Relazione di notificazione per pubblici proclamiInquadramentoA norma dell'art. 150 c.p.c. allorché la notificazione nei modi ordinari sia “sommamente” difficile per il rilevante numero dei destinatari o per la difficoltà di individuarli tutti, il capo dell'ufficio giudiziario davanti a cui si procede, può autorizzare su istanza della parte interessata e sentito il P.M., la notificazione per pubblici proclami. L'autorizzazione viene data con decreto steso in calce all'atto da notificare; in esso sono designati, se necessario, i destinatari ai quali la notificazione deve farsi nelle forme ordinarie e sono indicati i modi che appaiono più opportuni per portare l'atto a conoscenza degli altri interessati. Copia dell'atto è depositata nella casa comunale del luogo in cui ha sede l'ufficio giudiziario davanti a cui si inizia o si svolge il processo e un estratto di esso è inserito nella Gazzetta Ufficiale e nel Foglio Annunzi Legali delle province dove risiedono i destinatari o si presume che risieda la maggior parte di essi. Questa notificazione si ha per avvenuta quando, una volta eseguiti gli adempimenti previsti dall'art. 150 c.p.c., l'ufficiale giudiziario deposita una copia dell'atto con la relazione di notifica e i documenti che giustificano l'attività svolta, nella cancelleria del Giudice davanti al quale si procede. Questa forma di notifica è ammessa davanti a tutti i giudici tranne al Giudice di pace. La disposizione ex art. 150 c.p.c. prevede un'ipotesi eccezionale che permette la possibilità di derogare alle forme di notifica ordinaria disciplinate ex art. 137 c.p.c. L'art. 150 c.p.c. non consente al Giudice la scelta della forma speciale di trasmissione come invece avviene ai sensi dell'art. 151 c.p.c. Con l'art. 150 c.p.c. si delinea un'informazione collettiva e generalizzata. Per l'applicazione dell'art. 150 c.p.c. è richiesto che la notificazione sia particolarmente difficile nei modi ordinari visti i numerosi destinatari e la difficoltà nel rintracciarli tutti. In tal caso il primo momento della notificazione oltre all'istanza di parte, ricomprende il provvedimento del Giudice. Le modalità di notifica ordinate dal Giudice vanno eseguite a pena di nullità della stessa: qualora il Giudice abbia disposto l'affissione di una copia dell'atto nella casa comunale, anziché il deposito previsto dall'art. 150, comma 3 c.p.c., la notifica effettuata per deposito, senza affissione, è nulla, ma non inesistente, essendo stata pur sempre adempiuta la formalità dalla legge considerata idonea a garantire la conoscenza dell'atto (Cass. II, n. 17742/2014). A norma dell'art. 51 disp. att. c.p.c. la copia che l'ufficiale giudiziario deposita in cancelleria a norma dell'art. 150, comma 4 c.p.c., è custodita dal cancelliere per essere inserita nel fascicolo d'ufficio. Nella copia depositata e in quella da consegnare alla parte che ha chiesto la notifica, l'ufficiale giudiziario deve certificare la data dell'avvenuto deposito in cancelleria. Come è affermato in dottrina e nella stessa giurisprudenza della Corte di Cassazione, la normativa di cui all'art. 150 c.p.c. introduce nell'ordinamento processuale italiano la possibilità di promuovere giudizi ordinari di cognizione contro intere categorie o ceti di persone non tutte identificate nominativamente ed anzi identificate solo in base a certe qualificazioni o a certe situazioni in cui si possono trovare. Con la conseguenza che, dovendosi ritenere che la notificazione produce la conoscenza legale sostenuta da un notevole grado di probabilità dell'acquisizione di conoscenza effettiva da parte del destinatario (Cass. II, n. 22782/2019). Di recente si è altresì specificato che l'insussistenza dei presupposti per la notificazione per pubblici proclami, costituendo un vizio processuale originario del giudizio che determina la nullità della sentenza conclusiva, non è riconducibile ad una ipotesi di dolo revocatorio di cui all'art. 395, n. 1 c.p.c. essendo deducibile con i normali mezzi di impugnazione (Cass. II, n. 5031/2022). La riforma 2022 sulla disciplina delle notificazioni nel codice di rito: il d.lgs. n. 149/2022 nell'attuare i criteri di delega relativi alle notifiche telematiche e al riordino e implementazione del processo telematico, ha modificato l'art. 137, comma 2 c.p.c. introducendo espressamente le notifiche effettuate dall'Avvocato. Sono stati inoltre introdotti