Comparsa di costituzione e risposta a ricorso in materia di usucapione proposto ex art. 281-undecies c.p.c.InquadramentoLa disciplina del procedimento semplificato di cognizione si rinviene negli artt. del codice di rito da 281-decies a 281-terdecies (rito semplificato «ordinario») e negli artt. 1,3,4,5 e da 14 a 30-bis del d.lgs. n. 150/2011 (rito semplificato «obbligatorio»). Gli artt. da 281-decies a 281-terdecies sono stati introdotti nel c.p.c. dall'art. 3, comma 21, del d.lgs. n. 149/2022 in sostituzione degli artt. da 702-bis a 702-quater, e sono applicabili ai procedimenti instaurati a decorrere dal 1° marzo 2023, mentre per quelli pendenti alla data del 28 febbraio 2023 restano applicabili le disposizioni anteriormente vigenti (v. art. 35, comma 1, d.lgs. cit., come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022). Le medesime regole valgono per le disposizioni del d.lgs. n. 150/2011 sopra richiamate, tutte, eccezion fatta per l'art. 5, modificate dagli artt. 15 e 24 del d.lgs. n. 149/2022, che ha anche introdotto l'art. 30-bis. Per ciò che attiene alle modifiche specificamente apportate al codice di rito e al d.lgs. n. 150/2011, si fa rinvio alle formule in materia. In linea generale, deve annotarsi che le modifiche, oltre a quella del nomen della procedura, da rito sommario di cognizione a procedimento semplificato di cognizione, sono consistite a) nell'ampliamento dei casi in cui si può fruire della procedura semplificata, non più limitata alle cause di competenza del tribunale in composizione monocratica, ma estesa a quelle di competenza del tribunale in composizione collegiale; b) nella “qualità” del provvedimento decisorio, non più ordinanza ma sentenza; c) nell'applicabilità delle norme ordinarie in materia di impugnazione. Gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati dal d.lgs. n. 164/2024. La modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione o non richieda un'istruzione non complessa. Nel testo della formula, nonché nelle note e nel Commento si provvederà a segnalare le novità di maggiore rilievo e, occorrendo, a fare raffronti fra la disciplina originaria e quella succeduta. La formula riporta esemplificazione di ricorso relativo a procedimento instaurato a decorrere dal 26 novembre 2024. Il convenuto deve costituirsi in giudizio non oltre dieci giorni prima dell'udienza fissata per la comparizione delle parti. Con la comparsa di risposta, il convenuto deve proporre le sue difese e prendere posizione «in modo chiaro e specifico» sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui intende avvalersi e i documenti che offre in comunicazione, nonché formulare le conclusioni; nello stesso scritto deve, a pena di decadenza, proporre le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni processuali e di merito che non siano rilevabili d'ufficio e, anche in tal caso a pena di decadenza, se intende chiamare in causa un terzo, deve farne dichiarazione, chiedendo lo spostamento dell'udienza. In tema di usucapione, dalla presunzione discendente dall'art. 1141, comma 1 c.c. deriva un'inversione dell'onere probatorio in punto di animus possidendi, cosicché non spetta al possessore dimostrare l'esistenza di tale elemento soggettivo, ma alla parte che si opponga all'avvenuta maturazione dell'usucapione dimostrarne la mancanza. Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022. I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5. Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m. I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023». Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA A RICORSO IN MATERIA DI USUCAPIONE PROPOSTO EX ART. 281-UNDECIES C.P.C. PER il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. ... ) [2], residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [3], C.F. ... [4][5], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [6]. -convenuto- CONTRO La Sig.ra ..., nata a ... il ..., res. in ..., via/piazza ... n. ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ... del Foro di ... -ricorrente- PREMESSO IN FATTO i) Con ricorso depositato in data ..., notificato il ..., la Sig.ra. ... ha convenuto in giudizio, innanzi a Codesto Tribunale, il Sig. ..., per sentir accertare e dichiarare che la medesima ha acquistato, per usucapione, il diritto di proprietà di un appezzamento di terreno (censito a catasto ... ) [7], asseritamente posseduto e goduto pubblicamente, pacificamente e senza interruzioni da oltre venti anni. Contrariamente all'assunto avversario, secondo cui l'odierno comparente, intestatario catastale del terreno in questione, sarebbe rimasto inerte per il periodo occorrente per il maturarsi dell'usucapione, l'odierno comparente ha, in primo luogo, limitato la sua assenza dal territorio soltanto per ... [8] anni, periodo in cui ... [9] e, in secondo luogo, nell'allontanarsi, non è rimasto silente, ma