Ricorso per sequestro conservativoInquadramentoIl sequestro conservativo, al pari degli altri provvedimenti cautelari è uno strumento con il quale la parte chiede la tutela provvisoria ed immediata di un suo diritto, che il sequestro ha il compito di garantire ed assicurare. Il sequestro conservativo consiste, in particolare, in un mezzo di conservazione della garanzia patrimoniale c.d. generica di cui all'art. 2740 c.c., unitamente all'azione revocatoria ed all'azione surrogatoria. In sostanza, il sequestro conservativo garantisce la realizzazione non solo del generico diritto ad una prestazione pecuniaria ma di ogni diritto suscettibile di essere convertito in una somma di denaro, perseguendo tale finalità con l'anticipare nel tempo gli effetti esecutivi della condanna (cioè la possibilità di procedere all'esecuzione forzata ex art. 686 c.p.c.). Il contributo unificato è corrispondente al valore della causa di merito, ridotto della metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] RICORSO EX ART. 671 C.P.C. (ANTE CAUSAM OPPURE IN CORSO DI CAUSA [2]) PER il Sig. [3] ..., nato a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., (oppure) [la società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5]], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. [6] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[7]. Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC .... -ricorrente- CONTRO Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., -resistente- PREMESSO CHE IN FATTO (ILLUSTRAZIONE DEI FATTI IN MANIERA ANALITICA): – Il Sig. ... [8] stipulava con il Sig. ... un contratto per ... (doc. 1); – il prezzo complessivo pattuito per la fornitura da parte del ricorrente era di ... Euro da pagarsi entro ...; – Il Sig. ... non ha provveduto al pagamento nei termini concordati; – Il ricorrente è, pertanto, creditore [9] del Sig. ... della somma pari a ... Euro; – vani sono risultati tutti i solleciti di pagamento a mezzo raccomandata a/r (doc. 2); – persistendo l'inadempimento del Sig. ... il ricorrente si trova costretto ad adire l'autorità giudiziaria; – la posizione economica del debitore Sig. ... si sta deteriorando in maniera grave atteso che ... (doc. 3); – risulta, quindi, necessario ed urgente provvedere al sequestro conservativo del patrimonio del debitore a garanzia del credito vantato dal ricorrente per ... Euro, anche per i seguenti motivi IN DIRITTO Esposizione dell'oggetto, delle ragioni della domanda e delle conclusioni con particolare riguardo all'indicazione del: 1) Fumus boni iuris. 2) Periculum in mora[10]. Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, RICORRE all'Ecc.mo Tribunale di ... affinché ai sensi dell'art. 671 c.p.c., rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, Voglia: – in via principale inaudita altera parte, ex art. 669-sexies c.p.c.[11]. – ovvero, in subordine, previa fissazione dell'udienza per la comparizione delle parti in contraddittorio [12], autorizzare [13] il sequestro dei beni mobili ed immobili e degli eventuali crediti del debitore [14] fino alla concorrenza del proprio credito per la complessiva somma di ... Euro [15], oltre interessi e rivalutazione, fissando ex art. 669-octies c.p.c., il termine per l'instaurazione del giudizio di merito [16]. IN OGNI CASO – con condanna del Sig. ... al pagamento delle spese, del presente procedimento [17]. *** IN VIA ISTRUTTORIA (Indicazione dei mezzi istruttori di cui ci si intende avvalere) Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [18] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [19] pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [20]] ... 1. Ai sensi dell'art. 669-ter c.p.c. prima dell'inizio della causa di merito la domanda si propone al giudice competente a conoscere del merito (secondo i normali criteri della materia, del valore e del territorio), mentre se si propone in corso di causa ai sensi dell'art. 669-quater c.p.c. la domanda deve essere proposta al giudice della stessa. 2. Nell'ipotesi in cui l'esigenza cautelare si manifesta in corso di causa risulta opportuno indicare nell'epigrafe dell'atto i riferimenti del giudizio di merito. 3. L'art. 669-bis c.p.c. dispone che «L'istanza si propone con ricorso ... » richiamando, per il contenuto dello stesso, quanto disposto dall'art. 125 c.p.c., ove è tra l'altro stabilito che l'atto deve contenere l'indicazione delle parti. 