Ricorso per sequestro liberatorio

Rosaria Giordano
Vincenza Di Cristofano

Inquadramento

In omaggio al disposto dell'art. 687 c.p.c. il giudice può ordinare il sequestro delle somme o delle cose che il debitore ha offerto o messo comunque a disposizione del creditore per la sua liberazione, quando è controverso l'obbligo o il modo del pagamento o della consegna, o l'idoneità della cosa offerta. Il sequestro liberatorio può quindi essere richiesto quando sono controversi l'obbligo o il modo di pagamento o l'oggetto del debito. Nello specifico si tratta di uno strumento messo a disposizione del debitore che contesta la sussistenza del debito o l'oggetto o il modo della prestazione, oppure ha dubbi sull'individuazione della persona alla quale deve essere effettuata la prestazione (Cass. n. 8577/1996) e, quindi, non crede di dover offrire il pagamento incondizionato ma vuole chiedere una preventiva decisione del giudice, senza incorrere nelle conseguenze di una propria mora (mora debendi), nel caso in cui il giudice ritenga dovuta la prestazione.

Il contributo unificato è corrispondente al valore della causa di merito, ridotto della metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

RICORSO EX ART. 687 C.P.C.ANTE CAUSAM

PER

il Sig. [2] ..., nato a ... il ... (C.F. [3] ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., (oppure) [la Società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [4]], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. [5] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[6]. Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ....

-ricorrente-

CONTRO

Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/p.za ... n. ...,

-resistente-

NONCHÉ CONTRO

La Sig.ra ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ...,

-altro resistente-

PREMESSO CHE

IN FATTO

(ILLUSTRAZIONE DEI FATTI IN MANIERA ANALITICA [7]):

– il Sig. ... [8] stipulava con il Sig. ... un contratto di locazione ad uso abitativo relativamente all'immobile sito in ... alla via ... n. ... (doc. 1);

– il contratto prevedeva un canone di locazione pari a ... Euro mensili da corrispondersi entro il ... di ogni mese a mezzo bonifico bancario sul c/c del locatore Sig. ....

– in data ... veniva a mancare il Sig. ...;

– dal mese successivo alla dipartita del locatore Sig. ..., l'odierno ricorrente riceveva comunicazione da ciascuno degli asseriti eredi (Sig. ... e Sig.ra ... ) del locatore con cui ciascuno richiedeva di ricevere il canone di locazione (doc. 2);

– tale situazione di obiettiva e concreta incertezza, circa il destinatario dell'obbligazione, in cui si trova l'esponente legittima senz'altro la concessione del sequestro liberatorio di cui all'art. 687 c.p.c., anche per i seguenti motivi

IN DIRITTO

Esposizione dell'oggetto, delle ragioni della domanda e delle conclusioni con particolare riguardo all'indicazione del:

1) Fumus boni iuris.

2) Periculum in mora.

3) Strumentalità.

Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato,

RICORRE

all'Ecc.mo Tribunale Ordinario di ... affinché ai sensi dell'art. 671 c.p.c., rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, Voglia:

– in via principale, inaudita altera parte, ex art. 669-sexies c.p.c.[9].

– ovvero, in subordine, previa fissazione dell'udienza per la comparizione delle parti in contraddittorio [10], autorizzare il sequestro liberatorio di ... che l'esponente mette a disposizione di giustizia, a mezzo ... ovvero nelle forme che saranno ritenute più opportune dall'adito Tribunale, dettandosi contestualmente le opportune disposizioni circa le modalità con cui provvedere alla custodia di dette somme nell'interesse del soggetto che risulterà titolare del diritto di riscuoterle, nonché ogni ulteriore provvedimento di legge, fissando ex art. 669-octies c.p.c., il termine per l'instaurazione del giudizio di merito [11].

IN OGNI CASO

– con condanna dei resistenti al pagamento delle spese [12].

***

IN VIA ISTRUTTORIA

Si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie:

1. ...;

2. ....

***

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [13] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [14] pari ad Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [15]]

1. Ai sensi dell'art. 669-ter c.p.c. prima dell'inizio della causa di merito la domanda si propone al giudice competente a conoscere del merito (secondo i normali criteri della materia, del valore e del territorio), mentre se si propone in corso di causa ai sensi dell'art. 669-quater c.p.c. la domanda deve essere proposta al giudice della stessa.

2. L'art. 669-bis c.p.c. dispone che «L'istanza si propone con ricorso ... » richiamando, per il contenuto dello stesso, quanto disposto dall'art. 125 c.p.c., ove è tra l'altro stabilito che l'atto deve contenere l'indicazione delle parti.

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011).

4. Se si tratta di persona giuridica occorre indicare il nome del legale rappresentante pro tempore, la sede legale e il codice fiscale e/o il numero di partita Iva.

5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c..

6. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo si può indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.”. Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

7. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. il ricorso deve contenere, inter alia, le ragioni della domanda, cioè l'esposizione analitica dei fatti posti a fondamento della stessa.

8. La legittimazione a chiedere il sequestro liberatorio secondo l'orientamento maggioritario spetterebbe solo al debitore (Cass. III, n. 19157/2014; cfr. anche Trib. Lucca 11 ottobre 2012).

9. Ai sensi del comma 2 dell'art. 669-sexies c.p.c. il giudice può decidere il ricorso cautelare con decreto motivato senza ascoltare le ragioni del soggetto nei cui confronti è richiesto il provvedimento. Questa modalità di adozione del provvedimento cautelare viene seguita quando sussiste il rischio concreto che la controparte, informata del ricorso cautelare contro di lei, possa sottrarsi agli effetti del provvedimento stesso oppure quando l'adozione del provvedimento è così urgente da non lasciare nemmeno il tempo di notificare alla controparte il ricorso e il decreto di fissazione udienza.

