Istanza di rinuncia agli atti della procedura esecutiva con unico creditore (art. 629 c.p.c.)InquadramentoIl processo esecutivo può estinguersi, prima della vendita, su richiesta di tutti i creditori muniti di titolo esecutivo, sebbene intervenuti tardivamente, e, dopo la vendita, con la necessaria istanza di tutti i creditori concorrenti, compresi quelli non titolati. La rinuncia non deve essere accettata dal debitore e le spese della procedura estinta restano, di regola, a carico del creditore rinunciante. FormulaTRIBUNALE DI ... RINUNCIA AGLI ATTI DELLA PROCEDURA ESECUTIVA [1] Ill.mo Giudice dell'esecuzione Il Sig. ..., creditore procedente [2] nella procedura esecutiva R.G. ..., rappresentato e difeso, giusta procura speciale [3] in calce al presente atto, dall'Avv. ..., presso lo studio del quale in ..., via ..., è elettivamente domiciliato; DICHIARA – di rinunciare agli atti della predetta procedura esecutiva e CHIEDE che la S.V. voglia dichiarare l'estinzione del processo esecutivo, disponendo la cancellazione della trascrizione del pignoramento immobiliare [4]. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla presentazione della dichiarazione di rinuncia agli atti della procedura esecutiva R.G. ... pendente dinanzi al Tribunale di ... l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione ... Firma Avv. ... 1. Nell'esemplificazione la rinuncia è fatta con atto autonomo; peraltro la rinuncia potrebbe essere compiuta anche a verbale. 2. Prima dell'aggiudicazione, ai fini della produzione dell'effetto estintivo, la rinuncia deve provenire dal creditore procedente e da tutti i creditori titolati, mentre a seguito dell'aggiudicazione deve essere effettuata da tutti i creditori concorrenti. 3. La natura di atto di disposizione della rinuncia implica che la stessa deve provenire personalmente dalla parte ovvero dal difensore della stessa munito di procura speciale. 4. Sebbene di regola non sia fissata un'udienza per dichiarare l'estinzione della procedura esecutiva a seguito di rinuncia, tuttavia il rispetto dell'art. 172-bis disp. att. c.p.c. imporrebbe, nell'ipotesi di pignoramento immobiliare, la celebrazione di un'udienza dovendosi appunto provvedere alla cancellazione della trascrizione del pignoramento. CommentoL'estinzione del processo esecutivo per le cause “tipiche” previste dall'art. 629 c.p.c. e dall'art. 631 delinea un sistema analogo a quello del processo di cognizione, nel quale anche l'estinzione del processo si verifica per effetto della rinuncia agli atti (art. 306) o per inattività delle parti (art. 307). Il comma 1 dell'art. 629 c.p.c. prevede che, prima dell'aggiudicazione, la rinuncia, affinché sia idonea a determinare l'estinzione dell'esecuzione (valendo, in mancanza, per il solo creditore che effettua validamente la stessa), deve pervenire dal creditore procedente e dai creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo. Sulla questione la S.C. ha chiarito che la rinuncia potrà pervenire anche dai creditori titolati intervenuti tardivamente (Cass. III, n. 18227/2014). Dopo la vendita, invece, la rinuncia deve pervenire da tutti i creditori concorrenti, i.e. anche da coloro i quali non siano muniti di titolo esecutivo. Circa le modalità della rinuncia, il comma 3 dell'art. 629 rinvia, con la riserva della compatibilità, al disposto dell'art. 306. Ne deriva che l'atto abdicativo deve consistere in una dichiarazione verbale resa in udienza o in un atto sottoscritto e notificato alle parti [Sassani (Bove - Capponi - Martinetto), L'espropriazione forzata, in Giurisprudenza sistematica di diritto processuale civile, Torino, 1988, 558 ss.]. Peraltro, non sarà necessaria l'accettazione del debitore che non ha alcun interesse giuridicamente rilevante alla prosecuzione della procedura (Vaccarella, Rinuncia agli atti, in Enc. dir., XX, Milano, 1989, 960 ss., spec. 983). In ogni caso, l'estinzione del processo esecutivo a seguito di rinuncia si verifica, al pari di quella prevista dall'art. 306 c.p.c., richiamato dall'art. 629 c.p.c., solo con l'ordinanza del giudice (Cass. III, n. 6885/2008, la quale ha precisato che, di conseguenza, fino a quando non è emesso tale provvedimento, i creditori possono intervenire). Il provvedimento può tuttavia essere emesso dal Giudice, verificata la regolarità della rinuncia, senza la necessaria convocazione delle parti (Cass. III, n. 1826/1993). In ordine alle spese, la Corte di legittimità ha più volte ribadito il principio per il quale la disposizione dell'ultimo comma dell'art. 306 c.p.c., a norma della quale, se non vi è un diverso accordo, la parte che ha rinunciato agli atti del processo deve rimborsare le spese alle altre parti, è applicabile, in virtù dell'espresso richiamo dell'art. 629 c.p.c., anche nel processo esecutivo (Cass. III, n. 25439/2010). |