Atto di pignoramento su titolo esecutivo costituito da provvedimento di condanna al pagamento di astreinte (artt. 492, 614-bis)

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'art. 614-bis c.p.c. attribuisce al Giudice che emana un provvedimento di condanna, oggi anche ad un obbligo di facere di carattere fungibile, ove sia stata presentata un'istanza di parte in tal senso, a pronunciare una misura coercitiva indiretta nei confronti dell'obbligato, condannando lo stesso, in via eventuale e futura, al pagamento di una somma di denaro per ogni violazione o inosservanza successiva. Fondamentale novità introdotta, mediante la modifica della predetta disposizione, da parte del d.lgs. n. 149/2022, è la possibilità che l'astreinte venga disposta, dopo la notifica dell'atto di precetto, anche nel processo esecutivo, se non è stata richiesta nel processo di cognizione, ovvero il titolo esecutivo è diverso da un provvedimento di condanna. In detta ipotesi, il Giudice deciderà in base alle previsioni dell'art. 612 c.p.c. (sull'esecuzione degli obblighi di fare e non fare in generale), ove compatibili. La c.d. astreinte costituisce titolo esecutivo sicché, nell'ipotesi di inadempimento, può esserne quantificata l'entità dal creditore in forza delle previsioni della stessa per promuovere l'esecuzione forzata in danno dell'obbligato.

Formula

TRIBUNALE DI ...

ATTO DI PIGNORAMENTO

Il Sig. ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., rappresentato e difeso, come da procura in calce (oppure, a margine), dell'atto di precetto dall'Avv. ..., ed elettivamente domiciliato presso lo studio dello stesso in ..., via ...;

PREMESSO CHE

- l'istante ha notificato al Sig. ... in data ... atto di precetto per ottenere il pagamento della

complessiva somma di Euro ..., giusta titolo esecutivo, costituito da ..., notificato in data ...;

- il termine è scaduto e il debitore non ha provveduto ad alcun pagamento;

DICHIARA

- di voler sottoporre a pignoramento l'immobile di proprietà del Sig. ..., sito nel Comune di ..., distinto in catasto (urbano o terreni) del Comune di ..., al foglio ..., particella ..., sub ... Cat. ..., classe ... rendita catastale di Euro ..., confinante con ..., con ... e con ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [1]

Ciò premesso, il sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto al Tribunale di ..., richiesto come in atti dall'avv. ..., nella sua qualità di procuratore del Sig. ...;

HO SOTTOPOSTO A PIGNORAMENTO

Il bene immobile sopra descritto con i suoi frutti, accessori, pertinenze e dipendenze;

HO AVVERTITO

Il debitore che ha la facoltà di chiedere di sostituire ai crediti ed alle cose pignorate una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante ed agli eventuali creditori intervenuti, comprensivo di capitale, interessi e spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che - a pena di inammissibilità - sia da egli depositata in cancelleria, prima che venga disposta l'assegnazione, la relativa istanza, unitamente ad una somma di denaro non inferiore ad 1/6 [2] dell'importo del credito per il quale è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento;

HO AVVERTITO

Il debitore Sig. ... che a norma dell'art. 615, comma 2, terzo periodo, c.p.c. l'opposizione all'esecuzione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 530,552 e 569 c.p.c., salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile [3];

HO INVITATO

Il debitore Sig. ... ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'articolo 149 -bis c.p.c.;

HO INGIUNTO

- al debitore Sig. ... di astenersi da qualsiasi atto che possa sottrarre alla garanzia del credito di cui sopra il bene assoggettati all'espropriazione [4].

HO NOTIFICATO

Copia del predetto atto a:

Sig. ... (debitore).

1. Il pignoramento immobiliare ha forma scritta in quanto l'art. 170 disp. att. c.p.c. stabilisce che lo stesso deve essere sottoscritto, prima della relata di notifica, dal creditore pignorante ex art. 125. Si ritiene, sulla scorta di tale dato normativo, che l'atto di pignoramento immobiliare deve essere sottoscritto dal creditore pignorante, se esso sta in giudizio personalmente, o dal suo difensore munito di procura, la quale, una volta rilasciata, ha validità per tutto il procedimento esecutivo (Cass. n. 1687/2012, che ha pertanto ritenuto valido l'atto di pignoramento immobiliare sottoscritto dal difensore, al quale il creditore abbia conferito procura alle liti nell'atto di precetto).

2. Prima dell'intervento operato dalla l. n. 12/2019, in vigore per le procedure esecutive incardinate dalla data del 13 febbraio 2019, l'importo era stabilito in misura non inferiore ad 1/5 del credito per il quale è stato eseguito il pignoramento.

3. L'art. 4, comma 1, lett. a) del d.l. n. 59/2016, conv. in l. n. 119/2016, ha previsto, inserendo un nuovo periodo nel comma 3 dell'art. 492 c.p.c., questo ulteriore avvertimento per il debitore che deve essere inserito nell'atto di pignoramento.

4. L'art. 555 c.p.c. individua, infatti, quale elemento essenziale del pignoramento immobiliare l'ingiunzione di cui all'art. 492 c.p.c. La S.C. ha chiarito che l'ingiunzione alla quale fa riferimento l'art. 555, mediante il rinvio espresso all'art. 492, consiste nel richiamo che l'ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito, esattamente indicato, i beni che si assoggettano all'espropriazione ed i frutti di esso, di talché solo nell'ipotesi di omissione dell'ingiunzione di cui al comma 1 dell'art. 492 deve dichiararsi la nullità del pignoramento immobiliare mentre la mancanza dell'avviso ad eleggere domicilio o a dichiarare la residenza e dell'avvertimento della facoltà e dei termini per proporre istanza di conversione di cui, rispettivamente, ai commi 2 e 3 dell'art. 492 determinano mere irregolarità, non essendo prevista la nullità dell'atto o della procedura, comunque impedita dal raggiungimento dello scopo previsto dalla legge (Cass. n. 8408/2011).

