Ricorso per decreto ingiuntivo per mancato pagamento di oneri condominialiInquadramentoTra le attribuzioni maggiormente rilevanti dell'amministratore di condominio vi è quella di riscuotere i contributi ed erogare le spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell'edificio e per l'esercizio dei servizi comuni. Giova rammentare che l'obbligo per il condominio di pagare i contributi per le spese di manutenzione delle parti comuni dell'edificio deriva non dalla preventiva approvazione della spesa e dalla ripartizione della stessa, ma dalla concreta attuazione dell'attività di manutenzione e sorge, quindi, per l'effetto dell'attività di gestione concretamente compiuta. A tal fine, l'amministratore di condominio è legittimato ad agire in giudizio, nei confronti del condomino moroso per la riscossione dei contributi, senza necessità di autorizzazione dell'assemblea, avvalendosi di una procedura speciale: l'art. 63 disp. att. c.c. prevede, infatti, che per la riscossione dei contributi in base allo stato di ripartizione approvato dall'assemblea l'amministratore può ottenere decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, nonostante l'opposizione. Il ricorso da parte dell'amministratore del condominio al procedimento in esame nei confronti del condomino moroso in base al preventivo delle spese approvato dall'assemblea postula, avuto riguardo alla natura eccezionale della norma e al fatto che il decreto ingiuntivo presuppone l'esistenza di una prova scritta del credito, la ricorrenza dell'approvazione del bilancio (preventivo o consuntivo) da parte dell'assemblea. Il contributo unificato corrispondente al valore della causa di merito, è ridotto della metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] RICORSO [2]EX ART. 633 C.P.C. PER Condominio di via ... [3], C.F. [4] ..., sito [5] in ..., via/ piazza ... n. ..., in persona dell'amministratore pro tempore ..., elettivamente domiciliato in ..., alla via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. [6] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[7] . Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC .... -ricorrente- CONTRO Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/ piazza ... n. ..., -resistente- PREMESSO CHE [8] – Il Sig. ... [9], è proprietario dell'unità immobiliare sita al piano ... int. ... del Condominio di via ... (doc. 1); – l'assemblea condominiale in data ... ha approvato il bilancio preventivo relativo alle spese condominiali della gestione ordinaria ..., fissando quale scadenza per i predetti pagamenti le seguenti date: 1° rata entro il ...; 2° rata entro il ...; 3° rata entro il ... e 4° rata entro il ... (doc. 2); – ciononostante, il Sig. ... non ha adempiuto la propria obbligazione omettendo il pagamento di tutte le rate suindicate; – pertanto, il Condominio di via ... è creditore nei confronti del Sig. ... della complessiva somma pari a ... Euro [10]; – nonostante i ripetuti solleciti di pagamento inviati dapprima dall'amministratore del condominio ricorrente ... a mezzo lettera raccomandata a/r del ... regolarmente ricevuta (doc. 3) e, in seguito, dallo scrivente legale con lettera raccomandata a/r del ... (doc. 4), nessun pagamento veniva corrisposto [11]; – pertanto al Condominio di via ... non resta altra scelta che ricorrere a Codesto Ill.mo Tribunale onde ottenere il soddisfacimento del proprio diritto in via monitoria [12]; – ricorrono gli estremi per farsi luogo alla emissione del decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo ai sensi del combinato disposto degli artt. 642 c.p.c. e 63 disp. att. c.c., sussistendo quale prova scritta del credito il preventivo delle spese con il relativo stato di ripartizione approvati dall'assemblea condominiale; Tutto ciò premesso, il Condominio di via ..., C.F. ..., sito in ..., via/piazza ... n. ..., in persona dell'amministratore pro tempore ..., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato, RICORRE all'Ecc.mo Tribunale Ordinario di ... affinché Voglia ingiungere al Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., per i motivi e le causali di cui in premessa, il pagamento immediato della somma di ... Euro come, oltre interessi ex art. 1284 comma 4 c.c. dalla domanda al saldo, nonché spese [13] e compenso professionale del presente procedimento come da allegata nota spese (doc. 5), oltre al rimborso