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 5. Se si tratta di persona giuridica occorre indicare il nome del legale rappresentante pro tempore, la sede legale e il codice fiscale e/o il numero di partita IVA. 6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. 7. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo è necessario indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.”. Tale formula è ormai divenuta obbligatoria attesa l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 8. La legittimazione a chiedere il sequestro conservativo spetta solo a chi sia titolare di un credito attuale, ancorché non esigibile (Cass. I, n. 864/1994). 9. In relazione ai caratteri del credito si è escluso che può richiedere un sequestro conservativo il titolare di: i) un credito meramente eventuale o ipotetico; ii) un credito sfornito di tutela, come ad es. l'obbligazione naturale. È invece ritenuto ammissibile il sequestro conservativo a garanzia di un credito: i) illiquido, purché ne sia indubbia l'esistenza obiettiva; ii) inesigibile, o perché sottoposto a termine non ancora scaduto, oppure perché sottoposto a condizione non ancora avveratasi. Resta controversa l'ammissibilità del sequestro conservativo a favore del creditore già munito di titolo esecutivo. 10. Il periculum in mora si concreta nel timore di perdere la garanzia del proprio credito. 11. Ai sensi del comma 2 dell'art. 669-sexies c.p.c. il giudice può decidere il ricorso cautelare con decreto motivato senza ascoltare le ragioni del soggetto nei cui confronti è richiesto il provvedimento. Questa modalità di adozione del provvedimento cautelare viene seguita quando sussiste il rischio concreto che la controparte, informata del ricorso cautelare contro di lei, possa sottrarsi agli effetti del provvedimento stesso oppure quando l'adozione del provvedimento è così urgente da non lasciare nemmeno il tempo di notificare alla controparte il ricorso e il decreto di fissazione udienza. 12. Depositato il ricorso il giudice può decidere dopo aver instaurato il contraddittorio (art. 101 c.p.c.) tra le parti (art. 669-sexies, comma 1, c.p.c.). In tal caso il giudice, depositato il ricorso fissa la data dell'udienza in cui le parti dovranno comparire e dispone la notifica alla controparte del ricorso e del decreto. 13. Il provvedimento che dispone il sequestro conservativo non individua i singoli beni sui quali la misura andrà eseguita, ma autorizza il sequestrante ad agire in via cautelare entro un determinato limite sui beni del debitore, la cui individuazione sarà effettuata nella fase attuativa del creditore stesso. 14. Deve essere indicato l'oggetto della misura cautelare richiesta. L'art. 671 c.p.c., con l'inclusione tra i beni sottoponibili a sequestro conservativo anche degli immobili (esclusi dalla legislazione previgente) ha istituito un parallelismo tra l'ambito di applicazione oggettiva della misura cautelare e l'espropriazione forzata. Pertanto, possono essere sottoposti a sequestro conservativo anche i titoli di credito, nonché i beni comuni indivisi. Sono invece insequestrabili i beni che l'art. 545 c.p.c. definisce impignorabili. Controversa è la sequestrabilità dell'azienda (cfr. Trib. Civitavecchia 18 luglio 2008; Cass. I, n. 8429/2000). Prevalente è, infine, la non assoggettabilità a sequestro conservativo dei beni oggetto di procedure concorsuali. 15. Gli artt. 2901 c.c. e 671 c.p.c. non prescrivono che il provvedimento di sequestro conservativo debba contenere, tra l'altro, l'indicazione dell'ammontare del credito per il quale la misura cautelare viene autorizzata, ma ove il provvedimento cautelare contenga tale indicazione, l'attuazione del sequestro non potrà avvenire se non nel limite indicato (Cass. III, n. 7218/1997). 16. Nel caso di provvedimento di accoglimento, adottato ante causam, il giudice deve assegnare alle parti un termine perentorio non superiore a sessanta per l'inizio del giudizio di merito e in mancanza di fissazione del termine da parte del giudice, la causa di merito deve essere iniziata entro il termine perentorio di sessanta giorni. Nel caso in cui il giudizio di merito si estingua o non venga intrapreso il sequestro perde efficacia (art. 669-novies c.p.c.). 