due nuovi commi alla stessa disposizione normativa, ossia i commi 6 e 7, che prevedono ora che l'Avvocato esegue le notificazioni nei casi e con le modalità previste dalla legge e che l'ufficiale giudiziario esegue la notificazione su richiesta dell'Avvocato se quest'ultimo non deve eseguirla a mezzo di posta elettronica certificata o di servizio elettronico di recapito certificato qualificato, o con altra modalità prevista dalla legge, salvo che l'Avvocato dichiari che la notificazione con queste modalità non è possibile o non ha avuto esito positivo per cause non imputabili al destinatario. Di questa dichiarazione deve darsi atto nella relata di notifica. Va altresì segnalato che la riforma 2022 incide anche sul contenuto dell'art. 139 c.p.c. prevedendosi ora la soppressione della firma del portiere o del vicino del destinatario, così semplificando l'attività notificatoria dell'ufficiale giudiziario. Ciò perché, come specifica la Relazione illustrativa, non si può prevedere se il ricevente sia munito di firma digitale né può imporglisi di procurarsela, e, pertanto, l'ufficiale giudiziario dovrebbe, come adesso, portare sempre con sé anche una ulteriore copia cartacea su cui il ricevente, eventualmente diverso dal destinatario, possa apporre la sua firma autografa, copia cartacea che poi va materialmente restituita al richiedente che deve conservarla. La soppressione della firma da parte del ricevente, quando la consegna viene fatta da un pubblico ufficiale come l'ufficiale giudiziario che inoltre restituisce relazione scritta dell'attività svolta, con valore probatorio di atto pubblico, estende a casi analoghi, senza modificarne in alcun modo la natura, la potestà certificatoria che l'ufficiale giudiziario ha già con riferimento alle ipotesi in cui il ricevente rifiuti la firma o non possa firmare e agevola il flusso telematico degli atti processuali. FormulaRELAZIONE DI NOTIFICAZIONE PER PUBBLICI PROCLAMI Io sottoscritto Sig. ..., Ufficiale Giudiziario addetto all'Ufficio Unico Notifiche presso il Tribunale di ..., su richiesta [1] dell'Avv. ..., in qualità di procuratore domiciliatario del Sig. ..., con studio in ..., alla via ... ed al numero civico ... ; Visto il decreto che ha autorizzato la notifica ex art. 150 c.p.c.; ho notificato il sopra esteso atto di ..., depositandone copia conforme all'originale nella casa comunale [2] di ... (luogo in cui ha sede l'ufficio giudiziario davanti a cui si procede), consegnandola al commesso Sig. ... in data ... ; ho curato l'inserimento di un estratto della stessa per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale [3] della Repubblica n. ... del giorno ... e sul Foglio Annunzi Legali del ... della Provincia di ... luogo di presumibile residenza dei destinatari dell'atto; - ho poi provveduto a depositare un'altra copia dell'atto presso la Cancelleria [4] del Giudice in data ... ; - ho altresì effettuato la notifica nei modi ordinari, tramite consegna di copia conforme all'originale a mani dei Sigg.ri ... reperiti presso ... alla via ..., n. ... così come indicato nel decreto ex art. 150 c.p.c. Luogo e data ... Firma dell'Ufficiale Giudiziario ... 1. La mancata indicazione della parte richiedente la notificazione dell'atto processuale ne importa la nullità solo quando produce incertezza assoluta su tale parte, che ricorre esclusivamente ove da detto atto non sia possibile in alcun modo ricavare ad istanza di chi la medesima notificazione è stata eseguita (Cass. n. 14150/2020). 2. Il comma 3 dell'art. 150 c.p.c. individua le formalità che colui che notifica deve rispettare. Prima formalità è il deposito, nella casa comunale in cui ha sede l'ufficio del Giudice davanti a cui si procede, dell'atto. Vi è l'esigenza che l'atto possa essere conosciuto dai destinatari nella sua versione integrale, a cui potranno peraltro accedere solo dopo che siano stati informati dell'esistenza dell'atto stesso. 