Atto di citazione introduttivo del (eventuale) giudizio di merito in materia di azioni di nunciazione

Rosaria Giordano

Inquadramento

La l. n. 80/2005 ha reso meramente facoltativa quella che, tradizionalmente, era sempre stata definita come la “seconda fase” del procedimento di nunciazione. Infatti, «le azioni di nunciazione (artt. 1171 e 1172 c.c.) che possono avere natura possessoria o petitoria, si articolano in una prima fase di natura cautelare, che si esaurisce con il provvedimento provvisorio, ed in una seconda che si svolge secondo le regole di un ordinario giudizio di cognizione. L'azione di manutenzione del possesso (al pari di quella di reintegrazione), invece, pur articolandosi in due fasi, una prima di natura sommaria avente ad oggetto l'emanazione di provvedimenti immediati, la seconda intesa ad attuare nella sua pienezza e stabilità la tutela possessoria richiesta, è unica, svolgendosi le due fasi davanti allo stesso giudice competente (il pretore) in legame funzionale fra i due momenti che fanno parte di un unico giudizio possessorio» (Cass. II, n. 6950/1999). Tuttavia, la circostanza secondo cui il legislatore stesso preveda la facoltà, attribuita a ciascuna delle parti, di iniziare comunque il giudizio di merito, rende ancora attuali ed interessanti alcuni principi espressi, dalla giurisprudenza, quando ancora tale fase era necessaria: «le azioni di nunciazione (artt. 1171 e 1172 c.c.) sono preordinate a difesa sia della proprietà o di altro diritto reale, sia del semplice possesso e l'ordinario giudizio di merito successivo alla fase preliminare e cautelare ha natura petitoria o possessoria a seconda che la domanda, alla stregua delle ragioni addotte a fondamento di essa (causa petendi) e delle specifiche conclusioni (petitum), risulti, secondo la motivata valutazione del giudice, volta a perseguire la tutela della proprietà o del possesso. Ne consegue che la qualificazione di “azione di nunciazione”, comprendendo entrambe le fasi del giudizio, impone che, esaurita quella cautelare, quella a cognizione ordinaria abbia poi ad oggetto un accertamento, alternativamente, relativo alla proprietà o al possesso» (Cass. II, n. 11027/2003).

Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa, ai sensi dell'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

RICORSO EXARTT. 688 C.P.C. E 1172 C.C. [2]

PER

il Sig. [3] ..., nato a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/p.zza ... n. ..., (oppure) [la Società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5] ], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [6] ..., C.F. [7] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[8]. Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento l'avvocato ... indica l'indirizzo PEC ....

-ricorrente-

CONTRO

la Sig.ra ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ...,

-resistente-

NONCHÉ CONTRO

Il Condominio di via ..., C.F. ..., in persona dell'amministratore pro tempore Rag. ... (di seguito, per brevità, il “Condominio”);

-altro resistente-

PREMESSO CHE [9]

– Il Sig. ... [10] è proprietario [11] dell'appartamento contraddistinto all'interno n. ... ... dello stabile sito in ... alla via ... n. ....

– Al di sopra del proprio appartamento sorgono parte della terrazza condominiale nonché l'appartamento contraddistinto all'interno n. ... di proprietà della Sig.ra ... [12].

– In corrispondenza dell'intersezione tra il terrazzo condominiale e l'appartamento di proprietà della Sig.ra ... si trova un collettore con sviluppo nella sottostante cucina dell'appartamento del ricorrente, dal cui soffitto discende poi la relativa condotta.

– A partire dalle adiacenze di tale condotta ha iniziato a irradiarsi un serio fenomeno di infiltrazione, più accentuato sia nei giorni di pioggia sia in occasione dell'uso del soprastante bagno che al momento ha raggiunto gran parte della superficie del soffitto della cucina dell'esponente (doc. 1), i cui muri imbibiti col passare dei giorni stanno anche cominciando a manifestare fenomeni di putrescenza.

– Inoltre, il colore del liquido percolante e l'odore emanato da siffatte infiltrazioni sono a volte incompatibili con un'esclusiva provenienza riferibile ad acque chiare o piovane, suggerendo piuttosto una commistione con acque scure.

– Il tutto, si ripete, nel luogo in cui la ricorrente è dedita a preparare i cibi.

– L'esponente ha ripetutamente segnalato il problema sia alla Sig.ra ... sia, anche per le vie formali, all'Amministratrice condominiale Rag. ... (doc. 2).

–  Ad oggi, nulla è stato fatto per porre rimedio alla descritta situazione che, anche dal punto di vista igienico, sta diventando oramai intollerabile oltreché gravemente pregiudizievole [13] per l'appartamento in questione.

Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato,

RICORRE

all'Ecc.mo Tribunale di ... affinché, previa nomina del giudice assegnatario ex art. 669-ter, comma 4, c.p.c. e rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, Voglia:

– emettere tutti i provvedimenti necessari per accertare la provenienza e porre rimedio alla situazione di pericolo descritta in premessa;

– con vittoria spese [14].

Con più ampia riserva in merito alla domanda di risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti e subendi per effetto delle infiltrazioni d'acqua.

