Note scritte ex art. 127-ter, comma 1, c.p.c. – Udienza ammissione mezzi istruttoriInquadramentoDiverse modifiche sono state apportate dalla riforma del processo civile, effettuata con il d.lgs. n. 149/2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 ottobre 2022, rispetto alla direzione dell'udienza, alla possibilità di tenere udienza tramite collegamenti audiovisivi a distanza e, infine, con riferimento alla possibilità di sostituire l'udienza con il deposito di note scritte. In particolare la legge delega n. 206/2021 prevedeva, all'art. 1, comma 17, lett. l) e m), la necessità di «prevedere che il giudice, fatta salva la possibilità per le parti costituite di opporsi, può disporre che le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice si svolgano con collegamenti audiovisivi a distanza» e di «prevedere che, fatta salva la possibilità per le parti costituite di opporsi, il giudice può, o deve in caso di richiesta congiunta delle parti, disporre che le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice siano sostituite dal deposito telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni da effettuare entro il termine perentorio stabilito dal giudice». Si tratta di modifiche che da un lato stabilizzano il regime dell'emergenza avuto durante la pandemia da Covid-19, dall'altro lato hanno una evidente funzione acceleratoria nella parte in cui prevedono la sostituzione dell'udienza con il deposito di note scritte. Tuttavia, resta la perplessità dovuta al superamento definitivo del canone della oralità del processo civile, come del resto autorevole dottrina aveva già evidenziato. Si era infatti notato come il canone dell'oralità che aveva informato il nostro codice di rito nella volontà dei patres, si avviava verso un inesorabile tramonto (per tutti si veda Picardi, Riflessioni critiche in tema di oralità e scrittura, in Riv. trim., 1973, 1 e ss.); o ancora si era affermato che «se il Novecento è stato il secolo dell'oralità, tutto lascia presagire che il Duemila sarà il secolo dei computer e del processo telematico» (Cipriani, I problemi del processo di cognizione tra passato e presente, in Riv. dir. civ., 2003, 44 e ss., spec. 64). Nel codice novellato, con riferimento allo specifico tema dell'udienza telematica, sono state pertanto inserite due norme nuove, ossia gli artt. 127-bis e ter c.p.c. e si è introdotto un nuovo terzo comma nell'art. 127 c.p.c., oltre al nuovo art. 196-duodecies delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile. Bisogna sottolineare che, a parte le disposizioni ora in commento, la legge delega e il relativo decreto attuativo hanno su più fronti operato in funzione del rafforzamento del processo civile telematico in tutti i procedimenti compresa la Corte di Cassazione, prevedendo altresì per quest'ultima la possibilità di svolgere la camera di consiglio sempre in modalità telematica; è stato introdotto l'obbligo di deposito telematico degli atti, sono state incrementate le modalità di notifica telematica; si è infine inserito, all'interno delle disposizioni di attuazione del c.p.c. un nuovo intero Titolo, il V-ter, relativo alle disposizioni attinenti alla giustizia digitale. A norma del nuovo terzo comma dell'art. 127 c.p.c., il giudice può disporre, ai sensi degli artt. 127-bis e ter c.p.c. che l'udienza si svolga mediante collegamenti audiovisivi a distanza o sia sostituita dal deposito di note scritte. Si tratta della formalizzazione, all'interno della norma generale sulla direzione dell'udienza, dei poteri consacrati dalle due norme successive di nuova introduzione. Trattasi, all'evidenza, di un potere discrezionale come indicato chiaramente dall'uso del verbo “può”, salvo indicare nelle norme di nuovo conio i vincoli all'esercizio di tale potere. L'udienza mediante collegamenti audiovisivi: l'art. 127-bis c.p.c. Ai sensi dell'art. 127-bis c.p.c. di nuova introduzione il giudice può disporre che l'udienza, anche pubblica, si svolga tramite collegamenti audiovisivi a distanza, «quando non è richiesta la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice». Di conseguenza non è possibile svolgere in forma telematica l'udienza laddove sia necessaria la presenza di altre parti rispetto a quelle ora citate; come ad esempio testi da escutere, soggetti che debbano rendere sommarie informazioni e, in ogni caso, ulteriori soggetti diversi da quelli specificamente indicati dalla norma. Per evitare dubbi interpretativi, chiarisce la Relazione illustrativa, che