Atto di citazione per opposizione agli atti preliminari all'esecuzione (art. 617, comma 1, c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

L'esecuzione forzata non è volta all'accertamento dei diritti bensì a dare concreta attuazione, nell'ipotesi di inadempimento dell'obbligo versato nel titolo esecutivo, agli stessi. Tuttavia, nel corso dell'esecuzione ed anche prima della stessa possono innestarsi incidenti cognitivi correlati all'an dell'esecuzione, ossia alla sussistenza del diritto del creditore a procedere in executivis (opposizione all'esecuzione) ovvero al quomodo della procedura, ovvero alla nullità o irregolarità degli atti compiuti nel processo esecutivo (opposizione agli atti esecutivi). In particolare, l'opposizione di cui all'art. 617, primo comma, c.p.c. è volta a denunciare la nullità o irregolarità degli atti preliminari all'esecuzione o della notifica di essi.

Il contributo unificato per le spese di giustizia è di Euro 168,00; spese forfettarie Euro 27,00.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

ATTO DI CITAZIONE [2] AI SENSI DELL'ART. 617, COMMA 1, C.P.C.[3]

Il Sig. ..., nato a ..., residente in ..., C.F. ..., elettivamente domiciliato in ... via ... n. ... presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., che lo rappresenta e difende per procura stesa in calce al presente atto (oppure) a margine del presente atto

PREMESSO CHE

– con sentenza del ... di ... n. ... emessa in data ... è stato condannato a rilasciare al Sig. ... il fondo sito in ... contrada ... contraddistinto in catasto al n. ..., foglio ..., particella n. ..., confinante con ...;

– con atto di precetto notificato in data ... [4] il Sig. ... gli ha intimato di rilasciare il predetto fondo;

– detto atto di precetto è viziato per i seguenti motivi: ...;

pertanto, l'istante ha interesse a promuovere la sopradetta azione;

CITA:

il Sig. ..., nato a ..., il residente in ... alla via ... C.F. ...

a comparire innanzi il Tribunale ordinario di ..., Sezione e Giudice Istruttore designandi, all'udienza del ... [5], ore di rito, per ivi, in accoglimento della presente domanda, ogni contraria istanza, eccezione e deduzione disattesa, sentire accogliere le seguenti conclusioni:

– dichiarare la nullità dell'atto di precetto.

–  ...

–  ...

–  ...

–  ....

Con invito alle parti convenute a costituirsi in giudizio nel termine di giorni settanta prima dell'udienza indicata, e con l'avvertimento che la costituzione oltre il termine suddetto implica la decadenza di cui agli articoli 38 e 167 del codice di procedura civile.

Si allegano:

1) ...;

2) ...;

3) ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio di opposizione in ogni fase e grado dello stesso l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Per autentica della sottoscrizione ...

Firma Avv. ...

1. L'opposizione c.d. preventiva all'esecuzione forzata si propone con atto di citazione dinanzi al giudice competente per materia e valore secondo le regole ordinarie.

2. In forza delle disposizioni contenute nel Decreto del ministero della Giustizia 7 agosto 2023, n. 110, recante “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile”, l'atto di citazione, nella cause aventi un valore inferiore ad euro 500.000,00, deve essere strutturato nel modo seguente:

a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto;

b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge;

c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio;

d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica;

e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi;

f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale;

g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti;

h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate;

i)  indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale;

l) valore della controversia;

m) richiesta di distrazione delle spese;

n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

L'esposizione deve essere contenuta nel limite massimo di 80.000 caratteri, che devono essere quelli di tipo corrente con l'utilizzo, preferibilmente, di: a) caratteri di dimensioni di 12 punti; b) interlinea di 1,5; c) con margini orizzontali e verticali di 2,5 centimetri.

Note sono ammesse solo per l'indicazione dei precedenti giurisprudenziali nonché dei riferimenti dottrinari.

3. Per l'opposizione agli atti esecutivi il contributo unificato è dovuto, nella misura fissa, di Euro 168,00, al momento dell'iscrizione della causa al ruolo.

4. È l'opponente ad aver l'onere di indicare e provare il momento in cui abbia avuto la conoscenza, legale o di fatto, dell'atto esecutivo che assume viziato, non potendosi altrimenti verificare il rispetto da parte sua del termine di decadenza per la proposizione dell'opposizione (Trib. Roma 3 gennaio 2013, n. 6). Tuttavia, tale principio deve essere coordinato con il principio dell'acquisizione probatoria, sicché l'onere è assolto anche qualora la prova della tempestività dell'opposizione emerga, comunque, dagli atti del fascicolo dell'esecuzione o da quelli prodotti dall'opposto (Cass. VI, n. 19272/2012).

5. Il termine a comparire deve essere non inferiore a 120 giorni se il convenuto è residente in Italia e non inferiore a 150 giorni se è residente all'estero.

Commento

Mediante l'opposizione agli atti esecutivi possono essere denunciati vizi formali degli atti dell'esecuzione forzata nonché concernenti gli atti preliminari alla stessa.

Le opposizioni mediante le quali sono denunciati vizi del precetto o del titolo esecutivo vanno proposte nella forma di un'opposizione c.d. preventiva all'esecuzione forzata con atto di citazione dinanzi al giudice competente ai sensi dell'art. 480, comma 3, c.p.c.

L'art. 617 c.p.c., quanto ai vizi deducibili, fa riferimento alla “regolarità” e non al più radicale vizio della nullità degli atti processuali.

