Ricorso per provvedimento d'urgenza per la sospensione del servizio idrico

Rosaria Giordano
Vincenza Di Cristofano

Inquadramento

Il procedimento d'urgenza ha applicazione residuale, perché può essere utilizzato solamente nel caso in cui manchino i presupposti per l'applicazione delle misure cautelari tipiche del sequestro (artt. 670 e 671 c.p.c.), della denuncia di nuova opera o di danno temuto (artt. 688 e ss. c.p.c.) ovvero del procedimento di istruzione preventiva. Pertanto, caratteristiche precipue di questa misura sono perciò l'atipicità e la sussidiarietà.

Nell'ipotesi di disattivazione delle utenze (idriche, elettriche ecc.), potrebbe sussistere per chi la subisce un pericolo di pregiudizio idoneo a giustificare la concessione della cautela, come nell'esemplificazione proposta.

Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii.

Formula

TRIBUNALE [1] DI ... [2]

RICORSO [3]EX ART. 700 [4] C.P.C. ANTE CAUSAM

PER

la Società ... [5], in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. ..., (C.F.: ... IVA: ... ) [6], elettivamente domiciliata in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ... [7], che la rappresenta e difende giusta procura alle liti allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.[8]. Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento l'Avvocato ... indica l'indirizzo PEC ....

-ricorrente-

CONTRO

La Società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. ..., (C.F.: ... IVA: ... ),

-resistente-

PREMESSO CHE

- La Società [9] ricorrente esercita un'attività alberghiera ubicata presso il Comune di ... alla via ... sotto la denominazione “ ... Hotel” (cfr. doc. 1), il cui immobile le è concesso in locazione finanziaria dalla Società ... per la durata di 216 mesi con contratto stipulato il ... (cfr. doc. 2).

- la stessa società ricorrente affittava per nove anni, a decorrere dal 1 febbraio 2010, la relativa gestione alla Società ....

- Durante il proprio periodo di gestione, la Società ... si trovò ad affrontare, per causa a lei non imputabile, un'emergenza idrica: all'inizio del 2011, infatti, la ASL competente, in seguito ad accertamenti tecnici, dichiarava non più potabile l'acqua del pozzo dal quale la struttura alberghiera in discorso aveva regolarmente attinto fino a quel momento.

- Non potendo più servirsi di tale fonte e trovandosi, pertanto, ex abrupto priva di rifornimento idrico, la Società ... si vedeva costretta a stipulare, nel mese di marzo 2011, un contratto di fornitura di emergenza a mezzo autobotte con la resistente Società ... (cfr. doc. 3), società che, com'è noto, svolge il servizio di gestione e fornitura idrica nell'intero territorio del Comune ..., in regime di monopolio legale (cfr. doc. 4, pag. 4).

- Nel mese di ..., terminati i lavori di allaccio alla rete idrica da parte della Società ..., la Società ... interrompeva le richieste di fornitura di emergenza e stipulava un contratto di fornitura ordinaria con la medesima Società ... (cfr. doc. 5), in virtù del quale veniva creata l'utenza n. ... contatore n. ....

- In aggiunta, la Società ..., avendo accumulato un ingente debito verso la ... a causa del precedente contratto di fornitura di emergenza, concludeva con quest'ultima anche un accordo di rateazione del debito pregresso.

- Nel frattempo, la stessa Società ... risultava inadempiente al pagamento del canone di affitto alla ricorrente, la quale quindi, a fronte del mancato pagamento di ben tre mensilità, addiveniva alla risoluzione del contratto e, partire dal ... in virtù di accordo transattivo tra le parti, la ricorrente rientrava nuovamente nella gestione dell'albergo (cfr. doc. 6).

- Dovendosi procedere, di conseguenza, alla voltura dei vari contratti di fornitura, la Società ... comunicava regolarmente alla Società ... il subentro della ricorrente nell'utenza n. ... contatore n. ... (cfr. doc. 7).

- Purtuttavia, la Società ..., ancorché obbligata a contrarre ai sensi dell'art. 2597 c.c. come monopolista legale del servizio di fornitura idrica, si rifiutava di dare corso alla voltura del contratto ponendo la condizione tassativa che la ricorrente pagasse l'intero debito accumulato dalla Società ... e minacciando, in mancanza, la sospensione della fornitura d'acqua.

- In buona sostanza, la Società ... condizionava l'accesso all'acqua in favore della ricorrente alla completa estinzione, da parte della stessa ricorrente, di un debito pregresso accumulato da una distinta società e nel contesto di un differente regime negoziale (la fornitura d'acqua in emergenza), e in relazione al quale, peraltro, la stessa Società ... aveva concesso al precedente utente il beneficio della rateazione.

- La ricorrente, cercando di evitare il grave danno che sarebbe derivato dalla minacciata interruzione della fornitura idrica si vedeva costretta a pagare alla resistente la somma di Euro ... da imputare alla seconda rata dell'accordo di rateazione stipulato dalla Società ..., a mero titolo di anticipo e con riserva di ripetizione.

- Nondimeno, la resistente persisteva nel richiedere alla ricorrente il saldo totale delle pendenze della Società ..., per un importo complessivo di Euro ....

- Non ritenendo legittima tale richiesta, e comunque non potendo far fronte a una spesa così ingente e non preventivata, la ricorrente rifiutava di ottemperarvi.

- Sicché, la resistente metteva in atto la minaccia e a far data dal ... sospendeva inopinatamente la fornitura dell'acqua, lasciando così l'albergo, e relativi clienti e dipendenti, privi di un bene fondamentale, arrecando, in definitiva, una grave pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale.

- A fronte di questo, la società ricorrente era costretta ad attingere ad una riserva di acqua in comune con l'attigua struttura alberghiera denominata “ ... Hotel” e gestita dalla ....

- Detta riserva è però in grado di conferire soltanto modeste quantità di acqua.

- La ricorrente inviava quindi, a mezzo della scrivente difesa, formale diffida alla Società ... affinché desse corso alla voltura contrattuale e ripristinasse la normale fornitura idrica, indispensabile per la normale prosecuzione dell'attività alberghiera (cfr. doc. 8).

- La resistente, tuttavia, non dava riscontro alla diffida.

- Pertanto, sussiste la necessità di richiedere a codesto Ecc.mo Tribunale un provvedimento di urgenza, per le ragioni che analiticamente si espongono nella seguente parte in diritto, stante la palese illegittimità del comportamento della resistente Società ... nonché il grave e irreparabile pregiudizio che è derivato, e continuerà a derivare alla ricorrente, a causa dell'arbitrario distacco della fornitura idrica e del rifiuto a consentirle l'accesso all'acqua proveniente dall'acquedotto.

- Codesto On. Tribunale è foro territorialmente competente ai sensi dell'art. 20 c.p.c.

IN DIRITTO [10]

1) Sull'inosservanza dell'obbligo di contrarre di cui all'art. 2597 c.c. e sull'assenza di fondamento legale nella condotta di ....

Il descritto contegno della Società ... è destituito di ogni fondamento, non essendo prevista in alcuna norma di legge, regolamentare e/o tecnica la facoltà della Concessionaria di condizionare l'assenso alla richiesta di voltura all'immediato e integrale accollo da parte del soggetto subentrante del debito accumulato dal precedente titolare.

Tanto più che, nel caso di specie, tale debito non è affatto connesso all'utenza per la quale si chiede la voltura. Anzi giova ribadire che, relativamente all'utenza per la quale la ricorrente ha chiesto la voltura (n. ... contatore n. ... ), non sussiste alcuna esposizione debitoria, atteso che (l'unica) fattura emessa dalla Società ... il ... è stata puntualmente pagata (cfr. docc. 9-10). Ora, la norma che viene in rilievo nella presente controversia è quella di cui all'art. 2597 c.c. Essa è stata palesemente violata dalla resistente, monopolista legale nel servizio di distribuzione dell'acqua nel territorio del Comune di ..., nella misura in cui ha condizionato l'assenso alla richiesta di voltura della Società ... al saldo del debito pregresso, a fronte della regolare comunicazione di trasferimento di utenza da parte di quest'ultime (cfr. doc. 8).

Pertanto, sussiste, in capo all'odierna ricorrente, un diritto soggettivo all'immediata costituzione di un rapporto contrattuale di somministrazione con la ... medesima.

2) Fumus boni iuris[11].

Quanto al fumus boni iuris, valga tutto quanto sopra esposto e, in particolare, l'evidenza prima facie e documentale del diritto al contratto della ricorrente e correlativamente dell'illegittimità del rifiuto di contrarre della Società ....

3) Periculum in mora[12].

Quanto al periculum in mora, basti considerare che l'illegittima sospensione della fornitura, così come il persistente rifiuto a ripristinare la stessa, hanno già arrecato un consistente danno economico all'attività alberghiera della ricorrente, il quale, per forza di cose, si protrarrà fino a che non sarà concluso il contratto di somministrazione.