10. Depositato il ricorso il giudice può decidere dopo aver instaurato il contraddittorio (art. 101 c.p.c.) tra le parti (art. 669-sexies, comma 1, c.p.c.). In tal caso il giudice, depositato il ricorso fissa la data dell'udienza in cui le parti dovranno comparire e dispone la notifica alla controparte del ricorso e del decreto.

11. Nel caso di provvedimento di accoglimento, adottato ante causam, il giudice deve assegnare alle parti un termine perentorio non superiore a sessanta per l'inizio del giudizio di merito e in mancanza di fissazione del termine da parte del giudice, la causa di merito deve essere iniziata entro il termine perentorio di sessanta giorni. Nel caso in cui il giudizio di merito si estingua o non venga intrapreso il sequestro perde efficacia (art. 669-novies c.p.c.).

12. L'ordinanza di accoglimento, ove la misura sia a strumentalità c.d. forte, non contiene, a differenza dell'ordinanza di rigetto, la condanna della controparte alle spese, ma deve rinviare la liquidazione delle spese alla successiva fase di merito.

13. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». L'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'articolo 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lett. g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato.

14. Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13 comma 3 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13 comma 1 lett. a), d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005».

15. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

Commento

Ai sensi dell'art. 687 c.p.c. il giudice può ordinare il sequestro delle somme o delle cose che il debitore ha offerto o messo comunque a disposizione del creditore per la sua liberazione, quando è controverso l'obbligo o il modo del pagamento o della consegna, o l'idoneità della cosa offerta.

Secondo l'impostazione tradizionalmente condivisa in giurisprudenza il sequestro liberatorio presuppone che sia ancora in contestazione la sussistenza del debito o l'oggetto o il modo della prestazione e che il debitore voglia evitare, nel frattempo, di incorrere nelle conseguenze della mora che si produrrebbero laddove il giudice ritenesse dovuta la prestazione, talché la causa di merito cui il provvedimento cautelare richiesto è strumentale è quella avente ad oggetto la sussistenza dell'obbligo (Cass. n. 5078/1987, in Giust. civ., 1987, I, 1376).

È stato poi precisato che il sequestro liberatorio può essere disposto dal giudice solo su richiesta del debitore, anche nel caso in cui egli abbia dubbi sulla individuazione della persona del creditore, ma voglia evitare di subire gli effetti della mora (sicché, se il giudizio di merito si conclude con una pronuncia di condanna dello stesso, il debitore non sarà tenuto al pagamento degli interessi e della rivalutazione monetaria: Cass. n. 10992/2003), evidenziando che, a tal fine, il debitore, in vista della decisione del giudice, è tenuto ad offrire il pagamento a tutti coloro che ne pretendano l'adempimento, ad ottenere, poi, il sequestro delle somme offerte ed infine ad eseguire il versamento nelle mani del custode, perché sia costui a consegnare la somma a chi, all'esito dell'accertamento processuale, risulti il titolare del credito (Cass. n. 19157/2014; conf. Trib. Lucca, 11 ottobre 2012, in Foro it., 2013, n. 6, 2058, con nota di Trabace).

La giurisprudenza di merito che ha avuto occasione di pronunciarsi rispetto all'istituto del sequestro liberatorio ha delineato l'ambito applicativo dello stesso rispetto all'istituto della mora credendi di cui agli artt. 1206 ss. c.c. Si è, invero, affermato che il sequestro di cui all'art. 1216 c.c. e il sequestro di cui all'art. 687 c.p.c. hanno differenti finalità ed effetti (sostanziali il primo e cautelari il secondo), oltre che diversi presupposti e natura, posto che tali rimedi si distinguono anche in relazione alla diversa condotta del creditore, atteso che il rifiuto di quest'ultimo nel primo caso è immotivato, mentre nel secondo caso presuppone che sia in contestazione la sussistenza dell'obbligo ovvero l'oggetto o il modo della prestazione, che su tanto si chieda la pronuncia del giudice e che il debitore voglia evitare di incorrere medio tempore nelle conseguenze della mora, qualora sia poi ritenuto sussistente l'obbligo o dovuta la prestazione contestata. Si è inoltre osservato che il sequestro di cui all'art. 1216 c.c. ha natura contrattuale e si perfeziona mediante la consegna del bene ad un terzo che si obbliga a custodirlo, amministrarlo e consegnarlo al creditore e, salva l'accettazione del creditore, richiede un successivo giudizio di convalida mentre il sequestro previsto e disciplinato dall'art. 687 c.p.c., è una misura cautelare autorizzabile dal giudice, ove ricorrano i presupposti richiesti, la cui definitiva efficacia è connessa alla decisione del merito della controversia (cfr. Trib. Napoli 27 aprile 2001, in Giur. Merito, 2002, 1000; Trib. Catanzaro 12 maggio 1999, in Giust. civ., 1999, I, 3140).

Applicando le regole generali vigenti in materia di provvedimenti cautelari, la S.C. ha chiarito che, poiché la funzione del sequestro liberatorio è quella di consentire al debitore di evitare la mora debendi, in attesa che la controversia nel merito venga risolta all'esito del giudizio, e non quella di garanzia tipica del sequestro conservativo, o quella di determinare un temporaneo vincolo del bene oggetto di controversia tipica del sequestro giudiziario, spetta al giudice che dispone il sequestro liberatorio stabilire le modalità concrete di attuazione del medesimo (Cass. III, n. 12727/2019).

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