Atto di citazione in opposizione a decreto ingiuntivo

Rosaria Giordano
Vincenza Di Cristofano

Inquadramento

L'opposizione a decreto ingiuntivo (ex art. 645 c.p.c.) è lo strumento con il quale l'ingiunto, che ritenga insussistente in tutto o in parte l'avversa pretesa creditoria, introduce il giudizio ordinario volto all'accertamento della effettiva ricorrenza del credito portato dal decreto emesso nei suoi confronti. L'opposizione va proposta con atto di citazione davanti all'ufficio giudiziario che ha emesso il decreto nel termine di 40 giorni dalla notifica o in quello minore o maggiore fissato dal Giudice. La citazione in opposizione deve essere notificata al ricorrente presso il procuratore o, quando è stata effettuata la costituzione di persona, nella residenza o nel luogo ove il ricorrente ha eletto domicilio, ai sensi dell'art. 638 c.p.c. In essa il debitore deve indicare le ragioni per cui ritiene che il credito non sussista in tutto o in parte. L'opposizione a ingiunzione rappresenta la seconda parte (quella eventuale) del procedimento monitorio (essendo la prima costituita dall'ingiunzione stessa). Si assiste ad un'inversione dell'iniziativa processuale: quest'ultima, infatti, non è presa da chi voglia far valere un diritto ma da chi tale diritto voglia contestare. In sostanza, il debitore opponente, avanzando la domanda di opposizione mediante un atto di citazione, diviene attore in senso formale; viceversa il creditore, dovendo difendersi dall'attore, diviene convenuto, sempre in senso formale. Nondimeno le parti, da un punto di vista sostanziale, mantengono le posizioni di un normale giudizio per quanto riguarda l'allegazione dei fatti, l'onere della prova e la domanda riconvenzionale: e cioè spetta all'opposto, attore in senso sostanziale, allegare e provare i fatti costitutivi della pretesa già spiegata in via monitoria, neppure potendo l'opposto proporre domande ulteriori rispetto a quella già introdotta, mentre grava sul convenuto la deduzione e prova di fatti modificativi, impeditivi o estintivi dell'avversa pretesa. Sicché l'atto di citazione in opposizione a decreto ingiuntivo ha nella sostanza il contenuto di una comparsa di risposta.

Il contributo unificato corrispondente al valore della causa di merito, è ridotto della metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

ATTO DI CITAZIONE [2] IN OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO

PER

il Sig. ... [3], nato a ... il ... (C.F. ... [4] ), residente in ..., via/piazza ... n. ... (oppure) [la Società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ... [6], che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c.[7] . Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ....

-opponente [8] -

CONTRO

Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/p.za ... n. ....

-opposto-

PREMESSO CHE

– In data ... al Sig. ... è stato notificato il decreto ingiuntivo n. ... / ... emesso in data ... dal Tribunale di ..., con cui gli è stato ingiunto il pagamento, in favore del Sig. ... della somma pari a ... Euro, oltre interessi a decorrere dal ... sino all'effettivo soddisfo e le spese del procedimento liquidate in ... Euro oltre accessori di legge;

– Nella specie non ricorrevano i presupposti per l'adozione del provvedimento monitorio in quanto: ... [9] .

Tutto ciò premesso, con il presente atto il Sig. ... propone opposizione al suindicato decreto ingiuntivo per i seguenti motivi in

FATTO [10]

1. ...

2. ... (in uno dei punti della narrazione in fatto occorrerà indicare, così come richiesto dal nuovo n. 3-bis dell'art. 163 c.p.c., nei casi in cui la domanda è soggetta a condizione di procedibilità, l'eventuale assolvimento degli oneri previsti per il suo superamento);

DIRITTO [11]

A. ...;

B. ...;

C. ....

***

il Sig. ..., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato,

CITA

Il Sig. ... a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza del .... [12] che sarà tenuta il ... ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 c.p.c. ed a comparire all'udienza suddetta dinanzi al Giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con l'espresso avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali, e che, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, e che la mancata comparizione comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia [13], per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI [14]

Voglia l'Ecc.mo Tribunale adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis, per i motivi sopra esposti:

– Accertare e dichiarare che ... e, per l'effetto revocare il d.i. n ... / ...;

– Con vittoria di spese, diritti ed onorari di giudizio, oltre IVA e CPA come per legge, anche relative alla pregressa fase sommaria.

***

IN VIA ISTRUTTORIA [15]

Si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie:

1. decreto ingiuntivo notificato;

2. ...

***

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [16] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [17] pari ad Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [18] ]

1. L'art. 645, comma 1, c.p.c. dispone che l'opposizione si propone davanti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il Giudice che ha emesso il decreto (competenza funzionale e inderogabile cfr. Cass. II, n. 861/2003, Cass. I, n. 8240/2002).

2. L'art. 645, comma 1, c.p.c. dispone che l'opposizione a decreto ingiuntivo si propone con atto di citazione, sebbene essa, rappresentando la prima difesa dell'opponente, abbia il contenuto sostanziale di una comparsa di costituzione e risposta.

3. Tra i requisiti della vocatio in ius l'art. 163, comma 3, n. 2 c.p.c. prevede l'indicazione delle parti, cioè dell'attore e del convenuto (o dei convenuti).

4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011).

5. Se si tratta di persona giuridica occorre indicare il nome del legale rappresentante pro tempore, la sede legale e il codice fiscale e/o il numero di partita Iva.

6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata.

7. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 6 c.p.c. è necessaria l'indicazione della procura; tuttavia la sua omissione non rientra tra le violazioni cui, ai sensi dell'art. 164 c.p.c., il legislatore ha riconnesso la sanzione della nullità. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico del ricorso si può indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente ricorso ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c.”. Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

8. Nel giudizio di opposizione sono parti: il soggetto contro il quale il d.i. è stato richiesto ed emesso, che nel giudizio di opposizione assume la veste di opponente nonché il soggetto che ha proposto il ricorso per d.i. (“opposto”).

9. Occorre precisare, tuttavia, che il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo non è limitato alla verifica delle condizioni di ammissibilità e di validità del decreto stesso, ma si estende all'accertamento dei fatti costitutivi del diritto in contestazione, con riferimento alla situazione di fatto esistente al momento della pronuncia della sentenza, e non già a quello dell'emissione del provvedimento opposto. Pertanto, il Giudice, qualora riconosca fondata, anche solo parzialmente, l'eccezione di pagamento formulata dall'opponente con l'atto di opposizione o nel corso del giudizio, deve comunque revocare totalmente il decreto opposto, senza che rilevi, in contrario, l'eventuale posteriorità dell'accertato fatto estintivo rispetto al momento di emissione del decreto, sostituendosi all'originario decreto ingiuntivo la sentenza di condanna al pagamento di residui importi del credito (Cass. I, n. 6514/2007).

10. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere l'esposizione, in modo chiaro e specifico (come aggiunto dalla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022), dei fatti ... costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni. Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio.

11. Sempre ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere l'esposizione, in modo chiaro e specifico (come aggiunto dalla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022), degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni. Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio.

12. L'art. 163-bis c.p.c., nella formulazione novellata dal d.lgs. n. 149/2022, prevede un aumento del termine a comparire che, nel caso di notifiche effettuate in Italia, da 90 a 120 giorni al fine di consentire il deposito delle tre memorie ex art. 171-ter c.p.c. prima dell'udienza di trattazione. Il d.lgs. n. 164/2024 per coordinare le relative disposizioni normative ha sostituito l'art. 645 c.p.c. con una disposizione secondo cui in seguito all'opposizione il giudizio si svolge secondo le norme del processo di cognizione davanti al giudice adito. Tuttavia, quando si svolge nelle forme del rito ordinario, l'anticipazione di cui all'art. 163-bis, comma 2, deve essere disposta fissando l'udienza per la comparizione delle parti non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine minimo a comparire.

13. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3, c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius.

14. Altro requisito dell'edictio actionis è racchiuso nell'art. 163, comma 3, n. 3 il quale prevede che debba essere identificata la “cosa oggetto della domanda”, espressione da intendersi sia sotto il profilo formale, come provvedimento giurisdizionale richiesto al Giudice (petitum immediato), sia sotto l'aspetto sostanziale come bene della vita di cui si chiede il riconoscimento (petitum mediato).

