Ricorso ex art. 281-undecies c.p.c., volto ad ottenere il rispetto delle distanze legali, con domanda di demolizione di porzione di edificio e di risarcimento dei danniInquadramentoLa disciplina del procedimento semplificato di cognizione si rinviene negli artt. del codice di rito da 281-decies a 281-terdecies (rito semplificato «ordinario») e negli artt. 1,3,4,5 e da 14 a 30-bis del d.lgs. n. 150/2011 (rito semplificato «obbligatorio»). Gli artt. da 281-decies a 281-terdecies sono stati introdotti nel c.p.c. dall'art. 3, comma 21 del d.lgs. n. 149/2022 in sostituzione degli artt. da 702-bis a 702-quater, e sono applicabili ai procedimenti instaurati a decorrere dal 1° marzo 2023, mentre per quelli pendenti alla data del 28 febbraio 2023 restano applicabili le disposizioni anteriormente vigenti (v. art. 35, comma 1 d.lgs. cit., come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022). Le medesime regole valgono per le disposizioni del d.lgs. n. 150/2011 sopra richiamate, tutte, eccezion fatta per l'art. 5, modificate dagli artt. 15 e 24 del d.lgs. n. 149/2022, che ha anche introdotto l'art. 30-bis. Per ciò che attiene alle modifiche specificamente apportate al codice di rito e al d.lgs. n. 150/2011, si fa rinvio alle formule in materia. In linea generale, deve annotarsi che le modifiche, oltre a quella del nomen della procedura, da rito sommario di cognizione a procedimento semplificato di cognizione, sono consistite a) nell'ampliamento dei casi in cui si può fruire della procedura semplificata, non più limitata alle cause di competenza del tribunale in composizione monocratica, ma estesa a quelle di competenza del tribunale in composizione collegiale; b) nella “qualità” del provvedimento decisorio, non più ordinanza ma sentenza; c) nell'applicabilità delle norme ordinarie in materia di impugnazione. Gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati dal d.lgs. n. 164/2024. La modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione o non richieda un'istruzione non complessa. Nel testo della formula, nonché nelle note e nel Commento si provvederà a segnalare le novità di maggiore rilievo e, occorrendo, a fare raffronti fra la disciplina originaria e quella succeduta. La formula riporta esemplificazione di ricorso relativo a procedimento instaurato a decorrere dal 26 novembre 2024. Il ricorso al procedimento semplificato di cognizione «ordinario» è facoltativo, essendo rimessa all'attore la scelta se ricorrere ad esso oppure al giudizio ordinario per l'introduzione della causa. Il procedimento semplificato di cognizione «ordinario» (che si distingue per più aspetti dal rito semplificato di cognizione «obbligatorio») è fruibile per la definizione delle cause «semplici» o «non complesse», più esattamente, nelle ipotesi in cui i fatti di causa non siano controversi o quando la domanda sia fondata su prova documentale o di pronta soluzione o richieda un'istruzione non complessa. Nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica la domanda può essere sempre proposta nelle forme del procedimento semplificato. L'azione per il rispetto delle distanze è posta a tutela del diritto di proprietà. Mediante tale azione, può essere chiesta la demolizione dell'edificio o delle porzioni di edificio che siano stati realizzati senza osservare le regole poste dal codice civile o dai regolamenti edilizi, ove esistenti, con eventuale risarcimento dei danni. Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022. I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a Euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5. Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m. I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023». Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] RICORSO EX ART. 281-UNDECIES C.P.C., VOLTO AD OTTENERE IL RISPETTO DELLE DISTANZE LEGALI, CON DOMANDA DI DEMOLIZIONE DI PORZIONE DI EDIFICIO E DI RISARCIMENTO DEI DANNI [2] Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. ... [3] ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato in ..., via/ piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [4], C.F. ... [5][6], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [7]. PREMESSO IN FATTO i) L'attore è proprietario di una rata di terreno e di un soprastante edificio di abitazione, siti in loc. ... del Comune di ..., distinti a