la disposizione specifica che l'udienza telematica può avere luogo anche in caso di udienza pubblica (e in quest'ultima ipotesi l'art. 196-duodecies disp. att. c.p.c. di nuova introduzione rinvia ai provvedimenti del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero di Giustizia). Il secondo comma della norma prevede che il provvedimento con cui il giudice dispone lo svolgimento dell'udienza tramite collegamenti audiovisivi a distanza deve essere comunicato alle parti almeno 15 giorni prima dell'udienza. Ciò al fine di consentire alle parti costituite, come prevede il secondo comma della disposizione di nuovo conio, di chiedere entro 5 giorni dalla comunicazione, che l'udienza si svolga in presenza invece che in modalità telematica. Il giudice provvede entro i cinque giorni successivi con decreto non impugnabile con cui può anche scindere la modalità di svolgimento dell'udienza, prevedendo che per le parti che ne hanno fatto richiesta l'udienza si svolga in presenza, mentre per le altre si svolga in collegamento audiovisivo. Resta salva comunque per queste ultime, ossia quelle che non hanno fatto richiesta di svolgimento dell'udienza in presenza, di partecipare comunque in presenza una volta che sia autorizzata dal giudice tale scissione. In presenza di particolari ragioni di urgenza prevede il terzo comma della nuova disposizione che i termini di cui al secondo comma possano essere abbreviati dal giudice, dandone atto nel provvedimento. Poiché la norma fa riferimento generico ai “termini di cui al secondo comma” si deve ritenere che l'abbreviazione possa riguardare tutti i termini previsti dalla disposizione e, pertanto, il termine di 15 giorni per la comunicazione alle parti costituite; il termine di 5 giorni assegnato alle parti per chiedere che l'udienza si svolga in presenza e, infine, il termine di 5 giorni per il provvedimento del giudice. Trattandosi di termini già piuttosto stringenti sembra difficile, in ogni caso, ipotizzare una possibile abbreviazione. Le modalità di svolgimento dell'udienza telematica: l'art. 196-duodecies disp. att. c.p.c. All'art. 127-bis c.p.c. fa da necessario pendant l'art. 196-duodecies delle disposizioni di attuazione del c.p.c. introdotto sempre dalla riforma del processo civile. Tale norma detta le modalità di svolgimento dell'udienza telematica prevedendo che essa debba essere tenuta con modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e ad assicurare l'effettiva partecipazione delle parti e, ove non sia pubblica, la riservatezza. Si prevede altresì che si applichi l'art. 84. Nel verbale di udienza telematica si deve dare atto della dichiarazione di identità dei presenti che devono assicurare che non sono in atto collegamenti con soggetti non legittimati e che non sono presenti soggetti non legittimati nei luoghi da cui si collegano all'udienza. La funzione “video” deve essere tenuta attiva per tutta la durata dell'udienza ed è invece vietata la registrazione. Il luogo “telematico” da cui il giudice si collega viene considerato a tutti gli effetti di legge “aula d'udienza” e l'udienza si considera comunque tenuta nell'ufficio giudiziario innanzi al quale pende il procedimento. La norma termina con un rinvio ai provvedimenti del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della Giustizia che ha il compito di individuare e regolare i collegamenti audiovisivi a distanza per lo svolgimento dell'udienza e le modalità tramite le quali è garantita la pubblicità dell'udienza in cui si discute la causa (tranne nelle ipotesi in cui l'udienza non sia pubblica, come indicato nel primo comma della disposizione). Il d.lgs. n. 164/2024 ha, da ultimo, modificato l'art. 196-duodecies prevedendo che, in presenza di gravi motivi, il giudice può autorizzare, previa istanza dei rispettivi difensori, il collegamento audiovisivo delle parti da un luogo diverso da quello dal quale si collegano i difensori stessi. FormulaTRIBUNALE DI ... NOTE DI TRATTAZIONE SCRITTA EX ART. 127-TER C.P.C.