Ricorso ex art. 281-undecies c.p.c. per ottenere il pagamento di somma di denaro

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

La disciplina del procedimento semplificato di cognizione si rinviene negli artt. del codice di rito da 281-decies a 281-terdecies (rito semplificato «ordinario») e negli artt. 1,3,4,5 e da 14 a 30-bis del d.lgs. n. 150/2011 (rito semplificato «obbligatorio»).

Gli artt. da 281-decies a 281-terdecies sono stati introdotti nel c.p.c. dall'art. 3, comma 21 del d.lgs. n. 149/2022 in sostituzione degli artt. da 702-bis a 702-quater, e sono applicabili ai procedimenti instaurati a decorrere dal 1° marzo 2023, mentre per quelli pendenti alla data del 28 febbraio 2023 restano applicabili le disposizioni anteriormente vigenti (v. art. 35, comma 1 d.lgs. cit., come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022).

Le medesime regole valgono per le disposizioni del d.lgs. n. 150/2011 sopra richiamate, tutte, eccezion fatta per l'art. 5, modificate dagli artt. 15 e 24 del d.lgs. n. 149/2022, che ha anche introdotto l'art. 30-bis.

Per ciò che attiene alle modifiche specificamente apportate al codice di rito e al d.lgs. n. 150/2011, si fa rinvio alle formule in materia.

In linea generale, deve annotarsi che le modifiche, oltre a quella del nomen della procedura, da rito sommario di cognizione a procedimento semplificato di cognizione, sono consistite a) nell'ampliamento dei casi in cui si può fruire della procedura semplificata, non più limitata alle cause di competenza del tribunale in composizione monocratica, ma estesa a quelle di competenza del tribunale in composizione collegiale; b) nella “qualità” del provvedimento decisorio, non più ordinanza ma sentenza; c) nell'applicabilità delle norme ordinarie in materia di impugnazione.

Gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati dal d.lgs. n. 164/2024. La modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione o non richieda un'istruzione non complessa.

Nel testo della formula, nonché nelle note e nel Commento si provvederà a segnalare le novità di maggiore rilievo e, occorrendo, a fare raffronti fra la disciplina originaria e quella succeduta.

La formula riporta esemplificazione di ricorso relativo a procedimento instaurato a decorrere dal 26 novembre 2024.

Il ricorso al procedimento semplificato di cognizione «ordinario» è facoltativo, essendo rimessa all'attore la scelta se ricorrere ad esso oppure al giudizio ordinario per l'introduzione della causa.

Il procedimento semplificato di cognizione «ordinario» (che si distingue per più aspetti dal rito semplificato di cognizione «obbligatorio») è fruibile per la definizione delle cause «semplici» o «non complesse», più esattamente, nelle ipotesi in cui i fatti di causa non siano controversi o quando la domanda sia fondata su prova documentale o di pronta soluzione o richieda un'istruzione non complessa. Nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica la domanda può essere sempre proposta nelle forme del procedimento semplificato.

Qualora il debitore di somma di denaro non abbia adempiuto all'obbligazione facentegli carico, il creditore può rivolgersi al Giudice per formare titolo (la decisione) atto ad essere fatto valere con esecuzione forzata. Il caso concreto riguarda pretesa di pagamento di saldo del corrispettivo di prestazione d'opera e del «maggior danno» di cui all'art. 1224, comma 2 c.c.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a Euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula è stata tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

RICORSO EX ART. 281-UNDECIES C.P.C. PER OTTENERE IL PAGAMENTO DI SOMMA DI DENARO [2]

Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., nella sua qualità di titolare della ditta omonima (con sede in ..., via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ), elettivamente domiciliato in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [4], C.F. ... [5][6], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [7].

PREMESSO IN FATTO

i) In data ..., i coniugi Sigg.ri ... conferivano all'odierno attore, titolare della ditta omonima, l'incarico di eseguire lavori di falegnameria nell'abitazione di loro proprietà, sita in ....

ii) Tali lavori dovevano consistere nel rifacimento delle porte di comunicazione fra le varie stanze dell'appartamento, nell'applicazione di doghettature al soffitto della mansarda, nel rifacimento delle pedate dei gradini in legno, nella realizzazione del portone d'ingresso con blindatura, nel rafforzamento di travature della cantina, nella sostituzione delle persiane in legno.

iii) Veniva redatto preventivo, che veniva approvato per scritto da entrambi i suddetti coniugi.

Prima dell'inizio dei lavori, questi ultimi provvedevano a versare acconto nella misura di Euro ..., pari a circa il ... % del corrispettivo dovuto, con accordo che il saldo sarebbe stato corrisposto al momento della consegna dei lavori.