Sussiste, quindi, il rischio di un danno grave e irreparabile, dal momento che l'attività alberghiera non può essere esercitata stabilmente senza un'ordinaria fornitura idrica, con conseguente paralisi dell'attività e pericolo di chiusura definitiva della stessa.

Peraltro, proprio in virtù del regime di monopolio in cui opera la Società ..., la ricorrente non può rivolgersi ad altri soggetti per l'attivazione di una stabile fornitura d'acqua né, d'altra parte, esistono altre vie (fornitura tramite autobotti, utilizzo di serbatoi comuni per le emergenze), diverse dalla stipula di un contratto di fornitura ordinaria e paragonabili per caratteristiche funzionali e costo, posto che, in definitiva, soltanto la fornitura ordinaria a mezzo acquedotto consente l'esercizio duraturo e sostenibile dell'attività alberghiera.

4) Strumentalità [13].

5) Residualità [14].

6) Sulla sussistenza dei presupposti per l'emissione di un decreto inaudita altera parte[15].

Ad avviso di questa difesa sussistono sia la necessità sia le condizioni per l'emissione, ex art. 669-sexies c.p.c., di un decreto inaudita altera parte.

Per un verso, preme sottolineare l'evidenza documentale dell'illegittimità della condotta della Società ..., sprovvista, prima facie, di un fondamento normativo.

Per un altro verso, l'estrema urgenza di un decreto che sostituisca il contratto è data dal rischio attuale di una totale paralisi dell'attività alberghiera della ricorrente, la quale sta al momento attingendo ad una riserva idrica (in comune con attività alberghiera finitima) che, oltre ad essere meramente temporanea e insufficiente, verrà presto interrotta dalla stessa Società ..., avendo quest'ultima minacciato il distacco della fornitura anche all'attività alberghiera finitima. Circostanza, anche questa, di evidenza documentale (cfr. missiva del ... : doc. 12) e comunque riscontrabile senza la necessità del contraddittorio. Con ogni probabilità quindi, in assenza di un provvedimento pre-cautelare adottato inaudita altera parte, la resistente procederà senz'altro al preannunciato ulteriore distacco con conseguente danno irreparabile anche per la stessa ricorrente.

5. Richiesta applicazione art. 614-bis[16] c.p.c.

Ad avviso di questa difesa sussistono, inoltre, sia la necessità sia le condizioni per dotare il richiesto provvedimento cautelare della speciale tutela indiretta (c.d. astreinte) di cui all'art. 614-bis c.p.c., secondo cui il Giudice fissa, su richiesta di parte, la somma di denaro dovuta dall'obbligato per ogni violazione o inosservanza successiva, ovvero per ogni ritardo nell'esecuzione del provvedimento, determinandone la decorrenza In primo luogo, infatti, tale misura risulta particolarmente confacente al caso di specie, laddove l'efficacia dell'invocato ordine cautelare (specie al livello di immediatezza, completezza e specificità della tutela) può essere effettivamente garantita solo grazie alla cooperazione materiale della resistente. E, a tal fine, soltanto la predeterminazione di una somma dovuta per ogni giorno di ritardo nell'attivazione del flusso idrico a mezzo acquedotto potrebbe dissuadere la resistente dall'ostacolare la concreta attuazione del richiesto provvedimento d'urgenza ed evitare, così, il prodursi di quel danno irreparabile che altrimenti si determinerebbe in capo alla ricorrente nel caso di una protratta mancanza d'acqua.

Tutto ciò premesso, la Società ..., ut supra rappresentata, difesa e domiciliata,

RICORRE

all'Ecc.mo Tribunale Ordinario di ... affinché, rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, Voglia:

- dapprima inaudita altera parte[17], ex art. 669-sexies c.p.c.

- e, in subordine, previa fissazione dell'udienza per la comparizione delle parti in contraddittorio, procedere nel modo ritenuto opportuno agli atti di istruzione ritenuti indispensabili e [18] :

I) emettere pronuncia che produca i medesimi effetti del contratto di somministrazione ordinaria tra la Società ... e la Società ... che quest'ultima si è rifiutata di stipulare;

II) sempre e in ogni caso, fissare la somma di denaro dovuta dall'obbligato per ogni violazione o inosservanza successiva, ovvero per ogni ritardo nell'esecuzione del provvedimento, determinandone la decorrenza, tenendo conto del valore della controversia, della natura della prestazione, del danno quantificato o prevedibile e di ogni altra circostanza utile;

in ogni caso

- con condanna della Società ..., in persona del suo l.r.p.t., al pagamento delle spese, diritti e onorari del presente procedimento, oltre IVA e CPA come per legge [19].

