Ricorso proposto personalmente dall'avvocato per liquidazione degli onorari e dei diritti per prestazione professionale

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

Il d.lgs. n. 149/2022 (attuazione della legge delega per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie) ha introdotto, con l'art. 15, molteplici modifiche al d.lgs. n. 150/2011, disponendone (art. 35, comma 1, come modificato dall'art. 1, comma 380, l. n. 197/2022) l'applicabilità ai procedimenti instaurati a decorrere dal 1° marzo 2023, ferme restando per i procedimenti pendenti a tale data le disposizioni anteriormente vigenti (artt. 702-bis ss. c.p.c.). Nel testo della formula, nonché nelle note e nel Commento si provvederà a segnalare le novità di maggiore rilievo e, occorrendo, a fare raffronti fra la disciplina originaria e quella succeduta.

La formula riporta esemplificazione di ricorso relativo a procedimento instaurato a decorrere dal 1° marzo 2023.

Per ottenere la liquidazione delle spese, degli onorari e dei diritti nei confronti del proprio cliente l'Avvocato, dopo la decisione della causa o l'estinzione della procura, può adire il Giudice competente nelle forme del procedimento semplificato di cognizione o del procedimento monitorio.

La competenza spetta all'ufficio giudiziario di merito adito per il processo nel quale l'Avvocato ha prestato la propria opera. Il Tribunale decide in composizione monocratica.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

RICORSO PROPOSTO PERSONALMENTE DALL'AVVOCATO PER LIQUIDAZIONE DEGLI ONORARI E DEI DIRITTI PER PRESTAZIONE PROFESSIONALE [2]

Il sottoscritto Avv. ..., nato a ... il ... (C.F. ... P.I. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., con Studio in ..., via/piazza ... ), che sta personalmente in giudizio ai sensi e per gli effetti dell'art. 86 c.p.c., elettivamente domiciliato presso il proprio Studio, ... [4].

ESPONE

La causa viene promossa innanzi a Codesto Tribunale, non essendo applicabili, in ragione degli oggetti della causa di riferimento, i disposti dell'art. 33, comma 2, lett. u), d.lgs. n. 206/2005[5].

Il sottoscritto, nella sua qualità di Avvocato, ha prestato attività professionale per conto e nell'esclusivo interesse della Società ... [6] (con sede in ..., via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) in una controversia promossa nei confronti di ... [7] per ottenere il pagamento del corrispettivo di prestazioni eseguite in adempimento di un contratto di appalto, definita con sentenza emessa in data ... dal Tribunale di ..., passata in giudicato per mancata impugnazione.

L'attività professionale espletata si è concretizzata in ... [8].

Per l'espletamento di tale attività professionale, l'esponente ha domandato al cliente la complessiva somma di Euro ..., ivi compresi Euro ... per ..., Euro ... per ... [9] oltre IVA e accessori di legge, [10] come analiticamente indicato nella parcella pro forma inviatagli in data ... [11].

I solleciti di pagamento, formalizzati con lettere raccomandate a.r. in data ... e in data ... sono rimasti senza esito, senza alcuna giustificazione.

Nello stilare la notula si sono tenute in conto tutte le circostanze di cui agli artt. 4,5,11,18 ss., 27 d.m. n. 55/2014, come modificato, con effetto dal 27 aprile 2018, dal d.m. n. 37/2018 e, con effetto dal 23 ottobre 2022, dal d.m. n. 147/2022.

Avendo l'istante regolarmente espletato l'incarico conferitogli, ha diritto alle proprie spettanze ai sensi e per gli effetti dell'art. 2233 c.c.

Non è stato dato corso a procedura di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 3, comma 7, d.l. n. 132/2014, convertito con modificazioni nella l. n. 162/2014, non ricorrendone le condizioni (trattandosi di procedura in cui le parti possono stare in giudizio personalmente) [12].

Questo premesso, il sottoscritto

RICORRE

a Codesto Tribunale affinché, ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 2, c.p.c., fissi con decreto l'udienza di comparizione delle parti innanzi al Giudice designato e il termine per la costituzione del convenuto Sig. ..., res. in ..., via/piazza ..., nella sua qualità di legale rappresentante pro tempore della Società ..., con sede in ..., via/piazza ... [13], cui va dato sin d'ora avvertimento che deve costituirsi in giudizio non oltre dieci giorni prima dell'udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 281-undecies, comma 3, c.p.c., pena le decadenze di cui agli artt. 38, 167 e 281-undecies, commi 3 e 4, dello stesso codice; con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che può/possono (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua/loro contumacia, per ivi, respinta ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Piaccia al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, eccezione o difesa,

