Ricorso ex art. 281-undecies c.p.c., con domanda risarcitoria, iure hereditatis, del danno biologico terminale

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

La disciplina del procedimento semplificato di cognizione si rinviene negli artt. del codice di rito da 281-decies a 281-terdecies (rito semplificato «ordinario») e negli artt. 1,3,4,5 e da 14 a 30-bis del d.lgs. n. 150/2011 (rito semplificato «obbligatorio»).

Gli artt. da 281-decies a 281-terdecies sono stati introdotti nel c.p.c. dall'art. 3, comma 21 del d.lgs. n. 149/2022 in sostituzione degli artt. da 702-bis a 702-quater, e sono applicabili ai procedimenti instaurati a decorrere dal 1° marzo 2023, mentre per quelli pendenti alla data del 28 febbraio 2023 restano applicabili le disposizioni anteriormente vigenti (v. art. 35, comma 1 d.lgs. cit., come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022).

Le medesime regole valgono per le disposizioni del d.lgs. n. 150/2011 sopra richiamate, tutte, eccezion fatta per l'art. 5, modificate dagli artt. 15 e 24 del d.lgs. n. 149/2022, che ha anche introdotto l'art. 30-bis.

Per ciò che attiene alle modifiche specificamente apportate al codice di rito e al d.lgs. n. 150/2011, si fa rinvio alle formule in materia.

In linea generale, deve annotarsi che le modifiche, oltre a quella del nomen della procedura, da rito sommario di cognizione a procedimento semplificato di cognizione, sono consistite a) nell'ampliamento dei casi in cui si può fruire della procedura semplificata, non più limitata alle cause di competenza del tribunale in composizione monocratica, ma estesa a quelle di competenza del tribunale in composizione collegiale; b) nella “qualità” del provvedimento decisorio, non più ordinanza ma sentenza; c) nell'applicabilità delle norme ordinarie in materia di impugnazione.

Gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati dal d.lgs. n. 164/2024. La modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione o non richieda un'istruzione non complessa.

Nel testo della formula, nonché nelle note e nel Commento si provvederà a segnalare le novità di maggiore rilievo e, occorrendo, a fare raffronti fra la disciplina originaria e quella succeduta.

La formula riporta esemplificazione di ricorso relativo a procedimento instaurato a decorrere dal 26 novembre 2024.

Il ricorso al procedimento semplificato di cognizione «ordinario» è facoltativo, essendo rimessa all'attore la scelta se ricorrere ad esso oppure al giudizio ordinario per l'introduzione della causa.

Il procedimento semplificato di cognizione «ordinario» è fruibile per la definizione delle cause «semplici» o «non complesse», più esattamente, nelle ipotesi in cui i fatti di causa non siano controversi o quando la domanda sia fondata su prova documentale o di pronta soluzione o richieda un'istruzione non complessa. Nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica la domanda può essere sempre proposta nelle forme del procedimento semplificato.

È ormai consolidato l'orientamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui è configurabile in capo al danneggiato un danno biologico risarcibile («danno biologico terminale»), da ritenere effettivo allorché sia intercorso un «apprezzabile lasso di tempo» fra le lesioni subite e la morte causata dalle stesse; secondo cui, inoltre, in tale ipotesi, il diritto maturatosi in capo al danneggiato a conseguire il risarcimento è trasmissibile agli eredi.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1][2]

RICORSO EX ART. 281-UNDECIES C.P.C., CON DOMANDA RISARCITORIA, IURE HEREDITATIS, DEL DANNO BIOLOGICO TERMINALE

La Sig.ra ..., nata a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliata in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [4], C.F. ... [5][6], che la rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [7].

PREMESSO IN FATTO

i) Il giorno ... è deceduto, a seguito di malattia indotta da subito sinistro stradale, il Sig. ..., coniuge dell'istante.

ii) L'occorso è da ascrivere al Sig. ..., conducente dell'autovettura ... tg. ... [8].

