Intimazione di licenza per finita locazione e contestuale citazione per la convalida

Mauro Di Marzio

Inquadramento

Fino alla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022, con l'intimazione della licenza per finita locazione, prevista dal comma 1 dell'art. 657 c.p.c., il locatore poteva esclusivamente chiedere al giudice di condannare il conduttore a rilasciare l'immobile per cessazione del rapporto alla futura scadenza del termine. Tale discutibile ultima riforma, pur lasciando curiosamente inalterata la rubrica della norma, «Intimazione di licenza e di sfratto per finita locazione», ha stabilito che il locatore o il concedente possa intimare «licenza per finita locazione, prima della scadenza del contratto», non solo al conduttore (oltre che all'affittuario coltivatore diretto, mezzadro e colono, riguardo ai quali, però, il procedimento per convalida è invece inapplicabile, trattandosi di materia regolata dalla legislazione speciale agraria), ma anche «al comodatario di beni immobili, all'affittuario di azienda». Ma, come possa intimarsi licenza per finita locazione ad un comodatario, o ad un affittuario di azienda, rimane ovviamente oscuro, visto che l'uno e l'altro contratto non possono certo cessare per finita locazione. Deve intendersi, dunque, ove l'atto abbia ad oggetto il rilascio della cosa detenuta non a titolo di locazione, bensì di comodato o affitto di azienda, che la cessazione abbia luogo per scadenza del termine, sicché la formula che segue, concepita per l'ipotesi tradizionale di finita locazione, andrà adattata ai nuovi casi previsti dalla norma.

Formula

TRIBUNALE DI [1] ...

INTIMAZIONE DI LICENZA [2][3] PER FINITA LOCAZIONE E CONTESTUALE CITAZIONE PER LA CONVALIDA

Il Sig. [4] ..., nato a ... il ... (C.F. [5] ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della Società ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ..., C.F. ... P.I. ... )], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [6] ..., C.F. [7] ..., che [8] lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [9]

PREMESSO

– è proprietario [10] dell'immobile situato in ..., via ..., n. ..., piano ..., interno ...;

– tale immobile è stato concesso in locazione ad uso ... [11] al Sig. ... con contratto [12] stipulato il ... e registrato [13] in data ... presso l'Ufficio del registro di ..., al n. ...;

– la durata della locazione è stata convenuta in ... anni con decorrenza dal ..., sicché essa, rinnovatasi alla prima scadenza per eguale periodo [14], è stata tempestivamente disdetta per la scadenza del ... con raccomandata a/r [15] del ..., pervenuta alla parte conduttrice il ....

TUTTO CIÒ PREMESSO

INTIMA

al Sig. ... licenza per finita locazione alla data del ... diffidandolo a riconsegnare alla scadenza l'immobile libero e vuoto di persone e cose, e contestualmente

CITA

il Sig. ..., residente in ..., via ..., n. ..., a comparire innanzi al Tribunale di ..., nei noti uffici di via/piazza ..., all'udienza del [16] ..., ore di rito, dinanzi al Giudice che verrà designato, con invito a costituirsi nel termine e nelle forme stabilite dalla legge e con avvertimento che se non comparisce o, comparendo, non si oppone, il Giudice convaliderà la licenza ai sensi dell'art. 663 c.p.c., e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato [17], per sentir accogliere le seguenti:

CONCLUSIONI

Voglia il Tribunale adito:

– convalidare la intimata licenza per finita locazione e, in caso di opposizione, emettere ordinanza provvisoria di rilascio ai sensi dell'art. 665 c.p.c.[18] ;

– fissare la data dell'esecuzione, ai sensi dell'art. 56 l. n. 392 del 1978, nel più breve termine possibile;

– condannare l'intimato alle spese di lite.

Ai sensi dell'art. 14 d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara ai fini del versamento del contributo unificato per le spese di giustizia dichiara che il valore della presente causa è di Euro [19] ....

Si offrono in comunicazione i seguenti documenti [20]:

1) copia del contratto di locazione datato ... e registrato il ...;

2) copia della lettera raccomandata di disdetta del ... con ricevute di spedizione e di ricevimento.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Competente è il tribunale del luogo in cui si trova l'immobile locato, ai sensi dell'art. 661 c.p.c. Nessuna competenza spetta in materia al Giudice di pace.

2.  Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art.46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

3. L'atto va intestato come licenza se si chiede la condanna al rilascio per una data futura e, cioè, se si agisce prima ancora che la locazione sia venuta a scadenza. Va viceversa intestato come sfratto se la locazione è già scaduta. In caso di intimazione rivolta «al comodatario di beni immobili» l'atto sarà intestato «intimazione di licenza per fine comodato» o «per scadenza del termine del comodato», o mediante altra analoga dicitura. In caso di intimazione «all'affittuario di azienda» sembra potersi mantenere la formula tradizionale «intimazione di licenza per finita locazione», dal momento che l'affitto è in fin dei conti nient'altro che una locazione di cosa produttiva; altrimenti «intimazione di licenza per cessazione dell'affitto».

