Richiesta di disporre lo smaltimento o la distruzione dei documenti (art. 609, commi 2 e 3, c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'art. 609 c.p.c. prevede che quando sono rinvenuti in loco, avvenuto il rilascio, beni mobili estranei all'esecuzione, l'ufficiale giudiziario intima all'avente diritto di ritirarli entro un determinato termine. In mancanza detti beni assumono la valenza di res derelictae, sicché l'istante il rilascio può richiederne la vendita o lo smaltimento (o distruzione, a seconda della natura dei beni). Una disciplina specifica viene dettata dal terzo comma dell'art. 609 c.p.c. con riguardo ai documenti inerenti allo svolgimento di attività imprenditoriale o professionale rinvenuti nel bene immobile al momento del rilascio. In tale ipotesi, previa intimazione nelle forme già indicate del soggetto tenuto al rilascio o dei terzi, i documenti sono conservati, per un periodo di due anni, dalla parte richiedente l'esecuzione per rilascio ovvero, su istanza e previa anticipazione delle spese da parte di quest'ultima, da un custode nominato dall'ufficiale giudiziario.

Formula

UFFICIALE GIUDIZARIO PRESSO IL TRIBUNALE DI ...

Richiesta Di Disporre Lo Smaltimento (O La Distruzione) Dei Documenti

Il sottoscritto Avv. ... in qualità di procuratore del Sig. ..., parte istante il rilascio, giusta procura in atti

PREMESSO CHE

in forza di titolo esecutivo, costituito da ..., ha promosso presso il Tribunale di ... procedura esecutiva per rilascio, n. R.G. Esecuzioni, avente ad oggetto il seguente bene immobile: ..., in danno del Sig. ...;

a seguito del rilascio sono stati rinvenuti in loco beni alcuni faldoni contenenti documenti concernenti l'attività professionale del Sig. ...;

nel termine di giorni ... indicato con intimazione, a mezzo ufficiale giudiziario, del ..., l'avente diritto non ha proceduto ad asportare tali documenti dall'immobile;

i documenti sono stati conservati dal custode ... per un periodo di due anni, decorso in data ...;

TUTTO CIÒ PREMESSO

CHIEDE

che gli indicati documenti vengano distrutti [1].

Data e luogo ...

Firma Avv. ...

1. Le spese per queste valutazioni dell'ufficiale giudiziario sono a carico della parte istante così come, salva la possibilità di recupero nei confronti dell'avente diritto, quelle di custodia, di asporto e vendita.

Commento

L'art. 609 c.p.c. regolamenta le situazioni nelle quali nell'immobile oggetto della procedura esecutiva per rilascio vi siano beni mobili estranei alla stessa in quanto appartenenti alla parte tenuta al rilascio ovvero pignorate o sequestrate.

Nella delineata prospettiva, è irrilevante, ai fini della conclusione della procedura, che si realizza comunque con l'immissione dell'avente diritto nel possesso dell'immobile (Cass. III, n. 607/1998), la perdurante presenza di beni mobili estranei all'esecuzione sui quali non siano stati assunti provvedimenti.

Nella nozione di appartenenza delle cose mobili rientrano quindi situazioni giuridiche soggettive quali la proprietà, il possesso e la detenzione nonché le cose destinate durevolmente al servizio o all'ornamento dell'immobile da parte di chi non è proprietario né ha sul medesimo alcun diritto reale, atteso che, senza questa capacità di destinazione, le cose non possono ritenersi pertinenze dell'immobile (Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2019, 710).

La disciplina in precedenza dettata dall'art. 609 c.p.c. è stata sostituita dal recente d.l. n. 132/2014, nell'intento di consentire alla parte istante il rilascio di “liberarsi” del ricorrente problema dei beni mobili estranei al rilascio rinvenuti in loco al momento dell'immissione in possesso dell'avente diritto.

L'evidente limite delle norme dettate dall'art. 609 c.p.c. nella formulazione previgente era infatti costituito dall'impossibilità per il creditore istante il rilascio, in difetto di collaborazione attiva dell'esecutato, di “liberarsi” dei beni mobili estranei alla procedura rinvenuti in loco al momento dell'accesso dell'ufficiale giudiziario, con il rischio di sostenere, a tal fine, come evidenziato, costi ingenti (De Stefano, Gli interventi in materia di esecuzione forzata, in Riv. esec. forzata, 2014, n. 4, 793; Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l. 132/2014, in Corr. giur., 2015, n. 3, 390).

Una disciplina specifica viene dettata dal terzo comma dell'art. 609 con riguardo ai documenti inerenti allo svolgimento dell'attività imprenditoriale o professionale rinvenuti nel bene immobile al momento del rilascio. In tale ipotesi, previa intimazione nelle forme già indicate del soggetto tenuto al rilascio o dei terzi, i documenti sono conservati, per un periodo di due anni, dalla parte richiedente l'esecuzione per rilascio ovvero, su istanza e previa anticipazione delle spese da parte di quest'ultima, da un custode nominato dall'ufficiale giudiziario. Anche in tal caso, in difetto di istanza di riconsegna e di pagamento anticipato delle spese, i documenti sono considerati abbandonati e l'ufficiale giudiziario, salvo diversa richiesta della parte istante, ne dispone lo smaltimento o la distruzione alla stregua di res derelictae ed allo stesso modo si procede alla scadenza del termine biennale, a cura della parte richiedente l'esecuzione per rilascio o del custode, ove nominato.

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