Quest'ultimo, il giorno ..., circa alle ore ..., mentre percorreva alla guida del suddetto veicolo la via ..., sita nella prima periferia del Comune di ..., d'improvviso perdeva il controllo dello stesso, che sbandava e terminava la sua corsa sul marciapiede su cui al momento transitava il coniuge dell'istante, il quale veniva investito in pieno, riportando lesioni gravissime e, a seguire, trascorsa quasi una settimana, perdendo la vita.

iii) Non è dubitabile - le risultanze dell'esame autoptico sono assai eloquenti in proposito - che tra l'occorso, come descritto, e l'evento morte vi sia stato rapporto di causalità.

L'impatto subito dal coniuge dell'istante è stato ritenuto condizione unica dell'evento, ed è stato escluso che si siano inserite nella serie causale circostanze eccezionali e/o atipiche.

iv) Fra il momento dell'occorso e il decesso è intercorsa quasi una settimana, nel corso della quale il Sig. ... è sempre rimasto pressoché perfettamente lucido.

v) La responsabilità dell'occorso è incontroversa, essendosi il Sig. ..., sin dal primo momento, addossata ogni colpa e neppure il suo assicuratore per la r.c.a. ( ... ) avendo eccepito alcunché in proposito.

vi) Di tutte le riferite circostanze verrà data, comunque, ove occorrente, prova puntuale e precisa.

vii) In assenza di figli e non essendovi disposizioni testamentarie, l'istante è erede universale del coniuge Sig. ....

viii) L'istante ha chiesto al responsabile dell'evento ed al suo assicuratore la liquidazione sia del danno sofferto iure proprio (in via diretta), sia, iure hereditatis (quale erede), del danno sofferto dal coniuge vittima del sinistro.

Per quanto inerente alla prima voce di danno, ogni controversia tra le parti è cessata. La sussistenza del danno sofferto in via diretta dall'istante è stata riconosciuta e l'assicuratore del responsabile del sinistro ha provveduto alla liquidazione del relativo importo.

Per ciò che, invece, concerne la seconda voce di danno, è sorta controversia tra le parti, sia sull'an che, soprattutto, sul quantum.

ix) Le varie diffide inoltrate alle controparti non hanno sortito alcun esito, né alcun esito ha sortito la procedura di negoziazione assistita [9].

PREMESSO IN DIRITTO [10]

i) Come chiarito nella premessa di fatto, ogni questione relativa al danno sofferto dall'istante iure proprio (danno da perdita del congiunto, conseguenza della lesione del rapporto parentale) è stata definita.

ii) Per quanto, invece, riguarda il diritto dell'istante ad avere iure hereditatis quanto spettante al coniuge per il sofferto «danno biologico terminale», vi è completo disaccordo fra le parti, venendo contestato sia l'an sia, in subordine, il quantum della «pretesa».

iii) Debbono valere sul tema le considerazioni seguenti:

Per ciò che attiene la domanda risarcitoria iure successionis, è ormai consolidato l'orientamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui è configurabile in capo al danneggiato un danno biologico risarcibile (c.d. «danno biologico terminale»), da ritenere effettivo allorché sia intercorso un «apprezzabile lasso di tempo» (sufficiente per poter ritenere «apprezzabile» il danno alla salute) tra le lesioni subite e la morte causata dalle stesse; secondo cui, inoltre, in tale ipotesi, il diritto maturatosi in capo al danneggiato a conseguire il risarcimento è trasmissibile agli eredi, i quali potranno agire, iure successionis, nei limiti della relativa quota, per far valere la relativa pretesa, nei confronti del «danneggiante» (termine da intendere in senso lato, ad includere sia il danneggiante in senso stretto, sia, così come nella fattispecie, il suo assicuratore per la r.c.a.).