17. L'ordinanza di accoglimento, quando si tratti come nel caso in esame di provvedimento a strumentalità c.d. forte, non contiene, a differenza dell'ordinanza di rigetto, la condanna della controparte alle spese, ma deve rinviare la liquidazione delle spese alla successiva fase di merito. 18. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 19. Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13 comma 3 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13 comma 1 lett. a) d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». 20. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. CommentoNell'assetto del procedimento cautelare uniforme delineato dal d.l. n. 35/2005 conv. in l. n. 80/2005, i sequestri rappresentano una tipica misura conservativa. Infatti, le recenti modifiche che hanno interessato il procedimento cautelare, in particolare l'art. 669-octies c.p.c., che ha reciso il nesso di strumentalità necessaria tra la tutela cautelare e la tutela di merito, non hanno toccato la materia dei sequestri, i quali rientrano quindi tra le misure conservative – le quali cristallizzano una determinata situazione fattuale o giuridica per evitare che, nel tempo occorrente per lo svolgimento del giudizio a cognizione piena, tale situazione si modifichi irreversibilmente – e non tra quelle anticipatorie, per le quali, invece l'art. 669-octies c.p.c. ha previsto la facoltatività dell'inizio del giudizio di merito. Il sequestro conservativo rientra, accanto all'azione surrogatoria ed all'azione revocatoria, nella più ampia categoria dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale generica sui beni del debitore ed è collegato all'esecuzione forzata, in quanto volto ad assicurare la fruttuosità dell'eventuale esecuzione per espropriazione, sottraendo i beni oggetto del provvedimento alla libera disponibilità del debitore proprietario (cfr. Trib. Bari 26 agosto 2013). Si tratta, quindi, di una misura cautelare tipicamente “conservativa”. La concessione del sequestro conservativo comporta, sul piano giuridico, un vincolo di indisponibilità sul bene sequestrato, gli atti di disposizione relativi al quale, infatti, pur validi tra le parti e gli altri terzi, saranno inefficaci nei confronti del creditore sequestrante. In altre parole, gli effetti del sequestro conservativo sono del tutto analoghi a quelli del pignoramento: tuttavia quest'ultimo determina un “vincolo a porta aperta” sui beni del debitore in quanto l'inefficacia degli atti di disposizione relativi ai beni oggetto di pignoramento riguardano non soltanto il creditore pignorante ma anche gli altri creditori eventualmente intervenuti nel processo esecutivo. La formula generica adottata dal legislatore in ordine all'oggetto del sequestro conservativo, comprensiva di qualsiasi elemento utile del patrimonio del debitore, sembra manifestare l'indifferenza per la considerazione del bene nella sua individualità, con la conseguenza che il giudice, nel concedere il sequestro, può non riferirsi a specifici beni del debitore, determinando soltanto il valore del credito sino alla concorrenza del quale il sequestro potrà essere eseguito su qualsivoglia bene del debitore (Trib. Trani 22 gennaio 2011). La giurisprudenza più recente appare persino incline a ritenere inammissibile il sequestro conservativo, volto a garantire le ragioni creditorie, mediante l'imposizione di un vincolo sul complessivo patrimonio del debitore, è inammissibile se avente ad oggetto l'aggressione di uno specifico bene (Trib. Nola II, 26 luglio 2010, in Giur. Merito, 2011, 3, 715; Trib. Modena I, 20 dicembre 2007). Ai fini della concessione del sequestro conservativo occorre effettuare un accertamento sommario da parte del giudice della cautela circa la sussistenza del diritto di credito del quale è domandata la tutela, sussistenza che dovrà valutarsi su un piano di mera verosimiglianza della pretesa creditoria, trattandosi di misura cautelare (Cass. n. 2523/1987; Cass. n. 2672/1983, in Giust. civ., 1983, I, 2345). Peraltro non è necessario né che il credito sia liquido (cioè determinato nel suo ammontare) né che sia esigibile (i.e. non sottoposto a termine o a condizione), essendo sufficiente che sia attuale, e non meramente ipotetico ed eventuale (Trib. Nola II, 23 marzo 2011). Il periculum in mora è tipizzato dall'art. 671 c.p.c. nel «fondato timore di perdere la