15. Le deduzioni istruttorie pur previste nell'art. 163, comma 3, n. 5, c.p.c. non costituiscono un elemento della citazione previsto a pena di nullità, essendo previste ora (a seguito della riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022, ma anche ante riforma la situazione, con le memorie ex art. 183, comma 6, c.p.c., era analoga da questo punto di vista) le apposite memorie integrative ex art. 171-ter c.p.c. (relativo alle “vecchie” memorie ex art. 183, comma 6, c.p.c.) In una fattispecie relativa alla produzione, dopo la scadenza del termine ex art. 183, comma 6, c.p.c., del fascicolo della fase monitoria con le copie delle scritture private disconosciute, nemmeno contestate quanto alla conformità agli originali, successivamente depositati, la S.C. ha ribadito che nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo è ammesso il deposito dei documenti allegati al ricorso monitorio anche dopo lo spirare dei termini assegnati dal Giudice per le produzioni documentali, atteso che tali documenti, ai sensi dell'art. 638, comma 3, c.p.c., restano a disposizione dell'ingiunto almeno fino alla scadenza del termine per proporre opposizione, sicché, essendo già esposti al contraddittorio delle parti, non possono essere qualificati come “nuovi” nei successivi sviluppi del processo (Cass. n. 20854/2019).

16. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'articolo 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lett. g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato.

17. Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis, d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005».

18. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

Commento

Nell'opposizione a decreto ingiuntivo, legittimato passivo è esclusivamente il beneficiario dell'ingiunzione, sicché, ove la citazione in opposizione venga proposta e notificata nei confronti di un soggetto diverso da quello a favore del quale il decreto ingiuntivo sia stato pronunciato, si determina la nullità della stessa ex artt. 163, n. 2 e 645, n. 1 c.p.c. (salvo che, nel caso di giudizi iniziati dopo il 30 aprile 1995, rispetto ai quali trova applicazione l'art. 164, comma 3, c.p.c., nel testo novellato dall'art. 90 della l. n. 353/1990, il ricorrente in sede monitoria, non provveda a costituirsi in giudizio, sanando ex tunc il vizio di nullità e, con essa, la correlata inammissibilità dell'opposizione per decorrenza dei relativi termini di proposizione: Cass. II, n. 15946/2019).

La notifica dell'atto di citazione in opposizione deve essere effettuata al creditore nelle forme contemplate dall'art. 638 c.p.c., ossia presso la residenza o il domicilio dichiarato dal ricorrente nel comune dove ha sede il giudice adito o l'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi ovvero il domicilio digitale speciale. In mancanza di tali indicazioni le notifiche al ricorrente sono eseguite presso la cancelleria, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis c.p.c.

Il comma 6 del novellato (dalla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022, ma ante riforma il comma 4 aveva contenuto analogo) art. 5, d.lgs. n. 28/2010 individua le esclusioni dalla mediazione in riferimento alla natura speciale di taluni procedimenti regolati dal IV libro della procedura, alcuni dei quali dotati di una struttura tendenzialmente bifasica.

