Atto di pignoramento nei confronti del terzo proprietario

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'esecuzione forzata si svolge nei confronti del terzo proprietario, cui si applicano tutte le disposizioni che riguardano il debitore tranne quella che prevede il divieto di rendersi acquirente del bene pignorato. Invero, una volta avvertito il debitore dell'imminente espropriazione del bene con la notifica del titolo e del precetto, il pignoramento e gli altri atti esecutivi debbono essere compiuti nei soli confronti del terzo proprietario, unico legittimato passivo all'espropriazione ed è solo a quest'ultimo che, ai sensi dell'art. 604 c.p.c., deve essere notificato l'atto di pignoramento.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

Atto Di Pignoramento Immobiliare

Il Sig. ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., rappresentato e difeso, come da procura in calce (oppure, a margine), dell'atto di precetto dall'Avv. ..., ed elettivamente domiciliato presso lo studio dello stesso in ..., via ....

PREMESSO CHE

– l'istante ha notificato al Sig. ... in data ... atto di precetto per ottenere il pagamento della complessiva somma di Euro ..., giusta titolo esecutivo, costituito da ..., notificato in data ...;

– il Sig. ... ha, precedentemente all'inizio dell'esecuzione, venduto l'immobile che si intende pignorare, garantito da ipoteca di primo grado in favore dell'esponente, al Sig. ...;

– il termine è scaduto e il debitore non ha provveduto ad alcun pagamento;

– il precetto è stato notificato sia al debitore che al terzo proprietario;

DICHIARA

– di voler sottoporre a pignoramento l'immobile di proprietà del terzo Sig. ..., sito nel Comune di ..., distinto in catasto (urbano o terreni) del Comune di ..., al foglio ..., particella ..., sub ... Cat. ..., classe ... rendita catastale di Euro ..., confinante con ..., con ... e con ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [2]

Ciò premesso, il sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto al Tribunale di ..., richiesto come in atti dall'Avv. ..., nella sua qualità di procuratore del Sig. ...

HO SOTTOPOSTO A PIGNORAMENTO

Il bene immobile sopra descritto con i suoi frutti, accessori, pertinenze e dipendenze;

HO AVVERTITO

il Sig. ... che ha la facoltà di chiedere di sostituire ai crediti ed alle cose pignorate una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante ed agli eventuali creditori intervenuti, comprensivo di capitale, interessi e spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che – a pena di inammissibilità – sia da egli depositata in cancelleria, prima che venga disposta l'assegnazione, la relativa istanza, unitamente ad una somma di denaro non inferiore ad un sesto [3] dell'importo del credito per il quale è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento;

HO AVVERTITO

il Sig. ... che a norma dell'art. 615, comma 2, terzo periodo, c.p.c. l'opposizione all'esecuzione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 530,552 e 569 c.p.c., salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile [4];

HO INVITATO

il Sig. ... ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis c.p.c.;

HO INGIUNTO

– il Sig. ... di astenersi da qualsiasi atto che possa sottrarre alla garanzia del credito di cui sopra il bene assoggettati all'espropriazione [5].

HO NOTIFICATO

Copia del predetto atto a:

Sig. ... (terzo proprietario).

1. Ai sensi dell'art. 26, comma 1, c.p.c. la competenza spetta inderogabilmente al Tribunale del luogo dove si trova l'immobile pignorato.

2. Il pignoramento immobiliare ha forma scritta in quanto l'art. 170 disp. att. c.p.c. stabilisce che lo stesso deve essere sottoscritto, prima della relata di notifica, dal creditore pignorante ex art. 125. Si ritiene, sulla scorta di tale dato normativo, che l'atto di pignoramento immobiliare deve essere sottoscritto dal creditore pignorante, se esso sta in giudizio personalmente, o dal suo difensore munito di procura, la quale, una volta rilasciata, ha validità per tutto il procedimento esecutivo (Cass. n. 1687/2012, che ha pertanto ritenuto valido l'atto di pignoramento immobiliare sottoscritto dal difensore, al quale il creditore abbia conferito procura alle liti nell'atto di precetto).

3. Precedentemente all'intervento operato dalla l. n. 12/2019, in vigore per le procedure esecutive incardinate dalla data del 13 febbraio 2019, l'importo era stabilito in misura non inferiore ad un quinto del credito per il quale è stato eseguito il pignoramento.