Ultimati i lavori e fattane consegna senza contestazione alcuna, il pagamento del saldo non è invece, avvenuto.

iv) Nessun esito hanno sortito i molti solleciti verbali né le ripetute diffide a mezzo legale.

PREMESSO IN DIRITTO

i) Fra le parti è stato stipulato contratto di prestazione d'opera.

Ve ne è riscontro obiettivo nel preventivo firmato da tutte le parti.

ii) L'odierno attore ha eseguito la propria prestazione e ad opera d'arte, tanto che né al momento della consegna né sino ad oggi, trascorsi ormai ... mesi, nessuna contestazione è stata mossa.

Il costo dei materiali è dimostrato dalle fatture di acquisto.

L'effettivo utilizzo di tali materiali è constatabile in via diretta.

Il costo dell'opera corrisponde a quello usualmente praticato nel territorio per lavori della specie di quelli commissionati.

iii) L'attore ha subito «maggior danno», giusta i maggiori oneri (interessi passivi) sostenuti per acquisire altrove le somme di denaro di cui non ha potuto disporre a causa della mora dei debitori.

iv) È stato dato corso a tentativo di mediazione ex art. 5, comma 1, d.lgs. n. 28/2010[8].

Tutto ciò premesso, il sottoscritto (nella qualità), come in atti rappresentato, difeso e domiciliato

RICORRE

a Codesto Tribunale affinché, ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 2, c.p.c., fissi con decreto l'udienza di comparizione delle parti innanzi al Giudice designato, e il termine per la costituzione delle controparti, ... res. in ..., via/piazza ... cui va dato, sin d'ora, avvertimento che deve/devono costituirsi in giudizio non oltre dieci giorni prima dell'udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 281-undecies, comma 3, c.p.c., pena le decadenze di cui agli artt. 38, 167 e 281-undecies, commi 3 e 4, dello stesso codice; con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che possono (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in loro contumacia, per ivi, respinta ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

1) Voglia il Tribunale adito, disattesa ogni contraria domanda, eccezione e deduzione, accertata l'effettività della prestazione d'opera eseguita dall'attore in favore dei convenuti, condannare questi ultimi, in solido fra loro, al pagamento della somma di Euro ..., quale saldo dovuto, maggiorato dell'importo degli interessi legali e di quanto dovuto a titolo di maggior danno, quantificato in Euro ... o nella diversa somma che, all'esito dell'istruttoria, verrà ritenuta di giustizia.

2) Condannare i convenuti, in solido tra loro, alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato dai d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) in favore dell'attore.

In via istruttoria

1) Ammettere interrogatorio formale dei convenuti e prova per testi sui seguenti capitoli:

a) Vero che ...

b) Vero che ...

c) Vero che ...

Si indicano a testi su tutti i capitoli i Sigg.ri ...;

2) Disporre CTU per averne in atti la descrizione delle opere eseguite ed elementi atti a consentire di stabilirne il costo;

3) ... [9].

Si offrono in comunicazione, mediante deposito nelle forme di rito [10], i seguenti documenti:

1) preventivo sottoscritto dalle parti;

2) fatture di acquisto dei materiali utilizzati e relativi DDT;

3) fattura emessa al momento della prestazione dell'acconto, con dicitura pagato;

4) fattura emessa per l'esazione del saldo ...;

5) missive raccomandate con a.r. di diffida ad adempiere e messa in mora, rispettivamente in data ... e in data ...;

6) ... [11].

Ai sensi dell'art. 14 d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... Il contributo unificato, già versato, deve essere, pertanto, fatto pari a Euro ... (misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza [12].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Io sottoscritto ..., nato a ... il ..., residente in ..., via/ piazza ..., nella qualità di titolare dell'omonima ditta, delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. ....

Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito.

Il delegante ...

Luogo e data ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. Per ciò che attiene alla competenza territoriale, trattandosi - nel caso di specie - di controversia tra professionista e consumatore, va osservato il disposto dell'art. 33 d.lgs. n. 206/2005, che sancisce quale foro competente quello della residenza o domicilio elettivo del consumatore.

2. Il contenuto del ricorso è disciplinato dagli artt. 125 e 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125, 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26/11/2024, dall'art. 1, comma 2 lett. a), d.lgs. n. 164/2024) e 281-undecies, comma 1 (come modificato, con effetto dal 26/11/2024, dall'art.1, comma 2. lett. ff), d.lgs. n. 164/2024), dello stesso codice. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014.

5. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE.

l'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26/11/2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs, n. 164/2024.