Commento

L'art. 614-bis c.p.c. costituisce una novità introdotta dalla l. n. 69/2009, per risolvere il tradizionale problema dell'esecuzione degli obblighi di fare di carattere infungibile.

Peraltro, in sede di conversione del d.l. n. 83/2015, nella l. n. 132/2015, l'art. 614-bis è stato modificato allo scopo di ampliarne l'ambito applicativo, sul modello, almeno in parte, di quanto previsto dal codice del processo amministrativo ai sensi dell'art. 114, comma 4, lett. e). Invero, tale modifica normativa ha eliminato, già nel titolo e nella rubrica della disposizione, il riferimento all'attuazione degli obblighi di fare di carattere infungibile e di non fare e sostituito con quello, di portata più ampia, “Misure di coercizione indiretta”. Contestualmente il generale ambito applicativo della norma che potrebbe trarsi dalla rubrica viene limitato con la precisazione, contenuta nel comma 1, per la quale la disposizione non trova applicazione per i provvedimenti di condanna al pagamento di una somma di denaro, in relazione ai quali lo strumento è sempre quello dell'esecuzione forzata c.d. diretta o per espropriazione.

In concreto, l'art. 614-bis c.p.c. può quindi essere utilizzato anche per una coercizione indiretta dell'obbligato all'adempimento degli obblighi di fare di carattere fungibile e comunque di carattere specifico. In sostanza, la norma ormai “presidia” l'effettività dell'esecuzione forzata in forma specifica in tutte le sue forme, compresa quella relativa al rilascio di un bene immobile o alla consegna di un bene mobile (in tal senso v., peraltro, già Trib. Terni 4 agosto 2009, Foro it., 2011, n. 1, 287; Trib. Siena 11 novembre 2013, Foro it., 2014, n. 6, 1980, con nota di Mondini).

Resta invece ferma la previsione contenuta nell'ultima parte del comma 1 dell'art. 614-bis c.p.c. per la quale la norma non trova applicazione nelle controversie di lavoro, in relazione alle pronunce emanate all'esito delle quali pure si è tradizionalmente posto con forza il problema delle modalità di esecuzione di obblighi di fare di carattere infungibile.

La circostanza che l'art. 614-bis c.p.c. faccia riferimento, in modo generico, ad un “provvedimento” e non già ad una sentenza di condanna ha indotto sia la dottrina che la giurisprudenza che si sono espresse sulla questione a ritenere che la misura di coercizione indiretta possa essere richiesta sia nei giudizi destinati a concludersi con una sentenza che nei procedimenti nei quali è emanata un'ordinanza. Pertanto, l'astreinte può accedere, ad esempio, all'ordinanza interdittale, ai provvedimenti cautelari, al decreto ingiuntivo (ad esempio, per la consegna di una cosa mobile), all'ordinanza emanata nel procedimento sommario di cognizione (Merlin, Prime note sul sistema delle misure coercitive pecuniarie per l'attuazione degli obblighi infungibili nella l. n. 69/2009, in Riv. dir. proc., 2009, n. 6, 1546 ss., spec. 1548).

Inoltre, il d.lgs. n. 149/2022 ha contemplato la possibilità che l'astreinte venga disposta, dopo la notifica dell'atto di precetto, anche nel processo esecutivo, se non è stata richiesta nel processo di cognizione, ovvero il titolo esecutivo è diverso da un provvedimento di condanna. In quest'ultima ipotesi, il Giudice deciderà in base alle previsioni dell'art. 612 c.p.c. (sull'esecuzione degli obblighi di fare e non fare in generale), ove compatibili.

A fronte dell'istanza di parte il Giudice non è tenuto ad emanare il richiesto provvedimento, essendo riservata allo stesso una valutazione di “manifesta iniquità”.

Se, invece, l'istanza è accolta il Giudice, nell'emanare il provvedimento di condanna al termine del procedimento, fissa anche una somma che dovrà essere corrisposta dall'obbligato per ogni violazione o inosservanza successiva.

L'astreinte in quanto anteriore ad un inadempimento solo eventuale nel momento nel quale è emanata si configura, pertanto, come condanna condizionale futura.

La misura coercitiva indiretta costituisce titolo esecutivo.

Pertanto, iniziata l'esecuzione nei suoi confronti, sarà onere dell'esecutato dedurre in sede di opposizione all'esecuzione le circostanze che ostano alla stessa (ad esempio, avvenuto adempimento all'obbligo di fare). Si pone, peraltro, un problema di riparto dell'onere probatorio nel giudizio ex art. 615 con riguardo, in particolare, alla violazione dell'obbligo di non fare, problema correlato a quello, di più ampia portata, della difficoltà di dimostrare i fatti negativi. In dottrina si ritiene che, in detta ipotesi, impossibilitato l'obbligato a dimostrare di aver serbato la propria condotta di astensione, tale onere spetti al creditore che ne deduce l'inosservanza (Bove, La misura coercitiva di cui all'art. 614-bis c.p.c., in Riv. trim. dir. proc. civ., 2010, 781 ss., spec. 791).

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