Ricorso per la riassunzione della procedura esecutiva (art. 627 c.p.c.)

Rosaria Giordano

Inquadramento

Qualora il Giudice dell'esecuzione abbia, nell'ambito di un'opposizione cognitiva o di altre parentesi cognitive (artt. 512,549 c.p.c.), della procedura, disposto la sospensione dell'esecuzione, la parte interessata è tenuta a riattivare la stessa, entro sei mesi dal passaggio in giudicato della sentenza di rigetto pronunciata rispetto alle richieste del debitore, potendosi, peraltro, dare impulso alla procedura esecutiva sospesa, avendo riguardo all'art. 282 c.p.c., sin dalla pronuncia in primo grado della sentenza di rigetto.

Formula

TRIBUNALE DI ...

RICORSO PER LA RIASSUNZIONE DELLA PROCEDURA ESECUTIVA [1]

Ill.mo Giudice dell'esecuzione

Il Sig. ..., creditore procedente [2] nella procedura esecutiva R.G. ..., rappresentato e difeso, giusta procura in calce (oppure, a margine) dell'atto di precetto, dall'Avv. ..., presso lo studio del quale in ..., via ..., è elettivamente domiciliato;

PREMESSO CHE

— a seguito della proposizione di opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c.[3] la procedura esecutiva veniva sospesa;

— incardinato il giudizio di merito, lo stesso si è concluso con sentenza di rigetto dell'opposizione proposta dal debitore del ...;

— è interesse dell'istante riattivare la procedura esecutiva sospesa;

CHIEDE

che la S.V. voglia, ai sensi dell'art. 627 c.p.c., fissare l'udienza per la prosecuzione del processo esecutivo sospeso [4].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. La riassunzione deve essere effettuata con ricorso ex art. 627 c.p.c. Peraltro, secondo una parte della dottrina, nel termine indicato dalla norma si dovrebbe piuttosto compiere l'atto esecutivo che era rimasto impedito dalla sospensione (Satta, Commentario al Codice di procedura civile, III, Milano, 1966, 506), almeno laddove si tratti di atto di parte (Furno, La sospensione del processo esecutivo, Milano, 1956, 113).

2. L'istanza è idonea a riattivare la procedura esecutiva sospesa anche se proviene da un solo creditore munito di titolo esecutivo, avente quindi potere di dare impulso alla procedura stessa.

3. La sospensione della procedura esecutiva può essere disposta, peraltro, anche nell'ipotesi di opposizione exartt. 617 e 619 c.p.c. nonché a seguito della proposizione di un giudizio di divisione endoesecutivo, del procedimento di accertamento dell'obbligo del terzo e di una controversia distributiva.

4. Trattandosi di riassunzione, la procedura andrà avanti dal momento processuale nel quale è stata sospesa.

Commento

L'art. 627 c.p.c. stabilisce che il processo esecutivo deve essere riassunto con ricorso nel termine perentorio fissato dal Giudice dell'esecuzione e, in ogni caso, non più tardi di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza di primo grado o dalla comunicazione della sentenza d'appello che rigetta l'opposizione.

La proposizione dell'opposizione esecutiva sospende l'efficacia del termine dell'atto di precetto ex art. 481, comma 2, c.p.c. (cfr. Cass. III, n. 27848/2022, secondo cui, in virtù del rinvio all'art. 627 c.p.c., da parte dell'art. 481, comma 2, c.p.c., nel caso di ricorso per cassazione avverso la sentenza resa nel giudizio di opposizione ex art. 617 c.p.c., il termine di efficacia del precetto resta sospeso fino alla definizione del giudizio di legittimità). Tuttavia la proposizione dell'opposizione non impedisce al creditore di procedere all'esecuzione forzata, anche dopo il decorso del termine di cui all'art. 481 c.p.c. e senza necessità di attendere la definizione del giudizio di opposizione, in tal modo bilanciandosi il vantaggio di poter avviare l'esecuzione in qualsiasi momento con il rischio connesso all'eventuale accoglimento dell'opposizione medesima (Cass. III, n. 2347/2022).

L'art. 627 c.p.c. è stato oggetto di un'interpretazione evolutiva nella giurisprudenza di legittimità a seguito della novella dell'art. 282 c.p.c.

Invero, in accordo con l'orientamento tradizionale, si riteneva che la sospensione disposta a seguito della proposizione di un'opposizione esecutiva non cessasse immediatamente con il deposito della sentenza emessa in unico grado, ma durasse fino al passaggio in giudicato in senso formale della sentenza che definisce il giudizio di opposizione, ove avverso la sentenza stessa fosse stata proposta impugnazione nei modi previsti dalla legge (Cass. III, n. 8251/1991).

Peraltro, è stato ormai chiarito che, a seguito dell'introduzione, ormai per effetto della novella dell'art. 282, del principio di immediata efficacia della sentenza di primo grado, l'art. 627 c.p.c., nella parte in cui allude alla riassunzione del processo esecutivo nel termine di sei mesi (rectius, oggi tre) dal passaggio in cosa giudicata della sentenza di primo grado che rigetta l'opposizione all'esecuzione, deve essere inteso nel senso che tale momento segna soltanto il dies a quo del termine per la riassunzione (che, se la sentenza viene impugnata, non decorre, venendo sostituito dal momento della comunicazione della sentenza di appello che rigetti l'opposizione) e non il momento di insorgenza del potere di riassumere, il quale, in conseguenza dell'immediata efficacia della sentenza di primo grado di rigetto dell'opposizione ai sensi dell'art. 282, nasce con la sua stessa pubblicazione (Cass. III, n. 24447/2011).

Da ultimo, nel senso che il termine per la riassunzione del processo esecutivo, sospeso a seguito della proposizione di un'opposizione all'esecuzione a norma dell'art. 627 c.p.c., decorre dal passaggio in giudicato della sentenza di rigetto dell'opposizione (senza che assuma rilievo al riguardo la comunicazione del provvedimento a cura della cancelleria), anche nel caso in cui il giudicato consegua ad una decisione nel merito resa ai sensi dell'art. 384, comma 2, c.p.c. dalla Corte di Cassazione v. Cass. III, n. 29188/2021.

Nell'ipotesi di pluralità di provvedimenti di sospensione il termine per la riassunzione decorre dall'ultima cessazione degli effetti sospensivi (Cass. III, n. 2148/1975).

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