forfettario del 15% e accessori come per legge, il tutto senza dilazione, autorizzando in difetto la provvisoria esecuzione con dispensa dall'osservanza dei termini di cui all'art. 482 c.p.c., e fissando il termine di 40 (quaranta) giorni dalla data di notificazione [14] dell'emanando provvedimento soltanto al fine dell'opposizione. In via istruttoria Si depositano in copia i seguenti documenti: 1) preventivo di gestione; 2) delibera assembleare; 3) intimazione del ...; 4) intimazione del ...; 5) nota spese. *** Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [15] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [16] pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. [17] ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [18] ] 1. Ai sensi dell'art. 637 c.p.c. il ricorso per decreto ingiuntivo deve essere presentato al Giudice di Pace o al Giudice monocratico di Tribunale che sarebbe competente per la proposizione della domanda in via ordinaria (Cass. III, n. 6672/2007) secondo le ordinarie regole sulla competenza (materia, valore e territorio). Deve escludersi, pertanto, che il giudice cui è proposta la domanda di ingiunzione è competente per il solo fatto di essere stato adito con tale tipo di domanda, come emerge, del resto, dalla circostanza che lo stesso può rilevare il proprio difetto di competenza e rigettare per questo motivo l'istanza. Qualora detto giudice non rilevi la propria incompetenza l'opposizione deve essere rivolta a quel giudice e, con l'opposizione, la parte può rilevare la questione di competenza (Cass. III, n. 6672/2007). 2. La domanda di ingiunzione si propone con ricorso (art. 638, comma 1, c.p.c.). Il ricorso deve possedere i requisiti di forma e di contenuto analiticamente indicati dall'art. 125, comma 1, c.p.c., ovvero: l'indicazione dell'ufficio giudiziario al quale è rivolta, l'indicazione delle parti, l'indicazione dell'oggetto della domanda, la causa petendi; l'indicazione dei mezzi istruttori. 3. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. l'atto deve contenere l'indicazione delle parti corredata di tutti gli elementi per la loro identificazione. 4. Ai sensi dell'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. 5. L'art. 638 c.p.c., come novellato dal d.lgs. n. 164 del 2024, prevede che nel ricorso il creditore debba dichiarare la residenza o il domicilio nel comune dove ha sede il giudice adito o l'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi ovvero il domicilio digitale speciale. 6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. 7. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico del ricorso si può indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente ricorso ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.”. Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 8. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. il ricorso deve contenere il ricorso deve contenere, inter alia, le ragioni della domanda, cioè l'esposizione analitica dei fatti posti a fondamento della stessa, nonché l'indicazione del tipo di provvedimento richiesto (petitum) nonché l'esposizione dei fatti costitutivi del diritto fatto valere con il ricorso (causa petendi). 9. Legittimato passivamente in tale speciale procedura è soltanto chi è condomino al momento della proposizione del ricorso monitorio. Dalle norme in materia di condominio, in particolare dagli artt. 1123 c.c. e art. 63 disp. att. c.c. può ricavarsi il principio generale (a garanzia della certezza necessaria al buon andamento della gestione del condominio) per cui l'azione derivante dai rapporti di condominio non può in alcun caso essere fatta valere nei confronti di persone che pur detenendo, usando, sfruttando una parte del fabbricato, non abbiano la proprietà di esso (Trib. Firenze II, 4 febbraio 2016, n. 444). 10. Ai sensi dell'art. 633 c.p.c. il credito avente ad oggetto somme di denaro deve essere liquido. È liquido il credito determinato nel suo ammontare senza che si debba procedere a calcoli o aggiunte se non meramente strumentali (Cass. II, n. 11834/1991). La giurisprudenza ha escluso che con l'ingiunzione di pagamento il creditore non possa domandare il risarcimento ai sensi dell'art. 1224, comma 2, c.p.c. del maggior danno derivatogli dal ritardo nell'adempimento, potendo tuttavia formulare tale richiesta nel giudizio di opposizione avverso l'ingiunzione (Cass. III, n. 6757/2001). 11. Il credito vantato dal ricorrente deve essere esigibile, come si desume implicitamente dal comma 2 dell'art. 633 c.p.c., laddove la norma esclude l'efficacia del provvedimento monitorio qualora il diritto azionato dipenda da una condizione sospensiva non verificatasi o da una controprestazione non ancora adempiuta (Cass. II, n. 23336/2008; Cass. III, n. 5007/1997). 12. La materia del condominio rientra tra quelle per cui deve essere esperita la mediazione obbligatoria (art. 5 d.lgs. n. 28/2010). A tal riguardo, ai sensi del comma 6 del novellato (dal d.lgs. n. 149/2022) art. 5 d.lgs. n. 28/2010 (così come peraltro già precedentemente previsto dal comma 4 della vecchia versione dell'art. 5) la condizione di procedibilità (sia nelle materie previste dalla legge, sia nel caso di mediazione demandata dal giudice) non si applica nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione, fino alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione; allo stesso modo l'art. 3, comma 3, d.l. n. 132/2014 conv., con modif., in l. n. 162/2014 prevede che «La disposizione di cui al comma 1 non si applica: a) nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione». Nella rinnovata versione dell'art. 5 d.lgs. 28/2010 è anche contenuta (nel suddetto art. 5, comma 6, d.lgs. n. 28/2010) la precisazione che ciò (id est il fatto che nei procedimenti per ingiunzione, inclusa la relativa opposizione, la condizione di procedibilità non si applichi fino alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione) avverrà «secondo quanto previsto dall'art. 5-bis;» e cioè (sulla scorta dell'evoluzione giurisprudenziale sul punto) che, quando l'azione è stata introdotta con ricorso per decreto ingiuntivo, nel procedimento di opposizione l'onere di presentare la domanda di mediazione grava sulla parte che ha proposto ricorso per decreto ingiuntivo (e infatti è previsto che il giudice alla prima udienza provvede sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione se formulate e, accertato il mancato esperimento del tentativo obbligatorio di mediazione, fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine di cui all'art. 6 d.lgs. n. 28/2010 e a tale udienza, se la mediazione non è stata esperita, dichiara l'improcedibilità della domanda giudiziale proposta con il ricorso per decreto ingiuntivo, revoca il decreto opposto e provvede sulle spese). 13. L'eventuale decreto di accoglimento del ricorso deve contenere la liquidazione delle spese sostenute dal creditore istante e l'ingiunzione di pagamento delle stesse alla parte contro la quale il provvedimento monitorio è emesso. 14. L'art. 643 c.p.c. prevede che il ricorso e il decreto sono notificati per copia autentica ai sensi degli artt. 137 e ss. c.p.c. e che la notificazione degli stessi determina la pendenza della lite (ai fini della continenza o della litispendenza). La notificazione del ricorso e del decreto devono avvenire entro il termine di 60 giorni dalla pronuncia del decreto, a pena d'inefficacia del decreto stesso. Trattandosi di termine processuale esso rimane sospeso conformemente a quanto disposto dall'art. 1 l. n. 742/1969. 15. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lett. g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 16. Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». 17. Il ricorso per ingiunzione deve essere sottoscritto dal difensore a pena di nullità insanabile neppure nel caso di regolare costituzione del ricorrente nel giudizio di opposizione (Cass. S.U., n. 1420/1966). La nullità non sussiste qualora il difensore apponga la sua sottoscrizione al termine della procura alle liti e questa sia apposta in calce o a margine del ricorso (Cass. n. 1096/1964). Il ricorso può essere firmato dalla parte personalmente soltanto nei casi in cui questa sia autorizzata a stare in giudizio personalmente. 18. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. CommentoA fronte dell'emissione del provvedimento monitorio, il condomino opponente può far valere solo questioni riguardanti l'efficacia della medesima delibera assembleare (Cass. II, n. 3354/2016); questa, infatti, costituisce titolo di credito del condominio e, di per sé, prova l'esistenza del credito così da legittimare non solo la concessione del decreto ingiuntivo, ma anche la condanna del condomino a pagare le somme nel giudizio di opposizione che quest'ultimo proponga contro tale decreto, ed il cui ambito è ristretto alla verifica dell'esistenza e dell'efficacia della delibera assembleare di approvazione della spesa e di ripartizione del relativo onere. L'orientamento giurisprudenziale era quello per cui l'opposizione del condomino al decreto ingiuntivo di cui all'art. 63 disp att. c.c. non potesse mai estendersi a questioni relative alla annullabilità o nullità della delibera condominiale di approvazione delle spese, delibera che avrebbe dovuto impugnata separatamente ex art. 1137 c.c. (Cass. II, n. 6436/2014). Recentemente le Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 9839/2021) hanno chiarito che, nel giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo emesso per la riscossione di contributi condominiali, il giudice può sindacare sia la nullità dedotta dalla parte o rilevata d'ufficio della deliberazione assembleare posta a fondamento dell'ingiunzione, sia l'annullabilità di tale deliberazione, a condizione che quest'ultima sia dedotta in via d'azione, mediante apposita domanda riconvenzionale di annullamento contenuta nell'atto di citazione, ai sensi dell'art. 1137, comma 2, c.c., nel termine perentorio ivi previsto, e non in via di eccezione; ne consegue l'inammissibilità, rilevabile d'ufficio, dell'eccezione con la quale l'opponente deduca solo l'annullabilità della deliberazione assembleare posta a fondamento dell'ingiunzione senza chiedere una pronuncia di annullamento. Inoltre, si evidenzia che tra il giudizio di opposizione a d.i. emesso per il pagamento di oneri condominiali e la controversia avente ad oggetto l'impugnazione della delibera assembleare posta a sostegno dell'ingiunzione non sussiste né continenza (art. 39, comma 2, c.p.c.) né pregiudizialità necessaria legittimante la sospensione ex art. 295 c.p.c. In effetti, la sospensione ex art. 295 c.p.c., nell'ipotesi di giudizio promosso per il riconoscimento di diritti derivanti dal titolo, ricorre quando in un diverso giudizio tra le stesse parti si controverta dell'inesistenza o della nullità assoluta del titolo stesso, poiché al giudicato d'accertamento della nullità si potrebbe contrapporre un distinto giudicato, di accoglimento della pretesa basata su quel medesimo titolo, contrastante con il primo. Detto principio di carenza di esecutività del titolo impugnato a seguito di allegazione della sua originaria invalidità assoluta è derogato, nella disciplina del condominio, da un sistema normativo che mira all'immediata esecutività del titolo, pur in pendenza di controversia, a tutela di interessi generali ritenuti prevalenti, sicché il giudice non ha il potere di disporre la sospensione della causa di opposizione a decreto ingiuntivo, ottenuto ai sensi dell'art. 63 disp. att. c.c., in relazione alla pendenza del giudizio in cui sia stata impugnata la relativa delibera condominiale, restando riservato al giudice dell'impugnazione il potere di sospendere ex art. 1137 comma 2 c.c. l'esecuzione della delibera. Non osta a tale disciplina derogatoria il possibile contrasto di giudicati in caso di rigetto dell'opposizione all'ingiunzione e di accoglimento dell'impugnativa della delibera, poiché le conseguenze possono essere superate in sede esecutiva, facendo valere la sopravvenuta inefficacia del provvedimento monitorio, ovvero in sede ordinaria mediante azione di ripetizione dell'indebito (Cass. VI, n. 7546/2014). Infine, si segnala che la l. n. 220/2012 ha modificato l'art. 63 disp. att. c.c. prevedendo che: i) i creditori non possono agire nei confronti degli obbligati in regola con i pagamenti, se non dopo l'escussione degli altri condomini; ii) in caso di mora nel pagamento dei contributi che si sia protratta per un semestre, l'amministratore può sospendere il condomino moroso dalla fruizione dei servizi comuni suscettibili di godimento separato; iii) chi subentra nei diritti di un condomino è obbligato solidalmente con questo al pagamento dei contributi relativi all'anno in corso e a quello precedente; iv) chi cede diritti su unità immobiliari resta obbligato solidalmente con l'avente causa per i contributi maturati fino al momento in cui è trasmessa all'amministratore copia autentica del titolo che determina il trasferimento del diritto. V. inoltre inquadramento e commento alla formula “Ricorso per decreto ingiuntivo”. |