In altri termini, danno iure hereditatis compete allorché sia da ritenere, a carico del deceduto de cuius, danno alla persona per l'invalidità temporanea maturata tra il momento della lesione e il momento della morte, a prescindere dallo stato di coscienza o incoscienza del leso e da liquidarsi avendo riguardo, quali parametri oggettivi di riferimento, all'età della vittima, alle sue condizioni coscienza, alle modalità di verificazione del fatto, all'entità ed alla natura del vulnus (dell'offesa) subito, o anche, preferibilmente, utilizzando i parametri delle tabelle dei tribunali (con netta preferenza per le tabelle elaborate dal Tribunale di Milano), ma in ogni caso tenendo in conto correttivi «personalizzanti», in considerazione della particolarità della situazione.

iv) Orbene, con riferimento al caso di specie, non appare dubitabile che siano sussistenti tutti i presupposti enunciati per la configurabilità del danno biologico c.d. «terminale» e che tale danno si sia effettivamente verificato, risultando appieno «apprezzabile» dalla vittima - rimasta, come ricordato, pressoché sempre lucida – anche in ragione del significativo intervallo temporale occorso fra il sinistro e l'exitus.

Né, date le circostanze, può esservi dubbio che il danno prodotto sia stato, per intensità, di assoluto rilievo, essendo la lesione alla salute così elevata da non essere suscettibile di recupero.

v) L'ammontare di tale danno è da commisurare all'invalidità temporanea e non già all'invalidità permanente.

È consolidato l'orientamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui, nelle ipotesi in considerazione, il danno è da liquidare in relazione all'effettiva menomazione dell'integrità psico-fisica patita dalla vittima per il periodo di tempo trascorso fra le lesioni ed il decesso, conseguendone che il suo ammontare è da commisurare soltanto all'invalidità assoluta temporanea e non già all'invalidità permanente. Con la necessità della «personalizzazione», dovendo l'ammontare del danno essere determinato in misura adeguata alle circostanze del caso concreto.

Tra i criteri «personalizzanti» dovrà essere tenuto in considerazione il fatto che il coniuge dell'istante, nell'apprezzabile lasso di tempo di cui sopra, si è mantenuto pressoché costantemente lucido, subendo anche danno «catastrofale», nell'accezione di «danno morale puro subito dalla vittima che è consapevole della gravità delle sue condizioni e attende lucidamente, benché atterrita, l'approssimarsi ineluttabile della morte», così potendo preconizzare l'incombenza dell'inevitabile evento catastrofico a suo danno, con conseguente sofferenza morale massima.

vi) Fatte queste premesse, il danno dovrà essere liquidato in Euro ..., salva la diversa somma di giustizia, da liquidare anche equitativamente.

vii) La scelta del rito sommario di cognizione è da ritenere appieno giustificata, stante la non complessità della causa.

Tutto questo premesso, la Sig.ra ..., come in atti rappresentata, difesa e domiciliata

RICORRE

a Codesto Tribunale affinché, ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 2, c.p.c., fissi con decreto l'udienza di comparizione delle parti innanzi al Giudice designato, e il termine per la costituzione dei convenuti Sig. ... (res. in ..., via/piazza ... n. ... ) e Assicuratore ... (in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/piazza ... ), cui va dato, sin d'ora, avvertimento che devono costituirsi in giudizio non oltre dieci giorni prima dell'udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 281-undecies, comma 3, c.p.c., pena le decadenze di cui agli artt. 38, 167 e 281-undecies, commi 3 e 4, dello stesso codice; con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che può/possono (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in loro contumacia, per ivi, respinta ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

1) Voglia il Tribunale adito, disattesa ogni contraria domanda, eccezione e deduzione, procedendo nel modo ritenuto più opportuno agli atti di istruzione ritenuti indispensabili, accertare l'effettività dei danni (danno biologico terminale e danno catastrofale) sofferti dal coniuge della ricorrente, Sig. ..., in ragione del sinistro per cui è causa e condannare entrambi i convenuti, in solido fra loro, al risarcimento dei danni medesimi all'istante, iure hereditatis, quale erede universale del suddetto, quantificati in Euro ... o nella diversa somma che, all'esito dell'istruttoria, verrà ritenuta di giustizia, oltre interessi e rivalutazione monetaria.

2) Voglia, altresì, il Tribunale adito condannare i convenuti, in solido fra loro, alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato dal d.m. n. 37/2018 e dal d.m. n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) in favore della ricorrente.