1) accertare e dichiarare che la Società ..., in persona del legale rappresentante pro tempore Sig. ..., deve al ricorrente Avv. ... la somma di Euro ... oltre IVA e C.I.P.A. nelle misure di legge, oltre rimborso forfetario, oltre le spese che si quantificano in Euro ... [14];

2) per l'effetto, condannare la società convenuta al pagamento della somma di Euro ... oltre IVA e C.I.P.A. nelle misure di legge, oltre al dovuto per interessi di mora a far tempo dalla pubblicazione dell'ordinanza conclusiva del presente procedimento [15];

3) in ogni caso, con vittoria di spese e compensi professionali (d.m. n. 55 del 2014 come modificato dai d.m. n. 37 del 2018 e n. 147 del 2022) relativi al presente giudizio.

Si producono nelle forme di rito i seguenti documenti [16]:

1) Lettera di conferimento dell'incarico [17];

2) Documenti relativi all'attività professionale svolta: ... [18];

3) Parcella con indicazione delle spese, competenze ed onorari dovuti;

4) Solleciti di pagamento [19];

5) ... [20].

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... Il contributo unificato, già versato, deve, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro ... [21].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. La competenza a conoscere della controversia spetta all'ufficio giudiziario di merito (Giudice di pace, Tribunale in composizione monocratica, Corte di appello) adito per il processo nel quale l'avvocato ha prestato la propria opera. Tale competenza subisce deroga qualora il rapporto tra avvocato e cliente si configuri come rapporto tra professionista e consumatore. In tal caso, si ha competenza esclusiva territoriale del Giudice del luogo in cui il consumatore ha la residenza o il domicilio eletto (art. 33, comma 2, lett. u), d.lgs. n. 206/2005). Ove con la domanda si esiga il pagamento dei compensi per l'opera prestata in più fasi o gradi del giudizio, la competenza a giudicare spetta all'ufficio giudiziario di merito che ha deciso per ultimo la causa (Cass. S.U., n. 4247/2020).

2. Il contenuto del ricorso è disciplinato dagli artt. 125 e 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125, 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26/11/2024, dall'art. 1, comma 2, lett. a), d.lgs. n. 164/2024) e 281-undecies, comma 1 (come modificato, con effetto dal 26/11/2024, dall'art.1, comma 2 lett. ff), d.lgs. n. 164/2024), dello stesso codice. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

4. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE.

L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno in forza del disposto dell'art. 3, comma 1 lett. h), d.lgs. n. 164/2024.

5. Nel procedimento di liquidazione dei compensi di avvocato non trovano applicazione le regole sul foro del consumatore ove la prestazione professionale sia stata resa in un giudizio inerente all'attività imprenditoriale e professionale svolta dal cliente. (v. Cass. VI, n. 780/2016).

6. Precisare la denominazione della società.

7. Precisare il nominativo del soggetto convenuto nella causa di riferimento.

8. Appare necessario specificare in maniera dettagliata, con il conforto di documenti, l'attività professionale prestata in favore del cliente, indicando anche le date di ultimazione delle varie attività, dipendendone la tariffa applicabile. In tema di determinazione del compenso spettante al difensore nel caso di successione di tariffe professionali nel corso del processo, gli onorari di avvocato devono essere liquidati in base alla tariffa vigente al momento in cu l'opera complessiva è stata condotta a termine con l'esaurimento o la cessazione dell'incarico professionale, mentre i diritti di procuratore (sino a che tale “voce” era liquidabile separatamente) vanno liquidati alla stregua delle tariffe vigenti al momento delle singole prestazioni (Cass. VI, n. 24128/2015). Va rammentato che nell'ambito della procedura di cui alla presente formula è ammesso esigere compenso anche per le prestazioni stragiudiziali, allorché esse siano in funzione strumentale o complementare all'attività propriamente processuale (v. Cass. II, n. 13847/2007 e Cass. VI, ord., n. 20269/2014).

9. Appare necessario specificare i titoli e gli importi delle singole pretese.

10. Il riferimento è al C.I.P.A. (Contributo Integrativo Previdenza Avvocati) e alle spese forfettarie.

11. Per ciò che attiene ai valori da tenere in considerazione per la determinazione dell'entità delle varie voci di notula, occorre avere riguardo a quanto disposto dal d.m. n. 55/2014, come modificato dal d.m. n. 37/2018 e, con effetto dal 23 ottobre 2022, dal d.m. n. 147/2022. Le medesime regole in punto di valori, per gli aspetti di principio, erano valevoli anche per le attività svolte nella vigenza dei precedenti dd.mm. 140/2012, 127/2004, 585/1994.