[1] Proc. n. ... / ... R.G. - Giudice Dott. ... Udienza del ... PER Sig. ... (Avv. ... ) CONTRO Sig. ... (Avv. ... ) *** Con provvedimento del ..., l'Ill.mo Giudice adito ha disposto che l'udienza già fissata per il .... venga sostituita dal deposito di note scritte [2]. Con il presente atto, il Sig. ... richiama tutto quanto dedotto e argomentato nel proprio atto introduttivo nonché nelle rispettive memorie integrative ex art. 171-ter c.p.c., ritenendo di specificare quanto segue ... *** Tutto ciò premesso e considerato, il Sig. ..., rinviando a tutti i propri precedenti scritti, da intendersi qui trascritti, insiste per la inammissibilità delle istanze istruttorie formulate dal Sig. .... Lo scrivente procuratore insiste, altresì, per l'ammissione dei mezzi istruttori così come articolati nella rispettiva memoria integrativa ex art. 171-ter n. 2 c.p.c. Luogo e data ... Firma Avv. ... [3] (Atto sottoscritto digitalmente) 1. A norma dell'art. 127-ter, comma 1 c.p.c., come da ultimo modificato dal d.lgs. n. 164/2024, l'udienza, anche se fissata precedentemente, può essere sostituita dal deposito di note scritte, contenenti le sole istanze e conclusioni, se non richiede la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice. Negli stessi casi l'udienza è sostituita dal deposito di note scritte se ne fanno richiesta tutte le parti costituite. L'udienza non può essere sostituita quando la presenza personale delle parti è prescritta dalla legge o disposta dal giudice. Nell'esempio proposto si è ipotizzato il deposito di note scritte in sostituzione della udienza di ammissione dei mezzi istruttori. 2. Con il provvedimento con cui sostituisce l'udienza il giudice assegna un termine perentorio non inferiore a 15 giorni per il deposito delle note. Ciascuna parte costituita può opporsi entro cinque giorni dalla comunicazione e il giudice provvede nei cinque giorni successivi con decreto non impugnabile e, in caso di istanza proposta congiuntamente da tutte le parti, dispone in conformità. Se ricorrono particolari ragioni di urgenza, delle quali il giudice dà atto nel provvedimento, i termini di cui al primo e secondo periodo dell'art. 127-ter, comma 2 c.p.c., possono essere abbreviati. Il giudice provvede entro trenta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle note. Infine, se nessuna delle parti deposita le note nel termine assegnato, il giudice assegna un nuovo termine perentorio per il deposito delle note scritte o fissa udienza. Se nessuna delle parti deposita le note nel nuovo termine o compare all'udienza, il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. La violazione dell'art. 127-ter, comma 4 c.p.c., che prevede gli effetti derivanti dal mancato deposito delle note nel termine assegnato, ha rilievo sostanziale e non solo formale, in quanto riguarda il concreto dispiegarsi del contraddittorio nel processo. La decisione della causa nel merito, nonostante il mancato deposito delle note ex art. 127-ter, comma 4 c.p.c., è di per sé motivo di nullità della sentenza impugnata, senza che occorra l'allegazione e la prova di alcun pregiudizio cagionato dalla violazione della regola processuale (Cass. sez. lav., n. 17717/2024). L'art. 127-ter, ultimo comma c.p.c. prevede che il giorno di scadenza del termine assegnato per il deposito delle note scritte è considerato data di udienza a tutti gli effetti. 3. A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. COMMENTOL'art. 127-ter c.p.c. prevede che l'udienza, pur se fissata in precedenza, possa essere sostituita dal giudice con il deposito di note scritte che contengano soltanto le istanze e le conclusioni, laddove non sia necessaria la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal p.m. e dagli ausiliari del giudice. La stessa sostituzione dell'udienza può aversi laddove ne facciano richiesta tutte le parti costituite. La giurisprudenza di legittimità, nel pronunciarsi sulle conseguenze in caso di assenza delle espresse istanze e conclusioni nelle note depositate in sostituzione dell'udienza, ha ritenuto che il giudice può validamente assumere i provvedimenti per i quali l'udienza è stata fissata solo se sia certo, attraverso un'integrale interpretazione dell'atto nel contesto processuale, l'intento delle parti di dare impulso alla trattazione della causa, dovendo altrimenti formulare richiesta di chiarimenti, attraverso il rinvio a tal uopo ad altra udienza, in presenza o, se del caso, in forma sostitutiva scritta o, se sia al contrario già chiaro l'intento di non dare impulso alla causa, disporre ai sensi dell'art. 127-ter, comma 4 c.p.c. (Cass. sez. lav., 23565/2024). Tale norma, lungi dal far parte delle disposizioni afferenti alla digitalizzazione del processo, prevede, invece, la sostituzione dell'udienza con note scritte. La finalità avuta di mira dal legislatore è l'accelerazione del procedimento; evitando l'udienza e sostituendola con il deposito di note scritte si riduce la durata del procedimento, considerando, altresì, che