In via istruttoria

1) Ammettere, ove dovesse occorrere, prova per interrogatorio formale e per testi sui seguenti capitoli [11]:

a) Vero che ...

b) Vero che ...

c) Vero che ...

Si indicano a testi su tutti i capitoli i Sigg.ri ... [12].

2) Disporre, ove dovesse occorrere, CTU medico-legale al fine di averne elementi per stabilire la causa della morte del Sig. ....

Si offrono in comunicazione, mediante deposito nelle forme di rito [13], i seguenti documenti:

1) verbale di esame autoptico eseguito sul Sig. ...;

2) certificato di nascita del Sig. ...;

3) cartella clinica relativa al ricovero del Sig. ... a seguito del sinistro per cui è causa;

4) dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà attestante la qualità di erede della ricorrente Sig.ra ...;

5) corrispondenza intercorsa tra le parti: ...;

6) invito alla negoziazione assistita e documento di ricezione dello stesso;

7) ... [14].

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... Il contributo unificato, già versato, deve essere, pertanto, fatto pari a Euro ... (misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza [15].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Io sottoscritta ..., nata a ... il ..., residente in ..., via/ piazza ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. ....

Dichiaro, inoltre, di avere ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito.

La delegante ...

Luogo e data ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. Per ciò che attiene alla competenza territoriale, il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione (fra le quali rientrano anche quelle scaturenti da responsabilità extracontrattuale), concorre con i fori generali di cui agli artt. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014).

2. Il contenuto del ricorso è disciplinato dagli artt. 125 e 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125, 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26/11/2024, dall'art. 1, comma 2, lett. a), d.lgs. n. 164/2024) e 281-undecies, comma 1 (come modificato, con effetto dal 26/11/2024, dall'art. 1, comma 2 lett. ff), d.lgs. n. 164/2024), dello stesso codice. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. in l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014.

5. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26/11/2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 164/2024.

7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A far tempo dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

8. Precisare marca e targa dell'autovettura.

9. Ai sensi dell'art. 3, comma 1 d.l. n. 132/2014 conv., con modif. nella l. n. 162/2014, tale procedura deve essere svolta allorché venga in rilievo controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli. L'esito negativo della procedura deve essere attestato dalla produzione dell'invito a negoziare e da documento di rifiuto, ove espresso, o, in caso di mancata risposta, dalla relativa attestazione. Alla proposizione della domanda può essere dato corso immediatamente nel primo caso oppure trascorso un mese dalla ricezione dell'invito nel secondo.

10. Nella redazione del ricorso può rivelarsi opportuno, ancorché non richiesto, giustificare la scelta del rito semplificato di cognizione, in vista delle successive valutazioni che il Giudice designato svolgerà quasi inevitabilmente sulla procedibilità del giudizio.

11. È pensiero condiviso in dottrina e giurisprudenza che nel procedimento sommario di cognizione ogni mezzo di prova dovesse essere specificato sin dall'atto introduttivo. Tale pensiero deve ritenersi valevole anche con riguardo al rito semplificato di cognizione, dovendosi, peraltro, tenere conto del disposto dell'art. 281-duodecies, comma 4 c.p.c.

12. Si possono, ovviamente, indicare testi soltanto su alcuni dei capitoli.

13. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali e dei documenti, ivi compresa la nota di iscrizione a ruolo, da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26/11/23024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

14. Altri documenti utili al bisogno.

15. Il contributo unificato è dovuto nella stessa misura di quello previsto per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Si veda in argomento il paragrafo ii) del Commento.

COMMENTO

i) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica.

ii) A decorrere tempo dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto nella stessa misura prevista perle cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo”, quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse, dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice.

iii) La disciplina del procedimento semplificato di cognizione si rinviene negli artt. 281-decies ss. (rito semplificato «ordinario») e negli artt. 1,3,4,5 e da 14 a 30-bis, d.lgs. n. 150/2011 (rito semplificato «obbligatorio»).

