Ricorso per la dichiarazione di inefficacia del decreto ingiuntivo (art. 188 disp. att. c.p.c.)InquadramentoL'art. 644 c.p.c. stabilisce che il d.i. diventa inefficace se non viene notificato al destinatario dell'ingiunzione entro 60 giorni o entro 90 se la notifica deve avvenire all'estero. Tale termine è soggetto a sospensione nel periodo feriale ed è perentorio. La giurisprudenza di merito ha affermato che il comma 2 dell'art. 153 c.p.c., aggiunto dalla l. n. 69/2009, prevede un principio generale (non limitato alla fase istruttoria del procedimento) di rimessione in termini per la parte che sia incorsa in decadenza senza colpa. L'abrogazione dell'art. 184-bis c.p.c. e lo spostamento del suo contenuto nell'art. 153 c.p.c. (cioè nel capo dedicato in via generale ai termini processuali) non può che avere il significato di applicazione generalizzata dell'istituto della rimessione in termini che, pertanto, deve ritenersi ammessa anche nel caso di mancata notificazione del d.i. nel termine di 60 gg. Previsto dall'art. 644, che non sia derivata da colpa del creditore (Trib. Torino 18 giugno 2012). Se la notificazione non viene eseguita nel termine di cui all'art. 644 c.p.c., il d.i. diventa inefficace e la legge attribuisce al debitore ingiunto la facoltà di rivolgersi con ricorso allo stesso ufficio giudiziario che ha pronunciato il provvedimento, per chiedere la declaratoria della sua inefficacia attraverso il procedimento delineato dall'art. 188 disp. att. c.p.c. Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa di merito ai sensi dell'art. 13, comma 1, d.P.R. 115/2002 e ss.mm.ii. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] RICORSO [2]EX ART. 188 DISP. ATT. C.P.C. PER il Sig. ... [3], nato a ... il ... (C.F. ... [4] ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., (oppure) [la Società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5] ], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ... [6], che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c.[7] . Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ... -ricorrente- CONTRO La Società ..., C.F./P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/p.za ... n. ..., -resistente- PREMESSO CHE [8] – in data ... è stato pronunciato da codesto Ill.mo Giudice, nei confronti del ricorrente ... e in favore di ... il decreto ingiuntivo n. ... con cui veniva ingiunto il pagamento, entro 40 giorni dalla notifica dello stesso decreto, della somma pari a ... Euro a titolo di ... (doc. 1); – il predetto decreto veniva depositato in Cancelleria in data ...; – a tutt'oggi la notifica del decreto non è avvenuta; – pertanto, essendo spirato il termine previsto dall'art. 644 c.p.c., il decreto, ai sensi del citato articolo, deve ritenersi inefficace. Tutto ciò premesso, il Sig. ..., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato, RICORRE all'Ecc.mo Tribunale Ordinario di ... affinché voglia dichiarare ai sensi degli artt. 644 e 188 disp. att. c.p.c., previo accertamento della mancata notifica del d.i. n. ... nel termine di sessanta giorni, l'inefficacia del provvedimento di ingiunzione, con condanna del resistente al pagamento delle spese, diritti e compensi, oltre accessori di legge, del presente procedimento come da nota spese allegata. In via istruttoria Si depositano in copia i seguenti documenti: 1) d.i. n. ...; 2) nota spese. *** Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [9] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [10] ] 1. L'istanza si rivolge al Giudice ha pronunciato il decreto (art. 188, comma 1, disp. att. c.p.c.). 2. La domanda si propone con ricorso. Il ricorso deve possedere i requisiti di forma e di contenuto analiticamente indicati dall'art. 125, comma 1, c.p.c., ovvero: l'indicazione dell'ufficio giudiziario al quale è rivolta, l'indicazione delle parti, l'indicazione dell'oggetto della domanda, la causa petendi; l'indicazione dei mezzi istruttori (art. 188, comma 1, disp. att. c.p.c.). 3. L'atto deve contenere l'indicazione delle parti corredata di tutti gli elementi per la loro identificazione (art. 125 c.p.c.). 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). 