12. La procedura di negoziazione assistita (che costituisce, laddove prevista, condizione di procedibilità della domanda giudiziale) deve essere svolta allorché si tratti di controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli o di natanti, nonché nei casi in cui si intenda proporre domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 Euro, fuori dei casi previsti in tema di mediazione dall'art. 5, comma 1, d.lgs. n. 28/2010, come modificato dal d.lgs. n. 149/2022. Alla procedura di negoziazione assistita non deve, invece, essere dato corso né nel caso in cui le parti possano, come nel caso concreto, stare in giudizio personalmente (art. 14, comma 3 d.lgs. n. 150/2011), né nei casi, quali quello qui trattato, in cui la controparte sia una società o, comunque, un soggetto non qualificabile come consumatore (art. 3, comma 1, ultima proposizione, d.l. n. 132/2014. conv., con modif. nella l. n. 162/2014 – tale fonte normativa è stata fatta oggetto di modifiche, non rilevanti nel caso in esame, ad opera dell'art. 9, d.lgs. n. 149/2022).

13. È necessario precisare generalità e recapiti.

14. Non è necessario, in questa procedura, il parere di congruità del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, richiesto unicamente nelle ipotesi in cui il credito venga fatto valere con procedura monitoria, ai sensi degli artt. 633 ss. c.p.c.

15. Per ciò che attiene alla data di decorrenza degli interessi, si veda il punto xii) del Commento.

16. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26/11/2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

17. Oppure atto contenente procura alle liti.

18. Appare necessario, non semplicemente opportuno, allegare copia di documenti attestanti tutte le attività professionali svolte, anche in sede stragiudiziale; ad es.: atti difensivi, verbali di udienza, corrispondenza con la controparte etc.

19. Occorre specificare. Ad. es.: raccomandata a.r. in data ... etc.

20. Indicare altri eventuali documenti utili a dare supporto alla domanda.

21. Il contributo unificato è dovuto nella stessa misura di quello previsto per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Si veda in argomento il paragrafo ii) del Commento.

COMMENTO

i) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica.

ii) A decorrere dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto, salve espresse eccezioni, nella stessa misura prevista per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo” (art. 13, comma 3 d.P.R. n. 115/2002), quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse, dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice.

iii) Nell'attualità, l'Avvocato, per conseguire il pagamento delle proprie competenze, ha a disposizione due mezzi: o instaurare il procedimento monitorio ex artt. 633 ss. oppure promuovere il procedimento semplificato di cognizione “speciale” di cui all'art. 14 del d.lgs. n. 150/2011 (Cass. II, n. 21856/2020; Cass. VI, ord., n. 496/2021).

Al quesito se, per ottenere il pagamento delle proprie prestazioni, l'avvocato possa avvalersi anche del rito ordinario ex artt. 163 ss. deve darsi risposta negativa. Ai sensi dell'art. 4, d.lgs. n. 150/2011, «quando una controversia viene promossa in forme diverse da quelle previste dal presente decreto, il Giudice dispone il mutamento del rito con ordinanza».

iv) Dando soluzione a questioni di massima di rilevante importanza, le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno chiarito che la controversia di cui all'art. 28 della l. n. 794/1942, introdotta sia ai sensi dell'art. 702-bis (norma avente qualità di de cuius dell'art. 281-decies, “erede ex lege” con effetto dal 1° marzo 2023), sia in via monitoria, avente ad oggetto la domanda di condanna del cliente al pagamento delle spettanze giudiziali dell'avvocato, resta soggetta al rito di cui all'art. 14 del d.lgs. n. 150/2011 anche quando il cliente sollevi contestazioni relative all'esistenza del rapporto o, in genere, all'an debeatur (Cass. S.U., n. 4485/2018 e, a seguire, Cass. II, n.17716/2023)

Nella circostanza, le Sezioni Unite precisarono che, qualora il convenuto avesse proposto una domanda (riconvenzionale, di compensazione o di accertamento incidentale) che avesse ampliato l'oggetto del giudizio, ma senza esorbitare dalla competenza del Giudice adito, la trattazione della stessa, ove si fosse prestata ad un'istruzione sommaria, sarebbe dovuta avvenire con il rito “sommario” di cognizione – rito “semplificato” di cognizione a decorrere dal 1° marzo 2023 –, congiuntamente a quella proposta dal professionista, o, in caso contrario (necessità di istruzione non sommaria), con il rito ordinario a cognizione piena (o eventualmente con un rito speciale a cognizione piena), previa separazione delle domande, dovendo, invece, trovare applicazione i disposti degli artt. 34, 35 e 36, dettati in tema di spostamento della competenza per connessione, qualora la domanda introdotta dal convenuto non fosse stata rientrante nella competenza del Giudice adito (Cass. S.U., n. 4485/2018 e, nello stesso senso, Cass. II, n. 27308/2020).

