Ricorso ex artt. 26, d.lgs. n. 150/2011 e 281-undecies c.p.c. avverso decisione di applicazione di sanzione nei confronti di notaio per illecito disciplinareInquadramentoIl d.lgs. n. 149/2022 (attuazione della legge delega per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie) ha introdotto, con l'art. 15, molteplici modifiche al d.lgs. n. 150/2011, disponendone (art. 35, comma 1, come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022) l'applicabilità ai procedimenti instaurati a decorrere dal 1° marzo 2023, ferme restando per i procedimenti pendenti a tale data le disposizioni anteriormente vigenti (artt. 702-bis ss. c.p.c.). Nel testo della formula, nonché nelle note e nel Commento si provvederà a segnalare le novità di maggiore rilievo e, occorrendo, a fare raffronti fra la disciplina originaria e quella succeduta. La formula riporta esemplificazione di ricorso relativo a procedimento instaurato a decorrere dall'1° marzo 2023. Le norme in tema di procedimento semplificato di cognizione (artt. 281-decies e ss. c.p.c.) sono state tutte parzialmente modificate dal d.lgs. n. 164/2024. Con il ricorso avverso la decisione del Consiglio Regionale di Disciplina il notaio incolpato può chiedere che la decisione medesima sia posta nel nulla, per carenza dei relativi presupposti, in particolare, così come nel caso di specie, in quanto la condotta censurata non è sussumibile in alcuna delle ipotesi di illecito disciplinare tassativamente previste dalla normativa in vigore. Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022. I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a Euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5. Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m. I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023». Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti. FormulaCORTE DI APPELLO DI ... [1] RICORSO EXARTT. 26, D.LGS. N. 150/2011 E 281-UNDECIES C.P.C. AVVERSO DECISIONE DI APPLICAZIONE DI SANZIONE NEI CONFRONTI DI NOTAIO PER ILLECITO DISCIPLINARE [2] Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F.: ... ) [3], notaio esercente in ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [4], C.F. ... [5][6], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [7]. PREMESSO IN FATTO Con decisione in data ..., la CO.RE.DI. (Commissione Regionale di Disciplina) di ... ha applicato al ricorrente la sanzione della censura per avere redatto un verbale di pubblicazione di testamento olografo (atto n ... del ... ) omettendo la descrizione fedele e puntuale del contenuto e dello stato della scheda testamentaria, in violazione del disposto dell'art. 620, terzo comma, c.c. PREMESSO IN DIRITTO In verità, il ricorrente, nel descrivere la scheda testamentaria in questione, non ha provveduto a riportare la presenza di segni grafici apposti sul retro del foglio. Ciò, peraltro, è dipeso dal fatto che si trattava di segni indecifrabili, definiti dalla stessa CO.RE.DI. di significato incomprensibile ed estranei al contenuto del negozio. Qualunque opinione si voglia condividere in proposito, deve, comunque, evidenziarsi che il presunto inadempimento non è in alcun modo disciplinarmente sanzionabile. La disposizione asseritamente violata dispone che «Il notaio procede alla pubblicazione del testamento in presenza di due testimoni, redigendo nella forma degli atti pubblici un verbale nel quale descrive lo stato del testamento, ne riproduce il contenuto e fa menzione della sua apertura, se è stato presentato chiuso con sigillo ... ». Da tale disposto emerge che la descrizione dello stato del testamento, da intendersi come documento, è attività distinta dalla riproduzione del suo contenuto, integrante il negozio testamentario. L'osservanza dell'adempimento descrittivo è imposta dalla necessità che dal verbale risulti l'esatto stato del documento, da ritenersi comprensivo anche di ogni segno grafico su di esso apposto. Peraltro, nel caso di specie, ove configurabile, l'omissione di tale adempimento, non comportando nullità dell'atto, costituisce una mera irregolarità, non integrante alcun illecito disciplinare. In ogni caso, va rilevato che, in forza della l. n. 249/2006, di riforma della legge notarile (l. n. 89/2013), è stata sancita tipizzazione degli illeciti disciplinari (art. 147) e, fra essi, non è ricompreso né ad essi è riconducibile quello fatto oggetto di incolpazione nel caso concreto. Pertanto, deve escludersi che le sanzioni dell'avvertimento e della censura possano essere applicate in via residuale a qualsiasi violazione di legge, senza che ne sia espressamente prevista la rilevanza disciplinare. Tutto questo premesso, il sottoscritto, come in atti rappresentato, difeso e domiciliato RICORRE a Codesta Corte di appello affinché, ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 2, c.p.c., fissi con decreto l'udienza di comparizione delle parti innanzi a sé, e il termine per la costituzione della CO.RE.DI. di ..., in persona del Presidente pro tempore, con sede in ..., via/piazza ..., cui, sin d'ora, si dà avvertimento che deve costituirsi in giudizio non oltre dieci giorni prima dell'udienza fissata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 281-undecies, comma 3, c.p.c., pena le decadenze di cui agli artt. 38, 167 e 281-undecies, commi 3 e 4, dello stesso codice; con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che può/possono (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua/loro