Trattasi di una procedura semplificata, alternativa (salvi i casi di obbligatorietà introdotti dal d.lgs. citato) al giudizio ordinario a cognizione piena. Trattasi di procedimento fruibile per la definizione delle cause «semplici» o, più esattamente, «non complesse» (vale a dire nei casi in cui i fatti di causa non siano controversi, o quando la domanda sia fondata su prova documentale o di pronta soluzione, o quando non si richieda un'istruzione complessa.

Va precisato che gli articoli da 281-decies a 281-duodecies sono stati parzialmente modificati dal d.lgs. n. 164/2024e che la modifica di maggiore rilievo è stata introdotta nel secondo comma dell'art. 281-decies, venendo ivi previsto che, nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, il giudizio può essere introdotto nelle forme del procedimento semplificato anche se non ricorrono i presupposti di cui al comma precedente, vale a dire anche quando la domanda non sia fondata su prova documentale oppure non sia di pronta soluzione oppure non richieda un'istruzione non complessa.

Il d.lgs. n. 164/2024 ha esteso l'applicabilità delle disposizioni dell'art. 281-decies anche alle opposizioni previste dagli articoli 615, comma 1, 617, comma 1, e 645.

iv) Per ciò che attiene al procedimento semplificato di cognizione disciplinato dal codice di rito, lo stesso è facoltativo, essendo rimessa all'attore la scelta se ricorrere ad esso oppure al giudizio ordinario per l'introduzione della causa.

Incidentalmente, va osservato che la scelta di introdurre il giudizio nella forma del procedimento semplificato di cognizione è ineludibile al fine di poter poi esigere, ove ne concorrano le ulteriori condizioni, indennizzo per violazione della durata ragionevole del processo. Si vedano gli artt. 1-ter (modificato dall'art. 15, comma 1 d.lgs. n. 149/2022) e 2, l. n. 89/2001 e succ. modif.

La scelta attorea può essere disattesa dal Giudice laddove quest'ultimo ritenga la causa non compatibile con le forme semplificate, giacché «complessa». In tale ipotesi, deve essere disposta, con ordinanza non impugnabile, la conversione del procedimento semplificato in quello ordinario (art. 281-duodecies, comma 1).

v) La domanda deve essere proposta nella forma del ricorso, che va diretto, nel caso del rito semplificato «ordinario» al tribunale territorialmente competente e, nel caso del rito semplificato «obbligatorio», al Giudice indicato nelle disposizioni contenute negli artt. da 14 a 30-bis del d.lgs. citato.

Il contenuto del ricorso è disciplinato dagli artt. 125 e 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125, 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26/11/2024, dall'art. 1, comma 2, lett. a), d.lgs. n. 164/2024) e 281-undecies, comma 1 (come modificato, con effetto dal 26/11/2024, dall'art. 1, comma 2, lett. ff), d.lgs. n. 164/2024), dello stesso codice.

Successivamente al deposito (con modalità telematiche) del ricorso (che comporta interruzione della prescrizione del diritto fatto valere – v. Cass. III, n. 24891/2021) ed all'iscrizione della causa a ruolo, il Giudice designato, entro cinque giorni dalla designazione, deve fissare con decreto l'udienza di comparizione delle parti con assegnazione al convenuto del termine per la costituzione in giudizio, che deve avvenire non oltre dieci giorni prima dell'udienza.

Ricorso e decreto devono essere notificati al convenuto almeno quaranta giorni liberi prima della data fissata per la sua costituzione.

I termini in questione sono soggetti alla sospensione feriale disciplinata dalla l. n. 742/1969, salve le eccezioni ivi previste.

vi) Ai sensi dell'art. 281-duodecies, comma 1, alla prima udienza il Giudice, se rileva che per la domanda principale o per la domanda riconvenzionale non ricorrono i presupposti di cui al comma 1 dell'art. 281-decies, dispone con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito ordinario fissando l'udienza di cui all'art. 183 (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022), rispetto alla quale decorrono i termini previsti dall'art. 171-ter (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

