Comparsa di costituzione e risposta con rilievo dell'incompetenza per valoreInquadramentoLa riforma del 2022 (d.lgs. n. 149/2022) ha inciso in più punti sulla disciplina del Giudice di pace; i commi 1 e 2 dell'art. 7 c.p.c. sono stati modificati, per prevedere, conformemente alla legge delega (n. 206/2021) l'aumento di competenza del Giudice di pace secondo il criterio del valore, sicché la competenza è aumentata, per le cause relative a beni mobili, a 15.000 Euro e, per le cause indicate dall'art. 7, comma 2 c.p.c., fino a 30.000 Euro. Per quanto riguarda il procedimento davanti al Giudice di pace, ai fini che interessano in riferimento a questa formula, è stato in primo luogo modificato l'art. 316, comma 1 c.p.c. al fine di prevedere, in via generale, che innanzi al Giudice di pace la domanda si propone nelle forme del procedimento semplificato di cognizione, ove compatibili e ove non derogate dalle norme specifiche contenute nel Titolo II. La norma, al comma 2, continua a prevedere che la domanda possa proporsi anche verbalmente e che di essa il Giudice di pace fa redigere processo verbale che, a cura dell'attore, è notificato unitamente al decreto di cui all'art. 318 c.p.c. Viene di conseguenza modificata anche quest'ultima norma che, con riferimento al contenuto della domanda stabilisce che la domanda si propone con ricorso, sottoscritto a norma dell'art. 125, che deve contenere, oltre all'indicazione del Giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione del suo oggetto. Il Giudice di pace, entro cinque giorni dalla designazione, fissa con decreto l'udienza di comparizione delle parti a norma dell'art. 281-undecies, comma 2 c.p.c. Il d.lgs. n. 164/2024, recante disposizioni integrative e correttive del d.lgs. n. 149/2022, ha aggiunto poi all'art. 318 c.p.c., comma 2,un ulteriore periodo con cui si prevede che con il medesimo decreto il giudice di pace informa il convenuto che la costituzione oltre il termine indicato implica le decadenze di cui all'art. 281-undecies, commi 3 e 4, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi in cui il valore eccede 1100 euro, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Il convenuto si costituisce, secondo quanto previsto dall'art. 319 c.p.c., comma 1, secondo periodo, a norma dei commi terzo e quarto dell'art 281-undecies, mediante deposito della comparsa di risposta e quando occorre della procura. Nella comparsa il convenuto deve proporre le sue difese e prendere posizione in modo chiaro e specifico sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui intende avvalersi e i documenti che offre in comunicazione, nonché formulare le conclusioni. A pena di decadenza deve proporre le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni processuali e di merito che non sono rilevabili d'ufficio. Se il convenuto intende chiamare un terzo in causa deve, a pena di decadenza, farne dichiarazione nella comparsa di costituzione e chiedere lo spostamento dell'udienza. Il giudice in tal caso, con decreto comunicato dal cancelliere alle parti costituite, fissa la data della nuova udienza assegnando un termine perentorio per la citazione del terzo. Ai sensi dell'art. 319, comma 2 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 164/2024, le parti che stanno in giudizio personalmente e che non hanno precedentemente dichiarato la residenza o eletto domicilio nel comune in cui ha sede l'ufficio del giudice di pace o indicato il proprio indirizzo PEC o eletto un domicilio digitale speciale, devono farlo con dichiarazione ricevuta nel processo verbale. FormulaGIUDICE DI PACE DI ... COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [1] Nell'interesse del Sig. ..., nato a ... in data ..., C.F. ..., residente in alla via ... ed al n. ... e domiciliato in ... alla via ... ed al n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., fax ... [2] PEC ..., che lo rappresenta e difende in forza di procura a margine del presente atto, nella causa pendente innanzi all'intestato Giudice di pace, sez. ... ed iscritta al n. ... / ... R.G., Giudice Dott. ... . CONTRO Il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... ; ESPONE – di essere stato convenuto dal Sig. ..., davanti all'intestato Giudice di pace, per essere condannato al pagamento di complessivi Euro ... dovuti a titolo di corrispettivo previsto ... nel contratto di fornitura del ... stipulato tra le parti in data ... ed avente ad oggetto ... [3] ; – eccepisce l'incompetenza per valore del Giudice di pace adito trattandosi di controversia che eccede il valore di ... Euro ai sensi dell'art. 7, comma 1 c.p.c.[4] ; – nel merito contesta l'avversa pretesa per le ragioni che seguono; CONCLUSIONI – in via pregiudiziale, Voglia l'Ill.mo Giudice di pace adito dichiarare la propria incompetenza per materia in favore del Tribunale di ... ; – in subordine e nel merito, rigettarsi di tutte le avverse domande; Con rimborso delle spese di lite e degli accessori previsti per legge. In via istruttoria deposita i seguenti documenti: ... . Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Nella presente formula si indica uno schema base della comparsa di costituzione e risposta per il rilievo dell'incompetenza per valore; si rinvia per il modello di riferimento alla formula della comparsa di costituzione e risposta nel processo davanti al giudice di pace. 2. Il d.lgs. n. 164/2024 recante disposizioni integrative e correttive del d.lgs. n. 149/2022, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta. 3. Si segnala che secondo la giurisprudenza qualora siano proposte più domande nei confronti della medesima parte, alcune rientranti nella competenza del tribunale, altre in quella del Giudice di pace, non opera la vis attractiva della competenza del tribunale, anche ai sensi dell'art. 104 c.p.c., quando le cause di competenza del giudice di pace appartengano allo stesso in virtù della competenza per materia, sebbene con limite di valore (Cass. VI, n. 22782/2015). Tuttavia, nel caso in cui vengano proposte, cumulativamente, dinanzi al giudice di pace una domanda di condanna al pagamento di una somma di denaro, inferiore al limite massimo di competenza per valore del giudice adito, ed una domanda di condanna ad un "facere", per la quale non sia indicato alcun valore, quest'ultima, non essendo meramente accessoria o specificativa della prima, deve ritenersi di valore corrispondente al suddetto limite massimo, sicché il cumulo delle due domande comporta il superamento della competenza per valore del giudice di pace (Cass. VI, n. 11460/2020). 4. Bisogna ricordare che secondo le S.U. è competente il Giudice di pace (nei limiti della sua competenza per valore) in ordine alle controversie aventi ad oggetto pretese che abbiano la loro fonte in un rapporto, giuridico o di fatto, riguardante un bene immobile, salvo che la questione proprietaria non sia stata oggetto di una esplicita richiesta di accertamento incidentale di una delle parti e sempre che tale richiesta non appaia, ictu oculi, alla luce delle evidenze probatorie, infondata e strumentale – siccome formulata in violazione dei principi di lealtà processuale – allo spostamento di competenza dal Giudice di prossimità al giudice togato (Cass. S.U., n. 21582/2011). COMMENTOA norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici del Ministero della giustizia e il ripristino del corretto funzionamento è comunicato con le stesse modalità. Il d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, reca il «Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari» applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema: a.Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto; b.Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c.Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio; d.Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione; e.L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi; f.Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale; g.Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti; h.Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i.L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale; j.Il valore della controversia; k.La richiesta di distrazione delle spese; l.L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono. Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di: a.80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b.50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c.10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza. Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi. Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a, b, c, d, h, i, l, m, n; l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note. Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3. Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali. L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali. |