contumacia, per ivi, respinta ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI 1) Voglia la Corte di appello adita, sentito il Pubblico Ministero [8], disattesa ogni contraria domanda, eccezione e deduzione, procedendo nel modo ritenuto più opportuno agli atti di istruzione ritenuti indispensabili, accertare l'insussistenza di qualsiasi illecito di rilevanza disciplinare ascrivibile all'impugnante e, conseguentemente, in riforma della decisione impugnata, mandarlo assolto dall'imputazione ascritta; 2) voglia, altresì, la Corte adita condannare l'Ente convenuto alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato dai d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) in favore del ricorrente. In via istruttoria 1) ... [9]. Si offrono in comunicazione, mediante deposito nelle forme di rito, i seguenti documenti [10]: 1) Copia della decisione impugnata, con relata di notifica [11]; 2) Copia del verbale di pubblicazione del testamento; 3) ... [12]. Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il presente procedimento è di valore indeterminabile. Il contributo unificato, già versato, deve essere, pertanto, fatto pari a Euro ... (misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza [13]. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Io sottoscritto ..., nato a ... il ..., residente in ..., via/piazza ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza. Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avv. in ..., via ..., n. ... Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito. Luogo e data ... Il delegante ... Visto per autentica ... Firma Avv. ... 1. Competente a decidere sul reclamo è la Corte di appello del distretto nel quale ha sede la Commissione amministrativa regionale di disciplina. 2. Il contenuto del ricorso è disciplinato dagli artt. 125 e 281-undecies c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento agli artt. 125, 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26 novembre 2024, dall'art. 1, comma 2, lett. a) d.lgs. n. 164/2024) e 281-undecies, comma 1 (come modificato, con effetto dal 26 novembre 2024, dall'art. 1, comma 2, lett. ff) d.lgs. n. 164/2024), dello stesso codice. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà». 4. A decorrere dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014. 5. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010. 6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1, c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h) d.lgs. n. 164/2024. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine del ricorso (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A far tempo dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 8. È previsto l'intervento obbligatorio del P.M. 9. Indicare eventuali mezzi di prova utili al bisogno. 10. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento. 11. Ai sensi dell'art. 26, comma 3 d.lgs. n. 150/2011, l'impugnazione deve essere proposta entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento disciplinare. 12. Eventuali altri documenti utili al bisogno. 13. Il contributo unificato è dovuto nella stessa misura di quello previsto per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Si veda in argomento il paragrafo ii) del Commento. COMMENTOi) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica. ii) A decorrere dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto, salve espresse eccezioni, nella stessa misura prevista perle cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo” (art. 13, comma 3 d.P.R. n. 115/2002), quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse, dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice. iii) Ai sensi dell'art. 26 d.lgs. n. 150/2011, le controversie in materia di impugnazione dei provvedimenti disciplinari irrogati ai notai sono regolate «obbligatoriamente» dal rito semplificato di cognizione, ove non diversamente disposto dallo stesso articolo. La competenza a conoscere le relative vicende spetta alla Corte di appello del distretto in cui ha sede la Commissione amministrativa regionale di disciplina che ha pronunciato il provvedimento impugnato. Al giudizio deve partecipare il pubblico ministero. Il Consiglio notarile cui appartiene il notaio incolpato è parte necessaria soltanto nell'ipotesi in cui il suo presidente abbia promosso l'azione disciplinare oppure sia intervenuto nella fase procedimentale svolta innanzi alla Commissione amministrativa regionale di disciplina (Cass. II, ord., n. 21828/2019). A pena di inammissibilità, il ricorso deve essere proposto entro trenta giorni dalla notificazione della decisione o, in difetto di notificazione, entro il termine di sei mesi dal suo deposito. Per ciò che attiene alle forme processuali, a parere della giurisprudenza di legittimità, deve ritenersi vigere il regime di pubblicità della sola udienza di discussione (Cass. II, n. 9041/2016; Cass. II, n. 7051/2021). Contro la decisione della Corte di appello è ammesso ricorso per cassazione, peraltro non soltanto nei casi previsti nei nn. 3) e 5) del comma 1 dell'art. 360 c.p.c. ma anche per le violazioni di norme processuali riconducibili ai vizi di cui al n. 4) della stessa disposizione (Cass. S.U., n. 1415/2019). iv) Per ciò che attiene agli aspetti sostanziali, si fa rinvio all'art. 147 della legge notarile (l. n. 89/1913), come modificata dalla l. n. 249/ 2006 e dalla l. n. 124/2017. |