Ricorso per provvedimento d'urgenza sospensione canoni di locazioneInquadramentoIl procedimento d'urgenza consiste in un procedimento di applicazione residuale, in ragione del fatto che può essere utilizzato solamente nel caso in cui manchino i presupposti per l'applicazione delle misure cautelari tipiche del sequestro (artt. 670 e 671 c.p.c.), della denuncia di nuova opera o di danno temuto (artt. 688 e ss. c.p.c.) ovvero del procedimento di istruzione preventiva. Pertanto, caratteristiche precipue di questa misura sono perciò l'atipicità e la sussidiarietà. Inoltre, il procedimento d'urgenza non può trovare applicazione in tutti i casi in cui la finalità cautelare possa essere raggiunta attraverso i rimedi provvisori previsti da specifiche disposizioni di legge (cfr. art. 2409 c.c.) o anche quando il diritto soggettivo sia tutelabile azionando provvedimenti sommari non cautelari come il decreto ingiuntivo e i provvedimenti possessori. Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. FormulaRICORSO EX ART. 700 [3] C.P.C. ANTE CAUSAM PER la Società ... [4], in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. elettivamente domiciliata in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... , C.F. ... [5], che la rappresenta e difende giusta procura alle liti allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.[6]. Per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ... -ricorrente- CONTRO La Sig.ra ..., C.F. ..., residente in ..., via/p.za ... n. ...; -resistente- NONCHÉ CONTRO la Società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. ...; -resistente- PREMESSO CHE IN FATTO [7] - la Società ... [8] è titolare di un contratto di locazione ad uso commerciale sin dal ... dell'immobile sito in ..., via ... n. ... di proprietà della Sig.ra ... (doc. 1). - La Sig.ra ... è anche proprietaria delle mura dell'albergo ..., gestito dalla Società ..., che sovrasta l'esercizio commerciale della ricorrente. - L'attività commerciale posta in essere dalla società ricorrente consiste nella produzione e commercializzazione di borse pregiate di pelle di coccodrillo. - Ebbene, dal ... si sono verificati nell'esercizio al piano terra e nel magazzino sottostante degli ingenti fenomeni infiltrativi che hanno prodotto danni alla merce (doc. 2) in esso custodita nonché, un lungo periodo di chiusura e spostamento del punto vendita (doc. 3) a fronte del regolare pagamento del corrispettivo convenuto di ... Euro. - La ricorrente provvedeva ad informare ex art. 1577, comma 1, c.c.[9] la locatrice Sig.ra ... della grave problematica infiltrativa a mezzo lettera raccomandata a.r. (doc. 4). - La Sig.ra ..., rispondeva declinando le proprie responsabilità in favore della Società ..., che pochi mesi prima aveva provveduto a far riparare la rottura di alcuni tubi (collocati nel muro della hall dell'albergo) da cui erano derivate perdite di acqua che avevano interessato anche le mura dell'attività della ricorrente. - La situazione peggiorava notevolmente, tant'è vero che, alla presenza di alcuni clienti, nel locale commerciale posto al piano terra si verificava un corto circuito nell'impianto elettrico da cui si sprigionava un incendio, domato dal tempestivo intervento dei Vigili del fuoco intervenuti (doc. 5). - L'immobile dove la ricorrente svolge la propria attività commerciale veniva pertanto dichiarato inagibile dalle autorità intervenute (doc. 6). - La ricorrente lamenta un danno che, pur essendo di natura patrimoniale, è connesso al rischio di chiusura dell'attività commerciale svolta, a causa dell'erogazione di importi che si assumono non dovuti per inadempimento della controparte contrattuale e nonostante l'impossibilità alla prosecuzione di utilizzo dell'immobile locato. - La stabilità economica dell'attività commerciale svolta dalla ricorrente potrebbe infatti risultare compromessa alla luce della regolare e continua corresponsione mensile del canone di locazione al