garanzia del credito»: la relativa valutazione è rimessa al prudente apprezzamento del giudice, il quale può utilizzare sia elementi di carattere oggettivo che soggettivo. È infatti consolidato in giurisprudenza l'orientamento secondo il quale il periculum in mora che giustifica la concessione di un sequestro conservativo può essere desunto sia da elementi obiettivi concernenti la capacità patrimoniale del debitore in rapporto all'entità del credito, sia da elementi soggettivi evincibili dal comportamento del debitore, tali da lasciare presumere che egli, al fine di sottrarsi all'adempimento, ponga in essere atti dispositivi idonei a provocare l'eventuale deprezzamento del proprio patrimonio, sottraendolo all'esecuzione forzata (Trib. Bari III, 18 ottobre 2012; Trib. Nocera Inferiore 9 novembre 2005; Trib. Trani 3 agosto 1995, in Giust. civ., 1996, I, 2, 758. Più di recente si è sottolineato, rispetto al periculum in mora del sequestro conservativo, che tale requisito deve essere accertato mediante un giudizio prognostico negativo in ordine alla conservazione della garanzia patrimoniale, da effettuarsi secondo una valutazione in concreto, che può fondarsi su elementi soggettivi e/o su elementi oggettivi che possono essere presi in considerazione anche alternativamente: ne deriva che non rilevano, ai fini dell'accertamento del periculum, tutte le condotte distrattive o comunque espressione di una capacità a dissipare poste in essere dal debitore, ma sole quelle che, avuto riguardo al momento in cui sono state poste in essere rispetto al sorgere del credito e alla loro incidenza sul patrimonio della società e/o del debitore, facciano ritenere verosimile e soprattutto attuale il rischio che il sequestro mira ad evitare e cioè che il debitore possa liberarsi del suo patrimonio impedendo ai creditori di soddisfarsi (Trib. Napoli 1° aprile 2020). Pertanto, il concetto di “perdita delle garanzie” di cui all'art. 671 c.p.c. implica necessariamente una diminuzione delle stesse che non può consistere nella mera oggettiva sproporzione tra il credito ed il patrimonio già ab origine esistente ma devono ravvisarsi ragioni specifiche per temere la sottrazione o dispersione del patrimonio (Trib. Torino 14 settembre 2013). Poiché è opportuna una valutazione globale da parte del giudice della cautela circa i presupposti oggettivi e soggettivi del periculum per la concessione del sequestro conservativo, si è evidenziato in sede applicativa, tra l'altro, che la circostanza che la parte debitrice si spogli di un bene costituente l'unico cespite del proprio patrimonio facilmente assoggettabile ad esecuzione forzata non può, in sé considerata, ritenersi sufficiente ad integrare gli estremi del periculum in mora previsto quale requisito per la concessione del sequestro conservativo, in quanto occorre a tal fine considerare quell'atto nel contesto del complessivo contegno della parte debitrice (Trib. Milano, 8 luglio 2004, in Giur. it., 2005, I, 574, con nota di Conte). In sostanza, pur in presenza di una diminuzione, anche significativa, del patrimonio del debitore, non sussiste il periculum quando non vi siano elementi in base ai quali ritenere che il debitore, per sottrarsi all'adempimento, ponga in essere atti dispositivi idonei a provocare l'eventuale depauperamento del suo patrimonio, sottraendolo alla esecuzione forzata (Trib. Larino 21 aprile 2010). Circa gli elementi soggettivi dai quali è possibile desumere il pericolo di perdita della garanzia del credito che legittima la concessione del sequestro conservativo, si è ritenuto che occorre che lo stesso si inserisca in un comportamento che renda verosimile il rischio di un depauperamento del patrimonio del debitore (Trib. Roma 26 luglio 2004). Stante la natura provvisoria della misura, il sequestro conservativo perde efficacia ove sia accertata, con sentenza pronunciata all'esito di un giudizio ordinario di cognizione, anche non passata in giudicato, l'inesistenza del credito a garanzia del quale è stato concesso, e ciò sia nel caso che il detto credito sia escluso in toto sia qualora sia riconosciuto in misura inferiore a quella ipotizzata nella misura cautelare, atteso che, in quest'ultima eventualità, tale credito è dichiarato inesistente «per la parte eccedente quella concretamente accertata» (Cass. III, n. 41078/2021). |