4. Il contenuto della citazione per convalida è disciplinato dall'art. 660 c.p.c., il quale, al comma 3, richiama l'art. 125 c.p.c., ove è tra l'altro stabilito che l'atto deve contenere l'indicazione delle parti. Si segnala qui che il c.d. Correttivo alla c.d. riforma «Cartabia» è intervenuto sulla norma in commento stabilendo che: «Il locatore può indicare nell'atto un indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, altrimenti l'opposizione prevista nell'articolo 668 e qualsiasi altro atto del giudizio gli sono notificati presso il procuratore costituito».

5. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011).

6. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014.

7. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.

8. Si segnala qui che L'indicazione del numero di fax dell'avvocato era prevista, fino al c.d. «Correttivo» (d.lgs. n. 164/2024, in vigore dal 26 novembre 2024) alla c.d. riforma «Cartabia», dall'art. 125 c.p.c. L'obsoleta previsione è stata soppressa.

9. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale o speciale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura.

10. Il contratto di locazione ha natura personale e, dunque, può essere stipulato non soltanto dal proprietario ma anche da chi ha la materiale disponibilità della cosa. L'atto è formulato nel modo indicato perché riflette l'ipotesi nella pratica più comune.

11. L'indicazione della tipologia del contratto è fondamentale, dal momento che da essa discende la disciplina giuridica applicabile.

12. Si ricorda che il contratto di locazione immobiliare è contratto a forma libera, che, dunque, ben può essere stipulato soltanto verbalmente. La forma scritta è però richiesta per i contratti di locazione ad uso di abitazione dall'art. 1 l. n. 431/1998. V. Cass. S.U., n. 18214/2015. L'altro caso di rilievo in cui la locazione richiede la forma scritta ad substantiam è quello della locazione conclusa con la pubblica amministrazione (v. Cass. III, n. 12540/2016).

13. Sulla registrazione si veda l'art. 1, comma 346, l. n. 311/2004, e, da ult., l'art. 13 l. n. 431/1998, come novellato dall'art. 1, comma 59, della l. n. 208/2015. Per le locazioni abitative v. ora art. 13 l. n. 431/1998, come sostituito dall'art. 1, comma 59, l. n. 208/2015.

14. L'atto è modellato sulle ipotesi più comuni, ossia quelle di licenza intimata per la seconda scadenza di una locazione di immobile ad uso abitativo per la durata di anni quattro più quattro (art. 2, comma 1 l. n. 431/1998) ovvero di una locazione di immobile ad uso non abitativo per la durata di anni sei più sei (artt. 27 ss. l. n. 392/1978).

15. Tanto l'art. 28 l. n. 392/1978 (locazioni non abitative), quanto l'art. 2, comma 1, l. n. 431/1998 (locazioni abitative), prevedono che la disdetta venga intimata entro specifici termini mediante lettera raccomandata.

16. Il termine a comparire è fissato in 20 giorni dall'art. 660, comma 4 c.p.c. Il termine può essere in teoria abbreviato.

17. Va qui precisato che l'art. 660 c.p.c., che reca la «Forma dell'intimazione», non è stato toccato dalla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022: esso stabiliva che, in deroga alla previsione dettata dall'art. 163, n. 7 c.p.c., l'intimazione e citazione per la convalida dovesse contenere l'avviso all'intimato che se non compare, o comparendo non si oppone, lo sfratto è convalidato; ciò ha creato uno sfasamento tra l'art. 660 c.p.c. e la previsione dell'art. 163 c.p.c., secondo il quale la citazione deve contenere l'avvertimento «che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato»: avvertimento, questo, non esportabile nel procedimento per convalida, dal momento che l'intimato, fino a che non ha luogo la trasformazione del rito di cui all'art. 667 c.p.c., può comparire personalmente (art. 660, comma 6 c.p.c.) e non è sottoposto dunque all'onere di patrocinio. Sulla materia è intervenuto il Correttivo alla «Cartabia», il quale ha stabilito che la citazione per convalida deve contenere anch'essa l'avvertimento «che sussistendo i presupposti di legge la parte può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato».

18. La richiesta dell'ordinanza provvisoria di rilascio è fondamentale, giacché essa non può essere pronunciata d'ufficio, con la conseguenza che, in mancanza di tale richiesta, il giudice, a fronte dell'opposizione dell'intimato, non potrebbe che negare la convalida e disporre la trasformazione del rito, procrastinando così la definizione della controversia.

19. I procedimenti di licenza e sfratto sono soggetti a contributo unificato ridotto alla metà. A tal fine il valore dei procedimenti di finita locazione si determina in base all'ammontare del canone per ogni anno, mentre quello dei procedimenti sfratto per morosità si determina in base all'importo della morosità intimata.