fine di evitare lo sfratto per morosità senza però poter godere dell'immobile nonché alla luce degli esborsi per il mantenimento del personale assunto. La società ricorrente inoltre ha sopportato e sopporta le spese relative al trasloco ed al deposito di tutta la merce ivi posseduta (doc. 7). IN DIRITTO [10] Tra le (principali) obbligazioni del locatore vi sono quelle di consegnare al conduttore la cosa locata in buono stato di manutenzione e di mantenerla in modo che serva all'uso convenuto (art. 1575 c.c.). In particolare, il locatore deve eseguire, durante la locazione, tutte le riparazioni necessarie a mantenere l'immobile in buono stato locativo, eccettuate quelle di piccola manutenzione che sono a carico del conduttore (art. 1576 c.c.). Quando la cosa locata abbisogna di riparazioni che non sono a carico del conduttore, questi è tenuto a darne avviso al locatore (art. 1577, comma 1, c.c.): pertanto, la locatrice resistente è stata tempestivamente resa edotta della necessità di intervenire sul bene locato al fine di consentire alla ricorrente l'utilizzo del medesimo secondo l'uso convenuto. Risulta pertanto evidente l'inadempimento della Sig.ra .... 1) Fumus boni iuris[11]. In merito al fumus boni iuris, relativo alla illegittimità del comportamento omissivo della locatrice, si evidenzia che: i) la stessa è stata prontamente informata della problematica infiltrativa ex art. 1577, comma 1, c.c.; ii) il comportamento omissivo, illegittimo e non collaborativo della Sig.ra ..., la quale ascriveva tutte le responsabilità all'attività svolta dalla Società ..., ha portato alla dichiarazione di inagibilità del locale commerciale. 2) Periculum in mora[12]. In merito al periculum in mora, lamenta un danno che, pur essendo di natura patrimoniale (corresponsione dei canoni a fronte del mancato godimento del bene locato), è connesso al rischio di chiusura dell'attività commerciale svolta, a causa dell'erogazione di importi che si assumono non dovuti per inadempimento della controparte contrattuale e nonostante l'impossibilità alla prosecuzione di utilizzo dell'immobile locato. La stabilità economica dell'attività commerciale svolta dalla ricorrente così come anche l'immagine commerciale del noto marchio “ ... ” potrebbero infatti risultare compromessi. Danni di tal fatta è indubbio possano consentire di ricorrere alla procedura in via d'urgenza, ritenendosi sussistente il periculum in mora. 3) Strumentalità [13]. Nel caso di specie così come espressamente menzionato nel ricorso introduttivo il diritto sostanziale da far valere in via ordinaria è l'obbligo di cui all'art. 1575, n. 2 e, conseguentemente, gli artt. 1576 ss. c.c. da tale disposizione espressamente richiamati. 4) Residualità [14]. Per la tutela dell'inadempimento del locatore agli obblighi previsti dalle norme degli artt. 1576,1577,1578 c.c. non residuano tutele e rimedi cautelari tipici, potendo azionare il conduttore, in via ordinaria, l'azione di risoluzione ovvero di risarcimento danni a titolo di responsabilità contrattuale o, ai sensi del comma 1 dell'art. 1578 c.c. l'azione ordinaria per la riduzione del corrispettivo, il quale non può in alcun modo essere diminuito unilateralmente dal conduttore o sospeso. Peraltro la ricorrente non può nemmeno unilateralmente sospendere o ridurre il canone [15]. Tutto ciò premesso, il Sig. ..., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato, RICORRE all'Ecc.mo Tribunale Ordinario di ... affinché, rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, Voglia: - dapprima inaudita altera parte[16], ex art. 669-sexies c.p.c. - e, in subordine, previa fissazione dell'udienza per la comparizione delle parti in contraddittorio, procedere nel modo ritenuto opportuno agli atti di istruzione ritenuti indispensabili e [17] : - previa nomina di un CTU al fine di accertare lo stato dei luoghi, l'entità dei danni, la causa delle infiltrazioni, nonché gli interventi necessari per