3. Altra formalità prescritta dall'articolo in esame è la pubblicazione di un estratto dell'atto in Gazzetta Ufficiale, così da poter essere divulgata in tutto il territorio Italiano, oltre che nel foglio degli annunci legali dove risiedano i destinatari o buona parte di essi. 4. Il comma 4 dell'art. 150 c.p.c. individua il momento del perfezionamento della notifica per pubblici proclami nel momento in cui l'ufficiale giudiziario deposita una copia dell'atto nella cancelleria del Giudice. Il deposito integrerà il procedimento di notifica per pubblici proclami. Secondo autorevole dottrina gli effetti della notifica si realizzerebbero nel momento in cui l'atto è consegnato all'ufficiale giudiziario e non al momento della presentazione della relativa istanza di autorizzazione al capo dell'Ufficio Giudiziario (Cass. I, n. 4587/2009). COMMENTOL'art. 149-bis c.p.c., inserito dal d.l. n. 193/2009, convertito in l. n. 24/2010, antecedentemente alla riforma apportata dal d.lgs. n. 149/2022, prevedeva che, in assenza di un espresso divieto di legge, la notificazione poteva eseguirsi a mezzo di posta elettronica certificata, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo. Nell'ottica di implementazione del processo civile telematico, il d.lgs. n. 149/2022 (c.d. Riforma Cartabia) è intervenuta sull'art. 149-bis c.p.c., prevedendo l'obbligo di notificazione a mezzo posta elettronica certificata da parte dell'Ufficiale Giudiziario qualora il destinatario sia un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato risultante dai pubblici elenchi oppure quando il destinatario ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'art. 3-bis, comma 1-bis, del c.a.d. Qualora si proceda secondo questa modalità, l'ufficiale giudiziario trasmette una copia informatica dell'atto sottoscritta con la firma digitale all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante dai pubblici elenchi o, comunque, accessibili alle pubbliche amministrazioni. Il perfezionamento della notifica si ha nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata del destinatario. Per quanto concerne la relazione prevista dall'art. 148 c.p.c., l'ufficiale giudiziario la redige su un documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici (determinati con apposito decreto del Ministero della Giustizia). Con il d.lgs. n. 164/2024 si è perfezionata la disciplina della notificazione a mezzo posta elettronica certificata eseguita dall'ufficiale giudiziario ai sensi dell'articolo 149-bis, procedendo ad un intervento additivo sul secondo comma, una sostituzione del terzo comma e l'introduzione di un ultimo comma dopo il sesto. In relazione al secondo comma si è previsto che l'ufficiale giudiziario possa trasmettere all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario, risultante da pubblici elenchi o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni, non solo la copia informatica dell'atto sottoscritta con firma digitale ma anche, in alternativa, il duplicato informatico dell'atto stesso, che consiste in un documento informatico ottenuto mediante la memorizzazione della medesima sequenza di bit del documento originario. L'intervento sostitutivo del terzo comma elimina una distonia tra notifiche effettuate con modalità tradizionali (a mani o mediante il servizio postale) e notifiche a mezzo PEC, prevedendo anche in relazione a queste ultime la scissione del momento di perfezionamento della notifica per il soggetto notificante e per il destinatario. Anche nel caso di notifiche via PEC, infatti, può accadere che l'adempimento venga effettuato dall'ufficiale giudiziario in un momento successivo a quello in cui il richiedente gli ha trasmesso gli atti. Si prevede quindi che la notifica si intende perfezionata, per il soggetto notificante, nel momento in cui il documento informatico da notificare è consegnato all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata di quest'ultimo. Infine, l'intervento aggiuntivo del settimo comma della disposizione colma una lacuna normativa disciplinando l'ipotesi in cui la notifica non possa essere effettuata a mezzo posta elettronica certificata o l'invio di questa non vada a buon fine. In particolare, si prevede che se ciò avviene per causa non imputabile al destinatario si dovrà procedere nelle forme “tradizionali”, mentre se avviene per cause imputabili al destinatario (che ad es. non ha curato di mantenere attiva e capiente la sua casella di posta) l'atto sarà depositato in una apposita area web esposta nel portale dei servizi telematici del Ministero della giustizia e accessibile al destinatario. A tal fine, si prevede – anche allo scopo di garantire la conoscibilità e al contempo la riservatezza dell'atto – che l'area web sia generata automaticamente dal portale e sia collegata al codice fiscale del destinatario, e che l'atto da notificare debba essere accompagnato da una dichiarazione dell'ufficiale giudiziario circa la sussistenza dei presupposti per procedere secondo tali modalità. Analogamente a quanto avviene con le notifiche a mezzo posta in caso di assenza del destinatario, poi, si prevede che per quest'ultimo la notifica si intende perfezionata con il decorso di dieci giorni dall'inserimento ovvero, se anteriore, nella data in cui egli accede all'area riservata. Va infine segnalato che la riforma 2022 incide anche sul tempo delle notificazioni al fine di disciplinare il tempo della notificazione effettuata per via telematica prevedendosi ora che le notificazioni a mezzo posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato possono essere eseguite senza limiti di orario. Queste notificazioni si intendono perfezionate, per il notificante, nel momento in cui è generata la ricevuta di accettazione e, per il destinatario, nel momento in cui è generata la ricevuta di avvenuta consegna. Se questa è generata tra le ore 21 e le ore 7 del mattino seguente, la notificazione si intende perfezionata per il destinatario alle ore 7. La legge 29 aprile 2024, n. 56 (pubblicata in G.U. 30 aprile 2024), che ha convertito il d.l. n. 19/2024 recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)” ha inserito dopo l'art. 25, l'art. 25-bis rubricato “Disposizioni per favorire l'impiego di mezzi telematici per le notificazioni di atti civili, amministrativi e stragiudiziali da parte degli avvocati” con l'obiettivo di semplificare il procedimento notificatorio nell'ottica del perseguimento degli obiettivi del PNNR sull'efficienza del sistema giudiziario. La disposizione in questione ha inciso sull'art. 3 della l. n. 53/1994, il cui comma 2-bis ora prevede che «È consentita la notificazione tramite un invio postale generato con mezzi telematici. A tal fine, nella relazione di notificazione il notificante dà atto delle modalità di invio e indica il nome, il cognome, la residenza o dimora o domicilio del destinatario, nonché il domicilio del notificante, il numero del registro cronologico di cui all'articolo 8 e gli elementi previsti dal comma 2 del presente articolo. L'atto è sottoscritto digitalmente dal notificante nel rispetto della normativa processuale, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. L'ufficiale postale appone la propria firma digitale o un sigillo elettronico qualificato sul documento informatico, stampa la copia da notificare e l'avviso di ricevimento e confeziona il piego raccomandato, riportando su ciascuna pagina della copia da notificare il numero identificativo dell'invio postale e attestando la conformità della copia al documento informatico trasmesso. Nell'avviso di ricevimento sono contenute le indicazioni di cui al comma 2». Va ricordato che l'art. 3, commi 1 e 2, della l. n. 53/1994 sono relativi alla notifica in proprio da parte dell'avvocato in modalità cartacea tramite l'ufficio postale. Con l'inserimento del nuovo comma 2-bis si permette all'avvocato la notifica in proprio dell'atto tramite “un invio postale generato con mezzi telematici”. Sicché l'avvocato che non può ottemperare all'obbligo di notifica attraverso la PEC può scegliere se notificare tramite l'UNEP, in proprio tramite l'ufficio postale secondo le disposizioni dell'art. 3 l. n. 53/1994 o, infine, in proprio tramite l'ufficio postale utilizzando l'invio generato con mezzi telematici ai sensi del nuovo comma 2-bis della l. n. 53/1994. Ai sensi della nuova previsione il notificante nella relata di notifica deve dare atto: • Delle modalità dell'invio; • Indicare nome, cognome, residenza o dimora o domicilio del destinatario nonché il domicilio del notificante; • Il numero del registro cronologico di cui all'art. 8 l. n. 53/1994; Gli elementi previsti dall'art. 2 della stessa legge che prevede che «per le notificazioni di atti effettuate prima dell'iscrizione a ruolo della causa o del deposito dell'atto introduttivo della procedura, l'avviso di ricevimento deve indicare come mittente la parte istante e il suo procuratore; per le notificazioni effettuate in corso di procedimento, l'avviso deve indicare anche l'ufficio giudiziario e, quando esiste, la sezione dello stesso». L'atto deve poi essere sottoscritto dal notificante nel rispetto della normativa processuale, anche regolamentare, relativa alla sottoscrizione, trasmissione e ricezione dei documenti informatici. |