Anzitutto, l'esclusione (dalla procedura compositiva) riguarda la fase sommaria del procedimento monitorio e di quello per convalida di licenza o di sfratto fino alla pronuncia dei provvedimenti sulla concessione e sospensione della provvisoria esecuzione. Stabilita la regola secondo cui la condizione di procedibilità torna in vigore dopo l'udienza sulla concessione e sospensione della provvisoria esecuzione, la legge (fino alla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022) taceva in ordine al soggetto su cui incombe l'onere di proposizione del tentativo di mediazione. Sulla questione si era generato subito un contrasto nella giurisprudenza di merito. Infatti secondo un primo orientamento l'onere di instaurazione della procedura compositiva grava sul creditore opposto, attore in senso sostanziale, ritenuto soggetto che “intende esercitare in giudizio un'azione”, a norma dell'art. 5, comma 1, d.lgs. n. 28/2010 (Trib. Varese 18 maggio 2012). In tal caso, laddove non venga instaurata mediazione, il processo dovrebbe chiudersi con pronunzia in rito e, in particolare, con sentenza che, dichiarando l'improcedibilità della domanda monitoria, revochi il decreto ingiuntivo, condannando la parte opposta al rimborso delle spese processuali. Secondo, invece, un'opposta maggioritaria impostazione, l'onere di instaurazione della mediazione grava sulla parte opponente ed il mancato esperimento della procedura determinerebbe la pronunzia di improcedibilità dell'opposizione a decreto ingiuntivo, con susseguente passaggio in cosa giudicata dello stesso (Trib. Firenze 30 ottobre 2014). Tale contrasto sembrava aver trovato soluzione grazie ad una pronunzia nomofilattica, che ha affermato il seguente principio di diritto: «l'onere di esperire il tentativo di mediazione di cui all'art. 5, d.lgs. n. 28/2010 grava sulla parte che ha interesse al processo e ad introdurre il giudizio di merito, parte che, in ipotesi di opposizione a decreto ingiuntivo, è individuabile nell'opponente» (Cass. n. 24629/2015).

Tuttavia l'interpretazione resa dalla S.C. non aveva convinto la maggior parte della dottrina né la giurisprudenza di merito e, quindi, con l'ordinanza interlocutoria n. 18741/2019, la Terza Sezione della Suprema Corte ha rimesso al Primo Presidente al fine dell'eventuale assegnazione alle Sezioni Unite la soluzione della questione di massima di particolare importanza relativa all'individuazione della parte processuale tenuta a promuovere la procedura di mediazione nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo.

Le Sezioni Unite hanno affermato, rivisitando la prima tesi espressa dalla stessa Corte di legittimità nel precedente del 2015, che nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo relativo a controversie soggette a mediazione obbligatoria, una volta decise le istanze di concessione o sospensione della provvisoria esecuzione del decreto, l'onere di promuovere la procedura di mediazione grava sulla parte opposta, con la conseguenza che, ove essa non si attivi, alla pronuncia di improcedibilità dell'opposizione conseguirà la revoca del decreto ingiuntivo (Cass. S.U., n. 19596/2020).

Con riferimento alla rapporto fra mediazione e procedimento di ingiunzione, ai sensi del comma 6 del novellato (dal d.lgs. n. 149/2022) art. 5, d.lgs. n. 28/2010 (così come peraltro già precedentemente previsto dal comma 4 della vecchia versione dell'art. 5) la condizione di procedibilità (sia nelle materie previste dalla legge, sia nel caso di mediazione demandata dal Giudice) non si applica nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione, fino alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione. Nella rinnovata versione dell'art. 5, d.lgs. n. 28/2010 è anche contenuta (nel suddetto art. 5, comma 6, d.lgs. n. 28/2010) la precisazione che ciò (id est il fatto che nei procedimenti per ingiunzione, inclusa la relativa opposizione, la condizione di procedibilità non si applichi fino alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione) avverrà “secondo quanto previsto dall'articolo 5-bis;” e cioè (sulla scorta dell'evoluzione giurisprudenziale sul punto sopra richiamata) che, quando l'azione è stata introdotta con ricorso per decreto ingiuntivo, nel procedimento di opposizione l'onere di presentare la domanda di mediazione grava sulla parte che ha proposto ricorso per decreto ingiuntivo (e infatti è previsto che il Giudice alla prima udienza provvede sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione se formulate e, accertato il mancato esperimento del tentativo obbligatorio di mediazione, fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine di cui all'art. 6, d.lgs. n. 28/2010 e a tale udienza, se la mediazione non è stata esperita, dichiara l'improcedibilità della domanda giudiziale proposta con il ricorso per decreto ingiuntivo, revoca il decreto opposto e provvede sulle spese). Tra l'altro vale la pena evidenziare come l'elenco delle materie per le quali il tentativo di mediazione costituisce condizione di procedibilità è stato ampliato ad opera del d.lgs. n. 149/2022, includendo ora anche associazione in partecipazione, consorzio, franchising, opera, rete, somministrazione, società di persone e subfornitura.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario