionale, deve sollevare eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e deve altresì formulare la chiamata in causa di terzi. Il convenuto deve proporre tutte le sue difese in modo chiaro e specifico. 9. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3 c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius. COMMENTOLaddove si aderisca alla tesi secondo cui anche nell'ipotesi dell'art. 54, comma 4 c.p.c. è necessario riassumere il processo con comparsa, la norma di riferimento per le modalità di riassunzione della causa sarà, come di regola, l'art. 125 disp. att. c.p.c. a norma del quale la riassunzione della causa, salvo che la legge preveda diversamente, è fatta con “comparsa” che deve contenere: 1. l'indicazione del Giudice davanti al quale si deve comparire; 2. il nome delle parti e dei loro difensori con procura; 3. il richiamo dell'atto introduttivo del giudizio; 4. l'indicazione dell'udienza in cui le parti devono comparire, osservando i termini stabiliti dall'art. 163-bis c.p.c.; 5. l'invito a costituirsi nei termini stabiliti dall'art. 166 c.p.c.; 6. l'indicazione del provvedimento del Giudice in base al quale è fatta la riassunzione. La comparsa di riassunzione deve essere notificata a norma dell'art. 170 c.p.c. e alle parti non costituite deve essere notificata personalmente. Diversamente, laddove si ritenga che la riassunzione debba avvenire a norma dell'art. 297, comma 3 c.p.c., bisognerà far riferimento alle previsioni della norma in questione che prevede la riassunzione con ricorso. Peraltro si è precisato in giurisprudenza di legittimità che l'errore della parte nella scelta del modello di atto per la riassunzione davanti al medesimo Giudice, nella medesima fase e grado, del giudizio quiescente produce una mera irregolarità allorché l'atto contenga tutti i requisiti della comparsa di cui all'art. 125 disp. att. c.p.c.; il rispetto del termine di decadenza è assicurato dalla riattivazione del rapporto processuale con il compimento della prima formalità relativa al modello prescelto, sicché ove la riassunzione avvenga con ricorso, invece che con citazione o comparsa notificata, rileva a tal fine il deposito dell'atto in cancelleria (Cass. sez. lav., n. 16166/2021). A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il «Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari» applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali. D. m . 7 agosto 2023, n. 110 Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema: a.Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto; b.Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c.Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio; d.Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione; e.L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi; f.Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale; g.Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti; h.Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i.L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale; j.Il valore della controversia; k.La richiesta di distrazione delle spese; l.L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono. Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di: a.80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b.50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c.10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza. Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi. Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a, b, c, d, h, i, l, m, n; l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note. Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3. Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali. L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. |