Istanza per la proroga del termine ordinatorioInquadramentoIl termine processuale è la distanza tra un atto e l'altro della sequenza procedimentale. I termini possono distinguersi in: termini legali, ove siano stabiliti dalla legge; termini processuali che sono stabiliti dal giudice anche a pena di decadenza ma solo nei casi previsti dalla legge; termini deceleratori o dilatori in cui l'atto non può compiersi prima di un determinato momento; termini acceleratori o finali che consistono nel momento oltre il quale un atto non può più essere compiuto; termini perentori che sono termini acceleratori o finali stabiliti a pena di decadenza; termini ordinatori che sono termini acceleratori o finali non posti a pena di decadenza. A norma dell'art. 154 c.p.c., il giudice, prima della scadenza, può abbreviare o prorogare, anche d'ufficio, il termine che non sia stabilito a pena di decadenza. La proroga non può avere una durata superiore al termine originario. Non può essere consentita proroga ulteriore, se non per motivi particolarmente gravi e con provvedimento motivato. I termini processuali aventi natura ordinatoria non sono suscettibili di essere violati senza conseguenze, potendo essere abbreviati o prorogati, solo per una volta, a condizione che la richiesta di proroga sia fondata su un giustificato motivo e sia formulata prima della relativa scadenza (Cass. III, n. 25369/2023). Con specifico riferimento al termine per la nomina del consulente tecnico di parte ex art. 201 c.p.c. la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che esso ha natura ordinatoria e può essere prorogato dal giudice non solo a seguito di istanza di parte depositata prima della sua scadenza, ma anche laddove tale istanza sia stata depositata dopo la sua scadenza, sempre che, secondo la previsione dell'art. 154 c.p.c., ricorrano motivi particolarmente gravi e il provvedimento sia motivato (Cass. I, n. 25662/2014). Con riguardo alla inosservanza del termine ordinatorio per ottemperare all'ordine di esibizione ex art. 210 c.p.c., la giurisprudenza di legittimità ha precisato che tale inosservanza non comporta l'inutilizzabilità a fini probatori della relativa produzione documentale, non potendosi ravvisare alcuna lesione del diritto di difesa della controparte (Cass. I, n. 22915/2023). FormulaTRIBUNALE DI ... (OPPURE UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI ... ) ISTANZA DI PROROGA DEL TERMINE ORDINATORIO [1] Proposta dal Sig. ..., nato a ..., residente in ..., via ..., n. ..., C.F. ..., elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., PEC ... che lo rappresenta e difende per mezzo di procura posta in calce/a margine dell'atto di citazione; PREMESSO – che il Giudice ha, con ordinanza del ... disposto la rinnovazione della citazione del teste Sig. ...; – che, per l'espletamento di tale adempimento, il giudice ha assegnato il termine [2] di ... giorni; – che tale termine si è rivelato a tale scopo insufficiente, atteso che le ricerche anagrafiche compiute non hanno dato esito positivo e pertanto non è stato possibile individuare l'attuale indirizzo di residenza, domicilio, dimora dal Sig. ...; TUTTO CIÒ PREMESSO CHIEDE Che il giudice ex art. 154 c.p.c. proroghi [3] detto termine di altri ... giorni. Luogo e data ... Firma Avv. ... ... Visto della Cancelleria [4] ... 1. L'istanza può essere inserita anche nel verbale d'udienza. 2. L'inutile spirare del termine ordinatorio, senza che vi sia stata istanza di proroga determina la decadenza dalla possibilità di compiere l'atto (Cass. I, n. 27086/2011). 3. I termini ordinatori sono modificabili dal giudice: possono essere sia abbreviati che prorogati con un provvedimento ad hoc del giudice. La proroga può essere chiesta solamente prima della scadenza del termine. Tale limite vale sia per la prima che per le ulteriori proroghe che vengano richieste. La proroga dei termini ordinatori può essere disposta anche d'ufficio e la loro decorrenza senza un'emanazione di un provvedimento di proroga provoca gli stessi effetti preclusivi che derivano dalla inosservanza dei termini perentori (Cass. S.U., n. 808/1999) 4. L'istanza potrebbe essere inserita nel verbale d'udienza. Se così non fosse va segnalato che a norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre, va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. COMMENTOIl termine ordinatorio è soggetto a proroga soltanto prima della scadenza sicché, se questo termine viene lasciato decorrere senza provvedere e senza proporre l'istanza di proroga, si producono gli stessi effetti derivanti dall'inutile decorrenza del termine perentorio. In giurisprudenza è stato ad esempio chiarito che nei procedimenti che si svolgono con il rito camerale, quale quello avverso una sentenza di separazione personale di coniugi, l'omessa notificazione del ricorso nel termine assegnato nel decreto di fissazione d'udienza determina l'improcedibilità dell'appello, in quanto, pur trattandosi di un termine ordinatorio ex art. 154 c.p.c., si determina la decadenza dell'attività processuale cui è finalizzato, in mancanza d'istanza di proroga prima della scadenza (Cass. I, n. 27086/2011). Tale sanzione non è esclusa dalla mancata comunicazione a cura della cancelleria del decreto di fissazione d'udienza, atteso che, nei procedimenti camerali, il giudice è tenuto solo al deposito del decreto, ma non anche a disporne la relativa comunicazione, incombendo sul ricorrente l'obbligo di attivarsi per prendere cognizione dell'esito del proprio ricorso. Ha altresì affermato Cass. I, n. 17202/2013 che nei procedimenti di impugnazione che si svolgono con rito camerale (nella specie, in materia di dichiarazione dello stato di adottabilità di un minore), l'omessa notificazione del ricorso nel termine assegnato nel decreto di fissazione d'udienza determina l'improcedibilità dell'appello, in quanto, pur trattandosi di un termine ordinatorio ex art. 154 c.p.c., si determina la decadenza dell'attività processuale cui è finalizzato, in mancanza d'istanza di proroga prima della scadenza. Con riferimento alla motivazione della proroga del termine ordinatorio, si è affermato in giurisprudenza che essa non è soggetta a particolari forme e può anche essere contenuta per implicito nel provvedimento di proroga del termine (in tal senso Cass. I, n. 6239/1983). |