***

In via istruttoria (ad es.)

Si chiede ordinarsi ex art. 210 c.p.c. alla Sig.ra ... l'esibizione delle planimetrie tecniche oltreché della documentazione impiantistica idraulica e urbanistica dell'appartamento ... di sua proprietà, con particolare riferimento alle porzioni sovrastanti la cucina dell'appartamento ... / ... del ricorrente, e al Condominio l'esibizione della documentazione impiantistica idraulica relativa al terrazzo e ai locali di ex proprietà condominiale ove attualmente sorge l'appartamento della Sig.ra ..., con particolare riferimento alle porzioni sovrastanti la cucina dell'appartamento del ricorrente.

Si opera, altresì, il deposito in copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie:

1. foto dell'infiltrazione;

2. raccomandata del legale dell'esponente in data ...;

3. raccomandata dell'Amministratrice condominiale in data ...;

Si indicano, di seguito, i sommari informatori che l'Ecc.mo Tribunale, nella Sua discrezionalità, potrà ascoltare per meglio comprendere i fatti descritti, così come articolati in premessa, qui integralmente riportati:

– Sig. ..., residente in ..., via ... n. ..., ...;

– Amministratore Rag. ..., c/o studio in ..., alla via ... n. ...

***

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [15] pari ad Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [16] ]

COMMENTO

Qualora una delle parti intenda “proseguire” l'azione di nunciazione attraverso la seconda (facoltativa) fase, debba, comunque, rispettare il termine perentorio di sessanta giorni, imposto dal secondo comma dell'art. 669-octies del c.p.c. Pertanto, in tal caso, la parte entro i 60 giorni dovrà notificare l'atto di citazione, introduttivo del giudizio di merito, presso il difensore costituito nella fase cautelare (e non presso la residenza della parte), a meno che la procura conferita al difensore del convenuto non sia espressamente limitata alla fase cautelare; qualora, invece, l'azione di merito (possessoria o petitora) dovesse venir esercitata quando i sessanta giorni, imposti dal secondo comma dell'art. 669-octies del codice di procedura civile, fossero ormai già trascorsi, è da ritenere che la parte non abbia inteso, effettivamente, “proseguire” l'azione di nunciazione (attraverso la seconda – facoltativa – fase) ma abbia, invece, voluto incardinare un nuovo, autonomo giudizio, dovrà notificare l'atto di citazione presso la residenza della parte (e non certo presso il difensore costituito nella fase cautelare). Gli effetti “conservativi” non saranno inficiati, ovviamente, dal reale intendimento della parte, oggettivamente supportati dal generale principio di conservazione degli atti processuali, che consente la salvezza degli atti (o anche di alcuni dei loro effetti) in ragione del raggiungimento dello scopo degli stessi. Tali principi debbono ritenersi applicabili anche nel caso in cui l'attore instauri un procedimento che nulla ha a che fare con l'azione di nunciazione precedentemente proposta, quale, ad esempio, un giudizio avente per oggetto una pretesa diversa, anche se connessa rispetto a quella per la quale s'era invocata la tutela cautelare: «la causa pendente per il merito che, ai sensi dell'art. 673 c.p.c., richiamato dal successivo art. 688, determina la competenza dello stesso giudice a provvedere sull'istanza di una nuova opera o di danno temuto è soltanto quella che ha per oggetto gli stessi fatti e la stessa pretesa che si intende tutelare con l'azione di enunciazione o di danno temuto; essa, pertanto, non può identificarsi con il giudizio già instaurato avente per oggetto una pretesa diversa, anche se connessa rispetto a quella per la quale si invoca la tutela cautelare (nella specie, la causa pendente non aveva natura possessoria o proditoria, bensì obbligatoria, vertendo sull'adempimento o meno di una transazione intervenuta tra le parti, ancorché scaturita da precedenti fatti annunciativi» (Cass. II, n. 998/1995).

Si segnala una recentissima pronuncia della Suprema Corte (Cass. II, n. 18535/2022) in tema di procedimento di nuova opera o di danno temuto introdotto ante causam e successivo giudizio di merito che afferma il seguente principio «Nell'ambito del procedimento cautelare uniforme, così come modificato dal d.l. n. 35/2005, conv. con modif. in l. n. 80/2005, il procedimento di nuova opera o di danno temuto introdotto ante causam, al pari d'ogni altro diretto all'emissione di una misura cautelare di carattere anticipatorio, è esclusivamente monofasico e termina con il provvedimento, d'accoglimento o di rigetto, emesso dal giudice monocratico o dal collegio adito in sede di reclamo ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c.; pertanto, il successivo giudizio di merito instaurato dalla parte che, nelle more, sia stata convenuta in un procedimento possessorio avente ad oggetto la medesima situazione giuridica, non differendo in nulla da un comune processo dichiarativo instaurato a prescindere da una pregressa cautela, né potendo essere considerato quale seconda fase di un unico procedimento iniziato con la proposizione della domanda cautelare, soggiace all'improponibilità prevista dall'art. 705 c.p.c.».

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