Con riguardo alla prima delle suddette ipotesi, va osservato che a decorrere dal 26 novembre 2024 (data di operatività del d.lgs. n. 164/2024), le due domande in questione devono sempre avere trattazione congiunta, essendo venuta meno la previsione della circostanza (istruzione non sommaria) impeditiva, in forza della riformulazione del disposto dell'art. 286-decies, comma 1 c.p.c. ad opera del d.lgs. citato infra la precedente parentesi.

Ricorrendo l'ipotesi di trattazione congiunta, la relativa decisione deve essere impugnata con l'appello (ordinario o, qualora in tempo pregresso, ai sensi dell'art. 702-quater c.p.c.) e non con il ricorso immediato per cassazione, essendo quest'ultimo limitato alle sole controversie rientranti nella previsione del menzionato art. 14 e, dunque, a quelle di condanna del cliente al pagamento delle spettanze giudiziali di avvocato, già previste dall'art. 28 della l. n. 794/1942 (v., in tal senso, Cass. II, ord., n. 6321/2022).

v) Ai sensi dell'art. 14, comma 2 d.lgs. n. 150/2011, la a competenza a giudicare spetta all'ufficio giudiziario di merito (Giudice di pace, Tribunale, Corte di appello) adito per il processo nel quale l'Avvocato ha prestato la propria opera. È disposto, con decorrenza dal 1° marzo 2023, che il Tribunale decida in composizione monocratica anziché collegiale. Con riguardo all'ipotesi in cui l'Avvocato chieda la condanna del cliente inadempiente al pagamento dei compensi per l'opera prestata in più fasi o gradi del giudizio, le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno precisato che la competenza a giudicare spetta all'ufficio giudiziario di merito che ha deciso per ultimo la causa (Cass. S.U., n. 4247/2020). Può accadere che in un giudizio di tale specie, instaurato – in osservanza della predetta regola – innanzi alla Corte di appello, il convenuto proponga domanda riconvenzionale per far valere la responsabilità professionale dell'avvocato.

In tal caso, la soluzione in punto di competenza deve essere la seguente: La Corte di merito è competente a decidere soltanto la domanda di liquidazione degli onorari, non anche la riconvenzionale, quantunque quest'ultima sia suscettibile di una istruzione sommaria. Le due cause devono essere separate e la riconvenzionale (introdotta come domanda di primo grado) deve essere rimessa al Tribunale e decisa da tale giudice, con le conseguenti decisioni (sospensione necessaria) ex art. 295 c.p.c. sulla sorte del giudizio riguardante il compenso, ove la riconvenzionale abbia efficacia pregiudicante, fino alla decisione definitiva della causa avente ad oggetto l'azione di responsabilità (v., in tal senso, Cass. civ. II, ord., n. 23215/2023, secondo cui, inoltre, la rimessione della riconvenzionale al Tribunale consente di evitare che il convenuto sia privato del doppio grado di giudizio).

vi) Con riguardo all'ipotesi in cui le pretese siano relative a prestazioni rese innanzi a più uffici giudiziari, è stato affermato che, a norma del combinato disposto dell'art. 28 della l. n. 794/1942 e dell'art. 14 del d.lgs. n. 150/2011, l'Avvocato può proporre distinte domande davanti a detti uffici ai sensi dell'art. 14, comma 2, cit., oppure può proporre le domande in cumulo con il rito monitorio ai sensi dell'art. 637, ed in particolare: a) davanti al tribunale competente secondo le regole della cognizione ordinaria, ai sensi del comma 1 della citata disposizione, oppure b) separatamente davanti all'ufficio di espletamento delle prestazioni, ai sensi del comma 2 della stessa, o. infine, 3) cumulativamente davanti al tribunale del luogo indicato dall'art. 637, comma 3 (Cass. VI, ord., n. 3120/2022).