catasto ... [8] e confinanti con il fondo di proprietà dei Sigg.ri .... ii) I due fondi in questione sono finitimi per l'intero loro fronte. iii) La linea di confine fra tali fondi è segnata da un muro di recinzione con soprastante rete metallica. iv) Sul fondo confinante risulta eretto un fabbricato a due piani fuori terra, il quale, sul lato prospiciente il fondo attoreo, presenta uno sporto costituito da un balcone, Tale sporto risulta realizzato a distanza inferiore dal confine a quella prescritta dal regolamento edilizio del Comune di ... [9]. Tutto ciò risulta evidenziato nella perizia giurata (con rilievi fotografici e planimetrici) redatta da ... [10]. v) Da tale condotta sono derivati all'istante vari pregiudizi, essenzialmente causati della mancata vendita del fondo di sua proprietà: il promittente acquirente, dopo avere constatato l'impossibilità, in ragione della condotta tenuta dei confinanti, di soddisfare, se non previa «lite» con i medesimi, le sue esigenze edificatorie (nel regolamento edilizio è prevista, oltre che distanza minima dei fabbricati dal confine, anche distanza minima tra i fabbricati antistanti) è receduto dal rapporto, così come da riserva espressa, chiedendo in restituzione la caparra versata (Euro ... ). Ogni tentativo di bonario componimento della controversia sia in sede informale, sia in sede di mediazione (obbligatoria ai sensi dell'art. 5, comma 1, d.lgs. n. 28/2010, come modificato dall'art. 15, d.lgs. n. 149/2022), non ha avuto esito. PREMESSO IN DIRITTO i) Sussistono tutti i presupposti legittimanti l'utile esperimento dell'azione di rispetto delle distanze legali, con la conseguente rimozione della porzione di edificio eretta al di là della linea consentita. ii) Va rammentato che il regolamento locale (le cui disposizioni, per effetto del richiamo contenuto nell'art. 873 c.c., devono ritenersi integrative delle norme dettate dal codice civile in materia di distanze) impone una distanza minima (ml. 5, nel caso concreto) delle costruzioni dal confine. Secondo il suddetto regolamento, il punto da cui compiere le misurazioni, identificato con la sagoma del fabbricato, deve farsi coincidere con la faccia esterna dello stesso. Secondo la giurisprudenza consolidata in materia, i soli sporti non computabili sono quelli costituiti dagli elementi aventi funzioni puramente ornamentali, di rifinitura od accessoria, mentre costituiscono corpi di fabbrica, computabili ai predetti fini, le sporgenze e gli aggetti incidenti strutturalmente e funzionalmente sul volume e la superficie dell'immobile. iii) In applicazione di tali principi, deve essere escluso che i balconi - tanto più allorché, come nel caso concreto – presentino apprezzabili profondità ed ampiezza – rientrino nelle categorie di cose non computabili ai fini della misurazione delle distanze, trattandosi di veri e propri corpi di fabbrica e non già di elementi puramente decorativi né con funzioni di rifinitura. iv) Conseguentemente, la “postazione” da cui eseguire la misurazione della distanza dal confine deve essere individuata nell'estremità esterna del balcone realizzato sulla parete dell'edificio dei convenuti antistante il fondo dell'attore. Trattasi di sporgenza di particolari proporzioni, sostenuta da soletta aggettante, pur se scoperta, di apprezzabile profondità ed ampiezza (profondità mt. ...; ampiezza mt. ... ) ed in ogni caso rientrante nel concetto civilistico di costruzione, in quanto provvista di consistenza e stabilità e destinata ad estendere ed ampliare la consistenza del fabbricato, in guisa da venirne a costituire elemento funzionale. v) Eseguendo il calcolo della distanza dal confine di tale sporto, si constata il mancato rispetto dei prescritti del regolamento locale. La faccia esterna dello sporto si trova, infatti, alla distanza di ml. 4 dal confine (linea incontroversa). Pertanto, dovrà essere disposta la rimozione della porzione di balcone che eccede la distanza dal confine da osservare. vi) Per gli aspetti di danno, va sottolineato che il contratto preliminare di vendita stipulato il ... tra l'odierno istante e il Sig. ... non ha avuto seguito in ragione dell'esercizio della facoltà di recesso da parte di quest'ultimo, determinato dalla constatata impossibilità di dare soddisfazione alle sue esigenze edificatorie, in ragione della presenza nel fondo contiguo di manufatto