***

In via istruttoria

Si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie:

1) licenza di esercizio attività alberghiera;

2) contratto di locazione finanziaria immobiliare;

3) contratto per fornitura idrica di emergenza;

4) carta dei servizi - servizio idrico Comune di ...;

5) contratto di fornitura idrica ordinaria a mezzo acquedotto;

6) accordo transattivo;

7) comunicazione di subentro utenza idrica;

8) diffida.

***

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [20] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [21] pari ad Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] [22]

...

1. La competenza spetta al tribunale in composizione monocratica.

2. Ai sensi dell'art. 669-ter c.p.c. prima dell'inizio della causa di merito la domanda si propone al Giudice competente a conoscere del merito (secondo i normali criteri della materia, del valore e del territorio).

3. Ai sensi dell'art. 669-bis la domanda si propone con ricorso.

4. La norma recita: «Fuori dei casi regolati nelle precedenti sezioni di questo capo, chi ha fondato motivo di temere che durante il tempo occorrente per far valere il suo diritto in via ordinaria; questo sia minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile, può chiedere con ricorso al Giudice i provvedimenti d'urgenza, che appaiono, secondo le circostanze, più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito».

5. L'art. 669-bis c.p.c. dispone che «L'stanza si propone con ricorso ... » richiamando, per il contenuto dello stesso, quanto disposto dall'art. 125 c.p.c., ove è tra l'altro stabilito che l'atto deve contenere l'indicazione delle parti.

6. Se si tratta di persona giuridica occorre indicare il nome del legale rappresentante pro tempore, la sede legale e il codice fiscale e/o il numero di partita Iva.

7. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.

8. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis, d.l. n. 179/2012, ora abrogato) si può indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.”. Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

9. Legittimato a chiedere l'emissione di un provvedimento d'urgenza è il titolare del diritto minacciato dal pregiudizio imminente e irreparabile.

10. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. il ricorso deve contenere l'indicazione del tipo di provvedimento richiesto (petitum) nonché l'esposizione dei fatti costitutivi del diritto fatto valere con il ricorso (causa petendi). La domanda deve contenere, altresì, l'indicazione delle condizioni dell'azione cautelare (fumus boni iuris e periculum in mora), degli elementi che consentano di individuare la futura (eventuale) domanda di merito (strumentalità), nonché le ragioni che impongono il ricorso alla tutela cautelare atipica ex art. 700 c.p.c. in assenza di procedimenti cautelari tipici (residualità).

11. Costituisce uno dei presupposti per l'accesso alla tutela in via d'urgenza. Esso si concreta nella probabile esistenza del diritto da cautelare o nella probabile fondatezza della domanda che il ricorrente intende proporre nel successivo (eventuale) giudizio di merito (Cass. n. 5925/1999).

12. Costituisce un ulteriore presupposto della tutela ex art. 700 c.p.c. Il periculum (ossia il pericolo attuale che il diritto del ricorrente possa subire un pregiudizio) nel procedimento d'urgenza si caratterizza e specifica attraverso i due requisiti dell'imminenza e dell'irreparabilità. Il requisito dell'imminenza impone che l'evento dannoso paventato da chi domanda il provvedimento d'urgenza debba non essere di remota possibilità, ma incombere con vicina probabilità; mentre, l'irreparabilità va intesa come ragionevole pericolo del determinarsi di una lesione di un proprio diritto, non altrimenti risarcibile (né in forma specifica ex art. 2058 c.c. né per equivalente), se non con l'adozione dello specifico provvedimento invocato. Sotto quest'ultimo profilo, è costante l'orientamento giurisprudenza per la quale il provvedimento può essere concesso anche in presenza della lesione di diritti di credito con contenuto e funzione patrimoniale, ma ciò è possibile solo nell'ipotesi in cui la semplice anticipazione delle somme dovute da parte del debitore arrechi un pregiudizio irreparabile (da ultimo, Trib. Palermo III, 5 ottobre 2021).

13. La strumentalità consiste nell'indicazione del diritto soggettivo da far valere nel successivo (eventuale) giudizio di merito; pertanto, non possono essere tutelati, con i provvedimenti d'urgenza, gli interessi di mero fatto o gli interessi legittimi. L'indicazione di tale requisito è indispensabile anche nel caso di richiesta di provvedimenti anticipatori (come l'quello di cui all'art. 700 c.p.c.) per i quali la l. n. 80/2005 ha eliminato l'onere di instaurare il successivo giudizio di merito (strumentalità attenuata).

14. Il presupposto della residualità deve essere inteso nell'assenza di specifici rimedi cautelari tipici.

15. Risulta necessario, qualora si voglia prescindere dalla convocazione del resistente, indicare le ragioni per le quali la comparizione del contraddittore arrecherebbe pregiudizio. In effetti, l'art. 669-sexies, comma 2, c.p.c., prevede che: «Quando la convocazione della controparte potrebbe pregiudicare l'attuazione del provvedimento, provvede con decreto motivato assunte ove occorra sommarie informazioni. In tal caso fissa, con lo stesso decreto, l'udienza di comparizione delle parti davanti a sé entro un termine non superiore a quindici giorni assegnando all'istante un termine perentorio non superiore a otto giorni per la notificazione del ricorso e del decreto. A tale udienza il Giudice, con ordinanza, conferma, modifica o revoca i provvedimenti emanati con decreto».

16. La riforma apportata con la l. n. 69/2009 ha visto l'introduzione dell'art. 614-bis, il quale postulava originariamente una misura di coercizione indiretta per l'adempimento delle obbligazioni di facere infungibili e di non fare. In particolare, la disposizione ha enunciato il principio secondo il quale il Giudice, con il provvedimento di condanna, salvo che ciò sia manifestamente iniquo, fissa - su istanza di parte - la somma di denaro dovuta dall'obbligato per ogni violazione o inosservanza successiva, ovvero per ogni ritardo nell'esecuzione del provvedimento. Il d.l. n. 83/2015, in sede di conversione in legge (l. n. 132/2015) è intervenuto sulla norma specificando che la misura coercitiva indiretta in questione si applica ai provvedimenti di condanna all'adempimento di obblighi diversi dal pagamento di somme di denaro. Tale art. 614-bis c.p.c. è stato modificato dal d.lgs. n. 149/2022 (v. commento, in calce).

17. Ai sensi del comma 2 dell'art. 669-sexies c.p.c. il Giudice può decidere il ricorso cautelare con decreto motivato senza ascoltare le ragioni del soggetto nei cui confronti è richiesto il provvedimento.

18. Depositato il ricorso il Giudice può decidere dopo aver instaurato il contraddittorio (art. 101 c.p.c.) tra le parti (art. 669-sexies, comma 1, c.p.c.). In tal caso il Giudice, depositato il ricorso ante causam, fissa la data dell'udienza in cui le parti dovranno comparire e dispone la notifica alla controparte del ricorso e del decreto.

19. Il giudizio di merito nei procedimenti ex art. 700 c.p.c., a seguito della riforma di cui alla l. n. 80/2005, non rappresenta un esito necessario (cfr. art. 669-octies, comma 6, c.p.c.). Per tale ragione la l. n. 69/2009 ha modificato l'art. 669-octies c.p.c., aggiungendo il comma 7, che consente al Giudice, quando emette uno dei provvedimenti cautelari di cui al comma 6, di provvedere sulle spese del procedimento che, in aderenza all'art. 91 c.p.c., vanno poste a carico della parte soccombente e a favore della parte vittoriosa.

20. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato.

21. Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis, d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005».

22. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

Commento

Il procedimento d'urgenza è di applicazione residuale, in ragione del fatto che può essere utilizzato solamente nel caso in cui manchino i presupposti per l'applicazione delle misure cautelari tipiche del sequestro (artt. 670 e 671 c.p.c.), della denuncia di nuova opera o di danno temuto (artt. 688 e ss. c.p.c.) ovvero del procedimento di istruzione preventiva. Pertanto, caratteristiche precipue di questa misura sono perciò l'atipicità e la sussidiarietà.

Inoltre, il procedimento d'urgenza non può trovare applicazione in tutti i casi in cui la finalità cautelare possa essere raggiunta attraverso i rimedi provvisori previsti da specifiche disposizioni di legge (cfr. art. 2409 c.c.) o anche quando il diritto soggettivo sia tutelabile azionando provvedimenti sommari non cautelari come il decreto ingiuntivo e i provvedimenti possessori. I presupposti per l'emanazione del provvedimento d'urgenza sono: i) probabile sussistenza del diritto posto a fondamento della tutela cautelare (fumus boni iuris); ii) un fondato motivo di temere l'insoddisfazione del proprio diritto (periculum in mora); iii) l'inesistenza di altro provvedimento cautelare tipico, idoneo ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito. Il provvedimento d'urgenza è quindi un mezzo concesso alle parti a chiusura del sistema cautelare e a garanzia dell'effettiva tutela dei diritti, in mancanza di mezzi cautelari tipici; la tutela d'urgenza, quindi non interferisce con questi ultimi, né svolge alcuna funzione integratrice rispetto ad essi. Nel procedimento d'urgenza trovano applicazione tutte le disposizioni previste per il procedimento cautelare, ad eccezione di quanto disposto dagli artt. 669-octies e 669-novies, comma 1, c.p.c.

Occorre evidenziare come la l. n. 80/2005 abbia modificato il principio della necessaria temporaneità dei provvedimenti d'urgenza, prevedendo, nel caso in cui le parti preferiscano non instaurare il giudizio di merito, che l'ordinanza cautelare conservi la sua efficacia, ancorché senza l'autorità propria della cosa giudicata. I provvedimenti emessi ai sensi dell'art. 700 c.p.c. sono, quindi, considerati idonei ad anticipare gli effetti della decisione di merito e, pertanto, al pari di quanto previsto per le azioni nunciative, nel caso di emissione di un provvedimento cautelare, l'instaurazione del giudizio di merito è facoltativa e il Giudice non deve assegnare alcun termine. Per altro verso, nell'ipotesi di estinzione del giudizio di merito eventualmente intrapreso, il provvedimento d'urgenza (emesso ante causam o in corso di causa) non perde efficacia (art. 669-octies, comma 7, c.p.c.). La decisione del Giudice consiste nell'emanazione di provvedimenti più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito; pertanto, il contenuto del provvedimento può essere il più vario. Dalla natura strumentale del provvedimento d'urgenza rispetto al giudizio di merito, deriva che: i) i provvedimenti di urgenza perdono efficacia quando sono sostituiti ed assorbiti dalla sentenza sul merito, anche se non passata in giudicato (Cass. n. 1089/1995); ii) escluso l'assoggettamento del provvedimento d'urgenza ai mezzi di impugnazione, l'unico rimedio esperibile è quello del reclamo, regolato dall'art. 669-terdecies c.p.c.

Per quanto concerne l'art. 614-bis c.p.c., il d.lgs. n. 149/2022 ne ha modificato il testo. Il nuovo testo è applicabile – ai sensi dell'art. 35 dello stesso d.lgs. n. 149/2022 (così come modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a) della l. n. 197/2022) – a decorrere dal 28 febbraio 2023 per i procedimenti instaurati successivamente a tale data. Al contrario, ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 continueranno ad applicarsi le disposizioni anteriormente vigenti.

Nella nuova formulazione l'art. 614-bis c.p.c. prevede ora che:

- con il provvedimento di condanna all'adempimento di obblighi diversi dal pagamento di somme di denaro il Giudice, salvo che ciò sia manifestamente iniquo, fissa, su richiesta di parte, la somma di denaro dovuta dall'obbligato per ogni violazione o inosservanza successiva ovvero per ogni ritardo nell'esecuzione del provvedimento, determinandone la decorrenza. Il Giudice può fissare un termine di durata della misura, tenendo conto della finalità della stessa e di ogni circostanza utile;

- se non è stata richiesta nel processo di cognizione, ovvero il titolo esecutivo è diverso da un provvedimento di condanna, la somma di denaro dovuta dall'obbligato per ogni violazione o inosservanza o ritardo nell'esecuzione del provvedimento è determinata dal Giudice dell'esecuzione, su ricorso dell'avente diritto, dopo la notificazione del precetto. Si applicano in quanto compatibili le disposizioni di cui all'art. 612 c.p.c.;

- il Giudice determina l'ammontare della somma tenuto conto del valore della controversia, della natura della prestazione dovuta, del vantaggio per l'obbligato derivante dall'inadempimento, del danno quantificato o prevedibile e di ogni altra circostanza utile;

- il provvedimento costituisce titolo esecutivo per il pagamento delle somme dovute per ogni violazione, inosservanza o ritardo. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano alle controversie di lavoro subordinato pubblico o privato e ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di cui all'art. 409 c.p.c.

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