7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A far tempo dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

8. Ai sensi dell'art. 5, comma 1 d.lgs. n. 28/2010 (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022, l'esperimento del procedimento di mediazione è condizione di procedibilità anche per le controversie in materia di “opera”. Per il vero, nel caso preso in esame nella formula, la controversia attiene unicamente all'obbligazione contrattuale di pagamento somma, ma nulla osta a che sia dato corso a mediazione “volontaria”. Pur trattandosi di domanda di pagamento di somma inferiore a Euro 50.000,00, non deve essere dato corso alla procedura di negoziazione assistita. Infatti, ai sensi dell'art. 3, comma 1 d.l. n. 132/2014 conv., con modif. nella l. n. 162/2014, la relativa disciplina non si applica alle controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori.

9. Indicare eventuali altri mezzi utili di prova al bisogno.

10. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali e dei documenti, ivi compresa la nota di iscrizione a ruolo, da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26/11/2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

11. Altri documenti utili al bisogno.

12. Il contributo unificato è dovuto nella stessa misura di quello previsto per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Si veda in argomento il paragrafo ii) del Commento.

COMMENTO

i) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica.

ii) A decorrere dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto nella stessa misura prevista perle cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo”, quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse, dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice.

iii) La disciplina del procedimento semplificato di cognizione si rinviene negli artt. 281-decies ss. (rito semplificato «ordinario») e negli artt. 1,3,4,5 e da 14 a 30-bis, d.lgs. n. 150/2011 (rito semplificato «obbligatorio»).

Trattasi di una procedura semplificata, alternativa (salvi i casi di obbligatorietà introdotti dal d.lgs. citato) al giudizio ordinario a cognizione piena. Trattasi di procedimento fruibile per la definizione delle cause «semplici» o, più esattamente, «non complesse» (vale a dire nei casi in cui i fatti di causa non siano controversi, o quando la domanda sia fondata su prova documentale o di pronta soluzione, o quando non si richieda un'istruzione complessa.

Va precisato che gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati dal d.lgs. n. 164/2024 e che la modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione oppure non richieda un'istruzione non complessa.

Il d.lgs. n. 164 /2024 ha esteso l'applicabilità delle disposizioni dell'art. 281-decies anche alle opposizioni previste dagli articoli 615, comma 1, 617, comma 1, e 645.

iv) Per ciò che attiene al procedimento semplificato di cognizione disciplinato dal codice di rito, lo stesso è facoltativo, essendo rimessa all'attore la scelta se ricorrere ad esso oppure al giudizio ordinario per l'introduzione della causa.

Incidentalmente, va osservato che la scelta di introdurre il giudizio nella forma del procedimento semplificato di cognizione è ineludibile al fine di poter poi esigere, ove ne concorrano le ulteriori condizioni, indennizzo per violazione della durata ragionevole del processo. Si vedano gli artt. 1-ter (modificato dall'art. 15, comma 1 d.lgs. n. 149/2022) e 2, l. n. 89/2001 e succ. modif.

La scelta attorea può essere disattesa dal Giudice laddove quest'ultimo ritenga la causa non compatibile con le forme semplificate, giacché «complessa». In tale ipotesi, deve essere disposta, con ordinanza non impugnabile, la conversione del procedimento semplificato in quello ordinario (art. 281-duodecies, comma 1).

v) La domanda deve essere proposta nella forma del ricorso, che va diretto, nel caso del rito semplificato «ordinario» al tribunale territorialmente competente e, nel caso del rito semplificato «obbligatorio», al Giudice indicato nelle disposizioni contenute negli artt. da 14 a 30-bis del d.lgs. citato.

Il contenuto del ricorso è disciplinato dall'art. 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125 e 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto dal 26 novembre 2024, dall'art. 1 d.lgs. n. 164/2024) dello stesso codice.

Successivamente al deposito del ricorso (che comporta interruzione della prescrizione del diritto fatto valere – v. Cass. III, n. 24891/2021) ed all'iscrizione della causa a ruolo, il Giudice designato, entro cinque giorni dalla designazione, deve fissare con decreto l'udienza di comparizione delle parti con assegnazione al convenuto del termine per la costituzione in giudizio, che deve avvenire non oltre dieci giorni prima dell'udienza.

Ricorso e decreto devono essere notificati al convenuto almeno quaranta giorni liberi prima della data fissata per la sua costituzione.

I termini in questione sono soggetti alla sospensione feriale disciplinata dalla l. n. 742/1969, salve le eccezioni ivi previste.

La costituzione del convenuto deve avvenire mediante deposito (con modalità telematiche) della comparsa di risposta, nella quale deve proporre le sue difese e prendere posizione sui fatti posti dal ricorrente a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui intende avvalersi e i documenti che offre in comunicazione, nonché formulare le conclusioni. Inoltre, a pena di decadenza, il convenuto deve proporre in sede di comparsa le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni processuali e di merito che non sono rilevabili d'ufficio.

