Comparsa di costituzione e risposta con istanza di chiamata in causa di terzo e richiesta di fissazione di udienza per provvedere sulla stessa nel contraddittorio

Rosaria Giordano

Inquadramento

La costituzione in giudizio è l'atto con il quale la parte si rende giuridicamente presente nel processo e impedisce che la parte possa essere dichiarata contumace. Il nuovo art. 166 c.p.c. dispone che il convenuto deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'art. 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. Solo se si costituisce tempestivamente, il convenuto può proporre domande riconvenzionali, sollevare eccezioni in senso stretto (ad esempio, l'eccezione di prescrizione) e chiamare in causa terzi; resta ferma la possibilità dello stesso di costituirsi successivamente se non intende esercitare tali poteri processuali. Pertanto, ai fini della chiamata in causa del terzo il convenuto è tenuto a costituirsi tempestivamente. Sebbene l'art. 269 c.p.c. non preveda alcuna autorizzazione del Giudice per poter chiamare il terzo in causa, è ormai radicato nella giurisprudenza di legittimità il principio, sancito dalle Sezioni Unite sin dalla sentenza n. 4309/2010, secondo cui, di contro, detta autorizzazione è necessaria, al fine di assicurare la ragionevole durata del processo. Il Giudice decide sull'istanza nel decreto di fissazione dell'udienza: come ha chiarito la sentenza n. 96/2024 della Corte Costituzionale, tuttavia, ciascuna delle parti può richiedere la fissazione di un'udienza volta a discutere preventivamente nel contraddittorio sulla questione.

Formula

TRIBUNALE DI ...

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA CON ISTANZA DI CHIAMATA IN CAUSA DI TERZO E RICHIESTA DI FISSAZIONE DI UDIENZA EX ART. 175 C.P.C.[1]

proc. n. ... / ... R.G.- sez. ... - Giudice dott. ...

Per la Sig.ra [2] ..., nata a ... il ... (C.F. [3] ... ), residente in ..., via/ piazza ... n. ..., elettivamente domiciliata in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. [4] ..., che la rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[5]. Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ....

-convenuta-

CONTRO

Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...

-attore-

PREMESSO CHE

– Con atto di citazione ritualmente notificato in data ... il Sig. ... conveniva in giudizio, innanzi codesto Ill.mo Tribunale, la Sig.ra ..., al fine di far dichiarare la violazione della prelazione urbana prevista dagli artt. 38 e 39 della l. n. 392/1978 a seguito di atto di compravendita del ..., a rogito del notaio Dott. ..., repertorio n. ..., raccolta n. ..., con il quale il Sig. ... trasferiva alla Sig.ra ... la piena proprietà di tre immobili siti al piano terra dello stabile sito in ... alla via ...;

– L'attore chiedeva il riscatto dell'immobile in quanto destinato ad attività commerciale diretta al pubblico e dal medesimo condotto in locazione, in forza di contratto registrato presso l'Agenzia delle Entrate di ..., in data ..., al numero protocollo ... ed al numero di registrazione ...;

– Inoltre, l'attore chiedeva la condanna al pagamento della somma di Euro ... a titolo di risarcimento danni, oltre alle spese, diritti e onorari del presente giudizio.

– Con il presente atto si costituisce nel presente giudizio la Sig.ra ..., ut supra rappresentata, difesa e domiciliata, contestando integralmente quanto sostenuto da controparte, in quanto infondato, per le seguenti ragioni in

FATTO

(ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO [6] - I FATTI)

DIRITTO

(Esporre – in modo chiaro, specifico e sintetico – le ragioni giuridiche sottese alla domanda. Proporre eventuali eccezioni processuali. Proporre eventuali eccezioni di merito. Esporre le ragioni fondanti l'eventuale domanda riconvenzionale. Esporre le ragioni fondanti l'eventuale chiamata di terzo in causa).

1. Integrazione del contraddittorio.

In via pregiudiziale di rito, si eccepisce difetto nel contraddittorio, in quanto la compravendita conclusa solo dalla odierna convenuta, essendo in regime di comunione legale, ha prodotto i suoi effetti in favore della comunione, quindi anche del coniuge Sig. ... che doveva necessariamente essere evocato.

Infatti, come è noto, sussiste litisconsorzio necessario ex art. 102 c.p.c., sia nei casi espressamente previsti dalla legge, sia in tutti i casi in cui il rapporto giuridico dedotto in giudizio implichi una situazione strutturalmente comune a una pluralità di soggetti, di modo che la decisione giudiziale non può essere data se non nei confronti di tutti costoro. Esso è posto a garanzia della certezza giuridica, dell'economia processuale e a tutela di chi ha proposto una domanda e, tuttavia, non potrebbe conseguire il petitum se la sentenza non producesse effetti nei confronti di tutti i litisconsorti.