non rispettante le distanze minime dal confine. Quanto meno, non può disconoscersi che l'illegittima condotta del convenuto abbia causato «turbativa» all'incedere della vicenda di vendita, per non aver voluto il promettente acquirente attribuirsi l'onere della lite con i vicini. Il danno potrà essere quantificato in misura pari all'importo degli interessi legali maturati fino ad oggi sul prezzo pattuito per la vendita, maggiorato, con rivalutazione monetaria, salva la diversa somma “di giustizia” determinata dal Tribunale adito. vii) La scelta del rito semplificato di cognizione è da ritenere appieno giustificata, stante la non complessità della causa. Tutto questo premesso il Sig. ..., come in epigrafe rappresentato, difeso e domiciliato, RICORRE a Codesto Tribunale affinché, ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 2, c.p.c., fissi con decreto l'udienza di comparizione delle parti innanzi al Giudice designato, e il termine per la costituzione dei convenuti Sigg.ri ... res. in ..., via/piazza ... [11], cui va dato, sin d'ora, avvertimento che devono costituirsi in giudizio non oltre dieci giorni prima dell'udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 281-undecies, comma 3, c.p.c., pena le decadenze di cui agli artt. 38, 167 e 281-undecies, commi 3 e 4, dello stesso codice; con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che possono (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua/loro contumacia, per ivi, respinta ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito, disattesa ogni contraria eccezione e deduzione, accertata, – con riguardo al manufatto realizzato dai convenuti – la violazione delle distanze minime dal confine previste dal Regolamento Edilizio del Comune di ..., ad integrazione della disciplina codicistica, ordinare la demolizione dell'edificio di proprietà dei convenuti, relativamente alle parti dello stesso che non rispettano le distanze legali, e per gli stessi fatti condannare i convenuti al risarcimento del danno, che sin d'ora si quantifica in Euro ..., salva la diversa somma che sarà ritenuta di giustizia, da liquidarsi, se del caso, anche in via equitativa. Con il favore delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato dal d.m. n. 37/2018 e dal d.m. n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori). In via istruttoria i) Ammettere mezzo di prova per testi sui seguenti capitoli: 1) ... 2) ... 3) ... Si indicano a testi su tutti i capitoli i Sigg.ri ... [12]. ii) qualora venga ritenuta insufficiente o sia contestata la perizia giurata che si produce, disporre l'ispezione diretta dei luoghi con l'assistenza di CTU per i necessari accertamenti in punto di distanze o, subordine, disporre CTU agli stessi fini; iii) ... [13]. Si offrono in comunicazione, mediante deposito nelle forme di rito, in copia, i seguenti documenti [14]: i) nota di trascrizione della domanda; ii) certificati catastali relativi ai due fondi confinanti; iii) regolamento edilizio del Comune di ...; iv) perizia giurata con allegati documenti fotografici e planimetria, redatta da ...; v) corrispondenza intercorsa tra le parti: ...; vi) contratto preliminare citato nel ricorso, con registrazione; vii) quietanza relativa al rimborso della caparra confirmatoria; viii) invito alla negoziazione assistita e documento di ricezione dello stesso; ix) domanda di mediazione e verbale di mancata conciliazione; x) ... [15]. Con riserva di ulteriori produzioni e richieste istruttorie. Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... Il contributo unificato, già versato, deve, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro ... [16]. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Io sottoscritto ..., nato a ... il ..., residente in ..., via/ piazza ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza. Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. .... Dichiaro, inoltre, di avere ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito. Il delegante ... Luogo e data ... Visto per autentica ... Firma Avv. ... 1. La competenza per territorio spetta al Tribunale nella cui circoscrizione si trovano gli immobili di riferimento. 2. Il contenuto del ricorso è disciplinato dagli artt. 125 e 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125, 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26/11/2024, dall'art. 1, comma 2, lett. a), d.lgs. n. 164/2024) e 281-undecies, comma 1 (come modificato, con effetto dal 26/11/2024, dall'art.1, comma 2 lett. ff), d.lgs. n. 164/2024), dello stesso codice. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà». 4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014. 5. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 1 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010. 6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26/11/2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1 lett. h), d.lgs. n. 164/2024. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A far tempo dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 8. Precisare i dati catastali sulla scorta della relativa certificazione, acquisibile presso l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate territorialmente competente. 9. «Identificare» il Comune. 10. Indicare il nominativo del perito. 11. Precisare generalità e recapiti. 12. Si possono, ovviamente, indicare testi soltanto su alcuni dei capitoli. 13. Indicare altri eventuali mezzi di prova utili al bisogno. 14. Occorre rammentare che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento. 15. Eventuali altri documenti utili al bisogno. 16. Il contributo unificato è dovuto nella stessa misura di quello previsto per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Si veda in argomento il paragrafo ii) del Commento. COMMENTOi) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica. ii) A decorrere dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto nella stessa misura prevista perle cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo”, quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse, dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice. iii) La disciplina del procedimento semplificato di cognizione si rinviene negli artt. 281-decies ss. (rito semplificato «ordinario») e negli artt. 1,3,4,5 e da 14 a 30-bis, d.lgs. n. 150/2011 (rito semplificato «obbligatorio»). Trattasi di una procedura semplificata, alternativa (salvi i casi di obbligatorietà introdotti dal d.lgs. citato) al giudizio ordinario a cognizione piena. Trattasi di procedimento fruibile per la definizione delle cause «semplici» o, più esattamente, «non complesse» (vale a dire nei casi in cui i fatti di causa non siano controversi, o quando la domanda sia fondata su prova documentale o di pronta soluzione, o quando non si richieda un'istruzione complessa. Va precisato che gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati dal d.lgs. n. 164/2024 e che la modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione oppure non richieda un'istruzione non complessa. Il d.lgs. n. 164/2024 ha esteso l'applicabilità delle disposizioni dell'art. 281-decies anche alle opposizioni previste dagli articoli 615, comma 1, 617, comma 1, e 645. iv) Per ciò che attiene al procedimento semplificato di cognizione disciplinato dal codice di rito, lo stesso è facoltativo, essendo rimessa all'attore la scelta se ricorrere ad esso oppure al giudizio ordinario per l'introduzione della causa. Incidentalmente, va osservato che la scelta di introdurre il giudizio nella forma del procedimento semplificato di cognizione è ineludibile al fine di poter poi esigere, ove ne concorrano le ulteriori condizioni, indennizzo per violazione della durata ragionevole del processo. Si vedano gli artt. 1-ter (modificato dall'art. 15, comma 1 d.lgs. n. 149/2022) e 2, l. n. 89/2001 e succ. modif. La scelta attorea può essere disattesa dal Giudice laddove quest'ultimo ritenga la causa non compatibile con le forme semplificate, giacché «complessa». In tale ipotesi, deve essere disposta, con ordinanza non impugnabile, la conversione del procedimento semplificato in quello ordinario (art. 281-duodecies, comma 1). Il Giudice può disattendere anche la scelta attorea di procedere con il rito a cognizione ordinaria. La fattispecie è disciplinata dall'art. 183-bis, nel testo introdotto dal d.lgs. n. 149/2022. v) La domanda deve essere proposta nella forma del ricorso, che va diretto, nel caso del rito semplificato «ordinario» al tribunale territorialmente competente e, nel caso del rito semplificato «obbligatorio», al Giudice indicato nelle disposizioni contenute negli artt. da 14 a 30-bis del d.lgs. citato. Il contenuto del ricorso è disciplinato dagli artt. 125 e 