5. Se si tratta di persona giuridica occorre indicare il nome del legale rappresentante pro tempore, la sede legale e il codice fiscale e/o il numero di partita Iva. 6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. 7. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico del ricorso si può indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente ricorso ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c.”. Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 8. Il ricorso deve contenere il ricorso deve contenere, inter alia, le ragioni della domanda, cioè l'esposizione analitica dei fatti posti a fondamento della stessa, nonché l'indicazione del tipo di provvedimento richiesto (petitum) nonché l'esposizione dei fatti costitutivi del diritto fatto valere con il ricorso (causa petendi) (art. 125 c.p.c.). 9. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lett. g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis, d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». 10. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. CommentoA fronte dell'istanza di cui all'esemplificazione proposta, il Giudice fissa con decreto un'udienza per la comparizione delle parti davanti a sé e il termine entro cui il ricorso e il decreto devono essere notificati alla controparte. La notificazione è fatta nel domicilio di cui all'art. 638 c.p.c. se avviene entro l'anno dalla pronuncia e personalmente alla parte a norma degli artt. 137 e ss. c.p.c. se è fatta posteriormente. Il Giudice sentite le parti può accogliere il ricorso e, quindi, dichiarare con ordinanza non impugnabile l'inefficacia del provvedimento. In tal caso avendo il provvedimento dichiarativo dell'inefficacia del d.i. contenuto decisorio è ricorribile per cassazione per violazione di legge, ai sensi dell'art. 111 Cost. (Cass. I, n. 19799/2006). Il Giudice, sentite le parti, può rigettare l'istanza per la declaratoria d'inefficacia del d.i., che non preclude la proposizione della stessa nei modi ordinari. Per tale ragione, il provvedimento di rigetto dell'istanza tendente alla declaratoria di inefficacia del d.i., se pure incide sull'esercizio di diritti soggettivi, inerenti alla posizione del creditore il cui diritto è stato riconosciuto in sede monitoria ed a quella del soggetto destinatario dell'ingiunzione, è privo del requisito della definitività, e, quindi, non è impugnabile con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. (Cass. I, n. 12135/2006). La giurisprudenza ha avuto modo di chiarire che il ricorso ex art. 188 disp. att. c.p.c. è ammissibile solo con riguardo a decreti non notificati o la cui notifica sia giuridicamente inesistente. Se il decreto è stato notificato, ancorché fuori termine, o la notifica sia affetta da nullità, l'unico rimedio esperibile è l'opposizione ai sensi degli artt. 645 e 650 c.p.c. a seconda dei casi (Cass. I, n. 3552/2014). Il decreto ingiuntivo notificato in modo inesistente (notifica non effettuata) o giuridicamente inesistente (notifica avvenuta in luogo ed a persona privi di riferimento alcuno al debitore ingiunto) è inefficace ai sensi dell'art. 644 c.p.c. e detta inefficacia può esser fatta valere sia ricorrendo al Giudice che ha emesso il decreto stesso (art. 188 disp. att. c.p.c.), sia con autonoma azione ordinaria di accertamento negativo (art. 188, ultimo comma disp. att. c.p.c.), sia mediante opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c. (Trib. Torino, sez. fer., 31 agosto 2011). Infine, per quanto concerne le spese del procedimento, è stato affermato che l'art. 91 c.p.c. esclude ogni possibilità di separazione del giudizio sulla domanda da quello sulle spese di causa provocate dalla domanda medesima, ogni qual volta la prima di tali pronunce sia idonea a definire il processo. Pertanto, una volta definito un giudizio ex art. 188 disp. att. c.p.c. (nella specie, con il rigetto dell'istanza di inefficacia di provvedimento monitorio) senza alcuna statuizione sulle spese del procedimento, rimane preclusa la possibilità di provvedere con un successivo provvedimento sulle spese, poiché tale provvedimento verrebbe ad assumere il carattere, abnorme, di una decisione idonea ad incidere definitivamente su una posizione di diritto soggettivo della parte, a carico della quale è assunto, senza essere soggetto ad alcun mezzo di impugnazione (Cass. I, n. 12859/2005). |