4. L'art. 4, comma 1, lett. a), del d.l. n. 59/2016, ha previsto, inserendo un nuovo periodo nel comma 3 dell'art. 492 c.p.c., questo ulteriore avvertimento per il debitore che deve essere inserito nell'atto di pignoramento.

5. L'art. 555 c.p.c. individua, infatti, quale elemento essenziale del pignoramento immobiliare l'ingiunzione di cui all'art. 492 c.p.c. La S.C. ha chiarito che l'ingiunzione alla quale fa riferimento l'art. 555, mediante il rinvio espresso all'art. 492, consiste nel richiamo che l'ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito, esattamente indicato, i beni che si assoggettano all'espropriazione ed i frutti di esso, di talché solo nell'ipotesi di omissione dell'ingiunzione di cui al comma 1 dell'art. 492 deve dichiararsi la nullità del pignoramento immobiliare mentre la mancanza dell'avviso ad eleggere domicilio o a dichiarare la residenza e dell'avvertimento della facoltà e dei termini per proporre istanza di conversione di cui, rispettivamente, ai commi 2 e 3 dell'art. 492 determinano mere irregolarità, non essendo prevista la nullità dell'atto o della procedura, comunque impedita dal raggiungimento dello scopo previsto dalla legge (Cass. n. 8408/2011).

Commento

Le disposizioni dettate dagli artt. 602 ss. trovano applicazione quando si realizza una scissione soggettiva tra il debitore ed il soggetto nei confronti del quale si svolge l'espropriazione: si tratta, in sostanza, di una forma di responsabilità senza debito.

Tali norme, disciplinando l'espropriazione su beni gravati da pegno o ipoteca per un debito altrui e quella su beni la cui alienazione è stata revocata per frode, realizzano sul piano processuale l'art. 2910, comma 2, c.c. (Andrioli, Commento al Codice di procedura civile, III, Napoli, 1968, 299).

Le prime due forme di c.d. responsabilità senza debito sono disciplinate dal comma 1 dell'art. 602 e sono costituite dal terzo che ha acquistato un bene già gravato da pegno o ipoteca (c.d. terzo acquirente a titolo particolare per atto tra vivi o per legato) ovvero dal terzo datore di ipoteca.

In entrambe le ipotesi viene in rilievo l'art. 2808 c.c.: in particolare, il comma 1 sancisce il c.d. diritto di sequela, per il quale il creditore ipotecario può far espropriare il bene anche se non si trova più nel patrimonio del debitore; il comma 2 della stessa disposizione è invece dedicato al terzo datore di ipoteca che si impegna a garantire un debito altrui con un proprio bene (Travi, Espropriazione contro il terzo proprietario, in Nss. Dig. It., VIII, Torino, 1992, 4 ss.).

La terza ipotesi di responsabilità senza debito prevista dall'art. 602 è quella della declaratoria di inefficacia, a seguito di azione revocatoria ai sensi dell'art. 2901 c.c., dell'atto di acquisto del terzo in quanto ritenuto pregiudizievole per i creditori.

Peraltro, in dottrina come in giurisprudenza si tende a ritenere non tassative le fattispecie descritte dall'art. 602 (Travi, Espropriazione contro il terzo proprietario, cit., 4 ss.).

Per promuovere l'espropriazione nei confronti del terzo proprietario non è necessario un titolo esecutivo autonomo, ma è sufficiente quello ottenuto contro il debitore diretto (Cass. n. 1746/1975).

Poiché l'espropriazione forzata si svolgerà in danno del terzo proprietario, l'art. 603 c.p.c. stabilisce che il titolo esecutivo ed il precetto, oltre che al debitore, siano notificati anche allo stesso.

È stato evidenziato in sede di legittimità che, quando oggetto dell'espropriazione immobiliare è un bene gravato da ipoteca per un debito altrui, il titolo esecutivo ed il precetto debbono essere notificati, ai sensi dell'art. 603, sia al terzo proprietario del bene sia al debitore, poiché il secondo è tenuto ad adempiere ed il primo risponde, col bene ipotecato, dell'eventuale inadempimento, precisando, al contempo, che, una volta avvertito il debitore dell'imminente espropriazione del bene, il pignoramento e gli altri atti esecutivi debbono essere compiuti nei soli confronti del terzo proprietario, unico legittimato passivo all'espropriazione ed è solo a quest'ultimo che, ai sensi dell'art. 604, deve essere notificato l'atto di pignoramento (Cass. III, n. 20580/2007).

L'esecuzione forzata si svolge nei confronti del terzo proprietario, cui si applicano tutte le disposizioni che riguardano il debitore tranne quella che prevede il divieto di rendersi acquirente del bene pignorato.

Invero, una volta avvertito il debitore dell'imminente espropriazione del bene con la notifica del titolo e del precetto, il pignoramento e gli altri atti esecutivi debbono essere compiuti nei soli confronti del terzo proprietario, unico legittimato passivo all'espropriazione ed è solo a quest'ultimo che, ai sensi dell'art. 604, deve essere notificato l'atto di pignoramento (Cass. III, n. 20580/2007).

Il comma 2 precisa che ogni volta che nell'espropriazione deve essere sentito il debitore dovrà essere sentito anche il terzo. A riguardo, la S.C. ha evidenziato che ne deriva che al terzo è applicabile il principio, sancito dall'art. 485, dell'audizione facoltativa del debitore da parte del Giudice dell'esecuzione non essendo il processo esecutivo caratterizzato dal principio del contraddittorio (sicché l'omessa convocazione del terzo datore per l'udienza fissata dal Giudice dell'esecuzione per l'autorizzazione alla vendita dell'immobile, pertanto, non è di per sé, causa di nullità del procedimento, e, essendo solo strumentale per il miglior esercizio della potestà ordinatoria del Giudice, può essere dedotta solo con l'opposizione agli atti esecutivi contro l'ordinanza di vendita, nei casi in cui su di essa abbia influito, viziandola: Cass. n. 9885/1994).

È stato precisato, al contempo, dalla stessa Corte di Cassazione, che sebbene nell'espropriazione contro il terzo proprietario, il debitore diretto non sia legittimato passivo dell'azione esecutiva e il pignoramento va notificato e trascritto esclusivamente nei confronti del terzo, perché ha come unico oggetto il bene di proprietà di quest'ultimo, tuttavia il debitore diretto resta parte necessaria del procedimento esecutivo, cui partecipa a titolo diverso da quello del terzo proprietario, e in tale veste deve essere sentito ogni volta che le norme regolatrici del procedimento prevedano questa garanzia nei suoi confronti (Cass. n. 535/2012).

Il terzo proprietario assoggettato ad espropriazione forzata è legittimato all'opposizione agli atti esecutivi, dato che egli è interessato al regolare svolgimento del processo esecutivo, allo scopo di non restare pregiudicato dal compimento di atti non conformi alla legge (Cass. n. 4923/2000). Per converso, non svolgendosi l'esecuzione nei suoi confronti, il debitore esecutato non è litisconsorte necessario nel procedimento di opposizione agli atti esecutivi (Cass. n. 20580/2007).

È stato chiarito, poi, che nell'esecuzione forzata condotta su beni già sottoposti ad ipoteca dal dante causa a garanzia del debitore originario, il terzo acquirente nei confronti del quale si svolga l'esecuzione stessa può far valere, con il rimedio dell'opposizione all'esecuzione, le ragioni che sarebbero spettate al proprio dante causa verso tutti gli altri fideiussori del debitore originario (Cass. n. 9887/2000).

Poiché nell'espropriazione promossa dal creditore contro il terzo proprietario nei casi e nei modi di cui agli artt. 602 e seguenti, sono parti tanto il terzo assoggettato all'espropriazione, quanto il debitore, nel giudizio di opposizione all'esecuzione, promosso contro il creditore procedente dal terzo assoggettato all'esecuzione, pertanto, il debitore, assieme al creditore, assume la veste di legittimo e necessario contraddittore, quale soggetto nei cui confronti l'accertamento della ricorrenza o meno dell'azione esecutiva contro il terzo è destinato a produrre effetti immediati e diretti (Cass. n. 1192/2012).

Il debitore originario o diretto è litisconsorte necessario nella controversia distributiva di cui all'art. 512, essendo il soggetto nei cui confronti l'accertamento della sussistenza e dell'entità dei crediti e dei privilegi posti a base dell'azione esecutiva contro il terzo è destinato a produrre effetti immediati e diretti, sicché, ove egli non sia stato evocato in giudizio, la sentenza resa nella controversia distributiva è inutiliter data e la conseguente nullità, se non precedentemente rilevata in sede di merito, deve essere rilevata d'ufficio dal Giudice di legittimità con rimessione della causa al Giudice di primo grado (Cass. n. 8891/2015).

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