ha pregato l'asserita usucapiente, alla presenza di vari testimoni, di custodire il bene, raccogliendone, a titolo di compenso per il favore, i frutti. PREMESSO IN DIRITTO È principio consolidato in giurisprudenza che non è configurabile possesso ad usucapionem laddove tale «possesso» sia semplicemente, così come è avvenuto nel caso di specie, il frutto della tolleranza dell'effettivo titolare o, più esattamente, il frutto di un accordo fra le parti. Parte avversa, senza alcuna autorizzazione del comparente, ha alterato la situazione dei luoghi, demolendo un annesso agricolo e trasformandone un altro in ..., [10] nonché adibendo a coltura di girasoli campo destinato alla coltura del grano, con conseguenti danni, di cui deve chiedersi risarcimento e all'uopo si propone domanda riconvenzionale. La causa si presenta, già al primo esame, complessa, richiedendo sia la soluzione di molteplici questioni di fatto, sia la soluzione di molteplici questioni di diritto. Di conseguenza, ricorrono i presupposti previsti dall'art. 281-duodecies, comma 1, c.p.c. per disporre il mutamento del rito, da sommario ad ordinario. Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, con il presente atto si costituisce in giudizio, contestando in ogni sua parte la domanda proposta, giacché infondata in fatto e in diritto, e chiede accogliersi, conseguentemente, le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito, respinta ogni contraria domanda e deduzione: 1) in via preliminare in rito, accertare e dichiarare che la causa richiede un'istruttoria «complessa» e che, pertanto, necessita disporre il mutamento del rito, da rito semplificato di cognizione a rito ordinario; per l'effetto fissando ai sensi dell'art. 281-duodecies, comma 1, c.p.c., l'udienza di cui all'art. 183 dello stesso codice; 2) nel merito, respingere la domanda attorea, in quanto infondata in fatto ed in diritto e, comunque, sprovvista di prova e, in accoglimento della domanda riconvenzionale, ordinare il ripristino della situazione dei luoghi, con condanna dell'attrice al risarcimento dei danni, quantificati in Euro ...; salva la diversa somma di giustizia, da determinare anche in via equitativa. 3) condannare l'attrice alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014 come modificato dai d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori). In via istruttoria 1) Ammettere l'interrogatorio formale dell'attrice e deposizione testimoniale sui seguenti capitoli 1) ... 2) ... 3) ... Si indicano a testi su tutti i capitoli i Sigg.ri ... 2) Assumere i testi indicati dalla controparte anche in riprova sui suddetti capitoli. Allega, mediante deposito nelle forme di rito, i seguenti documenti [11]: 1) originale del ricorso introduttivo con relata di notifica; 2) certificazione catastale relativa al bene oggetto di controversia; 3) rogito di acquisto dell'immobile in questione [12]; 4) ... [13]. Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento (il riferimento è alla porzione dello stesso relativa alla domanda riconvenzionale) è pari a Euro .... Il contributo unificato, già versato, deve essere, pertanto, fatto pari a Euro ... (misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza [14]. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Io sottoscritto ..., nato a ... il ..., residente in ..., via/piazza ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza. Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. .... Dichiaro, inoltre, di aver ricevute le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito. Il delegante ... Luogo e data ... Visto per autentica ... Firma Avv. ... 1. Competente è il tribunale del luogo in cui è ubicato l'immobile, ai sensi dell'art. 21, comma 1 c.p.c. 2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa (da depositare in modalità telematica, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c.) devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà». 3. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014. 4. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010. 5. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26/11/2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs n. 164/2024. 6. La procura può essere apposta in calce o a margine del ricorso (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A far tempo dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 7. Precisare i dati catastali sulla scorta della relativa certificazione, acquisibile presso l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate territorialmente competente. 8. Precisare il periodo. 9. Specificare le ragioni dell'assenza. 10. Precisare la destinazione impressa all'immobile. 11. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 146/2024, sono state espunte, con effetto dal 26/11/2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento. 12. Precisare gli estremi del rogito. 13. Altri documenti utili occorrenti. 14. Il contributo unificato è dovuto nella stessa misura di quello previsto per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Si veda in argomento il paragrafo ii) del Commento. COMMENTOi) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica. ii) A decorrere dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto nella stessa misura prevista per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo” previsto dall'art. 13 d.P.R. n. 115/2002, quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice. iii) Ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 2, il convenuto deve costituirsi in giudizio mediante deposito (con modalità telematiche) della comparsa di risposta, nella quale deve proporre le sue difese e prendere posizione, «in modo chiaro e specifico», sui fatti posti dal ricorrente a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui intende avvalersi e i documenti che offre in comunicazione, nonché formulare le conclusioni. Nella stessa comparsa, il convenuto, a pena di decadenza, deve proporre le eccezioni processuali e di merito che non siano rilevabili d'ufficio, deve proporre eventuali domande riconvenzionali e, qualora intenda chiamare in causa un terzo, deve farne dichiarazione e chiedere lo spostamento della fissata udienza. La comparsa può anche essere il mezzo con cui promuovere la trasformazione del rito da rito sommario di cognizione a rito ordinario. Va precisato che gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati, con effetto dal 26/11/2024, dal d.lgs. n. 146/2024 e che la modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione oppure non richieda un'istruzione non complessa. iv) Ai sensi dell'art. 281-duodecies, comma 1, alla prima udienza il Giudice, se rileva che per la domanda principale o per la domanda riconvenzionale non ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell'art. 281-decies, dispone con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito ordinario fissando l'udienza di cui all'art. 183 (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022), rispetto alla quale decorrono i termini previsti dall'art. 171-ter (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). v) Per gli aspetti di diritto sostanziale, ci si limita alle indicazioni che seguono. Affinché si abbia possesso ad usucapionem è necessaria la sussistenza di un comportamento continuo e non interrotto che dimostri inequivocabilmente l'intenzione di esercitare il potere corrispondente a quello del proprietario e, quindi, una signoria sulla cosa che permanga per tutto il tempo indispensabile per usucapire, senza interruzione, sia per quanto riguarda l'animus che il corpus, e che non sia dovuta a mera tolleranza, la quale è da ravvisarsi tutte le volte che il godimento della cosa, lungi dal rivelare l'intenzione del soggetto di svolgere un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale, tragga origine da spirito di condiscendenza o da ragioni di amicizia o di buon vicinato (Cass. II, n. 1330/1980; Cass. II, n. 4092/1992). L'attività svolta su una cosa per tolleranza di chi ha la facoltà di impedirla non costituisce, ai sensi dell'art. 1144 c.c., una situazione possessoria, di guisa che colui che la esercita non può giovarsi della presunzione di possesso utile ad usucapionem, di cui all'art. 1141, comma 1 c.c., che non opera quando la relazione con la cosa non consegua ad un atto volontario di apprensione, potendo il detentore non qualificato, per mancanza di titolo alla detenzione, divenire possessore soltanto se compia un atto di impossessamento e cioè un'attività materiale che, sconfinando nella sfera giuridica altrui, abbia determinato un rapporto con la cosa corrispondente all'esercizio di un diritto reale (Cass. II, n. 12493/1995; Cass. II, ord., n. 17376/2018). È consolidato l'orientamento secondo cui la tolleranza debba essere provata da chi la eccepisca (Cass. II, n. 2560/1980; Cass. II, n. 3404/2009; Cass. II, n. 9275/2018; Cass. II, ord., n. 31638/2018). Dalla presunzione discendente dall'art. 1141, comma 1 c.c. deriva un'inversione dell'onere probatorio in punto di animus possidendi, così che non spetta al possessore dimostrare l'esistenza di tale elemento soggettivo, ma alla parte che si opponga all'avvenuta maturazione dell'usucapione dimostrarne la mancanza (Cass. II, n. 25095/2022). Altrettanto consolidato è l'orientamento secondo cui la lunga durata di un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale può integrare un elemento presuntivo nel senso dell'esclusione della tolleranza qualora non si tratti di rapporti di parentela, ma di rapporti di mera amicizia o buon vicinato, giacché nei secondi, di per sé labili e mutevoli, è più difficile, a differenza dei primi, il mantenimento della tolleranza per un lungo arco di tempo (Cass. II, n. 4327/2008; Cass. II, n. 11277/2015; Cass. II, ord., n. 11315/2018). |