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125, 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26 novembre 2024, dall'art. 1, comma 2, lett. a), d.lgs. n. 164/2024) e 281-undecies, comma 1 (come modificato, con effetto dal 26 novembre2024, dall'art. 1, comma 2, lett. ff), d.lgs. n. 164/2024), dello stesso codice. Successivamente al deposito (con modalità telematiche) del ricorso (che comporta interruzione della prescrizione del diritto fatto valere – v. Cass. III, n. 24891/2021) ed all'iscrizione della causa a ruolo, il Giudice designato, entro cinque giorni dalla designazione, deve fissare con decreto l'udienza di comparizione delle parti con assegnazione al convenuto del termine per la costituzione in giudizio, che deve avvenire non oltre dieci giorni prima dell'udienza. Ricorso e decreto devono essere notificati al convenuto almeno quaranta giorni liberi prima della data fissata per la sua costituzione. I termini in questione sono soggetti alla sospensione feriale disciplinata dalla l. n. 742/1969, salve le eccezioni ivi previste. vi) Ai sensi dell'art. 281-duodecies, comma 1, alla prima udienza il Giudice, se rileva che per la domanda principale o per la domanda riconvenzionale non ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell'art. 281-decies, dispone con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito ordinario fissando l'udienza di cui all'art. 183 (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022), rispetto alla quale decorrono i termini previsti dall'art. 171-ter (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). Altrimenti, ai sensi del quarto comma dell'art. 171-bis (disposizione interamente riformulata dal d.lgs n. 164/2024 e sostitutiva di quella recata dall'art. 183-bis, abrogato dal d.lgs. citato), il Giudice, se ritiene che in relazione a tutte le domande proposte ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell'articolo 281-decies, dispone la prosecuzione del processo nelle forme del rito semplificato di cognizione e provvede alle conseguenti prescrizioni. vii) Il provvedimento di definizione del giudizio è rappresentato da una sentenza (ordinanza, con riguardo ai procedimenti instaurati anteriormente al 1° marzo 2023), di accoglimento o di rigetto delle domande, con cui si provvede anche sulle spese di lite, provvisoriamente esecutiva e costituente titolo per l'iscrizione di ipoteca giudiziale e per la trascrizione. Ove il Tribunale agisca in composizione monocratica, il Giudice, quando rimette la causa in decisione, procede a norma dell'art. 281-sexies (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022). Nelle cause in cui, invece, il Tribunale giudica in composizione collegiale, si procede a norma dell'art. 275-bis (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). Ai sensi dell'art. 281-terdecies, comma 2, la sentenza è impugnabile nei modi ordinari. A tale proposito, deve rammentarsi che, vigente il rito sommario di cognizione (artt. 702 ss.), era consolidato il principio secondo cui l'impugnazione dell'ordinanza conclusiva del giudizio poteva essere proposta esclusivamente nella forma ordinaria dell'atto di citazione (principio consolidato – v., ex multis, da ultimo, Cass. I, ord., n. 16566/2021; Cass. VI, ord., n. 6318/2020; Cass. II, ord., n. 24379/2019; Cass. I, ord., n. 8757/2018). viii) Il procedimento che si reca ad esempio in questa formula è da ritenere sicuramente di natura non complessa, giacché non richiedente accertamenti approfonditi né attività istruttoria di lunga durata e risultando poste due sole questioni di diritto. ix) Avendo ad oggetto diritti reali, l'azione di cui alla formula rientra fra quelle in ordine a cui la procedura di mediazione (art. 5, comma 1 d.lgs. n. 28/2010, come modificato dal d.lgs. n. 149/2022) costituisce condizione di procedibilità. Appare obbligato anche il ricorso alla procedura di negoziazione assistita (d.l. n. 132/2014 conv., con modif. in l. n. 162/2014), da svolgere con riguardo alla domanda di risarcimento del danno. x) Per gli aspetti di diritto sostanziale, in estrema sintesi, va ricordato quanto segue: Ai sensi dell'art. 873 c.c., le costruzioni su fondi finitimi, salvo che siano unite o aderenti, devono essere tenute a distanza non minore di tre metri. Nei regolamenti locali può essere stabilita una distanza maggiore. Le norme regolamentari