Il convenuto può chiamare in causa un terzo. Per esercitare tale facoltà deve, a pena di decadenza, farne dichiarazione nella comparsa di costituzione e chiedere al Giudice designato lo spostamento dell'udienza.

vi) Ai sensi dell'art. 281-duodecies, comma 1, alla prima udienza il Giudice, se rileva che per la domanda principale o per la domanda riconvenzionale non ricorrono i presupposti di cui al comma 1 dell'art. 281-decies, dispone con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito ordinario fissando l'udienza di cui all'art. 183 (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022), rispetto alla quale decorrono i termini previsti dall'art. 171-ter (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

Altrimenti, ai sensi del quarto comma dell'art. 171-bis (disposizione interamente riformulata dal d.lgs n. 164/2024 e sostitutiva di quella recata dall'art. 183-bis, abrogato dal d.lgs. citato), il Giudice, se ritiene che in relazione a tutte le domande proposte ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell'articolo 281-decies, dispone la prosecuzione del processo nelle forme del rito semplificato di cognizione e provvede alle conseguenti prescrizioni.

vii) Il provvedimento di definizione del giudizio è rappresentato da una sentenza (ordinanza, con riguardo ai procedimenti instaurati anteriormente al 1° marzo 2023), di accoglimento o di rigetto delle domande, con cui si provvede anche sulle spese di lite, provvisoriamente esecutiva e costituente titolo per l'iscrizione di ipoteca giudiziale e per la trascrizione. Ove il Tribunale agisca in composizione monocratica, il Giudice, quando rimette la causa in decisione, procede a norma dell'art. 281-sexies (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022). Nelle cause in cui, invece, il Tribunale giudica in composizione collegiale, si procede a norma dell'art. 275-bis (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

Ai sensi dell'art. 281-terdecies, comma 2, la sentenza è impugnabile nei modi ordinari. A tale proposito, deve rammentarsi che, vigente il rito sommario di cognizione (artt. 702 ss.), era consolidato il principio secondo cui l'impugnazione dell'ordinanza conclusiva del giudizio poteva essere proposta esclusivamente nella forma ordinaria dell'atto di citazione (principio consolidato – v., ex multis, da ultimo, Cass. I, ord., n. 16566/2021; Cass. VI, ord., n. 6318/2020; Cass. II, ord., n. 24379/2019; Cass. I, ord., n. 8757/2018).

viii) Il procedimento che si reca ad esempio in questa formula è da ritenere sicuramente di natura non complessa, giacché non richiedente accertamenti approfonditi né attività istruttoria di lunga durata e risultando posta una sola questione di diritto, quella afferente al «maggior danno».

Con riguardo a tale oggetto, va rammentato che ogni diatriba deve ritenersi risolta a seguito dell'intervento delle Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione (Cass. S.U., n. 19499/2008).

Le S.U. hanno stabilito che il risarcimento del maggior danno spetta a qualunque creditore, quali che ne siano la qualità soggettiva e l'attività svolta. In tal modo è stata eliminata qualsiasi differenziazione tra danneggiati, come accadeva, invece, in precedenza.

Le Sezioni Unite hanno, altresì, stabilito a) che la svalutazione monetaria sopravvenuta tra la mora e l'adempimento costituisce una ipotesi di «maggior danno» di cui all'art. 1224, comma 2 c.c., e può consistere sia nei maggiori oneri (interessi passivi) sostenuti dal creditore per acquisire altrove le somme di denaro di cui non ha potuto disporre a causa della mora del debitore, sia nei lucri finanziari perduti dal creditore, per non avere potuto investire la somma dovutagli; b) che il danno da svalutazione monetaria è un danno connaturale alla mora, che si presume (presunzione iuris tantum) esistente per il solo fatto che si sia verificata inflazione tra la mora ed il pagamento.

Con una successiva pronuncia, le Sezioni Unite hanno precisato che il creditore di un'obbligazione di valuta, il quale intenda ottenere il ristoro del pregiudizio da svalutazione monetaria, ha l'onere di domandare il risarcimento del «maggior danno» ai sensi dell'art. 1224, comma 2 c.c., non potendosi limitare a domandare semplicemente la condanna del debitore al pagamento del capitale e della rivalutazione, non essendo quest'ultima una conseguenza automatica del ritardato adempimento delle obbligazioni di valuta. (Cass. S.U., n. 5743/2015 e, nello stesso senso, Cass. I, n. 16565/2018).

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