2. Sulla insussistenza della prelazione legale.

Ai sensi degli artt. 38 e 39 della l. n. 392/1978 sussiste prelazione “c.d. urbana” in favore del conduttore di una unità immobiliare a uso non abitativo in caso di trasferimento a titolo oneroso dell'immobile locato.

La ratio di tale disposizione si rinviene nell'interesse del soggetto che esercita una determinata attività commerciale a mantenere l'avviamento. Ma tale prelazione è espressamente esclusa in determinate ipotesi, per esempio in caso di trasferimento effettuato a favore del coniuge o dei parenti entro il secondo grado o qualora l'immobile in oggetto sia utilizzato per lo svolgimento di attività che non comportano contatti diretti con il pubblico, o quando gli stessi locali siano destinati all'esercizio di attività professionali. La giurisprudenza (Cass. III, n. 25448/2010) si è spinta oltre, ritenendo che viene meno il diritto di prelazione anche nel caso di vendita cumulativa di più unità immobiliari (tra cui l'immobile locato), cioè di beni astrattamente suscettibili di alienazione separata ma considerati dalle parti del contratto come un unico oggetto. Ebbene, non v'è chi non veda come i tre immobili oggetto della vendita per cui è causa facciamo parte di un unico blocco immobiliare.

3. Sulla chiamata in causa del venditore

Sulla base delle domande formulate dall'attore e sulla base di quanto eccepito dalla convenuta, risulta evidente la necessità di chiamare in causa ai sensi dell'art. 106 c.p.c. il venditore Sig. ..., obbligato a manlevare e tenere integralmente indenne la convenuta da qualsivoglia pretesa pecuniaria avanzata dalle parti attrici, con riguardo al contratto di compravendita di cui in oggetto e se ne chiede dunque la relativa autorizzazione.

Si richiede a tal fine la fissazione, prima dell'emanazione del decreto di cui all'art. 171-bis c.p.c., di un'udienza per discutere in contraddittorio sulla questione.

***

Tutto quanto sopra premesso, ritenuto e considerato, la Sig.ra ..., come sopra rappresentata, difesa e domiciliata, rassegna le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'Ecc.mo Tribunale di ... adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis e con riserva di ulteriormente eccepire, dedurre e argomentare, per i motivi sopra esposti:

In via preliminare:

A. disporre l'integrazione del contraddittorio nei confronti del Sig. ..., coniuge della Sig.ra ...;

B. autorizzare, previa fissazione di udienza ad hoc, la chiamata in causa nel presente giudizio il venditore Sig. ..., ai sensi degli artt. 106 e 269 c.p.c., e differire, all'esito, la prima udienza allo scopo di consentire all'odierna convenuta di evocare lo stesso nel rispetto dei termini di cui all'art. 163-bis c.p.c.

Nel merito:

C. accertare e dichiarare l'insussistenza del diritto di prelazione e del conseguente diritto di riscatto di cui agli artt. 38 e 39 della l. n. 392/1978, non sussistendo identità tra il bene locato e la quota alienata e, per l'effetto, rigettare la domanda attorea in quanto infondata.

In ogni caso:

D. con vittoria di spese.

In via istruttoria [7] :

Si depositano in copia i seguenti documenti:

1. atto di citazione notificato;

2. atto di compravendita del ...;

3. contratto di locazione del ... registrato il ... presso l'Agenzia delle Entrate di ..., in data ..., al numero protocollo ... ed al numero di registrazione ...

Si chiede l'ammissione della prova testimoniale sui seguenti capitoli di prova:

Con riserva di meglio articolare idonei mezzi istruttori, entro i termini di cui all'art. 171-ter c.p.c. nonché con richiesta di ammissione a prova contraria sui capitoli di prova eventualmente richiesti da parte attrice.

***

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [8] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [9] pari ad Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge]

1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. La comparsa di costituzione e risposta deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri.

2. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. la comparsa deve essere, tra l'altro, corredata dall'indicazione delle parti.

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011).

4. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata.

5. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. La dicitura «allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.» attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

6. È importante segnalare che anche la comparsa di costituzione e risposta (così come tutti gli atti processuali) dovrà essere redatta “in modo chiaro e sintetico” (tale disposizione è contenuta nel nuovo art. 121, comma 1 c.p.c. così come modificato dal d.lgs. n. 149/2022). Il legislatore ha quindi ormai codificato un principio già fatto proprio dall'ordinamento amministrativo (v. art. 3 d.lgs. n. 104/2010) e comunque fatto proprio dalla giurisprudenza di merito e di legittimità in materia processual-civilistica.

7. Così come per la citazione non è elemento necessario l'indicazione dei mezzi di prova e dei documenti che offre in comunicazione atteso che gli stessi posso essere indicati nei termini di cui alle nuove memorie integrative di cui all'art. 171-ter c.p.c.

8. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2 d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato.

9. Nel caso in cui il convenuto sia tenuto al versamento del contributo unificato (art. 14, comma 3, ultimo comma d.P.R. n. 115/2002) lo stesso è dovuto nella misura prevista dall'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. In tal caso, il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a) d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005».

COMMENTO

Il convenuto che intenda chiamare in causa un terzo deve farlo, a pena di decadenza (art. 167, comma 3) nella comparsa di risposta, chiedendo contestualmente la relativa autorizzazione al giudice e lo spostamento della prima udienza per consentire al terzo di rispettare i termini di comparizione di cui all'art. 163-bis (art. 269, comma 2).

Invero, le Sezioni Unite della Corte di cassazione, superando la formulazione letterale dell'art. 269, comma 2 c.p.c., hanno affermato il principio in virtù del quale, in tema di chiamata in causa di un terzo su istanza di parte, al di fuori delle ipotesi di litisconsorzio necessario di cui all'art. 102 c.p.c., è discrezionale il provvedimento del giudice di fissazione di una nuova udienza per consentire la citazione del terzo, chiesta tempestivamente dal convenuto ai sensi dell'art. 269 c.p.c.; conseguentemente, qualora sia stata chiesta dal convenuto la chiamata in causa del terzo, in manleva o in regresso, il giudice può rifiutare di fissare una nuova prima udienza per la costituzione del terzo, motivando la propria scelta sulla base di esigenze di economia processuale e di ragionevole durata del processo (Cass. S.U., n. 4309/2010).

La decisione sull'istanza di chiamata in causa del terzo ad opera del convenuto è oggi effettuata dal Giudice nell'ambito del decreto di fissazione dell'udienza, secondo quanto prescritto dall'art. 171-bis c.p.c.

Per assumere la relativa decisione, secondo le indicazioni di Corte cost. n. 96/2024, il Giudice può anche fissare un'udienza ad hoc nel contraddittorio tra le parti, le quali possono, anch'esse, chiedere al Giudice – come nell'esemplificazione proposta - la celebrazione di un'udienza finalizzata a verificare la necessità dell'estensione del contraddittorio al terzo.

Nell'ipotesi di richiesta di fissazione di un'udienza ad hoc, sempre in forza dei principi indicati dalla Corte Costituzionale, se il Giudice decide di provvedere senza contraddittorio, la parte che non rinnova la notifica non incorre in alcuna sanzione processuale.

Ad ogni modo la relativa decisione dovrà essere rivista dal Giudice all'udienza di trattazione, per assicurare il rispetto del principio del contraddittorio.

A sua volta il terzo se intende chiamare un altro terzo dovrà farlo nella comparsa di risposta, chiedendo al giudice di essere autorizzato.

La chiamata in giudizio del terzo si effettua con atto di citazione e dà vita ad un litisconsorzio successivo. Pertanto, il terzo acquista la qualità di parte ed è soggetto agli effetti della sentenza. L'art. 106 c.p.c. dispone che ciascuna parte può evocare un terzo al quale ritenga comune la causa o dal quale pretenda di essere garantito. La causa è comune al terzo quando il rapporto dedotto in giudizio e quello in capo al terzo hanno in comune almeno uno degli elementi oggettivi, ovvero quando esiste tra essi un vincolo di connessione oggettiva per petitum o per causa petendi (Cass. III, n. 143/1987). La chiamata in causa in garanzia si ha quando una delle parti chiama in causa un terzo con lo scopo di riversare su quest'ultimo le conseguenze derivanti da un'eventuale sentenza di condanna. La garanzia che consente la chiamata in causa del terzo può essere: i) propria, se il garante è tenuto a rispondere sulla base di un rapporto sostanziale nascente da contratto (contratto di fideiussione) o dalla legge (ad es. garanzia per evizione); ii) impropria se il collegamento tra la posizione del chiamante e del terzo chiamato non si fonda su un rapporto giuridico nascente dalla legge o dal contratto, ma è di mero fatto (c.d. vendite a catena).

Per tutti gli aspetti procedurali si rinvia alla formula “Comparsa di costituzione e risposta”.

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