relative alle distanze vengono ritenute integrative del codice civile ed hanno valore di norme giuridiche (anche se di natura secondaria), spettando, pertanto, al Giudice, in virtù del principio iura novit curia, acquisirne conoscenza d'ufficio, quando la violazione di esse sia dedotta da una delle parti del giudizio (Cass. VI, ord., n. 7715/2022; Cass. II, ord., n. 2661/2020). In giurisprudenza si è precisato che il rinvio ai regolamenti edilizi (che hanno la finalità non solo di disciplinare i rapporti di vicinato fra privati ma anche quella di promuovere un ordinato assetto urbanistico) si estende a tutta la disciplina predisposta da tali fonti e quindi anche alle norme che, oltre a stabilire una maggiore distanza tra gli edifici, disciplinano la distanza in riferimento al distacco tra fabbricati e confine (Cass. II, ord., n. 22054/2018; in tema di operatività del principio di prevenzione, si vedano Cass. II, n. 22447/2019; Cass. II, ord., n. 14705/2019; Cass. II, ord., n. 5146/2019). Dal carattere integrativo della disciplina codicistica consegue che la violazione delle suddette normative dà diritto a pretendere la riduzione in pristino oltre al risarcimento del danno (Cass. II, n. 21501/2018). Ai fini della disciplina sulle distanze legali, è «costruzione» qualsiasi opera edilizia non completamente interrata che realizzi una determinata volumetria ed abbia i caratteri della stabilità, della consistenza e dell'immobilizzazione al suolo, indipendentemente dalla tecnica costruttiva adoperata che possa creare quelle intercapedini dannose che la legge, stabilendo la distanza minima tra le costruzioni, intende evitare (Cass. II, n. 21173/2019; Cass. II, ord., n. 5145/2019; Cass. II, ord., n. 23843/2018; Cass. VI, ord., n. 5753/2014). I regolamenti locali non possono derogare alla definizione di costruzione quale emerge dalla disciplina codicistica giacché il rinvio del contenuto nell'art. 873 alle fonti locali è limitato alla facoltà di stabilire una distanza maggiore (tra edifici o dal confine) rispetto a quella codicistica ovvero di stabilire punti di riferimento, per la determinazione delle distanze, diversi da quelli indicati dal codice civile (Cass. II, ord., n. 23845/2018; Cass. II, ord., n. 23843/2018; Cass. II, n. 144/2016). Poiché nessuna parte del fabbricato deve trovarsi a distanza minore da quella minima prescritta, la distanza stessa deve essere misurata dalla faccia esterna della fabbrica preesistente. La distanza va calcolata dai punti di massima sporgenza dei due fabbricati. Nell'ipotesi di edificio dotato di sporgenze per stabilire se esse sino computabili nel calcolo delle distanze, occorre accertare, se esse costituiscono sporti ornamentali, inidonei a determinare intercapedini dannose o pericolose, oppure aggetti, incidenti strutturalmente e funzionalmente sul volume e la superficie dell'immobile (Cass. II, ord., n. 25191/2021). Vengono ritenuti non computabili nel calcolo delle distanze fra costruzioni, in quanto inidonei a creare intercapedini, gli sporti aventi funzione meramente ornamentale e di rifinitura, quali canali di gronda, cornicioni, lesene e simili, ma non anche le sporgenze di particolari proporzioni, come i balconi, costituite da solette aggettanti anche se scoperte, di apprezzabile profondità ed ampiezza e più in generale le parti dell'edificio aventi natura di opera edilizia, presentando connotati di consistenza e stabilità, quali scale, terrazze e corpi avanzati (cosiddetti “aggettanti”) che, seppure non corrispondono a volumi abitativi coperti sono destinate ad estendere ed ampliare la consistenza del fabbricato (Cass. II, n. 18282/2016; Cass. II, n. 5594/2016). La domanda diretta a denunciare la violazione delle distanze legali da parte del proprietario del fondo vicino e ad ottenere l'arretramento della sua costruzione, tendendo a salvaguardare il diritto di proprietà dell'attore dalla costituzione di una servitù di contenuto contrario al limite violato e ad impedirne tanto l'esercizio attuale, quanto il suo acquisto per usucapione, ha natura di actio negatoria servitutis ed è, pertanto, soggetta a trascrizione ai sensi dell'art. 2653, n. 1 e n. 5 c.c. (Cass. II, n. 14710/2019; Cass. II, n. 10005/2015). Per ciò che concerne l'azione risarcitoria per il danno determinato prima della riduzione in pristino, si veda Cass. II, n. 7752/2013. |