Altrimenti, ai sensi del quarto comma dell'art. 171-bis (disposizione interamente riformulata dal d.lgs n. 164/2024 e sostitutiva di quella recata dall'art. 183-bis, abrogato dal d.lgs. citato), il Giudice, se ritiene che in relazione a tutte le domande proposte ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell'articolo 281-decies, dispone la prosecuzione del processo nelle forme del rito semplificato di cognizione e provvede alle conseguenti prescrizioni.

vii) Il provvedimento conclusivo del giudizio è rappresentato da una sentenza (ordinanza, con riguardo ai procedimenti instaurati anteriormente al 1° marzo 2023), di accoglimento o di rigetto delle domande, con cui si provvede anche sulle spese di lite, provvisoriamente esecutiva e costituente titolo per l'iscrizione di ipoteca giudiziale e per la trascrizione. Ove il Tribunale agisca in composizione monocratica, il Giudice, quando rimette la causa in decisione, procede a norma dell'art. 281-sexies (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022). Nelle cause in cui, invece, il Tribunale giudica in composizione collegiale, si procede a norma dell'art. 275-bis (introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

Ai sensi dell'art. 281-terdecies, comma 2, la sentenza è impugnabile nei modi ordinari. A tale proposito, deve rammentarsi che, vigente il rito sommario di cognizione (artt. 702 ss.), era consolidato il principio secondo cui l'impugnazione dell'ordinanza conclusiva del giudizio poteva essere proposta esclusivamente nella forma ordinaria dell'atto di citazione (principio consolidato – v., ex multis, da ultimo, Cass. I, ord., n. 16566/2021; Cass. VI, ord., n. 6318/2020; Cass. II, ord., n. 24379/2019; Cass. I, ord., n. 8757/2018).

viii) In tema di domanda risarcitoria iure hereditatis è ormai consolidato l'orientamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui è configurabile in capo al danneggiato un danno biologico risarcibile («danno biologico terminale»), da ritenere effettivo allorché sia intercorso un «apprezzabile lasso di tempo» (sufficiente per poter ritenere «apprezzabile» il danno alla salute) fra le lesioni subite e la morte causata dalle stesse; secondo cui, inoltre, in tale ipotesi, il diritto maturatosi in capo al danneggiato a conseguire il risarcimento è trasmissibile agli eredi, i quali potranno agire, per far valere la relativa pretesa, nei confronti del «danneggiante» (termine da intendere in senso lato, ad includere sia il danneggiante in senso stretto, sia, ad es., il suo assicuratore per la r.c.a.) iure hereditatis, nei limiti della relativa quota (v., ex multis, Cass. VI, ord., n. 23153/2019; Cass. III, ord., n. 21837/2019; Cass. III, n. 21060/2016).

ix) È ormai consolidato l'orientamento secondo cui il danno biologico terminale può sommarsi una componente di sofferenza psichica (c.d. danno catastrofale o «danno morale terminale»). Per il riconoscimento di tale componente è necessario che la vittima, nell'apprezzabile lasso di tempo che ha preceduto la morte, si sia mantenuta lucida (in una condizione di «lucidità agonica») ed abbia così potuto preconizzarsi l'incombenza dell'inevitabile evento catastrofico a suo danno (Cass. III, n. 12722/2015; Cass. III, ord., n. 16592/2019; Cass. III, ord., n. 21837/2019; Cass., VI, ord., n. 23153/2019; Cass. III, ord., n. 32916/2022; Cass. III, n. 7923/2024).

Il «danno biologico terminale» è liquidabile come invalidità assoluta temporanea (vale a dire, in relazione all'effettiva menomazione dell'integrità psicofisica patita dalla vittima per il tempo trascorso fra le lesioni e il decesso), utilizzando le apposite tabelle (in applicazione dei principi dettati da Cass. III, ord., n. 16592/2019; Cass. II, ord., n. 4658/2024) ma con il massimo di personalizzazione in considerazione dell'entità ed intensità del danno.

Laddove al danno biologico terminale si aggiunga il danno morale terminale, la natura peculiare del danno rende necessaria una liquidazione affidata ad un criterio equitativo puro (Cass. III, ord., n. 16592/2019).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario