Atto di precetto in materia di esecuzione forzata per gli obblighi di fare e di non fare (artt. 480,612 c.p.c.)InquadramentoL'atto di precetto costituisce un'intimazione stragiudiziale ad adempiere nei confronti del debitore risultante dal titolo esecutivo il comando giuridico ivi versato corredato dall'avvertimento che, in mancanza, si procederà ad esecuzione forzata. In particolare, l'esecuzione forzata per gli obblighi di fare e di non fare è una forma di esecuzione forzata in forma specifica, attraverso la quale vengono realizzati coattivamente gli obblighi, anche negativi, di facere di carattere fungibile, attraverso la sostituzione dell'Ufficiale Giudiziario (o di un ausiliario nominato dal Giudice dell'esecuzione) al soggetto obbligato rimasto inadempiente rispetto al comando giuridico contenuto nel titolo esecutivo. FormulaATTO DI PRECETTO Il Sig. ..., nato a ..., residente in ..., C.F. ..., rappresentato e difeso [1], come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. ... (C.F. ... fax ... ), ed elettivamente domiciliato presso lo studio dello stesso in ..., via ...; PREMESSO CHE — con sentenza n. ... del ..., il Tribunale di ... [2], nella causa iscritta al n. ... del R.G. dell'anno ... promossa da ... nei confronti di ..., disponeva che ... abbattesse, nelle modalità indicate dalla consulenza tecnica d'ufficio, il muretto costruito in violazione delle norme sulle distanze; — detta sentenza veniva registrata all'Agenzia delle Entrate di ..., versando l'importo di Euro ...; — copia autentica di tale sentenza è stata notificata in data ... [3]; — peraltro, ... non ha ancora provveduto ad adeguarsi al comando giuridico contenuto nel predetto titolo esecutivo; INTIMA E FA PRECETTO a ..., nato il ... a ..., C.F. ... di provvedere entro il termine di giorni 10 [4] dalla notificazione del presente atto [5] a conformarsi all'indicato obbligo di fare, avvertendolo che, in difetto, si procederà ad esecuzione forzata. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto di precetto ed alla successiva esecuzione forzata e agli eventuali giudizi di opposizione l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione ... Firma Avv. ... ... 1. L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione può essere sottoscritto anche dal creditore personalmente, senza necessità della difesa tecnica che, pertanto, è solo facoltativa. 2. Sulla scorta delle indicazioni già promananti dalla sentenza n. 336/2002 della Corte Costituzionale, nonché della formulazione dell'art. 474 c.p.c. dopo la novella di cui alla l. n. 80/2005, la S.C. ha recentemente precisato che il verbale di conciliazione giudiziale costituisce titolo esecutivo idoneo alla esecuzione forzata degli obblighi di fare e di non fare, perché si deve ritenere che i presupposti di fungibilità e coercibilità in forma specifica dell'obbligo dedotto nel titolo siano stati considerati al momento della formazione dell'accordo conciliativo dal Giudice che lo ha promosso e sotto la cui vigilanza esso è stato concluso. 3. In alternativa, l'art. 479 c.p.c. prevede che la notificazione del titolo esecutivo avvenga contestualmente a quella dell'atto di precetto. In ogni caso, il titolo esecutivo, in omaggio a quanto previsto dal comma 2 dopo la riforma realizzata dalla l. n. 80/2005, deve essere notificato alla parte personalmente: oggi, dunque, la semplice notificazione della sentenza al procuratore costituito è idonea e necessaria a far decorrere i termini brevi per l'impugnazione (Cass. S.U., n. 12898/2011), ma per procedere ad esecuzione forzata occorrerà in ogni caso notificare la sentenza, munita di formula esecutiva (ed il precetto). 4. Salvo che sia autorizzata l'esecuzione immediata ex art. 482 c.p.c., è possibile procedere ad esecuzione forzata solo laddove sia decorso un termine non inferiore a giorni 10 e non superiore a giorni 90, secondo le indicazioni contenute nell'atto di precetto. Il termine entro il quale l'obbligazione deve essere adempiuta è non inferiore a dieci giorni: la mancata o la diversa assegnazione al debitore del termine non determina, tuttavia, la nullità del precetto, ma comporta soltanto che l'esecuzione non possa essere iniziata prima che sia decorso detto termine (Cass. III, n. 55/2002). 5. L'atto di precetto, in quanto atto stragiudiziale, deve essere notificato alla parte personalmente in omaggio al disposto dell'art. 480, comma 4. L'omessa o irregolare notifica del precetto può essere fatta valere dall'intimato mediante opposizione agli atti esecutivi (Cass. III, n. 7047/1997). Peraltro, la nullità della notifica dell'atto di precetto è di regola sanata per raggiungimento dello scopo processuale dell'atto quando è proposta da parte del debitore opposizione agli atti esecutivi, salvo che il vizio di notificazione sia di tale gravità da determinare l'inesistenza della stessa ovvero l'impossibilità di raggiungere il suo scopo tipico, lasciando all'intimato un termine ad adempiere inferiore a dieci giorni (Cass. VI, n. 13038/2013). CommentoL'esecuzione forzata per gli obblighi di fare e di non fare è una forma di esecuzione forzata in forma specifica, che trova rispettivamente fondamento sugli artt. 2931 e 2933 c.c. mediante la quale vengono realizzati coattivamente gli obblighi, anche negativi, di facere di carattere fungibile, attraverso la sostituzione dell'Ufficiale Giudiziario (o di un ausiliario nominato dal Giudice dell'esecuzione) al soggetto obbligato rimasto inadempiente rispetto al comando giuridico contenuto nel titolo esecutivo (Montesano, Esecuzione specifica, in Enc. dir., XV, Milano, 1966, 524 ss., spec. 540). Il precetto è un atto stragiudiziale prodromico all'esecuzione forzata mediante il quale l'esecutante intima l'obbligato ad adempiere spontaneamente al comando giuridico contenuto nel titolo esecutivo, avvertendolo che, in difetto, procederà, entro il termine indicato, ad esecuzione forzata. Il precetto è atto stragiudiziale e, quindi, può essere validamente sottoscritto dalla parte o da un suo procuratore ad negotia. Il comma 2 dell'art. 480 c.p.c. prevede che l'atto di precetto debba contenere a pena di nullità l'indicazione delle parti, la data di notificazione del titolo esecutivo, ove non contestuale a quella del precetto, nonché la trascrizione integrale del titolo nell'atto di precetto nelle ipotesi in cui detta trascrizione è prevista. Nonostante l'art. 480 c.p.c. sanzioni con la nullità del precetto l'omessa indicazione delle parti, la dottrina è incline a ritenere che tale vizio non sussista qualora l'identificazione delle stesse sia comunque possibile attraverso gli altri elementi del precetto o risulti dal titolo esecutivo contestualmente notificato o trascritto nell'atto. L'indicazione della data di notifica del titolo esecutivo è richiesta, a pena di nullità, qualora la notifica del titolo sia stata effettuata separatamente, ossia precedentemente alla notificazione del precetto L'indicazione della data di notifica del titolo esecutivo è richiesta, a pena di nullità, qualora la notifica del titolo sia stata effettuata separatamente, ossia precedentemente alla notificazione del precetto. Il comma 3 dell'art. 480 c.p.c. prevedeva sinora che il precetto dovesse contenere anche la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il Giudice competente per l'esecuzione, precisando che, in difetto di tale indicazione, le opposizioni al precetto si propongono davanti al Giudice del luogo in cui è stato notificato, e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del Giudice stesso. Ciò comportava che il comune nel quale il creditore, con l'atto di precetto, abbia dichiarato la propria residenza od eletto il proprio domicilio, ai sensi dell'art. 480, comma 3, deve ritenersi coincidente con quello in cui ha sede il Giudice dell'esecuzione, e, pertanto, vale a determinare la competenza territoriale sull'opposizione al precetto medesimo proposta prima dell'instaurazione del procedimento esecutivo (artt. 26 e 27), mentre l'eventuale contestazione di detta coincidenza (per non esservi in quel comune beni appartenenti all'esecutando, né la residenza del debitore di quest'ultimo), può essere sollevata soltanto dall'opponente, al fine di invocare la competenza del diverso Giudice del luogo in cui è stato notificato il precetto, e non anche dallo stesso creditore, che resta vincolato alla suddetta dichiarazione od elezione (Cass. III, n. 13219/2010). Sul comma 3 dell'art. 480 c.p.c. era intervenuta la Corte Costituzionale con una fondamentale pronuncia interpretativa di rigetto (Corte cost. n. 480/2005) a seguito della quale è ormai incontroverso, in giurisprudenza, che, alla stregua di un'interpretazione costituzionalmente orientata, la detta previsione nella parte in cui consente al debitore di eseguire la notificazione dell'atto di opposizione all'esecuzione presso la cancelleria del Giudice del luogo in cui gli è stato notificato il precetto soltanto qualora il creditore precettante abbia del tutto omesso l'indicazione della residenza o l'elezione di domicilio, mentre, in caso contrario, la notifica dell'atto di opposizione deve essere effettuata nel luogo indicato dal creditore e non nella cancelleria, diversamente potendo il creditore precettante ignorare l'intervenuta opposizione. Il terzo comma della disposizione in esame è stato tuttavia sostituito dal recentissimo d.lgs. n. 164 del 2024 con la previsione secondo cui Il precetto deve inoltre contenere l'indicazione del giudice competente per l'esecuzione e, se è sottoscritto dalla parte personalmente, la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il giudice oppure l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o l'elezione di un domicilio digitale speciale. In mancanza, le opposizioni al precetto si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis. Come evidenziato nella Relazione Illustrativa, considerata la completa informatizzazione del processo, si prevede, in primo luogo, che nell'atto di precetto sottoscritto dalla parte personalmente l'indicazione della residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione possono essere sostituite dall'indicazione di un indirizzo di posta elettronica certificata o dall'elezione di un domicilio digitale speciale. In mancanza, le notificazioni continueranno ad essere effettuate presso la cancelleria, salvo, tuttavia, che il destinatario non sia un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata oppure ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'art. 3-bis, comma 1-bis del Codice dell'Amministrazione giudiziale. In questa ipotesi, infatti, può trovare applicazione l'art. 149-bis c.p.c. che, nella formulazione contestualmente modificata dallo stesso d.lgs. n. 164/2024, stabilisce che se la notifica non può essere effettuata secondo le predette modalità occorre distinguere se non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa non imputabile al destinatario, o meno. In particolare, si prevede che, se la notificazione non può essere eseguita o non ha esito positivo per causa imputabile al destinatario, l'ufficiale giudiziario la esegue mediante inserimento dell'atto da notificare nel portale dei servizi telematici gestito dal Ministero della giustizia, unitamente ad una dichiarazione sulla sussistenza dei presupposti per l'inserimento, all'interno di un'area riservata collegata al codice fiscale del destinatario e generata dal portale e accessibile al destinatario. La notificazione si ha per eseguita, per il destinatario, nel decimo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento o, se anteriore, nella data in cui egli accede all'area riservata. |