a norma del terzo comma della disposizione il giudice provvede entro trenta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle note scritte di parte. Il d.lgs. n. 164/2024 è da ultimo intervenuto sulla disciplina della trattazione scritta in sostituzione dell'udienza., prevedendo l'inserimento di tre previsioni aggiuntive nel primo, nel secondo e quinto comma dell'art. 127-ter c.p.c. L'intervento correttivo si è proposto di risolvere le questioni sorte in ordine alla possibilità di sostituire l'udienza di discussione della causa con il deposito di note scritte e, più in generale, alla sua compatibilità con il rito del lavoro e con le udienze che, anche nel rito ordinario, richiedono la comparizione personale delle parti ai fini di un'interlocuzione col giudice. La scelta è caduta su una soluzione mediana che, per un verso, valorizza l'impiego virtuoso della disposizione di cui all'art. 127-ter c.p.c. tutte le volte in cui la trattazione della causa in udienza appesantisce senza una concreta utilità la singola vicenda processuale e, più in generale, la gestione delle udienze e del ruolo del giudice; per altro verso, è chiarito che la trattazione in udienza è obbligatoria e, dunque, insostituibile, nei casi in cui l'effettiva interlocuzione tra le parti e delle parti col giudice risulta necessaria – specialmente in presenza di un'espressa previsione di legge (artt. 117, 185 e 185-bis) – alla formazione del libero convincimento dell'organo giudicante, al pieno esercizio del diritto di difesa oppure alla definizione per via conciliativa della lite. Con il provvedimento con cui sostituisce l'udienza il giudice assegna un termine perentorio non inferiore a 15 giorni per il deposito delle note scritte sostitutive. Ciascuna parte costituita può opporsi entro cinque giorni dalla comunicazione e il giudice deve provvedere nei cinque giorni successivi con decreto non impugnabile. La richiesta concorde delle parti non può essere disattesa visto che il penultimo capoverso del secondo comma della norma stabilisce che in caso di istanza proposta congiuntamente da tutte le parti, il giudice dispone in conformità alla richiesta. Ai sensi delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024 recante disposizioni integrative e correttive al d.lgs. n. 149/2022, al secondo comma, dopo il secondo periodo, è stata inserita la previsione per cui, nell'ipotesi di udienza pubblica, se una delle parti si oppone il giudice revoca il provvedimento e fissa l'udienza in presenza. Infine, la norma prevede che se nessuna delle parti deposita le note nel termine assegnato dal giudice, il giudice assegna un nuovo termine perentorio per il deposito delle stesse, ovvero fissa l'udienza. Se viene disatteso anche questo termine per il deposito delle note o se nessuna delle parti compare all'udienza il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. Trattasi in sostanza di una nuova forma di inattività che comporta l'estinzione del processo e che si aggiunge a quella già prevista dall'art. 181 c.p.c. La previsione di nuovo conio è infatti speculare a quella della norma richiamata ove si prevede che se nessuna delle parti compare alla prima udienza, il giudice fissa un'udienza successiva, di cui il cancelliere dà comunicazione alle parti costituite e, se nessuna delle parti compare alla nuova udienza, il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. Data la parificazione del deposito delle note scritte alla udienza correttamente la norma prevede che tale dichiarazione di estinzione possa conseguire non soltanto alla mancata comparizione delle parti all'udienza ma anche al mancato deposito delle note scritte sostitutive. Infine, in virtù delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024, si è risolta l'inconciliabilità pratica della sostituzione ex art. 127-ter c.p.c. dell'udienza di discussione, nei casi in cui questa richiede la lettura del dispositivo in udienza, con la possibilità delle parti di depositare note scritte fino al termine di quello stesso giorno: è stato perciò aggiunto un periodo all'ultimo comma dell'art. 127-ter c.p.c., in virtù del quale il provvedimento depositato entro il giorno successivo alla scadenza del termine si considera letto in udienza. Su tale ultimo aspetto, la Suprema Corte ha statuito che, l'omesso deposito telematico del dispositivo il giorno dell'udienza, equivale alla sua mancata lettura, che determina, pertanto, la nullità della sentenza (Cass. III, n. 15993/2024). |