In realtà il sistema degli artt. 156 e ss. c.p.c. disciplina la sola nullità degli atti processuali rispetto alla quale, come si è osservato in dottrina, l'inesistenza è qualcosa di più e l'irregolarità qualcosa in meno. In particolare, alla nozione di irregolarità possono ricondursi sia difformità dal modello legale che non implicano nullità ma, sotto il profilo disciplinare, sono ad essa assimilate per alcuni profili, sia quella categoria residuale che rimane, in linea di principio, priva di sanzioni o altre conseguenze (Mandrioli, Sulla nozione di «irregolarità» nel processo civile, in Riv. dir. proc. 1977, 509 ss., spec. 516).

Tuttavia con l'opposizione agli atti esecutivi possono indifferentemente essere fatti valere vizi che comportano una nullità dell'atto che la stessa irregolarità: tale assimilazione fa ritenere che in sede esecutiva venga derogato, attraverso la norma in esame, il principio di tassatività delle nullità processuali enunciato dal comma 1 dell'art. 156 c.p.c. (Verde, Capponi, Profili del processo civile, III, Processo di esecuzione e procedimenti speciali, Napoli, 1998, 223).

Legittimati alla proposizione dell'opposizione agli atti, specie dell'opposizione successiva all'inizio della procedura esecutiva, sono tutte le parti del procedimento esecutivo, quindi il debitore come i creditori, nonché altri soggetti i quali, come l'aggiudicatario, si trovino ad essere destinatari degli effetti giuridici di un provvedimento del giudice dell'esecuzione.

Ai sensi del comma primo dell'art. 617 c.p.c. possono essere fatti valere con l'opposizione agli atti esecutivi, in primo luogo, i vizi concernenti la regolarità formale del titolo e del precetto.

I vizi che attengono alla notifica del titolo e/o del precetto possono farsi valere sia nelle forme previste dal comma 1 che dinanzi al giudice dell'esecuzione laddove, proprio per il vizio del procedimento notificatorio, sia stato impossibile dedurle prima.

Costituisce invero jus receptum il principio per il quale il processo esecutivo, che sia iniziato senza essere preceduto dalla notificazione o dalla valida notificazione del titolo esecutivo e/o dell'atto di precetto, è viziato da invalidità formale, che può essere fatta valere con il rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi (Cass. VI, n. 24662/2013).

Il termine di decadenza per la proposizione dell'opposizione agli atti esecutivi è di venti giorni, decorrente dal compimento dell'atto esecutivo oggetto della stessa ovvero dalla notifica del titolo esecutivo e del precetto o, sempre ove riguardi siffatti atti, dal primo atto di esecuzione.

La verifica dell'osservanza del termine perentorio per proporre opposizione agli atti esecutivi è compiuta di ufficio dal giudice sulla base dei documenti acquisiti al processo (Cass. III, n. 27533/2014).

Resta fermo che l'eccezione di tardività dell'opposizione proposta ex art. 617 c.p.c. per omessa allegazione, da parte dell'opponente, del momento in cui ha avuto effettiva conoscenza della procedura esecutiva, ove non decisa dal giudice del merito e dunque non coperta da giudicato interno, può e deve essere delibata in sede di legittimità, ancorché non dedotta come motivo di ricorso, trattandosi di eccezione relativa ad un termine di decadenza processuale la cui inosservanza è rilevabile d'ufficio e che comporta la cassazione senza rinvio della sentenza ex art. 382, comma 3, c.p.c., in quanto l'azione non poteva proporsi (Cass. S.U., n. 8501/2021).

Sotto un distinto profilo, la disciplina dell'opposizione agli atti esecutivi deve essere coordinata con le regole generali in tema di sanatoria degli atti nulli, sicché con l'opposizione ai sensi dell'art. 617 c.p.c. non possono farsi valere vizi, quale la nullità della notificazione del titolo esecutivo e del precetto, quando sanati per raggiungimento dello scopo ex art. 156, ult. comma, c.p.c., in virtù della proposizione dell'opposizione da parte del debitore, quella al precetto in particolare costituendo prova evidente del conseguimento della finalità di invitare il medesimo ad adempiere, rendendolo edotto del proposito del creditore di procedere ad esecuzione forzata in suo danno. La Corte ha in particolare evidenziato che non vale invocare in senso contrario il disposto dell'art. 617, secondo comma, c.p.c., attinente alla diversa ipotesi in cui il vizio della notificazione per la sua gravità si traduce nella inesistenza della medesima, così come la circostanza che per effetto della nullità della notificazione possa al debitore attribuirsi un termine inferiore a quello minimo di dieci giorni previsto dall'art. 480 c.p.c. (Cass. VI, ord. n. 25900/2016).

Occorre tuttavia considerare che, in una recente decisione, la Corte di cassazione ha chiarito che se il vizio di notificazione dell'atto di pignoramento è di regola sanato dalla mera proposizione dell'opposizione, a meno che l'opponente non deduca contestualmente un concreto pregiudizio al diritto di difesa verificatosi prima che egli abbia avuto conoscenza dell'espropriazione forzata, oppure che la notificazione sia radicalmente inesistente, in quanto del tutto mancante o priva degli elementi costitutivi essenziali idonei a rendere riconoscibile un atto qualificabile come notificazione, diversamente, il vizio di notificazione dell'atto di precetto non è sanato dalla mera proposizione dell'opposizione se, prima che l'intimato ne abbia avuto conoscenza, il creditore abbia eseguito comunque il pignoramento (Cass. III, n. 11290/2020).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario