Istanza di correzione degli errori materiali contenuti nel decreto di trasferimento (art. 586,288 c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

Il decreto di trasferimento che, in accordo con le regole generali, può essere revocato d'ufficio dal giudice dell'esecuzione sino a quando non abbia avuto esecuzione, soggiace esclusivamente al rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi (sicché non può essere proposto avverso lo stesso il ricorso straordinario per cassazione ex art. 111 Cost.). Tuttavia, è sempre ammessa, in base ai principi generali, l'istanza di correzione di meri errori materiali o di calcolo contenuti nel decreto di trasferimento.

Formula

TRIBUNALE DI ...

ISTANZA DI CORREZIONE DEGLI ERRORI MATERIALI

Ill.mo Giudice dell'Esecuzione immobiliare

Il Sig. ..., nato a ..., C.F. ..., residente in ..., rappresentato e difeso, come da delega in calce al presente atto dall'Avv. ..., presso lo studio del quale in ..., è elettivamente domiciliato

PREMESSO CHE

– in data ..., è stato emanato decreto di trasferimento in proprio favore dell'immobile aggiudicato nell'ambito della procedura esecutiva immobiliare R.G.E. ...;

– rilevato che nella pur corretta descrizione del bene rispetto a come individuato nell'ordinanza di vendita, per mero errore materiale la particella n. 1 è individuata come particella n. 2;

– si tratta di mero errore materiale in quanto ... [1];

TUTTO CIÒ PREMESSO

CHIEDE

che l'Ill.mo Giudice dell'esecuzione Immobiliare, previa eventuale comparizione delle parti [2], voglia correggere il predetto errore materiale del decreto di trasferimento.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto e per le eventuali fasi successive l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ...

Firma Avv. ...

1. Invero, le ordinanze del giudice dell'esecuzione, non più revocabili per aver avuto attuazione, sono suscettibili di correzione nei casi e nelle forme previste dagli artt. 287 e 288 c.p.c., trattandosi di disposizioni espressione di una esigenza di ordine generale propria ad ogni tipo di processo, sicché, in assenza di una diversa e specifica disciplina, sono applicabili anche ai provvedimenti resi nel processo di esecuzione (Cass. civ. n. 1891/2015).

2. Ove si tratti di errore di immediata evidenza e la correzione dello stesso non possa pregiudicare in alcun modo gli interessi delle altre parti, il giudice dell'esecuzione può procedere de plano, senza fissare un'udienza di comparizione delle parti, alla richiesta correzione.

COMMENTO

Il decreto di trasferimento del bene immobile pignorato costituisce un atto del procedimento esecutivo i vizi del quale possono essere fatti valere esclusivamente in sede di opposizione agli atti esecutivi (Cass. III, n. 11318/2011).

Il giudice dell'esecuzione può peraltro sempre revocare il decreto di trasferimento di sua iniziativa, anche dopo la scadenza del termine previsto dalla legge per la proposizione dell'opposizione di cui all'art. 617, a meno che il provvedimento non abbia avuto definitiva esecuzione, momento, quest'ultimo, che si identifica non con quello dell'emanazione del decreto di trasferimento, ma con quello del compimento, da parte del cancelliere, delle operazioni indicate dall'art. 586 c.p.c. (Cass. III, n. 24001/2011): motivo di revoca d'ufficio del decreto di trasferimento è costituito, ad esempio, dall'omesso versamento del prezzo (Cass. III, n. 23709/2008).

Consolidato è invece l'assunto per il quale il decreto di trasferimento, in quanto suscettibile di opposizione agli atti esecutivi, non è ricorribile per cassazione ex art. 111, comma 7, Cost. (Cass. III, n. 371/2007).

Resta ferma, peraltro, anche una volta che sia decorso il termine per proporre opposizione agli atti esecutivi avverso il decreto di trasferimento, sulla scorta dei principi generali exartt. 287 e ss. c.p.c., la possibilità di richiedere al giudice dell'esecuzione la correzione degli errori esclusivamente materiali e di calcolo contenuti nel decreto di trasferimento.

Tali errori si compendiano esclusivamente, tuttavia, in un difetto di corrispondenza tra l'ideazione del giudice e la sua materiale rappresentazione grafica (cfr. Cass. n. 16219/2022, la quale ha ritenuto che l'eventuale erronea indicazione, nel decreto di trasferimento, di servitù attive o passive riguardanti il bene trasferito, può essere fatta valere solo con l'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c., in quanto trattasi di profilo che concerne aspetti sostanziali che incidono sul contenuto di ciò che è trasferito rispetto a quanto è stato posto in vendita e pubblicizzato).

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