Istanza per la partecipazione alla distribuzione, previa accensione di fideiussione, dei creditori aventi diritto all'accantonamento (art. 596 c.p.c.)InquadramentoL'art. 596 c.p.c. consente una pronta distribuzione delle somme ricavate dalla vendita anche in favore di un creditore intervenuto avente diritto all'accantonamento nel senso ora indicato purché presenti una fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata da uno degli istituti di cui all'art. 574 c.p.c., indicato dal Giudice dell'esecuzione. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] ISTANZA DI PARTECIPAZIONE ALLA DISTRIBUZIONE DEL RICAVATO Ill.mo Giudice dell'esecuzione immobiliare nella procedura esecutiva R.G. ... Il sottoscritto Avv. ..., procuratore del creditore intervenuto Sig. ..., giusta delega in calce (oppure, a margine) della comparsa di intervento ESPONE CHE – il Sig. ... è intervenuto nella procedura esecutiva in data ... in ragione di provvedimento di sequestro conservativo ottenuto, sul bene pignorato, in danno del debitore esecutato [2]; – all'udienza del ... il debitore non ha riconosciuto il credito fatto valere; – entro il termine concesso è stato incardinato, in data ..., un giudizio di cognizione volto ad ottenere titolo esecutivo, costituito da sentenza di condanna, nei confronti del debitore; – tale sentenza non è stata ancora pronunciata [3]; – peraltro, il bene pignorato è stato venduto e dovranno essere ripartite tra i creditori concorrenti le somme ricavate dalla vendita forzata; CHIEDE di essere autorizzato a partecipare alla distribuzione del ricavato, previa prestazione di fideiussione autonoma, irrevocabile ed a prima richiesta, per l'intero importo del credito fatto valere, presso uno dei soggetti indicati dall'art. 574 c.p.c., indicato dalla S.V. Ill.ma. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. In alternativa, l'istanza potrà essere formulata anche al professionista delegato. 2. L'art. 499, comma 1 c.p.c. consente l'intervento senza titolo esecutivo nella procedura promossa da altro creditore solo a coloro i quali abbiano ottenuto un sequestro sui beni pignorati, vantino sulle medesime cause legittime di prelazione o il cui credito risulti dalle scritture contabili obbligatorie dell'imprenditore commerciale. 3. L'art. 499 c.p.c. limitando l'accantonamento a favore del creditore che ha incardinato un giudizio per munirsi di un titolo esecutivo ad un periodo di tre anni poneva, prima dell'odierna modifica dell'art. 596 c.p.c., problematiche non trascurabili perché doveva ritenersi che, decorso detto periodo, il creditore – per una circostanza esulante dalla propria responsabilità, ossia la durata del processo – perdesse il diritto all'accantonamento. Altra incertezza afferiva alla possibilità di una distribuzione del ricavato prima del decorso del termine di tre anni. COMMENTOÈ possibile intervenire nella procedura esecutiva, anche se il credito vantato non sia supportato da un titolo esecutivo, soltanto in presenza dei presupposti indicati dall'art. 499, comma 1 c.p.c. Il creditore intervenuto in assenza di titolo esecutivo deve in primo luogo procedere, al fine di provocare l'attivazione del debitore esecutato in vista di un tale procedimento di riconoscimento (o disconoscimento) del debito, alla notificazione dell'atto di intervento e dell'eventuale estratto autentico delle scritture contabili nei confronti del debitore entro dieci giorni dal deposito del ricorso. All'udienza fissata per l'assegnazione o la vendita il giudice, laddove siano presenti interventi non fondati su titolo esecutivo, provvederà alla fissazione di una apposita udienza di comparizione dinanzi a sé dei creditori intervenuti privi di titolo esecutivo e del debitore. Nel corso di tale udienza il debitore dovrà dichiarare quali crediti (fra quelli non fondati su titolo esecutivo), e in quale misura, egli intenda riconoscere. In tutti i casi di riconoscimento (sia espresso, che tacito) del credito non supportato da titolo esecutivo, il creditore intervenuto potrà partecipare alla fase distributiva per intero (ovvero per la parte di credito non disconosciuta). Qualora, invece, il debitore, comparendo a tale udienza, formalizzi il disconoscimento del credito, il giudice non potrà procedere alla distribuzione in relazione a tali crediti, anche se – in presenza di una formale istanza del creditore intervenuto, il quale si attivi, entro i trenta giorni successivi allo svolgimento di tale udienza di riconoscimento, per iniziare il giudizio finalizzato a munirsi di titolo esecutivo in relazione al credito vantato – dovrà procedere, ai sensi dell'art. 510, commi 2 e 3 c.p.c., all'accantonamento delle somme relative a tali crediti disconosciuti. La distribuzione delle somme così accantonate potrà avvenire, su istanza di una delle parti che vi abbia interesse o anche d'ufficio, a distanza di non oltre tre anni dall'avvenuto accantonamento, in favore dei creditori che siano riusciti, nel frattempo, a munirsi di titolo esecutivo. In sede di conversione del d.l. n. 59/2016 è stato modificato l'art. 596 c.p.c. nel senso che sarà possibile una pronta distribuzione delle somme ricavate dalla vendita anche in favore di un creditore intervenuto avente diritto all'accantonamento nel senso ora indicato purché presenti una fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata da uno degli istituti di cui all'art. 574 c.p.c., indicato dal giudice dell'esecuzione. |