20. Il procedimento per convalida si fonda sul congegno della ficta confessio: se l'intimato compare, o comparendo non si oppone, si hanno per accertati i fatti dedotti dall'intimante a fondamento dell'intimazione, come descritti nell'atto. Ciò vuol dire che l'intimante non è tenuto, in questa fase, a fornire alcuna prova né, dunque, a produrre documenti. Tuttavia, per un verso le produzioni documentali non sono interdette e possono facilitare la posizione dell'intimante, per altro verso possono rivelarsi necessarie in caso di locazione per la quale è richiesta la forma scritta ad substantiam.

COMMENTO

La citazione per convalida di licenza per finita locazione è atto simultaneamente contenente l'intimazione di licenza e la citazione a comparire in giudizio per la convalida dell'intimazione. L'intimazione è, nello stesso tempo, uno degli elementi costitutivi dell'atto complesso con cui va introdotto il procedimento per convalida ed un'ingiunzione rivolta dal locatore al conduttore a rilasciare l'immobile: secondo lo schema della legge, cioè, tale atto contiene la intimazione della licenza o dello sfratto e la citazione dinanzi al giudice per la convalida. L'intimazione ha, quindi, una duplice natura sostanziale e processuale. Da un lato, essa ha natura di atto negoziale rivolto al conduttore, dall'altro lato, concorre all'introduzione del procedimento per convalida. Va rammentato che l'adempimento previsto nell'ultimo comma dell'art. 660 c.p.c. – secondo il quale, se l'intimazione non è stata notificata a mani proprie, l'ufficiale giudiziario deve spedire avviso all'intimato della effettuata notificazione a mezzo di lettera raccomandata ed allegare all'originale dell'atto la ricevuta di spedizione – è indefettibile e va compiuto anche quando la notificazione sia stata eseguita a mezzo del servizio postale, ancorché il piego risulti consegnato dall'agente postale a “persona abilitata”, qualora permanga incertezza sulla conoscenza dell'intimazione da parte del destinatario (Cass. VI, n. 26539/2017). Si ricorda che l'introduzione dei procedimenti per convalida di licenza o sfratto non richiede la previa istituzione del procedimento di mediazione, fino al mutamento del rito di cui all'art. 667 c.p.c., ex art. 5 d.lgs. n. 28/2010. Come si è detto in apertura, la riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022 ha esteso l'impiego del procedimento per convalida al comodato e all'affitto di azienda. È una scelta eufemisticamente discutibile. Il procedimento per convalida, nella tradizione si presenta quale strumento di tutela del diritto di proprietà, dal momento che la locazione è uno degli impieghi più comuni dei beni di proprietà, quali beni naturalmente fruttiferi, secondo quanto ci insegna l'art. 820, comma 3 c.c., strumento particolarmente penetrante ed efficace. Sicché, la storia del procedimento per convalida, successivamente all'avvento della Costituzione ed all'aumentata sensibilità verso il tema del «giusto processo» oggi sancito dall'art. 111 della Carta fondamentale, si è tradotta nel costante sforzo di rendere il procedimento per convalida compatibile con il sistema: è proprio su tale considerazione che numerose volte, in passato, pur dinanzi all'assenza dell'intimato, sono state respinte domande di convalida fondate su contratti non riconducibili alla locazione, ma, appunto, al comodato od all'affitto di azienda (basterà rammentare Cass. n. 3595/1981). Nondimeno, una parte della dottrina segnalava in passato «l'opportunità dell'introduzione ... dell'applicabilità del procedimento anche alla cessazione del comodato». Chi scrive (Di Marzio M., Il processo locatizio. Dalla formazione all'esecuzione del titolo, Milano, 2011, 123 ss.) aveva invece espresso dubbi sulla condivisibilità di una simile soluzione normativa. La scelta del legislatore è stata però nel senso di estendere il procedimento per convalida di sfratto per «finita locazione» non soltanto al comodato, ma addirittura all'affitto d'azienda: contratto dal contenuto largamente variabile e che può anche avere un rilievo economico enorme, e riguardare la posizione di terzi, quali in particolare i lavoratori. Insomma, è pur vero che l'art. 21 c.p.c. accomuna locazione, comodato e affitto di azienda ai fini della competenza territoriale, in base al criterio del locus rei sitae, per il fatto che si tratta di figure sì eterogenee, ma al tempo stesso prossime l'una all'altra, dal momento che, almeno normalmente, contemplano la cessione del godimento (nel caso dell'affitto di azienda anche) di un immobile: ma un conto è trattare unitariamente locazione, comodato e affitto di azienda ai fini della competenza territoriale, un conto è assoggettarli allo stesso modo al procedimento per convalida per «finita locazione». Curioso è infine che il legislatore abbia messo insieme locazione, comodato e affitto di azienda, lasciando per di più nell'art. 657 c.p.c. affitto a coltivatore diretto, mezzadria e colonia (a cui in realtà il procedimento per convalida non si applica affatto da lungo tempo), e si sia dimenticato dell'affitto puro e semplice, ossia della locazione di una cosa produttiva, come è il caso dell'affitto di cava di pietra, che ovviamente non è né una locazione, né un affitto di azienda (Cass. n. 250/2008).

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