vii) In tema di competenza per territorio, secondo il costante orientamento della giurisprudenza di legittimità, il foro da adire, qualora la prestazione professionale sia stata resa in un giudizio inerente all'attività imprenditoriale o professionale svolta dal cliente, non trovano applicazione le regole sul foro del consumatore previsto dall'art. 33, comma 2, lett. u), del d.lgs. n. 206/2006 (Cass. VI, ord., n. 780/2016: Cass. VI, ord., n. 31733/2021; si veda, tuttavia, in senso contrario, Cass. VI, ord., n. 8598/2018).

viii) Il provvedimento che definisce il giudizio (ordinanza per le procedure instaurate sino al 28 febbraio 2023; sentenza per quelle instaurate a decorrere dal 1° marzo 2023) non è appellabile. Peraltro, trattandosi di provvedimento avente natura decisoria e definitivo, è ammissibile ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., sia che la controversia riguardi solamente il quantum debeatur, sia che la stessa sia estesa all'an della pretesa (Cass. II, n. 12847/2017; Cass. II, n. 35026/2023). A tale proposito va, comunque, precisato che, al fine di stabilire il regime di impugnazione del provvedimento con cui vengono liquidati gli onorari e le altre spettanze dovuti dal cliente al proprio difensore, assume rilevanza la forma adottata dal Giudice in base alla qualificazione che egli abbia dato, implicitamente od esplicitamente, all'azione esercitata in giudizio, a prescindere dalla sua esattezza (principio della c.d. «apparenza») (Cass. I, ord., n. 210/2019; Cass. VI, ord., n. 26347/2019; Cass. VI, ord., n. 10648/2020; Cass. I, ord., n. 17646/2021; Cass. VI, ord., n. 26083/2021).

ix) Le parti possono stare in giudizio personalmente.

Come già chiarito in nota al testo della formula, non dove essere dato corso, preventivamente all'esperimento della procedura, a negoziazione assistita (art. 3, comma 7 d.l. n. 132/2014 conv., con modif. nella l. n. 162/2014), trattandosi di procedura in cui le parti sono ammesse a stare in giudizio personalmente (art. 14, comma 3 d.lgs. n. 150/2011).

x) Va rammentato che il diritto dell'avvocato al compenso si prescrive nel termine di tre anni (art. 2956 c.c.), decorrente dalla decisione della lite o dalla conciliazione delle parti o dalla revoca del mandato e, per gli affari non terminati, dall'ultima prestazione (art. 2957 c.c.).

xi) Per ciò che attiene alle prestazioni stragiudiziali che non siano correlate ad attività giudiziale, è stato affermato che il provvedimento di liquidazione deve essere adottato con le forme del rito sommario di cognizione ex artt. 702-bis ss. (a decorrere dal 1° marzo 2023, con le forme del rito semplificato di cognizione ex artt. 281-decies ss.), e non già ai sensi dell'art. 14 del d.lgs. n. 150/2011, con la conseguenza che lo stesso sarà appellabile e non ricorribile in Cassazione (v., da ultimo, Cass. VI, ord., n. 4665/2022).

In altri termini, in caso di prestazioni stragiudiziali che si presentino come del tutto indipendenti dall'attività propriamente processuale, le stesse non possono essere reclamate con le forme della procedura in esame.

xii) Deve essere, altresì, ricordato che la controversia avente ad oggetto la richiesta di liquidazione di compensi maturati per la difesa della parte civile nel processo penale non è soggetta alla disciplina del procedimento sommario di cui all'art. 14 del d.lgs. n. 150/2011 – applicabile alle sole controversie di cui all'art. 28 della l. n. 794/1942, riguardante i compensi per prestazioni giudiziali in materia civile – ma a quella del processo ordinario ovvero, in alternativa, del procedimento sommario di cognizione ex art. 702-bis ss. (del procedimento semplificato di cognizione ex artt. 281-decies ss. a decorrere dal 1° marzo 2023) innanzi al tribunale in composizione monocratica, con conseguente appellabilità del provvedimento che definisce il relativo giudizio, essendo l'immediato ricorso per cassazione limitato alle decisioni rese ai sensi dell'art. 14 cit. (Cass. VI, ord., n. 6817/2021).

xiii) Per ciò che attiene alla decorrenza degli interessi di cui all'art. 1224 c.c., è controverso se la data della messa in mora debba farsi coincidere con il provvedimento di liquidazione del debito, che conclude il procedimento di cui all'art. 14, d.lgs. n. 150/2011 (v., in tal senso, Cass. II, ord., n. 2628/2021) oppure con la data della proposizione della domanda giudiziale ovvero con la richiesta stragiudiziale di adempimento (v. in tal senso, Cass. II, ord., n. 8611/2022 e Cass. II, n. 24973/2022).

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