la loro eliminazione e il ripristino dello status quo ante, con indicazione dei relativi costi, disporre la sospensione del pagamento del canone di locazione da parte della ricorrente fino a quando i locali di proprietà della Sig.ra ... non saranno messi in condizione di essere nuovamente utilizzati per l'uso pattuito. in ogni caso - con condanna delle convenute al pagamento delle spese, diritti e onorari del presente procedimento, oltre IVA e CPA come per legge [18]. *** In via istruttoria Si chiede, altresì, che venga disposta apposita CTU tecnica (consulenza tecnica d'ufficio) al fine di accertare lo stato dei luoghi, l'entità dei danni, la causa delle infiltrazioni, nonché gli interventi necessari per la loro eliminazione e il ripristino dello status quo ante, con indicazione dei relativi costi. Si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie: 1. ...; 2. ...; 3. ...; 4. ...; 5. ...; 6. ...; 7. .... Si indicano, di seguito, i sommari informatori che l'Ecc.mo Tribunale, nella Sua discrezionalità, potrà ascoltare per meglio comprendere i fatti descritti, così come articolati in premessa, qui integralmente riportati: - Ing. ... c/o studio ..., via ... n. ...; - Sig. ..., residente in ... alla via ... n. .... *** Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [19] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [20] pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] [21] 1. La competenza spetta al tribunale in composizione monocratica. 2. Ai sensi dell'art. 669-ter c.p.c. prima dell'inizio della causa di merito la domanda si propone al Giudice competente a conoscere del merito (secondo i normali criteri della materia, del valore e del territorio). 3. La norma recita: «Fuori dei casi regolati nelle precedenti sezioni di questo capo, chi ha fondato motivo di temere che durante il tempo occorrente per far valere il suo diritto in via ordinaria; questo sia minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile, può chiedere con ricorso al Giudice i provvedimenti d'urgenza, che appaiono, secondo le circostanze, più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito». 4. L'art. 669-bis c.p.c. dispone che «L'stanza si propone con ricorso ... » richiamando, per il contenuto dello stesso, quanto disposto dall'art. 125 c.p.c., ove è tra l'altro stabilito che l'atto deve contenere l'indicazione delle parti. 5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. 6. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis, d.l. n. 179/2012, ora abrogato) si può indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.”. Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 7. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. il ricorso deve contenere, inter alia, le ragioni della domanda, cioè l'esposizione analitica dei fatti posti a fondamento della stessa. 8. Legittimato a chiedere l'emissione di un provvedimento d'urgenza è il titolare del diritto minacciato dal pregiudizio imminente e irreparabile. 9. L'art. 1577, comma 1, c.c. prevede che: «Quando la cosa locata abbisogna di riparazioni che non sono a carico del conduttore, questi è tenuto a darne avviso al locatore». 10. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. il ricorso deve contenere l'indicazione del tipo di provvedimento richiesto (petitum) nonché l'esposizione dei fatti costitutivi del diritto fatto valere con il ricorso (causa petendi). La domanda deve contenere, altresì, l'indicazione delle condizioni dell'azione cautelare (fumus boni iuris e periculum in mora), degli elementi che consentano di individuare la futura (eventuale) domanda di merito (strumentalità), nonché le ragioni che impongono il ricorso alla tutela cautelare atipica ex art. 700 c.p.c. in assenza di procedimenti cautelari tipici (residualità). 11. Costituisce uno dei presupposti per l'accesso alla tutela in via d'urgenza. Esso si concreta nella probabile esistenza del diritto da cautelare o nella probabile fondatezza della domanda che il ricorrente intende proporre nel successivo (eventuale) giudizio di merito (Cass. n. 5925/1999). 12. Costituisce un ulteriore presupposto della tutela ex art. 700 c.p.c. Il periculum (ossia il pericolo attuale che il diritto del ricorrente possa subire un pregiudizio) nel procedimento d'urgenza si caratterizza e specifica attraverso i due requisiti dell'imminenza e dell'irreparabilità. Il requisito dell'imminenza impone che l'evento dannoso paventato da chi domanda il provvedimento d'urgenza debba non essere di remota possibilità, ma incombere con vicina probabilità; mentre, l'irreparabilità va intesa come ragionevole pericolo del determinarsi di una lesione di un proprio diritto, non altrimenti risarcibile (né in forma specifica ex art. 2058 c.c. né per equivalente), se non con l'adozione dello specifico provvedimento invocato. Sotto quest'ultimo profilo, è costante l'orientamento giurisprudenza per la quale il provvedimento può essere concesso anche in presenza della lesione di diritti di credito con contenuto e funzione patrimoniale, ma ciò è possibile solo nell'ipotesi in cui la semplice anticipazione delle somme dovute da parte del debitore arrechi un pregiudizio irreparabile (tra le altre, Trib. Palermo III, 5 ottobre 2021). 13. La strumentalità consiste nell'indicazione del diritto soggettivo da far valere nel successivo (eventuale) giudizio di merito; pertanto, non possono essere tutelati, con i provvedimenti d'urgenza, gli interessi di mero fatto o gli interessi legittimi. L'indicazione di tale requisito è indispensabile anche nel caso di richiesta di provvedimenti anticipatori (come l'quello di cui all'art. 700 c.p.c.) per i quali la l. n. 80/2005 ha eliminato l'onere di instaurare il successivo giudizio di merito (strumentalità attenuata). 14. Il presupposto della residualità deve essere inteso nell'assenza di specifici rimedi cautelari tipici. 15. Il mancato pagamento del canone di locazione da parte del conduttore non può intendersi legittimato dall'eccezione di inadempimento (art. 1460 c.c.), avente fondamento su una riduzione o una diminuzione di godimento del bene, per evento ricollegabile al fatto del locatore. La sospensione totale o parziale del pagamento del canone, invero, è legittima nella sola ipotesi in cui vi sia sproporzione fra i rispettivi inadempimenti delle parti, da valutarsi non in rapporto alla rappresentazione soggettiva che le parti ne facciano, bensì in relazione alla situazione oggettiva, tale che può ritenersi giustificata una sospensione integrale dell'adempimento dell'obbligo del conduttore di corrispondere il canone di locazione solo a fronte di una effettiva compromissione totale del godimento del bene locato, ferma restando la necessità di accertare giudizialmente, in seguito alla sospensione dell'adempimento a carico del conduttore, la carenza della prestazione della controparte. In mancanza dell'accertamento predetto, la condotta del conduttore costituisce fatto arbitrario ed illegittimo che altera il sinallagma contrattuale e determina uno squilibrio tra le prestazioni delle parti (Trib. Milano 6 dicembre 2012, n. 13682). 16. Ai sensi del comma 2 dell'art. 669-sexies c.p.c. il Giudice può decidere il ricorso cautelare con decreto motivato senza ascoltare le ragioni del soggetto nei cui confronti è richiesto il provvedimento. 17. Depositato il ricorso il Giudice può decidere dopo aver instaurato il contraddittorio (art. 101 c.p.c.) tra le parti (art. 669-sexies, comma 1, c.p.c.). In tal caso il Giudice, depositato il ricorso ante causam, fissa la data dell'udienza in cui le parti dovranno comparire e dispone la notifica alla controparte del ricorso e del decreto. 18. Il giudizio di merito nei procedimenti ex art. 700 c.p.c., a seguito della riforma di cui alla l. n. 80/2005, non rappresenta un esito necessario (cfr. art. 669-octies, comma 6, c.p.c.). Per tale ragione la l. n. 69/2009 ha modificato l'art. 669-octies c.p.c., aggiungendo il comma 7, che consente al Giudice, quando emette uno dei provvedimenti cautelari di cui al comma 6, di provvedere sulle spese del procedimento che, in aderenza all'art. 91 c.p.c., vanno poste a carico della parte soccombente e a favore della parte vittoriosa. 19. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». L'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 20. Il contributo unificato è ridotto alla metà ai sensi dell'art. 13, comma 3, d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis, d.P.R. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». 21. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. CommentoIl procedimento d'urgenza ha applicazione residuale, in ragione del fatto che può essere utilizzato solamente nel caso in cui manchino i presupposti per l'applicazione delle misure cautelari tipiche del sequestro (artt. 670 e 671 c.p.c.), della denuncia di nuova opera o di danno temuto (artt. 688 e ss. c.p.c.) ovvero del procedimento di istruzione preventiva. Pertanto, caratteristiche precipue di questa misura sono perciò l'atipicità e la sussidiarietà. Inoltre, il procedimento d'urgenza non può trovare applicazione in tutti i casi in cui la finalità cautelare possa essere raggiunta attraverso i rimedi provvisori previsti da specifiche disposizioni di legge (cfr. art. 2409 c.c.) o anche quando il diritto soggettivo sia tutelabile azionando provvedimenti sommari non cautelari come il decreto ingiuntivo e i provvedimenti possessori. I presupposti per l'emanazione del provvedimento d'urgenza sono: i) probabile sussistenza del diritto posto a fondamento della tutela cautelare (fumus boni iuris); ii) un fondato motivo di temere l'insoddisfazione del proprio diritto (periculum in mora); iii) l'inesistenza di altro provvedimento cautelare tipico, idoneo ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito. Il provvedimento d'urgenza è quindi un mezzo concesso alle parti a chiusura del sistema cautelare e a garanzia dell'effettiva tutela dei diritti, in mancanza di mezzi cautelari tipici; la tutela d'urgenza, quindi non interferisce con questi ultimi, né svolge alcuna funzione integratrice rispetto ad essi. Nel procedimento d'urgenza trovano applicazione tutte le disposizioni previste per il procedimento cautelare, ad eccezione di quanto disposto dagli artt. 669-octies e 669-novies, comma 1, c.p.c. Occorre evidenziare come la l. n. 80/2005 abbia modificato il principio della necessaria temporaneità dei provvedimenti d'urgenza, prevedendo, nel caso in cui le parti preferiscano non instaurare il giudizio di merito, che l'ordinanza cautelare conservi la sua efficacia, ancorché senza l'autorità propria della cosa giudicata. I provvedimenti emessi ai sensi dell'art. 700 c.p.c. sono, quindi, considerati idonei ad anticipare gli effetti della decisione di merito e, pertanto, al pari di quanto previsto per le azioni nunciative, nel caso di emissione di un provvedimento cautelare, l'instaurazione del giudizio di merito è facoltativa e il Giudice non deve assegnare alcun termine. Per altro verso, nell'ipotesi di estinzione del giudizio di merito eventualmente intrapreso, il provvedimento d'urgenza (emesso ante causam o in corso di causa) non perde efficacia (art. 669-octies, comma 7, c.p.c.). La decisione del Giudice consiste nell'emanazione di provvedimenti più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito; pertanto, il contenuto del provvedimento può essere il più vario. Dalla natura strumentale del provvedimento d'urgenza rispetto al giudizio di merito, deriva che: i) i provvedimenti di urgenza perdono efficacia quando sono sostituiti ed assorbiti dalla sentenza sul merito, anche se non passata in giudicato (Cass. n. 1089/1995); ii) escluso l'assoggettamento del provvedimento d'urgenza ai mezzi di impugnazione, l'unico rimedio esperibile è quello del reclamo, regolato dall'art. 669-terdecies c.p.c. |